In-between: morphology of relations. The hutong as a new cultural organism

Durante il secolo scorso la città tradizionale cinese ha visto cambiamenti drammatici nel percorso verso la modernità. Il panorama di Pechino simboleggia un risultato raggiunto di ricchezza e benessere senza precedenti. Eppure, allo stesso tempo, nel centro della città storica, attorno alla Città Proibita, si può assistere a un destino diverso, che va nella direzione opposta. Un ambiente che vede un declino delle condizioni di vita e una crisi socioculturale. Stiamo assistendo a una realtà storica che sta scomparendo. Le ragioni architettoniche di questo declino, connesse ai cambiamenti economici e politici, sono individuate nella tesi come il riconoscimento di una città di muri. Questi muri sono sia fisici che sociali, a qualsiasi scala. Il progetto della tesi parte dal concetto di in-between come lo spazio delle relazioni. Questa idea determina il pensare una rigenerazione urbana con esiti oltre allo sviluppo del turismo e della ricerca di un’identità ormai perduta. In-between significa, infatti, un abbattimento dei muri della città storica alla scala urbana e architettonica. Nella densità degli hutongs, tipologia urbana tradizionale della città storica, l’idea di in-between fornisce l’opportunità di creare le relazioni tra le persone, così come la relazione tra gli elementi di una città che funziona come un organismo vivente, fatto di parti ed elementi che coesistono. In-between significa creare la dimensione di relazione tra questi elementi in un sistema di convivenza. Così come un sistema aperto, la città funziona come un organismo culturale, proiettato verso il futuro piuttosto che verso un passato lontano. Il termine cultura è usato nello sviluppo della tesi come un elemento attivo che partecipa al progetto e non solo risultato del passato. In-between rappresenta, infatti il carattere più profondo della cultura, che è lo spazio tra un organismo e il mondo che lo circonda. In questo modo la città culturale, o città resiliente ricercata dall'UNESCO per un futuro urbano, può essere progettata. Gli elementi della città, e dell’area presa in esame vengono così a diventare elementi di un unico movimento connesso e fluido: case, bagni pubblici, spazi aperti informali, asili; aprono le loro porte e diventano porosi, si aprono alla città e alle persone nei loro usi. Il progetto si colloca nella dimensione minima del dialogo tra questi elementi, nella loro pelle che diventa permeabile. Il concetto astratto di in-between si materializza in piccoli elementi che però travolgono lo spazio urbano, rimettendolo in discussione. I muri e i tetti sono vitali per il funzionamento dei sistemi aperti, così come la cultura è vitale per la sopravvivenza degli organismi. La tesi si divide essenzialmente in tre parti dopo un’introduzione generale sul panorama urbano introdotto dal tema di città culturale. La prima parte esplora l’idea di cultura nel significato più intimo applicato alle città e ai sistemi aperti. Nella seconda parte si definisce, con il filtro creato dal concetto di cultura, la presentazione di come la città di Pechino si è evoluta nel corso degli anni, dal 1949 ad oggi. In questo modo si arriva al riconoscimento della città dei muri. Nella terza parte il progetto prende forma nella morfologia degli hutongs definendo il concetto di in-between come lo spazio del dialogo tra gli elementi. Un’interfaccia organica che tenta di fornire una prospettiva di rigenerazione urbana reale ed efficace.