Stampa 3D di Resine Ceramiche Fotoreticolabili = 3D Printing of Photocrosslinkable Ceramic Slurries

I concetti di chimica ed ingegneria verde e, nella fattispecie, la promozione all’uso di materiali a base biologica o di riciclo, e lo sviluppo di tecnologie di produzione sempre più efficienti in termini di consumo energetico, di consumo di materie prime e di precisione, sono, e soprattutto saranno, temi centrali per affrontare le crescenti preoccupazioni ambientali legate all’inquinamento del nostro pianeta. In questo contesto, questo lavoro di Tesi, si è concentrato sulla fabbricazione innovativa di parti composite a matrice polimerica e in ceramica, adottando una tecnica di produzione additiva (AM) nota come “VAT photopolymerization”. In questo studio si è utilizzato l’olio di soia epossidato- acrilato (AESO) come resina liquida fotoreticolabile biobased al quale è stato aggiunto il 50 %wt di l’isobornil-acrilato (IBOA) come diluente reattivo. In un secondo momento, alla miscela sopraccitata, sono stati addizionati dell’Irgacure 819 (BAPO) col ruolo di fotoiniziatore e delle ceneri pesanti vetrificate (VBA) da inceneritore di opportuna granulometria. In seguito, queste formulazioni con diverso quantitativo di VBA (e le polveri di vetro stesse) sono state caratterizzate sotto diversi punti di vista (reattività, reologia, proprietà termiche, meccaniche ecc…), con l’obiettivo di trovare i migliori parametri per ottimizzare la fotoreticolazione delle resine composite e la sinter- cristalizzazione dei pezzi vetroceramici. Così facendo si sono ottenuti oggetti stampati con risoluzione e proprietà di stampa accettabili, dimostrando come fotopolimeri da fonti rinnovabili e polveri ceramiche da riciclo possano rappresentare un’alternativa interessante e competitiva alle formulazioni tradizionali composte da plastiche derivanti da fonti fossili e polveri ceramiche sintetizzate direttamente da materie prime.