
Giulia Marceca
Confronto tra stabilizzazioni posteriori a segmento corto per le fratture vertebrali lombari mediante modellazione multi-body con flessibilità integrata = Comparison of Short-Segment Posterior Stabilizations for lumbar vertebral fractures through multibody modeling with integrated flexibility.
Rel. Alessandra Aldieri, Simone Borrelli, Mara Terzini. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Ingegneria Biomedica, 2025
Abstract: |
Le fratture vertebrali rappresentano una parte significativa alle lesioni spinali complessive; l’area più colpita è la regione toraco-lombare e rappresenta il 50-60% di tutte le fratture della colonna vertebrale toracica e lombare. La fissazione chirurgica è il trattamento consigliato per fornire stabilità e recupero funzionale nei casi in cui l'approccio conservativo non sia efficace. Negli ultimi anni, la stabilizzazione posteriore a segmento corto si è affermata come approccio convenzionale, collegando i due livelli adiacenti alla frattura con una fissazione a quattro viti (4SF). Recentemente, l'aggiunta di viti peduncolari intermedie nel livello fratturato è stata proposta come fissazione più rigida: si ha a una fissazione a sei viti (6SF) in caso di viti peduncolari bilaterali o a cinque viti (5SF) nel caso in cui possa essere inserita una sola vite. Questo studio si propone di sviluppare un modello di colonna vertebrale paziente-specifico per analizzare l'influenza dell'inserimento di una vite intermedia nella fissazione posteriore a segmento corto in termini di cinematica vertebrale e di carichi scambiati alle viti peduncolari. È stato ricostruito un segmento spinale T11-Sacro da immagini TC paziente-specifico ed è stato implementato un modello multi-body corrispondente: le articolazioni intervertebrali sono state modellate con bushings traslazionali e rigidità rotazionali cubiche non lineari, posizionate nei rispettivi centri di rotazione istantanea. Sotto l’ipotesi di una frattura di L3, sono stati progettati in ambiente CAD (Solidworks2023) due tipi di fissazioni a segmento corto, la convenzionale 4SF, che coinvolge L2 e L4, e la 6SF. Per tenere conto della deformabilità dell'impianto, le barre sono state modellate come corpi flessibili utilizzando la teoria modale, mentre la rigidità delle viti peduncolari è stata ricavata attraverso la teoria della trave cantilever. Le simulazioni sono state eseguite in MSCAdams2022 per valutare il comportamento dei costrutti in flessione e lateral bending applicando un momento puro di 7,5 Nm sulla vertebra più craniale del segmento multi-vertebrale. Nel lateral bending, entrambe le configurazioni 4SF e 6SF hanno raggiunto un ROM totale di 19° osservando una distribuzione similare sopra e sotto la fissazione (craniale: 58,3%; caudale: 40,8%). Le forze di taglio si sono rivelate il carico più critico (155,5 N) mentre le forze di ‘pullout’ sono rimaste sempre inferiori a 10 N. Le forze di taglio a livello delle viti peduncolari L2 e L4 sono risultate uniformi nella 4SF (145 N), mentre nelle 6SF sono risultate pari a 155,4 N a livello L2 e 137,9 N in L4. È interessante notare che le forze di taglio al livello intermedio L3 sono risultate quasi trascurabili (-89% rispetto al livello superiore). Lo schema di distribuzione di carico descritto è emerso anche durante la flessione. In conclusione, lo studio ha permesso di fornire approfondimenti biomeccanici sugli effetti cinematici e cinetici delle viti peduncolari intermedie nella fissazione spinale dopo una frattura vertebrale. |
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Relators: | Alessandra Aldieri, Simone Borrelli, Mara Terzini |
Academic year: | 2024/25 |
Publication type: | Electronic |
Number of Pages: | 65 |
Additional Information: | Tesi secretata. Fulltext non presente |
Subjects: | |
Corso di laurea: | Corso di laurea magistrale in Ingegneria Biomedica |
Classe di laurea: | New organization > Master science > LM-21 - BIOMEDICAL ENGINEERING |
Aziende collaboratrici: | Politecnico di Torino |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/34854 |
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