Martina Salvatore
Effetti prodotti dai cementi nelle malte con materiali di riciclo.
Rel. Alessandro Pasquale Fantilli, Bernardino Chiaia, Roberta Maria Bongiovanni. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Ingegneria Civile, 2018
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- Tesi
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Abstract: |
“Il futuro delle costruzioni passa per l’innovazione ambientale” […]. Sono queste le parole iniziali del Rapporto dell’Osservatorio Recycle promosso da Legambiente in ‘L’economia circolare nel settore delle costruzioni’, che ha l’obiettivo di raccontare i cambiamenti a cui stiamo assistendo e a cui dovremmo tendere in ambito edilizio quanto infrastrutturale. È quindi un processo già in corso, che punta a ridurre l’impatto sugli ecosistemi favorendo l’utilizzo sempre più ingente di materiale da riciclo. La Direttiva 2008/98/CE prevede che al 2020 venga raggiunto un obiettivo pari al 70% del riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione. Si tratta quindi di prospettive realistiche di cui è ampiamente dimostrata la concreta realizzabilità e che oltretutto porterebbero anche ad un rilancio del settore con conseguente creazione di lavoro. Il calcestruzzo è, dopo l’acqua, il materiale più usato sul pianeta, quindi il materiale da costruzione più usato al mondo, con un consumo mondiale stimato tra i 21 e 31 miliardi di tonnellate. Questo ha principalmente due conseguenze di cui è inevitabile preoccuparsi a livello di sostenibilità ambientale. La prima riguarda la significativa emissione di CO2 comportata dalla produzione di alcuni dei componenti di cui è confezionato, il cemento, ma in particolare del clinker; la produzione di questo componente principale produce 900kg di CO2 per ogni tonnellata, il che rappresenta un pesante contributo che concorre all’incremento dell’inquinamento ambientale globale (tra il 5% e l’8% delle emissioni di CO2 nell’atmosfera ogni anno). Non solo, ma un altro aspetto problematico è rappresentato dall’utilizzo di inerti da cava, il cui impatto nei confronti del paesaggio è una delle questioni ambientali più importanti nel nostro Paese. La loro sostituzione con materiali provenienti dal riciclo porterebbe ovviamente anche vantaggi nello smaltimento di rifiuti di fonderia e da demolizione in edilizia. Oggi è possibile dare una risposta a questi problemi: non esistono più scuse di natura tecnica, prestazionale o economica per non utilizzare aggregati e inerti provenienti dal riciclo, anche dal riciclo delle stesse costruzioni. Eppure l’applicazione di tali processi sta risultando estremamente lenta a causa di barriere normative ancora presenti che ostacolano tale economia circolare nelle costruzioni. Si tratta di obblighi presenti ancora nei Capitolati, di assenza di riferimenti chiari e controlli che accompagnino la crescita dell’uso di materiali da riciclo fino agli obiettivi previsti per il 2020. Per esempio tali temi sono stati introdotti ai sensi della Legge 296/2006 con Decreto Ministeriale dell’Ambiente del 24 Dicembre 2015 tramite i Criteri Ambientali Minimi, divisi tra criteri di base e criteri premiali. Ma tali CAM riguardano solo gli appalti pubblici e prevedono comunque percentuali molto ridotte di materiale riciclato, per esempio per il calcestruzzo il limite è solo del 5%. È per tutti questi motivi che il lavoro di tesi qui presentato propone la sperimentazione di malte cementizie contenenti materiale da riciclo, con utilizzo di leganti idraulici diversi. In particolare si effettuerà la parziale sostituzione dell’aggregato per mezzo di inerti ricavati da gomma proveniente da pneumatici fuori uso (PFU) o da materie plastiche riciclate. Non solo in questo modo si riescono a garantire migliori prestazioni ecologiche, ma si riscontra anche il miglioramento di alcune prestazioni meccaniche. |
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Relators: | Alessandro Pasquale Fantilli, Bernardino Chiaia, Roberta Maria Bongiovanni |
Academic year: | 2018/19 |
Publication type: | Electronic |
Number of Pages: | 120 |
Subjects: | |
Corso di laurea: | Corso di laurea magistrale in Ingegneria Civile |
Classe di laurea: | New organization > Master science > LM-23 - CIVIL ENGINEERING |
Aziende collaboratrici: | UNSPECIFIED |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/8947 |
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