Francesca Caruso
Il sentiero degli ulivi : una greenway tra la costa tirrenica e il parco nazionale dell’Aspromonte.
Rel. Valeria Minucciani, Chiara Lucia Maria Occelli. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città, 2015
Abstract: |
Gli spazi assumono l’aspetto che noi vogliamo dar loro, si definiscono a seconda delle necessità di chi li abita e li vive. Le conversioni, le loro declinazioni, rispecchiano l’atteggiamento umano, le modifiche e i cambiamenti sociali che prendono forma anche nello spazio, inteso e trattato nei modi più disparati. Un luogo non è mai a sé stante, ma dipende dalla volontà di chi lo abita. Le modifiche spaziali dipendono soprattutto da atteggiamenti sociali che incidono sui luoghi modificandone non solo l’aspetto, ma anche il legame con la società. I legami tra luogo e abitante sono complessi e molteplici. Un luogo non può essere inteso solo come tale, ma assume una pluridimensionalità: i luoghi sono eterotopie, luoghi che assumono caratteristiche di più spazi e che dipendono dalle interpretazioni dei singoli abitanti. Il legame memoriale che si crea con un luogo e la sua funzione originale dà forma allo spazio, al paesaggio e al patrimonio, i quali assumono quindi una forma a seconda di chi lo interpreta. La rifunzionalizzazione dei luoghi ha quindi il potere di riassumere in sintesi tutte le possibilità di un luogo, tutti i legami che si creano con lo stesso e tutte le sue potenziali proiezioni future. Il ripristino di uno spazio abbandonato, obbligato a ritrarsi dalla sua vecchia funzione e a spezzare i legami con la società, diviene un fenomeno complesso e delicato: Il tentativo è quello di ridare un’identità ai luoghi che l’hanno perduta e di ripristinare quel legame sentimentale che conferiva agli stessi l’appartenenza al contesto urbano. Il fenomeno della rifunzionalizzazione cresce soprattutto negli ultimi anni, mirando a recuperare spazi ricchi di potenziale e costretti a decontestualizzarsi dal territorio. Il ripristino delle ferrovie dismesse è tra questi. I vecchi percorsi ferroviari riassumono in pieno il concetto di eterotopie: i luoghi creati sono temporanei e legati al passaggio, al movimento. Questi consentono di legarsi a spazi “inventati”, “creati” solo per qualche istante, ma riproposti ad ogni passaggio del treno. Il fenomeno della rifunzionalizzazione di percorsi che a lungo hanno segnato il territorio divenendo parte integrante di un paesaggio, soprattutto nella memoria degli utenti, mira all’integrazione degli stessi visti ancora come percorsi, ma proposti sotto una chiave diversa. Il tema del movimento e dello spostamento restano chiari e divengono i protagonisti della rifunzionalizzazione dei percorsi, proposti sotto forma di greenways. I nuovi percorsi verdi si propongono di dare nuova vita a un percorso interrotto dal tempo e si rivolgono a un’utenza diversa, mirando alla sostenibilità ecologica e progettuale. I percorsi ciclopedonali si introducono in un contesto paesaggistico soprattutto naturale ma ricco di identità. L’obiettivo è quello di ridare vita alle strade ferrate abbandonate attraverso la diffusione di un nuovo metodo di spostamento e, soprattutto, attraverso l'enfatizzazione dei paesaggi che fanno da cornice alla nuova pista. L'assegnazione di una nuova identità di questi luoghi crea un legame con l'antica identità degli stessi, soprattutto in coloro che hanno vissuto il percorso con la sua funzione originale. Il nuovo attraversamento diventa quindi testimonianza di un passato che ha caratterizzato il territorio e che vuole esaltarne la memoria, anche attraverso l’inserimento di nuove funzioni. Il progetto proposto mira a ricreare il legame degli abitanti di un luogo con i territori “spezzati”, abbandonati e mai più vissuti. L’obiettivo del “Sentiero degli ulivi” è quello di riproporre un ex percorso ferroviario a lungo utilizzato dagli abitanti calabresi come greenway, un percorso verde che oltre a far rivivere la memoria degli spazi, mira a esaltare i paesaggi attraversati, tramite aree didattiche capaci di coinvolgere le nuove utenze consentendogli l’immersione totale nei paesaggi attraversati. Il nuovo percorso si estende per 33 km, non esclusivamente su strada ferrata, ma anche su strada asfaltata, e collega la costa Tirrenica della Calabria con il Parco Nazionale dell’Aspromonte. La presenza di due elementi così importanti dal punto di vista ambientale ha portato alla decisione di creare un vero e proprio passaggio tra le due realtà tipiche della regione, portando la pista ciclopedonale a divenire un passaggio contestualizzato ed esplicativo di tutti i cambiamenti altimetrici, vegetativi, produttivi e naturali che si presentano spostandosi dalla costa all’Aspromonte. Oltre che un collegamento tra 9 paesi calabresi, “Il sentiero degli Ulivi” funge da passaggio tematico e didattico di una realtà spesso poco conosciuta, mettendo in evidenza tutte le particolarità dei luoghi attraversati e approfondendo, attraverso le stazioni, alcune tematiche relative al Parco Nazionale che, con la sua imponente presenza, influenza gran parte della produzione della Calabria meridionale. Il reimpossessarsi di luoghi che fanno parte della storia calabrese, così come il proporre una testimonianza storica e paesaggistica degli spazi attraversati, fanno del sentiero proposto non esclusivamente una pista ciclopedonale, ma una vera e propria esperienza, in cui il movimento viene interrotto dalla presenza di aree interattive, tematiche e didattiche, che segnano e segnalano il territorio e tutte le sue caratteristiche. La proposta mira al coinvolgimento di utenze di diverse età e non si pone esclusivamente come proposta turistica, ma si rivolge anche agli stessi abitanti del territorio, incentivandoli all'uso di mezzi di collegamento alternativi e proponendogli una prospettiva dei luoghi diversa da quella abituale e molto più coinvolgente. |
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Relatori: | Valeria Minucciani, Chiara Lucia Maria Occelli |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Soggetti: | A Architettura > AO Progettazione U Urbanistica > UK Pianificazione urbana |
Corso di laurea: | Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/4055 |
Capitoli: | CAP 1 - LE AREE DISMESSE 1.1 IL FENOMENO DELLA DISMISSIONE 1.1.1 IL FENOMENO DEL DISUSO 1.1.2 LE TIPOLOGIE DI AREE DISMESSE 1.1.3 LE INDAGINI SULLE AREE DISMESSE E I DIVERSI METODI 1.2 GLI STRUMENTI URBANISTICI 1.2.1 GLI STRUMENTI 1.2.2 I PROGRAMMI COMPLESSI 1.2.3 I PRU E I PRUST 1.2.4 I DECRETI LEGISLATIVI 1.3 LA FINALITÀ DELLA RIFUNZIONALIZZAZIONE 1.3.1 L’OBIETTIVO 1.3.2 COMPATIBILITÀ CONTENUTO CONTENITORE 1.4 LE INFRASTRUTTURE 1.4.1 L’ABBANDONO DELLE RETI FERROVIARIE 1.4.2 IL RIPRISTINO DELLE TRATTE TRAMITE PROGETTI DI RIFUNZIONALIZZAZIONE CAP 2 - LA RIFUNZIONALIZZAZIONE DELLE RETI FERROVIARIE DISMESSE 2.1 LE RETI FERROVIARIE DISMESSE 2.2.1 LA CONVERSIONE DELLE EX FERROVIE - L’IDEA GENERALE 2.2 LE GREENWAYS 2.3 L’APPROCCIO EUROPEO 2.3.1 ESEMPI EUROPEI 2.3.1.1 LES CHEMINS DU RAIL 2.3.1.2 LA VIAS DE LA SIERRA 2.3.1.3 LE VVV 2.3.1.4 LE ECOPISTAS 2.3.1.5 THE GREAT WESTERN GREENWAY IRELAND 2.4 LEGREENWAYS IN ITALIA 2.4.1 IL PROGETTO BICITALIA 2.4.2 LE STAZIONI ABBANDONATE 2.4.3- ESEMPI DI GRENWAYS IN ITALIA 2.4.3.1 IL SENTIERO DELLA BONIFICA 2.4.3.2 LA VIA VERDE DELL ACQUEDOTTO ED I PERCORSI “PERIGOLOSI” IN PUGLIA 2.4.3.3 LA PASSEGGIATA DI ALBISOLA 2.4.3.4 GREENWAYS TRA CALTAGIRONE E PIAZZA ARMERINA 2.4.3.5 LA SITUAZIONE IN CALABRIA CAP - 3 LA FERROVIA IN CALABRIA 3.1 L’ANALISI STORICA E LA DISMISSIONE DELLE PICCOLE TRATTE 3.2 LA POLITICA DELLA RIFUNZIONALIZZAZIONE 3.2.1 LE PROPOSTE 3.3 PROBLEMATICHE E CRITICITÀ DEI LUOGHI 3.3.1 IL RUOLO DELLA STAZIONE 3.4 LA TRATTA GIOIA TAURO - SINOPOLI 3.4.1 L'ANALISI STORICA 3.4.1.1 IL PERCORSO 3.4.2 I PAESI 3.4.2.1 GIOIA TAURO 3.4.2.2 PALMI 3.4.2.3 SEMINARA 3.4.2.4 MELICUCCÀ 3.4.2.5 SANT’EUFEMIA D’ASPROMONTE 3.4.2.6 SINOPOLI 3.5 LE UTENZE 3.6 LA PROPOSTA DI RIFUNZIONALIZZAZIONE CAP 4 - LA PROPOSTA CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA |
Bibliografia: | -Carmela GARGIULO, Antonella DAVINO, Processi di rivitalizzazione e Riqualificazione urbana: dalla pianificazione del recupero all'attuazione degli interventi”, Istituto di Pianificazione e Gestione del Territorio (IPiGeT), Palermo, 2000. -Dansero E. Giaimo C. e Spaziante A., Se i vuoti si riempiono. Aree industriali dismesse: la valutazione, insultati, Alinea Editrice, Firenze, 2001. -Isfort, La riqualificazione di aree dismesse: un progetto di area vasta, Unindustria in collaborazione con Camera di Commercio Roma. -Amalia Martelli, Sulle condizioni che influenzano la trasformabilità e ostacolano la riqualificazione delle aree industriali dismesse, dottorato di pianificazione territoriale ed urbana (XVII ciclo) dipartimento di pianificazione territoriale e urbanistica Facoltà di Architettura Ludovico Quaroni, Università degli studi di Roma La Sapienza, 2005. -Lucio Iaccarino, GOVERNO DELLE CITTÀ E TRASFORMAZIONI URBANE. 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