Effetti del Covid-19 sul settore della GDO: Caso studio CDS S.p.A. = Effects of Covid-19 on the Large-scale retail sector: CDS S.p.A. Case study

L’obiettivo della presente tesi è quello di analizzare l’impatto del Covid-19 sulle supply chains operanti nel settore della GDO, tramite lo studio approfondito del caso studio CDS S.p.A., un’azienda che gestisce diverse insegne di supermercati con punti vendita distribuiti su tutto il territorio siciliano. Questo aspetto definisce quindi l’Italia e più dettagliatamente la Sicilia come i confini geografici entro cui si svolge la ricerca. Questa analisi è stata condotta attraverso un’indagine della letteratura esistente, che si dimostra ancora superficiale nel trattare una tematica così recente e in continua evoluzione. La ricerca è stata effettuata costruendo un dataset di venti categorie merceologiche, trattate dall’azienda oggetto di studio, scelte sulla base dei tre “effetti” identificati da (Nielsen, 2020) nelle settimane più critiche. Questi effetti rappresentano le famiglie di prodotti maggiormente impattati in Italia durante il lockdown, in termini di vendite a valore per categoria: “1. effetto “stock”, in ordine di grandezza rispetto al fatturato generato: latte UHT (+62,2%, 14,1 milioni in più settimana su settimana), pasta (+65,3%), conserve animali (+56,0%), farina (+185,3%), uova di gallina (+59,6%), surgelati (+48,0%), caffè macinato (+26,2%), burro (+71,9%), acqua in bottiglia (+20,1%) e all’interno del comparto bevande diventa il segmento trainante, riso (+71,2%) e conserve rosse (+82,2%); 2. effetto “prevenzione e salute”, in ordine di grandezza rispetto al fatturato generato: guanti +362,5% per un totale di 7,4 milioni, detergenti superfici (+49,7%), carta igienica (+43,3%), carta casa (+52,4%), sapone per le mani, liquido e solido (+100,3%), Pronto (+99,9%), salviettine umidificate (+196%), alcol denaturato (+169,2%), termometri (+115,9%) e fazzolettini di carta (+43,1%); 3. effetto “resto a casa”, da un lato crescono categorie che potrebbero essere considerate adatte a un aperitivo casereccio, affettati (+32,4%), mozzarelle (+43,4%), patatine (+31,3%), birre 3 alcoliche (+13,8%), ma cresce anche quello che possiamo considerare “comfort food”, spalmabili dolci (+57,7%), pizza surgelata (+54,3%) e tavolette e barrette di cioccolato (+21,9%). In calo anche molti segmenti del comparto make-up (-60%) e profumeria (-61,9%)”. Per ognuno degli articoli che compongono il campione, sono stati poi raccolti dati sia relativi alla domanda da parte dei consumatori finali, sia relativi all’offerta da parte dell’azienda presa in analisi, allo scopo di individuare cause e conseguenze della risposta di quest’ultima nella situazione di emergenza che si è trovata ad affrontare. Questo processo è stato portato avanti selezionando due delle insegne gestite dalla società, Carrefour Market e Zero1 (Cash&Carry) al fine di comprendere quali differenze si sono registrate su format che, per loro natura, presentano caratteristiche e situazioni eterogenee. Tuttavia, non avendo ottenuto risultati significativi sull’analisi condotta sul canale Cash&Carry, la seguente tesi si concentra solo sulla prima insegna. I dati raccolti si riferiscono a tre periodi di tempo prefissati, identificati sulla base dei decreti emanati dal Presidente del consiglio dei Ministri, quali: - Prima fase pre-Covid: 13 Gennaio – 8 Marzo 2020 - Seconda fase di lockdown: 9 Marzo – 3 Maggio 2020 - Terza fase post lockdown: 4 Maggio – 28 Giugno 2020