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Nuovi scenari per la valorizzazione del Comune di Castelluccio Inferiore (PZ). Il caso del fosso San Giovanni. = New scenarios for the enhancement of the municipality of Castelluccio Inferiore (PZ). The case of the San Giovanni ditch.

Enrico Vercellino

Nuovi scenari per la valorizzazione del Comune di Castelluccio Inferiore (PZ). Il caso del fosso San Giovanni. = New scenarios for the enhancement of the municipality of Castelluccio Inferiore (PZ). The case of the San Giovanni ditch.

Rel. Silvia Gron, Niccolo' Suraci, Cristina Coscia, Ilaria Ballarini. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio, 2023

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Abstract:

Se si osservano alcuni aspetti dello sviluppo storico di Castelluccio Inferiore si possono osservare specifici momenti in cui il Comune acquisisce caratteristiche in contrasto con le tipiche dinamiche che ci si aspettano da un comune periferico lucano. Il Comune in alcuni momenti diviene nodo di una rete territoriale estesa, in altri ospita funzioni innovative, cresce ed è in grado di attrarre trasformandosi in un centro. Questi effetti sono tutti prodotti da un denominatore comune: la produzione. I fenomeni di industrializzazione del territorio, inevitabilmente affondano le proprie radici nelle attività tradizionali di agricoltura e artigianato ma nel '900, il potenziamento dell'infrastruttura ha avuto un effetto di catalizzazione del processo industriale trasformando il rapporto tra industria e territorio. È durante questi anni che Castelluccio Inferiore acquisisce le caratteristiche prima di nodo, e successivamente di centro. La produzione agricola, attività tradizionalmente legata al territorio, aveva portato ad un interessante primo sviluppo di attività con la costruzione di edifici manifatturieri legati allo sfruttamento delle risorse della terra, della risorsa idrica e alla trasformazione in derivati delle materie prime direttamente in loco. Opifici come mulini, filande, segherie, frantoi ma anche cave, miniere, fornaci e piccole centrali idroelettriche, svolgevano un importante ruolo per le comunità appenniniche e costituivano sistemi innovativi per la gestione del territorio. Il cambio di ritmo si assiste nei primi anni del 1900 quando nel Bacino del Mercure vengono scoperti alcuni giacimenti di lignite che verranno successivamente sfruttati per quasi tutto il secolo trasformando la coltivazione del combustibile nell'attività primaria del territorio. La scoperta dei fuochi agresti si trasformò già dopo pochi anni in sfruttamento, rappresentando da questo momento una drastica inversione delle dinamiche territoriali. La consistenza del giacimento portò con il boom economico del dopoguerra ad un’altra fase della produzione che coincide con la costruzione della Centrale del Mercure. La Centrale oltre a incrementare la produzione fu portatrice di innovazioni sociali determinanti per la comunità. La stagione della estrazione lignitifera però durò poco e lo stabilimento, divenuto rapidamente poco efficiente iniziò un lento processo di riconversione fino alla definitiva dismissione con effetti sull’economia e sulle comunità. A seguito di questo processo, il territorio si è ritrovato privato del tutto di un’identità, e ha ereditato manufatti che, cessata la produzione, risultavano completamente decontestualizzati. La proposta progettuale si inserisce in questo contesto lavorando sui temi della produzione energetica in un'ottica di valorizzazione economica e del patrimonio. La riscoperta della vocazione produttiva del Comune diventa un modo per sperimentare con nuove forme di gestione sostenibile e partecipata degli impianti attraverso l’instaurazione di una comunità energetica. Attraverso uno sviluppo di un lavoro sia ad ampia scala, che integra proposte e spunti differenti, sia specifico sul fosso San Giovanni, si intende tessere una rete composta da nodi di trasformazione che lavorando su spazi interstiziali, immaginando e integrando nuovi tipi di funzioni e ricucendo, dove possibile, i vuoti lasciati dai numerosi processi di dismissione e abbandono, restituisca nel tempo il territorio ai suoi abitanti.

Relatori: Silvia Gron, Niccolo' Suraci, Cristina Coscia, Ilaria Ballarini
Anno accademico: 2023/24
Tipo di pubblicazione: Elettronica
Numero di pagine: 137
Soggetti:
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-04 - ARCHITETTURA E INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/29855
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