Elena Alesso, Grazia Pescetto, Enrico Pochettino
Moatar (BiH): riqualificazione di un quartiere gravemente danneggiato dal recente conflitto.
Rel. Domenico Bagliani, Mauro Berta. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2003
Abstract: |
Mostar è una città della Bosnia Herzegovina situata fra Sarajevo e la costa, pressapoco sul parallelo di Spalato. Sorta all’inzio del VX secolo sulle sponde del fiume Neretva, costituiva e costituisce una delle città più interessanti della regione, poichè traspaiono dai suoi tessuti urbani stratificazioni di molte culture ed emergono splendide architetture di varie epoche, miracolosamente coerenti fra loro. Caratteristica ricorrente delle città di fiume è una marcata asimmetria strutturale tra le rive opposte. Di solito la gerarchia dei luoghi urbani ha su una delle rive i suoi vertici e sull'altra le sue propaggini, così che il fiume è spesso il confine dell'area urbana centrale e di là del fiume si colloca solo un'appendice periferica. E' il caso di Londra con Southwark, di Vienna con Leopoldstadt, in misura minore di Parigi con la Rive Gauche. Spesso la parte al di là del fiume è così debole rispetto all'altra che trae nome proprio dalla sua posizione: Trastevere (trans Tiberim) a Roma, Zamoskvorec'e a Mosca, l'Oltrarno a Firenze. A Mostar non è così. La storia ha plasmato la struttura urbana in modo da eliminare l'asimmetria, e ci ha consegnato una città la cui ricchezza funzionale e formale è oggi ugualmente distribuita sulle due sponde della Neretva. Nata da ragioni strategiche, la Mostar ottomana ha il suo cuore sulla riva orientale, nella quale si concentrano i principali luoghi del potere amministrativo, della guarnigione, del culto, del commercio, mentre sulla riva occidentale si attestano i luoghi, tradizionalmente periferici, della produzione, della residenza meno agiata e della sosta di transito. Il nucleo storico della città di Mostar ha infatti un’ubicazione che è legata alla presenza di un punto ottimale di attraversamento dell’impetuosa Neretva; è noto infatti come la città sia cresciuta spontanemante attorno ad un ponte, monumento divenuto simbolo della città. Lo Stari Most, traduzione in lingua locale di Ponte Vecchio, fu costruito fra il 1557 ed il 1566 dall’architetto Hajrudin, allievo del più famoso Mimar Sinan, ed il nome della città è legato proprio a questo suo prezioso monumento. Il ponte, realizzato da un’unica arcata a schiena d’asino, costituiva simbolicamente il collegamento tra più culture e religioni, a rilevare l’aspetto multietnico e plurireligioso che caratterizza Mostar fin dalla sua nascita. Questa classica asimmetria, che in ossequio a comprensibili motivazioni geopolitiche contraddice la morfologia del sito, si perpetua fino alla metà dell'Ottocento. Dal 1878, con l'annessione all'impero austriaco, opposte ragioni strategiche ribaltano l'ottica dello sviluppo urbano. Si può affermare che l'impegno dell'amministrazione asburgica sia stato quello di valorizzare sistematicamente la riva destra fino a renderla gerarchicamente paragonabile al vecchio centro sulla riva sinistra. Alla vigilia della guerra 1914-18 il processo si è quasi concluso: il "rondò", i nuovi quartieri dall'impianto arioso e solenne, l'edilizia di grande decoro, il secondo ponte sulla Neretva e soprattutto la ferrovia con la stazione e tutte le funzioni che le ruotano intorno, hanno innalzato la dignità urbana della riva destra fino quasi a reggere il confronto con la sinistra. Gli sviluppi successivi, specie nel periodo titino, hanno ulteriormente rafforzato l’insediamento nella riva destra, anche con realizzazioni di valore simbolico, tanto che all’inizio del recente conflitto la città si presentava con un sistema di luoghi centrali equamente distribuito tra le due sponde della Neretva. Si può pertanto affermare che a morfologia urbana di Mostar si caratterizza per una grande omogeneità distributiva dei luoghi dominanati, e per avere il fiume come vero asse di simmetria dei valori civili, siano essi di natura politico-amministartiva, di natura etico-religiosa o di natura ecocnomico fiunzionzle; il protagonista spettacolare del paesaggio, la Neretva, risulta così essere anche il principale elemento di equilibrio della forma urbana. La denominazione ‘Centro II’ indica un’area dai confini non ben delineati all’interno di quella fascia di città che particolarmente è stata colpita dalle distruzioni. Tale area, prima dei conflitti, altro non era che una zona molto fiorente: densamente abitata, con numerose attività commerciali, attraversata da importanti vie di comunicazione cittadine e ricca di infrastrutture. Oggi è il cuore dell’attuale sviluppo urbano di Mostar: il nucleo storico più antico non coincide più con il baricentro della città, da cui si evince la derivazione della denominazione ‘CentroII’, l’area esaminata con questo lavoro di progettazione di un quartiere gravemente danneggiato dal recente conflitto. L’area presenta numerose caratteristiche che potenzialmente possono catalizzare un nuovo sviluppo sia di tipo storico che commerciale. Contemporaneamente la zona è caratterizzata da un considerevole vuoto urbano (ex-tracciato ferroviario) che costituisce oggi un’area incolta assolutamente degradata, ma che potrebbe divenire in futuro uno spazio per accogliere certe nuove funzioni di cui la città necessita , sia per evidenti motivi pratici che per ragioni simboliche legate alla costruzione di una nuova pace. Nel nostro lavoro di progettazione abbiamo così cercato di rispondere alle esigenze di ricostruzione attraverso nuovi impianti residenziali, attività commerciali, un centro sportivo, edifici adibiti ad uffici, il nuovo parco urbano, convinti che nella pace, l’idea di ricostruzione debba ispirarsi alla volontà di riunire le due parti anzichè confermarne la loro separazione. |
---|---|
Relators: | Domenico Bagliani, Mauro Berta |
Publication type: | Printed |
Uncontrolled Keywords: | Riqualificazione urbana. Mostar |
Subjects: | U Urbanistica > UH Pianificazione regionale |
Corso di laurea: | Corso di laurea in Architettura |
Classe di laurea: | UNSPECIFIED |
Aziende collaboratrici: | UNSPECIFIED |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/131 |
Chapters: | Manca |
Bibliography: | Bertolini G., Tra mussulmani e slavi in automobile attraverso la Bosnia, Milano, Fratelli Treves Editori, 1909. Fusaro F., La città islamica, Bari, Laterza Editori, 1984 A.A.V.V., Architettura islamica ed orientale, Firenze, Alinea Editori, 1986 A.A.V.V., Mostar e dintorni, , Zagabria, Turistkomerc, 1988 Andric I., Il ponte sulla Drina, Milano, Mondadori, 1960 Darby H.C. [et al.], Storia della Jugoslavia. Gli Slavi del sud dalle origini a oggi, S. Clissold (a cura), Torino, Einaudi, 1969 Lynch K., L’immagine della città, Venezia, Marsilio Editore, 1983 Andric I., Il Ponte sulla Drina, Milano, Mondadori, 1983 Conte F., Gli Slavi. Le civiltà dell’Europa centrale e orientale, Torino, Einaudi, 1990 Bianchini S. e Privitera F., Jugoslavia. Storia dell’oggi, L’Unità, 1991 Bianchini S., «Il nazionalismo dei Balcani», Relazioni internazionali, Milano, dicembre (1991) Frescobaldi D., Jugoslavia perché. Il suicidio di uno Stato, Firenze, Ponte alle Grazie editori, 1991 Il vizio della guerra, C. Manzocchi (a cura), Roma, Edizioni Associate, 1992 Andric I., Racconti di Sarajevo, Roma, Tascabili Economici Newton, 1993 Andric I., Racconti di Bosnia, Roma, Tascabili Economici Newton, 1993 Bianchini S., Sarajevo le radici dell’odio. Identità e destino dei popoli balcanici, Roma, Edizioni Associate, 1993. Cataldi A., Sarajevo, voci da un assedio, Baldini & Castoldi, Milano, 1993 Drakulic S., Balkan Express, Milano, Il Saggiatore, 1993 Janigro N., L’esplosione delle nazioni, Le guerre balcaniche di fine secolo, Milano, Feltrinelli, 1993 Nuovo ordine militare internazionale, Torino, Gruppo Abele, 1993 Bettin G., Sarajevo maybe, Milano, Feltrinelli, 1994 Ciliberto F., «Embargo economico e sul commercio delle armi: il caso dei conflitti Jugoslavi», Quaderni Forum, Firenze, n. 3, 1994 Cucci M., Bosnia, Milano, Mursia, 1994 Dassù M., «Perché l'Italia ha fallito nella ex Jugoslavia», Limes, Roma, n. 3, 1994 Decamps M.C., «La brace che non è stata spenta», Internazionale, 5 nov., 1994 De Michelis G., «Così cercammo di impedire la guerra», Limes, n. 1, 1994 Dizionario di un paese che scompare, N. Janigro (a cura), Roma, ed. Il Manifesto, 1994 Konjicia A., «Bosnia-Erzegovina: le responsabilità delle Nazioni Unite e dell'Unione Europea», Acque e Terre, Venezia-Mestre, n. 3, 1994 Pasic A., Islamic iarchitecture in Bosnia and Herzegovina, Istanbul, IRCICA1994 Petruccioli A., Il giardino islamico. Architettura, natura, paesaggio, Milano, Electa, 1994 Zaccaria G., Noi, criminali di guerra. Storie vere dalla ex Jugoslavia, Milano, Baldini & Castoldi, 1994 Zajovic B., Donne per la pace, Belgrado, Donne in Nero, 1994 Aleksov B., Disertori dalla guerra in ex Jugoslavia, Parma, Alfazeta, 1995 Gambino M. e Grimaldi L., Traffico d’armi, Roma, Editori Riuniti, 1995 Fine John V. A., Le radici mediovali-ottomane nella società bosniaca moderna, in I Mussulmani di Bosnia dal medioevo alla dissoluzione della Jugoslavia, Pinson M. (a cura di) Roma, Donzelli Editore, 1995 Nanic F., «Bosnia-Erzegovina: un fragile cessate il fuoco», Acque e Terre, Venezia-Mestre, n. 1, 1995 «Oltre le guerre balcaniche. Cosa può succedere quando i piccoli dei hanno grandi sogni», numero monografico a cura di Alberto Gasparini e Miroljub Radajkovic, Futuribili 2, Milano, 1995 Pace E., Islam e Occidente, Roma, Editrice Lavoro, 1995 Pirjevec J., Serbi, croati, sloveni, Bologna, Il Mulino, 1995 Blasi C., Restoration of Ottoman domes and bridges in Mostar, 1996 Croazia. Operazione Tempesta, G. Scotti (a cura), Roma, Edizioni Gamberetti, 1996 Dizdarevic Z. e Riva G., L’ONU è morta a Sarajevo, Milano, Il Saggiatore 1996 Handke P., Un viaggio d’inverno ai fiumi Danubio, Sava, Morava e Drina ovvero Giustizia per la Serbia, Torino, Einaudi, 1996 Lombezzi M., Bosnia. La torre dei teschi, Milano, Baldini & Castoldi, 1996 La pace da costruire. Libro bianco dopo sei mesi dagli Accordi di Dayton, a cura di ICS, giugno 1996 Rumiz P., Maschere per un massacro, Roma, Editori Riuniti, 1996 Todorovic G., Sarajevo: cronache delle illusioni perdute, Roma, Ediesse, 1996 Torodova M., Imagining the Balkans, New York, Oxford University Press, 1997 United Nations Educational Scientific and Cultural Organization, Mostar Urban heritage map and rehabilitation plan of Stari Grad, Firenze, Angelo Pontecorboli Editore, 1997 Adil ZufIlkarpasi and Nedezda Gacec in dialogue with Milovan Dijlas, The Bosniak, Londra, C. Hurst and Co Publishers Ltd, 1998 Colafato M., Mostar, l’urbicidio, la memoria, la pulizia etnica, Roma, Edizioni SEAM, 1999 I Balcani ieri e oggi, Franzinetti G., Janigro N. (a cura di ), in I viaggi di Erodoto n. 38/39, 1999 Ivekovic R., Autopsia dei balcani, Milano, R. Cortina Editore, 1999 Malcom N., Storia della Bosnia dalle origini ai giorni nostri, Miano, Bompiani Edizioni, 2000 A.A.V.V., Mostar ‘92. Urbicide, Mostar, OAM Associazione degli Architetti di Mostar, 2001 A.A.V.V., Program, rekosntrkcije stambenib objekatau ulicama A. Santica/ T. Milosa: Bulevard, Mostar, Velijaca, 2001 Andric I., La luminosità di Mostar, in Mostar. Monografia turistica, Bijavica A., Njavro M. (a cura di), Zagabria, Edizioni Turisticka naklada, 2001 Franzinetti G., I Balcani: 1978-2001, Roma, Carocci Editore, 2001 Vio I., Fidone F., Il recupero come progetto. Intervista con il celebre architetto Giancarlo De Carlo, in Recuperare l’edilizia n. 24, 2001 |
Modify record (reserved for operators) |