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Effetto della durata di una sessione di stretching sulle performance di forza muscolare: meccanismi centrali vs periferici

Martina Schembri

Effetto della durata di una sessione di stretching sulle performance di forza muscolare: meccanismi centrali vs periferici.

Rel. Taian Martins. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Ingegneria Biomedica, 2022

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Abstract:

Per una performance sportiva, la forza e la flessibilità muscolare sono due elementi fondamentali e per questo gli atleti solitamente svolgono esercizi di allungamento muscolare prima di una competizione. Studi recenti hanno dimostrato che per migliorare la flessibilità e diminuire il rischio di infortuni senza incorrere in deficit di forza e affaticamento muscolare, il periodo massimo di allungamento muscolare consigliato è di circa un minuto. Tuttavia, non è del tutto chiaro quali meccanismi spieghino la differenza attesa nelle prestazioni successive a sedute di stretching di durata inferiore ai 60 secondi. L’obbiettivo del presente studio è quello di confrontare gli effetti che sessioni di stretching muscolare di durata differente (30s vs 60s per ripetizione) hanno sulle performance di forza e ricercare il contributo dei meccanismi centrali e/o periferici. Sono stati reclutati 12 partecipanti, 6 maschi e 6 femmine, che hanno eseguito in ordine casuale 2 protocolli di stretching dei muscoli planta-flessori su un dinamometro isocinetico ed un protocollo di controllo in due giornate differenti. L’attività del muscolo gastrocnemio mediale è stata registrata nel corso di tutto l’esperimento. Per la quantificazione del coinvolgimento centrale e periferico è stata sfruttata la stimolazione elettrica, che permette di isolare gli aspetti periferici, talvolta combinata alla contrazione volontaria massimale del soggetto. L’”Interpolated Twitch Tecnique” (ITT) per la stima dell’attivazione volontaria, la coppia massima sviluppata, il valore RMS del segnale elettromiografico e l’ampiezza dell’onda V normalizzati rispetto alla massima ampiezza dell’onda M sono le variabili estratte per la misura del contributo centrale; l’ampiezza dell’onda M, la coppia massima indotta a riposo ed infine parametri che caratterizzano il twitch di forza (tempo per raggiungere il picco e per tornare alla linea di base) sono invece quelle estratte per la misura del contributo periferico. Raccolti tutti i dati, acquisiti prima, subito dopo e dopo 15 minuti dai protocolli di stretching o controllo eseguiti, si procederà con l’analisi statistica per testare l’ipotesi che sia meccanismi centrali che periferici contribuiscano al calo prestazionale atteso. In particolare, verrà eseguito un test di normalità dei dati, un test di omogeneità per verificarne la variabilità ed infine, a seguito di un esito positivo, verrà effettuato un test parametrico ANOVA a due vie (condizione x tempo della sessione, con misure ripetute). Il coefficiente di correlazione verrà calcolato per verificare la dipendenza della perdita di forza dalle variabili presumibilmente associate ai meccanismi centrali e periferici.

Relatori: Taian Martins
Anno accademico: 2021/22
Tipo di pubblicazione: Elettronica
Numero di pagine: 95
Soggetti:
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Ingegneria Biomedica
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-21 - INGEGNERIA BIOMEDICA
Aziende collaboratrici: Politecnico di Torino
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/22187
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