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"Le chiese con campanile in facciata nella diocesi di Ivrea: nuove letture e acquisizioni, tra analisi degli elevati e interpretazione delle fonti sui restauri" = “The churches with bell tower-façade in the diocese of Ivrea: new studies including stratigraphy analisys and interpretation of the sources about restorations”

Irene Balzani

"Le chiese con campanile in facciata nella diocesi di Ivrea: nuove letture e acquisizioni, tra analisi degli elevati e interpretazione delle fonti sui restauri" = “The churches with bell tower-façade in the diocese of Ivrea: new studies including stratigraphy analisys and interpretation of the sources about restorations”.

Rel. Monica Naretto, Carlo Mario Tosco. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio, 2019

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Abstract:

Lo studio svolto per questa tesi vuole approfondire la conoscenza del modello architettonico delle chiese con campanile in facciata, nella declinazione particolare che assumono sul territorio della diocesi eporediese, da secoli crocevia per il passaggio tra i confini della pianura padana e l’oltralpe. Il transito per i luoghi del Canavese in epoca medievale, anche grazie alla presenza di alcune tappe del sistema che oggi chiamiamo “via Francigena”, ha contribuito a uno scambio di tecniche e conoscenze tra maestranze, che non a caso ha portato a una rara concentrazione sul luogo, rispetto ad ogni altra regione italiana, delle chiese con entrata attraverso il campanile, anche definite con “clocher-porche”. Il tema ha assunto un particolare rilievo nella storiografia, che a partire da Patrizia Chierici Furno (1975), ha messo in evidenza lo stretto collegamento tra queste architetture e gli esempi francesi. Inoltre, spesso la critica si concentrerà nel definire questi esempi come architetture con “caratteri di estrema semplicità costruttiva” (Chierici, 1975, p. 330), retaggio attribuito a una tendenza generale assunta dalla produzione architettonica tra X e XI secolo sul territorio della pianura padana. In che misura quindi analizzare questa semplicità formale? La tesi si propone pertanto il raggiungimento di questo obiettivo, ovvero quello di fornire una conoscenza nel dettaglio delle fasi costruttive e del rapporto tra il campanile e la costruzione della chiesa stessa, a partire dal dato materiale, fonte diretta. La semplicità tanto acclamata dalla critica, sia formale sia nell’esecuzione della tecnica muraria, potrebbe celare una più complessa caratterizzazione del modello a scala locale, rendendo questi esempi dei tasselli ancora più singolari di un quadro complesso tra committenti, maestranze e cantieri di costruzione? Quali furono le scelte adottate in fase di progettazione? Quale può essere stata la conoscenza tecnica pregressa e quali furono i modelli di riferimento sul territorio? A queste domande può solo rispondere un approccio stratigrafico: scomponendo l’edificio in azioni costruttive omogenee, secondo una proposta di analisi indicata da studiosi del Politecnico di Torino, è possibile riconoscere le fasi e i tempi di cantiere e giungere a una proposta di cronologia, anche considerando l’assenza di fonti documentarie sulla fondazione delle chiese in esame, se non la necessità stessa di rivedere alcune interpretazioni fornite da alcuni Autori nel passato. Ciò che verrà estrapolato da questa lettura, sarà un diretto termine di paragone che vedrà il confronto comparato tra due casi studio: la chiesa dei SS. Pietro e Paolo a Bollengo e la chiesa di S. Stefano a Chiaverano. La ricerca inoltre indaga le fasi più recenti di trasformazione e conservazione proponendo una lettura interpretativa delle fonti d’Archivio della SABAP_TO sui restauri dall’ultimo quarto del XIX secolo ad oggi, propedeutiche all’individuazione delle porzioni di muratura da ritenersi originarie. Alla luce di queste considerazioni, questa tesi vuole proporre una continuità e un aggiornamento degli studi sul campo, cercando di offrire una nuova interpretazione critica in termini di cronologie relative e talvolta assolute, ponendo una prima base per un catalogo delle tipologie murarie, da considerarsi come un canale aperto all’arricchimento e all’aggiunta di nuovi casi studio, al fine di intrecciare sempre di più i riferimenti delle relazioni interterritoriali.

Relatori: Monica Naretto, Carlo Mario Tosco
Anno accademico: 2018/19
Tipo di pubblicazione: Elettronica
Numero di pagine: 472
Soggetti:
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-04 - ARCHITETTURA E INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/11760
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