Erwin Durbiano, Giovanni Vicentini
Uno per tutti, tutti per uno: la convenienza della cooperazione: esperienze intercomunali e sovracomunali per un nuovo modello di governance multilivello.
Rel. Cristiana Rossignolo, Carlo Alberto Barbieri, Giuseppe Dematteis. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Pianificazione Territoriale, Urbanistica E Ambientale, 2011
Questa è la versione più aggiornata di questo documento.
Abstract: |
"Uno per tutti, tutti per uno". Potrebbe essere questo il motto del prossimo decennio. La crisi economica che colpisce l'Italia e l'intero modello occidentale ci ha posto di fronte a nuove sfide, dalla limitatezza dei budget a disposizione delle pubbliche amministrazioni, alla necessità di individuare nuovi strumenti per la cooperazione intercomunale e sovracomunale, finalizzati alla riduzione degli sprechi, ad una maggiore incisività ed efficacia delle politiche adottate, all'ottenimento dei finanziamenti europei, alla formazione di una mentalità favorevole all'interazione interistituzionale, nel quadro di un nuovo modello di governance multilivello. La sfida del futuro è individuare soluzioni condivise ed integrate a problemi complessi, interagendo e condividendo le buone pratiche, aprendosi al dialogo costruttivo, commutando l'occasione di vivere "in mezzo" agli altri in vantaggio di vivere "con" gli altri. La necessità di allargare i propri orizzonti al di là dei confini amministrativi arbitrariamente definiti, per cercare nuove "alleanze" e nuovi elementi di condivisione emerge in seno alle istituzioni. Se gli enti comunali insistono nel perseguire determinati obiettivi autonomamente, solo alcuni otterranno risultati soddisfacenti, perché maggiormente strutturati internamente, ma tutti contribuiranno ad aumentare gli sprechi. Secondo il principio di sussidìarietà sancito dall'Unione europea e ribadito nella Costituzione italiana con la riforma del titolo V, l'organizzazione istituzionale italiana segue una logica di equiordinazione, senza distinzione tra livelli gerarchici: Comuni, Province, Città metropolitane, Regioni, Stato. Secondo questo principio generale le competenze decisionali devono essere affidate agli enti territorialmente e funzionalmente più "vicini" ai cittadini interessati, verificando, per le azioni intraprese a livello comunitario, che esse siano giustificate rispetto alle possibilità offerte dal livello nazionale, regionale o locale. In quest'ottica i Comuni assumono un ruolo sempre più importante nel definire e porre in essere le strategie per lo sviluppo del loro territorio ed il benessere dei cittadini. La costituzione di ambiti territoriali di cooperazione sovracomunale ed intercomunale, garantirebbe un'ottimizzazione dell'uso delle risorse finanziarie, umane ed organizzative a disposizione delle amministrazioni comunali, nonché la piena attuazione e concretizzazione del principio di sussidiarietà, che troverebbe compiutezza in ragione della vicinanza al cittadino, nell'individuare soluzioni appropriate a "problemi locali". Il principio di adeguatezza sarebbe ugualmente perseguito in modo più efficace rispetto alla scala comunale, laddove molti dei problemi emergenti non riescono a trovare una corretta giustificazione. La cooperazione intercomunale si concretizza prevalentemente ad una scala sub-provinciale, con lo scopo di gestire in comune quei servizi al cittadino che non si esauriscono all'interno dei singoli confini comunali ma li travalicano, come il servizio del trasporto pubblico. Con cooperazione intercomunale si intende anche l'implementazione congiunta di politiche pubbliche, previo accordo politico e tecnico sui mezzi e le strategie necessarie al fine di raggiungere un obiettivo condiviso; ne è un esempio l'elaborazione dei piani regolatori generali intercomunali. La cooperazione sovracomunale si concretizza viceversa ad una scala più vasta e si pone come fine l'individuazione di una strategia condivisa di sviluppo locale, con una prospettiva dì lungo periodo, estraendo ed aggregando la conoscenza locale diffusa e le preferenze dei cittadini, implementando progetti e gestendo un processo di apprendimento, ponendo il territorio al centro di ogni strategia di sviluppo. Le Province svolgerebbero in questa "nuova" rete di relazioni interistituzionali un ruolo fondamentale di attivatori, "di enzimi", delle politiche coniate a livello locale, stimolando la cooperazione intercomunale, funzionale all'individuazione di soluzioni condivise ed integrale a problemi complessi. Nel quadro della riforma del federalismo fiscale, che apporterà alcune modifiche sostanziali nella distribuzione e redistribuzione delle entrate fiscali tra i differenti livelli di governo del territorio, sembra opportuno "agganciare" le azioni e le strategie promosse alla scala intercomunale a forme di incentivazione provinciali. In questo modo, la Provincia assumerebbe un ruolo che di fatto le era già stato attribuito con la legge 142 del 1990 ma che finora ha scarsamente esercitato e rilancierebbe inoltre la pianificazione d'area vasta, puntando fortemente su processi di natura bottom-up, nei quali le amministrazioni comunali si mobilitano, senza forzature "dall'alto", per recepire le linee guida provinciali e per migliorare effettivamente il benessere dei cittadini. Per contestualizzare ì ragionamenti e le ipotesi di un nuovo modello di governance multilivello che verranno introdotte e per evitare un'eccessiva ed inutile complessificazione delle analisi, si è deciso in questa tesi di assumere la Regione Piemonte a riferimento. Questa specificazione geografica appare necessaria al fine di garantire una descrizione multi-scalare chiara e semplificata. La Regione Piemonte sta lentamente cambiando il proprio approccio dialettico nei confronti degli enti sotto-ordinati; da un approccio tipicamente top-down, caratterizzato da scelte "imposte" verso il basso, si sta imponendo un approccio collaborativo e concertativo, caratterizzato dalla discussione su temi di carattere strategico, all'interno di procedure di copianificazione.[...] La tesi si pone tre obiettivi principali: 1)mettere in evidenza i vantaggi "individuali e collettivi" derivanti dalla formazione di ambiti territoriali di cooperazione inter e sovracomunale ed analizzare gli elementi di insuccesso di alcune esperienze italiane ed europee, individuandone le ragioni ed ipotizzando alcune possibili soluzioni; 2)bilanciare il peso conferito attualmente all'approccio metodologico-conoscitivo top-down, con l'affermazione dell'approccio bottom-up, nei processi di definizione degli ambiti territoriali; 3)definire un nuovo modello di govemance multilivello, che risponda alle sollecitazioni provenienti dal mondo delle istituzioni e dai cittadini e che integri al suo interno la cooperazione come colonna portante del sistema di governo del territorio. Gli ambiti territoriali intercomunali costituiscono indubbiamente una soluzione al mancato raggiungimento di economie di scala a livello comunale, in particolar modo se ci si riferisce a piccoli Comuni. Gran parte dei servizi che vengono resi da una pubblica amministrazione direttamente o attraverso bando di gara per mezzo di operatori privati, richiedono un bacino d'utenza ampio per poter entrare in funzione in modo ottimale, sia rispetto alle risorse impiegate, sia rispetto alla qualità del servizio offerto. La messa in comune delle risorse finanziarie, umane, tecniche ed organizzative, garantisce una moltiplicazione delle risorse totali disponibili e permette di raggiungere la soglia minima d'utenza necessaria a garantire ritorni economici "sostenibili" nel lungo periodo. I vantaggi individuali e collettivi derivanti dalla formazione di ambiti di cooperazione intercomunale, non sono solo ed esclusivamente legati alla gestione associata di servizi, bensì nascono anche dalla condivisione delle strategie per il governo del territorio e dall'implementazione congiunta delle politiche pubbliche più complesse, dotate di una ricaduta sovra-locale.[...]
|
---|---|
Relatori: | Cristiana Rossignolo, Carlo Alberto Barbieri, Giuseppe Dematteis |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Soggetti: | G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GG Piemonte U Urbanistica > UH Pianificazione regionale |
Corso di laurea: | Corso di laurea specialistica in Pianificazione Territoriale, Urbanistica E Ambientale |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/2080 |
Capitoli: | Introduzione Inquadramento del tema Gli obiettivi della tesi L'articolazione della tesi PARTE I Perché parlare di cooperazione inter-comunale e sovracomunale? 1.1.Dal TUEL alla riforma del titolo V della Costituzione 1.2.Le ragioni storielle ed attuali della cooperazione intercomunale e sovracomunale 1.3.Quali forme per l'intercomunalità e la sovracomunalità? 1.4.Uno stimolo comunitario alla cooperazione: "an agenda for a reformed cohesion policy"- the place-based approach 1.4.1.Il paradigma dello sviluppo locale 1.4.2.Lo sviluppo locale per affrontare sfide e aspettative dell'UE 1.4.3.Il nuovo paradigma della politica regionale 1.4.4.La logica economica dello sviluppo locale e le questioni di governance 8 1.4.5.La sovracomunalità come livello per la definizione e l'implementazione delle strategie di sviluppo locale 2.Come si declina la cooperazione inter e sovracomunale in Europa 2.1.La necessità di cooperare 2.2.Le forme assunte dalla cooperazione intercomunale e sovracomunale in Europa 2.2.1.L'autonomia nelle differenti modalità di cooperazione 2.2.2.Cooperazione e partecipazione 2.2.3.Le competenze assunte 2.2.4.La gestione della cooperazione 2.2.5.L'efficacia della cooperazione 2.2.6.Le dimensioni della cooperazione 2.2.7.Dalla tradizione statale al rapporto con le Regioni 2.3.I casi studio 2.3.1 Il Belgio 2.3.2 La Francia 2.3.3 La Spagna 2.3.4 I Paesi Bassi 2.3.5 I punti di forza e di debolezza dei quattro casi studio 3.La declinazione della cooperazione inter e sovracomunale in Italia 3.1.Inquadramento legislativo e modalità di cooperazione 3.2.La sovracomunalità negli strumenti di governo del territorio in Piemonte 3.2.1.Il caso degli ambiti di integrazione territoriale nel PTR 3.2.2.Gli ambiti e le unità di paesaggio nel PPR 3.3.Le esperienze di cooperazione negoziale e integrata 3.3.1.I patti territoriali: un'esperienza di grande respiro 3.3.2.La progettazione territoriale integrata in Italia e in Piemonte 3.4.Le modalità di cooperazione sovracomunale orientate alla sostenibilità 3.4.1 I gruppi di azione locale (GAL): i beneficiari diretti dei finanziamenti comunitari 3.4.2.L'agenda 21 locale: una procedura adattabile, partecipativa, endogena 3.5.Le Unioni di Comuni: la gestione congiunta di servizi e politiche 3.6.Le aree e le città metropolitane: un caso specifico di cooperazione intercomunale 3.7.I sistemi locali del lavoro: un esempio di ambito sovracomunale legato alle dinamiche di flusso. PARTE II 4.Un nuovo modello di governance multilivello 4.1.Verso la costruzione del modello 4.2.Le ragioni del nuovo modello 4.2.1.I nuovi principi fondamentali del governo del territorio 4.2.2.L'attuazione di un federalismo fiscale legato al governo del territorio 4.2.3.Nuovi criteri per lo stanziamento dei fondi europei 4.2.4.Dalla frammentarietà della cooperazione sovracomunale ed intercomunale in Italia al governo unitario del territorio 4.3.Il ruolo dei livelli istituzionali nel nuovo modello di governance multilivello 4.3.1.L'Unione Europea 4.3.2.La Regione 4.3.3.La Provincia 4.3.4.I Comuni 4.4.Gli ambiti di integrazione territoriale e paesaggistica e gli ambiti di iniziativa locale 4.5.Le modalità di finanziamento nel nuovo modello di governance multilivello 4.5.1.Il recepimento dei finanziamenti da parte degli AITEP: i fondi europei e regionali 4.5.2.Il recepimento dei finanziamenti da parte degli AIL: i fondi europei, regionali e provinciali Conclusioni Bibliografia |
Bibliografia: | •Baldi B., Stato e territorio. Federalismo e decentramento nelle democrazie contemporanee, Roma-Bari, Laterza, 2003 •Bedrone R., Politiche urbane e territoriali in Italia e in Europa, La pianificazione in Spagna, 2007 •Bedrone R., Politiche urbane e territoriali in Italia e in Europa, Politiche e strumenti della pianificazione in Olanda, 2007 •Bianchi T., Casavola P., I Progetti Integrati Territoriali del QCS obiettivo 2000-2006 - Teorie, fatti e riflessioni sulla policy per lo sviluppo locale, Materiali UVAL, 2008 •Bleher, D., Interkommunale Kooperation zur Reduktion der Flàcheninanspruchnahme. Screening und Bewertung beispielhafter Zusammenarbeit, Òko-Institut e.V., Berlin, 2006 •Boeuf J.L., Magnan M., Les collectivités territoriales et la décentralisation, Paris, La Documentation francaise, 2004 •Bobbio L., Produzione di politiche a mezzo di contratti nella pubblica amministrazione italiana, in "Stato e mercato", n.58, 2000, p.l 12-141 •Bobbio L., I governi locali nelle democrazie contemporanee, Roma-Bari, Laterza, 2002 •Bonora P., Coppolla P., L'Italia governata, in Coppolla P. (a cura di) "Geografia politica delle regioni italiane", Torino, Einaudi, 1997, p.429-472 •Brasca A., Morisi M. (a cura di), Democrazia e governo locale. Il ruolo delle assemblee elettive, Bologna, il Mulino, 2003 •Bresso M., Prefazione in Ferlaino F., Molinari P., "Neofederalismo, neoregionalismo e intercomunalità", Bologna, il Mulino, 2009 •Caciagli M., Regioni dEuropa. Devoluzioni, regionalismi, integrazione europea, II Mulino, Bologna, 2003 •Cammelli M., Autonomie locali e riforme amministrative, in "Il Mulino", n.2, 2000, p.313-322 •Cersosimo D., Wolleb E., Politiche pubbliche e contesti istituzionali. Una ricerca sui patti territoriali, in "Stato e mercato", n.63, 2001, p.369-412 •Cerulli Irelli V., Pirelli C. (a cura di), Verso il federalismo. Normazione e amministrazione nella riforma del Titolo V della Costituzione, Bologna, il Mulino, 2004 •Colaizzo R., La progettazione integrata territoriale. Il quadro economico e programmatico, in Formez, vol.l, 2000, p.261-293 •Collevecchio M., Le funzioni di controllo dei consigli negli enti locali: l'occasione offerta dai poteri in materia di bilancio e di rendiconto, in "Le istituzioni del Federalismo", n. 6, 2002, p. 981-990 •Cox K., Mair A., Locality and Community in thè Politics of economie development, in "Annals of Association of American Geographers", n.78, 1988, p.307-325 •D'Albergo E., La innovacion asimetrica: gobierno metropolitano y gobernanza en Italia, in "Gestion y Analisis de Politicas Publicas", n.24, 2002, p.39-50 •Debarbieux e Vanier (a cura di), Ces territorialités qui se dessinent, Paris, L'Aube-Datar, 2002 •Dematteis G., Progetto implicito, il contributo della geografia umana alle scienze del territorio, Milano, Franco Angeli, 1995 •Dematteis G., Governa F., Contesti locali e grandi infrastnitture, Milano, Franco Angeli, 2001 •Dematteis G., Governa F. (a cura di), Territorialità', sviluppo locale, sostenibilita': il modello SLoT, Milano, Scienze geografiche Franco Angeli editore, 2005 •Denters B., Rose L.E. (a cura di), Comparing locai governance, Basingstoke, Palgrave MacMillan, 2005 •De Paulis E., Verso una pianificazione di area vasta condivisa: il nuovo piano territoriale piemontese, XXVIII Conferenza italiana di scienze regionali, Bolzano, 2007 •Ermini B., Salvucci E., L'associazionismo intercomunale. L'esperienza delle unioni di comuni in Italia e nelle Marche, in Fiorillo F. e Robotti L. (a cura di), "L'unione di comuni. Teoria economica ed esperienze concrete", Milano, Franco Angeli, 2006 Fabbrini S., Vassallo S., Il governo. Gli esecutivi nelle democrazie contemporanee, Roma-Bari, Laterza, 1999 •Fedele M., Il management delle politiche pubbliche, Roma, Laterza, 2002 •Fedele M., Moini G., Cooperare conviene? Intercomunalità e politiche pubbliche, in "Rivista Italiana di Politiche Pubbliche", n.l, 2006, p.71-98 •Ferlaino F., Molinari P., Neofederalismo, neoregionalismo e intercomunalità, Bologna, il Mulino, 2009 •Frémont A., La région, espace vécu, Paris, Presses Universitaires de France, 1976 •Fiirst D., Weiche Kooperationsstrukturen - eine ausreichende Antwort auf den Kooperationsbedarf in Stadtregionen?, in "Informationen zur Raumentwicklung", Heft 9/10, Hannover, 1999 •Gambi L., Merloni F., Amministrazioni pubbliche e territorio in Italia, Bologna, il Mulino, 1995 •Gibelli M.C., La costruzione della città pubblica, in Baioni M, Caudo G. (a cura di), "Riflessioni sull'intercomunalità", Firenze, Alinea, 2008 •Guégan M., Le cadre institutionnel de la coopération intercommunale, Congrès des pouvoirs locaux du Conseil de l'Europe, in http:Wwcd.coe.int, 2007 •Hulst R., van Montfort A., Inter-municipal coopération in Europe, Springer, 2007 •ISAP (Istituto per la scienza dell'amministrazione pubblica), Il governo locale in Francia, Gran Bretagna e Germania, Milano, Giuffrè, 1998 •John P., Locai Governance in Western Europe, London, Sage, 2001 •Keating M., The new regionalism in western europe. Territorial restructuring and politicai change, Cheltenham (UK)-Northampton (USA), Edward Elgar, 1998 •Lanzara G.F., Perché è diffìcile costruire le istituzioni?, in "Rivista italiana di scienza politica", n.l, 1997, p. 3-48 •Le Galès P., European Cities: Social Conflicts and Governance, New York, Oxford University Press, 2002 •Le Galès P., Le città europee: società urbane, globalizzazione, governo locale, Bologna, il Mulino, 2006b •Le Galès P. (a cura di), Gouvernement et governance des territoires, Paris, La Documentation francaise, 2006a •Le Gloannec A., Identità et territoire: le droit constitutionnel allemand et la gestion de différences, in Rey V. e Saint-Julien T., "Territoires d'Europe: la différence en partage", Lyon, ENS Editions, 2005, pp. 61-77. •Loughlin J. (a cura di), La democrazia regionale e locale nell'Unione europea, Lussemburgo, Ufficio delle pubblicazioni ufficiali delle Comunità europee, 1999 •Magnaghi A., Il progetto locale, Verso la coscienza di luogo, Torino, Bollati Boringhieri editore, 2010 •Magnarti P., Ramella F., Triglia C, Viesti G., Patti territoriali, lezioni per lo sviluppo, Bologna, Il Mulino, 2005 •Marcou G., La riforme de Vintercommunalité après la hi Chévènement: quelles perspectives pour les agglomérations urbaines?, in "Actualité juridique Droit administratif', n.3, 2002, p.305-325 •Merloni F., Introduzione. Obiettivi e risultati della comparazione delle esperienze europee di delimitazione dei confini territoriali delle pubbliche amministrazioni, in Merloni F. e Bours A. (a cura di) "Amministrazione e territorio in Europa", Bologna, il Mulino, 1994, p. 13-53 •Parmentola N. (a cura di), La governance locale. Linee guida per i comuni, Roma, Formez, 2005 •Perulli P., Piani strategici, Milano, Franco Angeli editore, 2004 •Quagliani A., Valutazione delle politiche e governance nelle regioni, Milano, Franco Angeli, 2005 •Rémond B., De la démocratie locale en Europe, Paris, Presses de Sciences PO, 2001 •Rey V., La longue histoire des découpages territoriaux, in "Quant", 1984, p.245-260 •Segatori R., I Sindaci. Storia e sociologia dell'amministrazione locale in Italia dall'Unità a oggi, Roma, Donzelli editore, 2003 •Santangelo M., I pays francesi : un modello istituzionale di formazione di SLoT, in Rossignolo C. e Imarisio S. "SLoT Quaderno 3 - Una geografia dei luoghi per lo sviluppo locale", bologna, baskerville, p. 185-201 •Scaramellini G., Funzioni centrali, funzioni metropolitane, reti urbane, Milano, Franco Angeli, 1990 •Scarciglia R., Del Ben D., Spagna, il Mulino, 2005 •Scott R., Istituzioni e organizzazioni, Bologna, il Mulino, 1998 •Sen A., Development adFreedom, Oxford, Oxford University Press, 1999 •Spalla F., L'accorpamento degli enti locali di base. Indagine comparativa europea e prospettive per il caso italiano, in "II Nuovo governo locale", n.2, 1998,p.9-58 •Spalla F., L'accorpamento dei comuni in Europa e la controtendenza italiana, in "Amministrare", n.1-2, 2006, p.l 19-132 •Trigilia C, Conclusioni, in Catanzaro R., Piselli F., Ramella F., Trigilia C, "Comuni nuovi. Il cambiamento nei governi locali", Bologna, il Mulino, 2002 •Vandelli L., Il governo locale, II Mulino, Bologna, 2000 •Vandelli L., Il nuovo ruolo delle assemblee elettive, in "Le istituzioni del federalismo", n.6, 2002, p. 917-921. •Vandelli L., Il sistema delle autonomie locali, Bologna, il Mulino, 2004 •Young K., Gran Bretagna, in Merloni F. e Bours A. (a cura di), "Amministrazione e territorio in Europa", Bologna, il Mulino, 1994, p. 175-244 Sitografia: Agenda 21 locale del ferrarese Anci - Le Unioni e l'associazionismo Belgio - La struttura istituzionale ed amministrativa EEA - Urban sprawl in Europe Espon Francia — La gestione del territorio e le modalità di cooperazione intercomunale e sovracomunale Gruppo di azione locale dell'Alto bellunese Il coordinamento delle città metropolitane I sistemi locali del lavoro Istituto nazionale di urbanistica La finanza degli enti locali Ministero dello sviluppo economico - Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica OECD - Directorate for Public Governance and Territorial Development Paesi Bassi - L'organizzazione territoriale dello stato Politica di coesione dell'Unione europea Portale CNEL Rapporto Barca Regione Piemonte - Direzione Programmazione Strategica Regione Piemonte - II piano territoriale regionale Regione Piemonte - II piano paesaggistico regionale Spagna - L'organizzazione territoriale dello stato Unioni di comuni e l'associazionismo Valutazione e monitoraggio |
Modifica (riservato agli operatori) |