Proposta per la rigenerazione della città storica di Durazzo: approccio di tipo morfologico al progetto. = Proposal for the Regeneration of the Historical City of Durrёs: A Morphological Approach to the Project.

L’approccio progettuale si basa sull’analisi storico morfologica del tessuto della città di Durazzo, porto principale dell’Albania, seconda per estensione e per numero di abitanti solamente a Tirana. La sua posizione strategica sull’Adriatico e la relativa vicinanza alla capitale hanno contribuito allo sviluppo economico ed urbano della città, la cui storia ha origine nel 627 a.C. L’area su cui sorge la città si trovava in un’isola nel Mar Adriatico, vicina però alla terraferma, soprattutto in due punti posizionati a nord e sud dell’isola stessa. Con il passare dei secoli, principalmente per motivi di natura sismica, l’isola si è progressivamente unita al continente, generando nella parte nord-orientale della città una zona paludosa che ha preso il nome di Kёneta e che, a partire dai primi anni del XX secolo, è stata oggetto di bonifica. Questo processo ha determinato la canalizzazione del luogo con la conseguente suddivisione del terreno in lotti rettangolari. La progressiva occupazione di quest’area ha dato origine ad un quartiere il cui tessuto presenta una forma regolare, scandita da canali paralleli tra loro, e molto diversa dalla restante parte di città. Il centro storico, infatti, è molto più caotico. La sua forma non è facilmente definibile ed è la conseguenza di anni di insediamenti e stratificazioni che hanno dato la propria impronta al territorio. Si possono trovare abitazioni del XXI secolo a ridosso delle mura difensive della città antica come pure case sorte all’interno dell’anfiteatro romano, costruito nel II secolo d.C. Nel XX secolo due eventi, l’uno direttamente collegato all’altro, sono stati rilevanti per la definizione della forma urbana di Durazzo e di altre città albanesi: l’ascesa di un regime dittatoriale comunista che ha isolato l’Albania per quasi cinquant’anni e, successivamente, la sua stessa caduta. Come in gran parte dei Balcani, questo fenomeno ha portato alla realizzazione di edilizia sociale prefabbricata di bassa qualità in cui non era garantito nessun tipo di comfort. Dopo il crollo del regime, le persone riacquistarono la propria libertà individuale e, grazie anche all’incertezza politica di quegli anni, riuscirono a riappropriarsi degli spazi fondamentali per vivere comodamente. Ogni abitante poteva liberamente ampliare la propria casa in base alle singole necessità, senza dover sottostare a normative o regole. Riprende quindi vigore il fenomeno storico delle “shtesё” (letteralmente “aggiunte”), che sarebbe riduttivo ricondurre solamente ad un mero esempio di abusivismo edilizio. Il concetto di shtesё, infatti, era già presente nel territorio albanese da secoli. Il tipo della casa ottomana, la cui peculiarità era quella di poter essere espandibile a seconda delle esigenze delle persone, prevedeva che gli abitanti potessero modificare la propria abitazione senza la presenza di un progettista. A partire da una attenta analisi morfo-tipologica, la tesi propone quindi un progetto di rigenerazione urbana della città antica di Durazzo basata sui tracciati storici e sui tipi edilizi tradizionali sviluppati attraverso un linguaggio architettonico contemporaneo.