Giulia Lerda
Restauro e rifunzionalizzazione della fornace della Vallera, nel comune di Caraglio.
Rel. Manuela Mattone, Pia Davico. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2015
Abstract: |
La tesi riguarda il progetto di restauro e di rifunzionalizzazione della fornace da calce della Vallera, situata nel comune di Caraglio, in provincia di Cuneo. Un documento reperito presso l'Archivio di Stato del Comune di Cuneo testimonia che l'attività estrattiva era già avviata nel 1778, tuttavia l'impianto così come si presenta attualmente è stato realizzato a partire dagli anni venti del Novecento da alcuni imprenditori locali. La fornace, composta da due alti forni a tino, e gli edifici aggregati sorgono in un'area pedemontana, in prossimità di una formazione di origine calcarea. Tale posizione, analoga a quella delle altre fornaci da calce del cuneese, permetteva di disporre agevolmente sia della materia prima da cuocere, sia del combustibile ligneo necessario all'alimentazione dei forni, essendo i rilievi limitrofi fortemente boscati. Il complesso produttivo è composto da diversi fabbricati, aventi destinazione sia industriale sia residenziale. Fatta eccezione per i due forni, dei quali si hanno informazioni più dettagliate, la costruzione delle diverse parti costitutive il sito non è riconducibile a datazioni precise a causa della documentazione assente. Tuttavia è stato possibile effettuare delle ipotesi, analizzando in maniera più approfondita le architetture in esame e usufruendo del materiale fotografico reperito. Lo studio ha portato avanti diverse indagini distinte tra loro e di diversa natura, ma condotte parallelamente in modo da fungere da supporto le une alle altre. L'approccio metodologico impiegato è suddiviso in tre fasi consecutive e strettamente legate tra di loro: conoscenza, restauro e valorizzazione. La prima ha preso in considerazione molti aspetti, da quelli costruttivi e architettonici della fabbrica a quelli storici locali, costituendo il momento più delicato del processo. Fondamentale al fine di comprendere al meglio il funzionamento e la conformazione di un opificio di questo tipo, è stato lo studio del processo di fabbricazione della calce, in particolare della fase di cottura, che ha permesso di capire la struttura di un forno stabile a fuoco continuo. E' importante affrontare al meglio e nella maniera più precisa possibile questa fase, in modo da operare correttamente nelle successive parti del progetto. La conoscenza raggiunta durante l'indagine preliminare è il punto di partenza per il successivo processo di restauro, che ha come interesse principale la conservazione del bene costruito; mediante le tecniche di intervento va a risanare e a risolvere le condizioni di degrado, rimuovendo anche gli eventuali interventi non idonei eseguiti durante il periodo in cui lo stabilimento era attivo. L'analisi dei degradi è volta a individuare i meccanismi e le cause primarie che hanno provocato un peggioramento e una variazione delle caratteristiche dei materiali - lapidei, metallici e lignei - sotto il profilo conservativo. I metodi di intervento seguono gli attuali principi del restauro, ossia il mantenimento dell'autenticità, il restauro della materia e non dell'immagine, la riconoscibilità, la reversibilità e la compatibilità delle aggiunte. Infine, il progetto di valorizzazione elaborato si propone di recuperare l'esistente piuttosto che demolirlo e ricostruirlo: l'intervento si è adattato alle caratteristiche del sito, all'orientamento, alla forma e alle dimensioni del manufatto che si presentano già definiti e consolidati, e si è concentrato, quindi, solo sul riuso dei diversi fabbricati, implementandone il valore mediante l'inserimento di nuove funzioni. Le nuove destinazioni d'uso previste nei diversi fabbricati appartenenti allo stabilimento produttivo, sono volte alla valorizzazione del territorio e hanno lo scopo di incrementare il processo di sviluppo locale attraverso il conferimento di una nuova competitività all'area di antica industrializzazione, ridefinendo la sua identità economica e sociale. In questo modo s'intende attribuire un valore presente a una fabbrica del passato, cercando di adattare le nuove funzioni alle caratteristiche dei fabbricati esistenti e riducendo al minimo le variazioni degli spazi e dei diversi elementi che li costituiscono. |
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Relatori: | Manuela Mattone, Pia Davico |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Soggetti: | A Architettura > AO Progettazione A Architettura > AP Rilievo architettonico R Restauro > RA Restauro Artchitettonico |
Corso di laurea: | Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/4478 |
Capitoli: | Introduzione 1. Dall'archeologia industriale al patrimonio industriale 1.1 La salvaguardia del patrimonio industriale 2. L'industria della calce 2.1 La calce nella storia 2.2 II ciclo di produzione della calce 2.3 Tipi di calce 3. Le fornaci da calce nel cuneese 3.1 Individuazione dei siti: tipologie e tecnologie 3.2 Schedature delle fornaci 4. Caraglio: paese di cultura, lavoro e gastronomia 4.1 II territorio 4.2 Le origini e lo sviluppo del paese tra storia ed economia 4.3 II patrimonio di Caraglio: beni materiali e immateriali 4.3.1 Luoghi ed edifici di interesse 4.3.2 Cultura e gastronomia 5. Caso studio: la fornace della Vallera 5.1 Inquadramento territoriale 5.2 La storia della fabbrica 6. Analisi della struttura architettonico-distributiva 6.1 II rilievo 7. Progetto di restauro 7.1 Analisi dello stato dei difetti: dissesti e degrado 7.2 Interventi di restauro 7.3 Schedature degradi e interventi 8. Progetto di valorizzazione 8.1 Proposta di rifunzionalizzazione della fornace Bibliografia/sitografia Appendice: tavole di progetto |
Bibliografia: | F. Nonnis-Marzano, Trattato di costruzione, Negro, Torino 1882 E. Corti, La costruzione dei forni industriali: i forni a combustibile, Lavagnolo, Torino 1937 E. Schiele, L.W. Berens, La calce: calcare, calce viva, idrato di calcio, fabbricazione, ca-ratteristiche, impieghi, Edizioni Tecniche, Milano 1976 V. Borasi, L. Cussino, C. Goria, Cemento: storia, tecnologia, applicazioni, Fabbri, Milano 1976 Società Italiana per l'Archeologia Industriale, Atti del Convegno di Archeologia Industriale, Milano 24-25-26 giugno 1977, Clup, Milano 1978 Comune di Cuneo, Regione Piemonte, Radiografia di un territorio. Beni culturali a Cuneo e nel Cuneese, L'arciere, Borgo S. Dalmazzo 1980 M. Mandrile, G. Riba, Riconoscimento e analisi dei beni storico-culturali e ambientali nel Comune di Caraglio, rei. V. Comoli Mandracci, tesi di laurea, Politecnico di Torino, dicembre 1984 E. Tamagno, Fornaci. Terre e pietre per l'ars aedificandi, U. AIIemandi & C., Torino 1987 U. 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