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Contratto di fiume - Il caso del fiume Sacco nel basso Lazio

Adriana Gagliarducci

Contratto di fiume - Il caso del fiume Sacco nel basso Lazio.

Rel. Angioletta Voghera, Carlo Alberto Barbieri. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Pianificazione Territoriale, Urbanistica E Paesaggistico-Ambientale, 2015

Abstract:

La mia tesi trova ispirazione dall'esperienza di tirocinio universitario presso l’azienda “SAT s.r.l.” nel Comune di Settimo Torinese (To), la quale mi ha permesso di collaborare nell’attività di progettazione esecutiva del progetto “Parco Cascina Bordina”, all’interno del progetto strategico di “Corona Verde1”. Tale progetto è incentrato sulla riqualificazione e valorizzazione della storica cascina Bordina, la quale presenta un forte valore paesaggistico e ambientale nell’ambito urbano del suo territorio; durante il lavoro di progettazione per l’impianto delle essenze arboree e arbustive presenti nel progetto, mi sono avvicinata alle tematiche di recupero e rigenerazione ambientale, soprattutto inerenti alla progettazione lungo i corsi d’acqua.

I fiume, i torrenti e canali in città costituiscono innanzitutto una risorsa insostituibile sia per usi domestici che per usi produttivi. Essi rappresentano dei corridoi ecologici naturali, che consentono la penetrazione della natura nei contesti urbani, a patto che gli ecosistemi spondali siano preservati e valorizzati, con l’ausilio di vere e proprie operazioni di recupero anche per riparare ai danni che spesso sono stati inflitti ai corsi d’acqua durante la fase di industrializzazione. I corsi d’acqua costituiscono, inoltre, una risorsa sociale per le opportunità di ricreazione, di aggregazione e di pratica sportiva, offrendo anche la possibilità di creare una rete di servizi finalizzati a migliorare la loro fruizione. In aggiunta a tutto ciò, i fiumi nei tessuti urbani e periurbani, nonché nel territorio exstraurbano, sono una risorsa simbolica e identitaria, infatti in molti contesti urbani internazionali, vi sono paesaggi fluviali che fanno parte della simbologia identificativa degli abitanti.

Nell’ultimo decennio, la pianificazione di bacino ha fatto propri i principi di sussidiarietà, sostenibilità e cooperazione, ponendo la difesa del suolo al centro delle sue strategie primarie, mettendo in relazione altri aspetti della pianificazione territoriale, e allo stesso tempo, slegandola da un approccio di carattere settoriale. Molti territori hanno intrapreso politiche urbanistiche per il recupero del proprio rapporto con i corsi d’acqua, ad esempio sgombrando le sponde di fiumi e torrenti dagli usi produttivi e realizzando attorno ad essi parchi e strutture di aggregazione e socializzazione. Il Contratto di Fiume, è uno degli strumenti che vengono utilizzati per la messa in pratica della rigenerazione dei corsi d’acqua. Esso viene definito come uno strumento flessibile, multilivello, intersettoriale utile a risolvere, a livello locale, i conflitti e gli interessi dei vari attori sul territorio. Con l’ausilio di processi negoziali, il Contratto di Fiume, é capace di far dialogare tra loro i diversi strumenti di programmazione e progettazione con gli interventi socioeconomici e quelli della pianificazione territoriale - urbanistica. Come tale, esso può essere considerato come un metodo per la condivisione di un disegno strategico - territoriale, da parte di tutti gli attori socio economici pubblici e/o privati, coinvolti nel processo di governace negoziata e partecipata.

Al momento, non esiste un riferimento normativo nazionale che si pronunci in merito al metodo o ai contenuti di un Contratto di Fiume. A Dublino nel 1992, si è tenuta la “ Conferenza internazionale sulle acque e ambiente ” in cui fu esaminato il ruolo economico delle risorse idrauliche nei disastri ambientali e l’importanza della formazione e della sensibilizzazione degli attori istituzionali e sociali, in questo campo. Successivamente, i principi furono ripresi a Rio di Janeiro (1992), nella “Conferenza delle nazioni unite su ambiente e sviluppo nell’ambito delle iniziative per la sostenibilità”. Dal 1997, in seguito alla formazione del consiglio mondiale sull’acqua, un organizzazione internazionale privata promossa dalle principali imprese multinazionali dell’acqua, si tengono ogni tre anni i Forum Mondiali sull’Acqua2. Nel 2° Forum Mondiale sull'Acqua, tenutosi a L’Aja -marzo 2000, il dibattito fu incentrato sui rapporti tra acqua e natura, acqua e popoli, acqua e sovranità. L’aumento di attenzione al tema dell’acqua nei dibattiti internazionali, ha portato durante il Forum del 2000, un richiamo allo strumento del Contratto di Fiume, definito come lo strumento attraverso il quale si possono integrare gli obiettivi di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale e sostenibilità ambientale per la riqualificazione di un bacino fluviale.

Questo tipo di esperienze di riqualificazione fluviale, attraverso un approccio integrato di gestione dei corsi d’acqua, con l’ausilio di processi decisionali partecipati, sono operative in molti paesi europei già da tempo. La Francia è il paese capofila in questo settore, le sue sperimentazioni territoriali sono state prese come riferimento dagli stati limitrofi, Belgio e Svizzera ad esempio, hanno messo in pratica modelli similari a quelli francesi.

In Italia, l’importanza del Contratto può essere ricondotta, da parte delle amministrazioni e dagli operatori del settore, alla condivisione dell’insieme dei valori naturalistici, paesaggistici, socio- economici che possono essere inglobati nel territorio, o in una rete di marketing territoriale. Viene inoltre visto come uno strumento di opportunità per lo sviluppo delle politiche volte alla rigenerazione delle relazioni tra società, sistema agrario e quello fluviale. La programmazione

negoziata rappresenta un metodo adeguato attraverso il quale le Regioni italiane, possono coinvolgere i soggetti presenti sul territorio nelle proprie scelte programmatiche, volte sia al contenimento del degrado eco-paesaggistico, sia alla riqualificazione di bacino idrografico; rendendo così, tali scelte, condivise e allo stesso tempo efficaci sul territorio. Nonostante ciò, non tutte le Regione italiane sono al passo con questo strumento innovativo. La Regione Lombardia, la prima che si è cimentata ad affrontare problematiche ambientali, ha sottoscritto solo nel 2004 il Contratto di Fiume (il primo nella nostra Nazione); nella Regione Lazio, ed esempio, non si riscontrano rilevanti sperimentazioni, riguardo metodologie e/o strumenti di negoziazione tra attori locali per la gestione di bacini fluviali. Queste riflessioni riguardo il tema del Contratto di Fiume, hanno portato a focalizzarmi e, successivamente, a proporre tale strumento nel mio territorio di origine, il basso Lazio, e nella fattispecie il territorio del fiume Sacco. Tale territorio presenta evidenti criticità dovute ad un abbandono progressivo del ruolo basilare del fiume; difatti da corridoio ecologico e portatore di biodiversità, negli ultimi decenni si è trasformato in un contenitore di rifiuti organici, ma soprattutto, di quelli pericolosi, dovuti alla presenza di una moltitudine di industrie presenti soprattutto sulle sponde del fiume e, più in generale sul territorio della valle del sacco. L'intensa attività industriale (principalmente chimica) presente nella valle, nonché la creazione di discariche a cielo aperto, hanno portato ad un sovraccarico di inquinanti nel territorio, contaminando terreni e falde acquifere. L'apice di tale disastro ambientale si è avuto nel 2005, quando furono trovati capi di bestiame morti, lungo il corso del fiume, avvelenati molto probabilmente dall'arsenico presente nelle acque. L’anno successivo fu dichiarato lo "stato di emergenza socio - economico - ambientale3" per la Valle del Sacco. La situazione in cui si presenta la Valle Latina, recente denominazione della Valle del Sacco, è oggetto di differenti politiche (sia di bonifica, che di sviluppo territoriale), a cui amministrazioni locali e sovra locali cercano di fare affidamento per arrivare a un risultato concreto. La stessa Regione Lazio ha inserito la “Bonifica dei terreni inquinati nella Valle del Sacco” come “azione cardine” nella programmazione regionale 2014-2020. Ad oggi però, la questione ambientale della valle è un tema caldo in tutti i tavoli amministrativi locali, ma nonostante ciò, la situazione di emergenza non ha visto miglioramenti in nessun ambito.

L’organizzazione di un Contratto di Fiume potrebbe rappresentare lo strumento con il quale restituire nuova vita a questo territorio. Le amministrazioni locali, con una presenza attiva e costante dei cittadini, potrebbero sfruttare la metodologia del Contratto per riportare alto il livello di vivibilità, sotto tutti profili, ambientali, sociali ed economici, così da poter rilanciare la Valle del Sacco.

In conclusione, il Contratto si presenta come uno strumento innovativo, non settoriale, ma dall’approccio il più possibile integrato, quindi deve essere considerato come un ulteriore strumento di pianificazione dei territorio fluviale della Valle del Sacco, ma si deve considerare come un "metodo” per mettere a sistema le diverse politiche settoriali, che già insistono su tale territorio.

Una prima parte del lavoro di tesi, studierà l’approccio normativo internazionale, nazionale, e successivamente, regionale inerente al tema dei Contratti di Fiume. Va precisato però che la presente tesi è stata redatta prima dall’entrata in vigore delle Città Metropolitane (1 Gennaio 2015)4, quindi in ambito di studio normativo della Valle del Sacco non si fa rifermento alla Città Metropolitana di Roma Capitale, ma bensì alla Provincia di Roma, e quella di Frosinone.

In un secondo tempo, sarà esplicitata una parte pratica, dove si andrà a intraprendere la redazione di un Contratto di Fiume sul territorio della Valle del Sacco. Nel definire il quadro conoscitivo territoriale si è proceduto dividendo il lavoro in letture analitiche settoriali, per arrivare ad avere una analisi di sintesi complessiva. L’analisi ha riguardato diversi aspetti del territorio, suddivisi per assetti: quello ambientale, storico - insediativo, percettivo - fruitivo ed infine l’assetto pianificatorio. L’esito finale del quadro conoscitivo territoriale è stato la costruzione di una carta di sintesi riassuntiva dei caratteri del paesaggio in esame, quale combinazione e interazione tra la componente oggettiva e percettiva del paesaggio da parte della popolazione. La costruzione del quadro di sintesi è incentrata sulla rappresentazione grafica di tutti i fattori (strutturanti, qualificanti e critici) che definiscono e distinguono l’area della Valle del Sacco.

Una volta definiti i punti focali dell’ambito vallivo, si è cercato di capire qual’era la propensione delle amministrazioni locali verso la redazione di questo strumento innovativo. Si sono difatti, intervistati i rappresentati locali, come i sindaci, e le associazioni di rilievo sul territorio, per capire quale sia la loro posizione rispetto alla partecipazione in un eventuale Contratto di Fiume della Valle del Sacco, quindi se essa viene osteggiata o contemplata. Dall’esito della partecipazione, sarà stilata la parte finale della tesi, il cui obiettivo porta alla definizione di un Piano d’Azione intersettoriale, per la riqualificazione territoriale dell'ambito fluviale del Sacco.

Relatori: Angioletta Voghera, Carlo Alberto Barbieri
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AO Progettazione
U Urbanistica > UG Pianificazione del paesaggio
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Pianificazione Territoriale, Urbanistica E Paesaggistico-Ambientale
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/4117
Capitoli:

1. INTRODUZIONE

Parte Prima - I Contratti Di Fiume

2. QUADRO CONOSCITIVO LEGISLATIVO

2.1 Riferimenti normativi intemazionali

2.1.1 Direttiva europea 2000/60/CE

2.2 Riferimenti normativi nazionale

2.2.1 Legge nazionale 183/1989

2.2.2 Decreto Legislativo 152/1999

2.2.3 Decreto Legislativo 152/2006

2.2.4 Legge nazionale 42/2010

2.3 Nascita dei Contratti di Fiume

3. LO STRUMENTO DEL CONTRATTO DI FIUME

3.1 Il contesto Europeo

3.1.1 Approfondimento sui CdF in Francia

3.1.2 Approfondimento sui CdF in Belgio

3.2 Il contesto Nazionale

3.2.1 Come viene recepita la Direttiva Quadro sulle Acque

3.2.2 I Piani di gestione e i Contratti di Fiume

3.2.3 Tavoli Nazionali dei Contratti di Fiume

3.2.4 Protocollo d’Intesa Legambiente e ANCI

3.2.5 Approfondimento sui CdF nella Regione Piemonte

3.2.6 Approfondimento sui CdF nella Regione Lazio

3.2.7 Approfondimento sui CdF nella Regione Campania

3.3 Commenti e riflessioni: verso un CdF del Fiume Sacco

Parte Seconda - Il Caso Applicativo: Il Fiume Sacco

4. INQUADRAMENTO CONOSCITIVO TERRITORIALE DELL’AREA

4.1 Assetto Ambientale

4.1.1 Analisi Geomorfologica

Allegato n°l - Carta Geomorfologica

4.1.2 Analisi Idrologica

Allegato n°2 - Carta Idrologica

4.1.3 Criticità Ambientali

4.1.4 Analisi dell’Uso del Suolo

Allegato n°3 - Carta Copertura Uso del Suolo

4.1.5 Analisi Floristica e Vegetazionale

Allegato n°4 - Carta Aree Protette

4.2 Assetto Storico - Insediativo

4.2.1 Sistema dell’edificato

Allegato n°5 - Sistema Insediativo

4.2.2 Sistema Infrastrutturale

Allegato n°6 - Sistema Infrastrutturale

4.2.3 Sistema Industriale

Allegato n°7 - Sistema Industriale

4.3 Assetto Percettivo

4.3.1 Rapporto tra paesaggio e percezione

Allegato n°8 - Carta dei Caratteri Percettivi e Visivi

4.3.2 Fulcri percettivi del territorio

4.4 Assetto Pianificatorio

4.4.1 Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale

4.4.1.1 Approfondimento del Piano Di Bacino dei fiumi Liri, Garigliano e Volturno

4.4.2 Regione Lazio

4.4.3 La Provincia e la Pianificazione Territoriale

4.4.3.1 Approfondimento sulla Provincia di Roma

4.4.3.2 Approfondimento sulla Provincia di Frosinone

4.4.4 Le Amministrazioni Locali

4.4.5 Rapporto con la Nuova Programmazione Europea

4.5 Conclusioni

Allegato n°9 - Carta di Sintesi

5. PROCESSO PARTECIPATIVO DEL CONTRATTO DI FIUME

5.1 La Partecipazione

5.2 Il Metodo Qualitativo

5.3 L'intervista "Semi – Strutturale” Traccia dell ’Intervista

5.4 Esito della Partecipazione

6. UN PIANO D’AZIONE PER FIUME SACCO

6.1 La Fase Contrattuale

6.2 Il Piano d’Azione

6.2.1 Strategie, Obiettivi e Azioni

Strategia A - Tutela, Riqualificazione e Qualità ambientale

Strategia B - Riqualificazione territoriale e paesaggistica perifluviale Strategia C - Promozione, Fruizione e Valorizzazione economica Strategia D - Accompagnamento partecipativo al processo del Contratto

6.3 La Valutazione Ambientale Strategica

7. CONCLUSIONI

8. BIBLIOGRAFIA

Bibliografia:

Assente

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