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Il ricetto di Candelo : analisi critica degli interventi di recupero

Barbara Acquadro Maran

Il ricetto di Candelo : analisi critica degli interventi di recupero.

Rel. Giuseppe Andrea Ferro, Andrea Pintus. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2004

Abstract:

Il ricetto di Candelo, costruito in epoca anteriore al 1374, è un esempio concreto di ricetto, che, pur essendo parte integrante dell'antico borgo, non si identifica direttamente con questo ma costituisce una parte importante del suo sistema di fortificazione. Nasce come parte difensiva del borgo, utilizzata come luogo di deposito e salvaguardia delle derrate alimentari e dei prodotti agricoli. Notizie storiche circa la datazione dell'antico impianto emergono dall'atto di dedizione di Candelo ai Savoia del 1374 in cui il ricetto di Candelo viene menzionato come entità urbana già esistente. Nel 1378 viene ceduto in feudo da Amedeo VI al Signore piacentino Gherardo Fontana a cui subentra nel 1496 Sebastiano Ferrero il quale acquista alcuni edifici all'interno del ricetto per poi edificare la "Casa del Principe". Il ricetto, a pianta pseudo-pentagonale, ha un perimetro di 467 metri e unaa superficie di 13.000 metri quadrati, una larghezza di 110 metri e una lunghezza di 120 metri. Le cellule sono circa 200, tutte diverse e, tranne alcune eccezioni, di proprietà privata. Il termine ricetto, dal latino "receptum " (ricovero, rifugio), indica essenzialmente un luogo difeso, cinto da fortificazioni. Nel Medio Evo assume il significato di raduno in un sito fortificato atto alla difesa tanto della gente quanto dei prodotti della terra e del bestiame. In antichi documenti candelesi si trova poi il termine "castrum" come sinonimo di ricetto. In una supplica del 1509 al duca di Savoia si parla di "castrum munitissimum", ove ogni uomo del luogo possedeva una "domus" (casa), costruito dalla comunità allo scopo di ricovero "tempore guerrarum " (in tempo di guerra). Il ricetto ha subito, nel corso dei secoli, molteplici mutamenti anche se si è ben conservato l'impianto urbanistico originario e si è espressa una certa omogeneità nella tecnica di costruzione. Al XV secolo risalgono gli interventi di rafforzamento delle fortificazioni. II ricetto di Candelo è stato costruito dalla popolazione locale senza alcun intervento della signoria feudale, al solo scopo di dotarsi di una fortificazione in grado di proteggere le cose più preziose di quel tempo, le cose che erano simbolo stesso della vita: le derrate alimentari. Il segreto della conservazione del ricetto candelese sta proprio nella gelosia profonda che la popolazione locale ha per il suo "castel". Una gelosia che ha prodotto, sino a pochi decenni fa, un uso del ricetto tenacemente conforme a quelle funzioni per le quali il ricetto stesso ha avuto origine. Infatti, fino agli immediati anni successivi al secondo dopoguerra, il ricetto di Candelo era prevalentemente utilizzato dai singoli proprietari per gli stessi scopi agricoli previsti in origine e con le stesse modalità d'uso: le cantine erano cantine e venivano usate per la conservazione delle derrate e per le operazioni di vinificazione. È proprio questa gelosia e testardaggine (qui è senza dubbio un attributo positivo) che ha consentito di tenere in piedi il monumento. Se qualche volta questa micro-azione quotidiana ha prodotto dei guasti, è anche vero che ha messo in atto un'efficacissima manutenzione conservativa complessiva. Qui la conversione d'uso è stata fortemente ritardata culturalmente staccandosi dalla propria matrice contadina. Tale distacco sta avvenendo oggi in modo macroscopico ed è appunto questo il momento di maggior pericolo per il complesso. Pian piano, andando modificandosi il tipo di economia locale, e quindi la cultura della comunità, è iniziata la conversione d'uso di un numero sempre maggiore di cellule. Ed è qui che si inserisce l'intervento dell'Amministrazione Comunale, nella salvaguardia del ricetto dei candelesi, nell'impresa di creare un progetto di recupero globale dell'insieme che tenga conto equilibratamente delle stratificazioni storiche, delle esigenze pratiche e degli imperativi turistici sempre più attuali, al fine di ipotizzare interventi e soluzioni nuove con la consapevolezza che il ricetto, data la sua innegabile rappresentatività, pare essere stato eletto vetrina degli umori politici del paese e principale strumento di contestazione: ogni intervento che riguardi il monumento non manca mai di suscitare polemiche, dibattiti e tavole rotonde in piazza. È a partire dal 1990 che l'Amministrazione Comunale decide di programmare la riqualificazione del ricetto di Candelo affidando ad una società esterna l'attività progettuale ed i servizi connessi alla realizzazione degli interventi. La vocazione turistica della città di Candelo e gli interventi realizzati, nonché quelli in fase di studio, fanno si che, da una parte, si gridi alla scelleratezza degli amministratori nel voler trasformare l'ultimo ricetto piemontese sopravvissuto in un asettico ed impersonale centro commerciale e turistico capace di produrre soldi, e quindi potere, ma privo di significato; dall'altra, per i non candelesi o per quelli come chi scrive che il ricetto lo vivono dall'interno del palazzo comunale, si ammiri lo splendore ed il fascino storico che, anche grazie agli ormai numerosi interventi di conservazione compiuti, questo "borgo medievale" infonde in colui che ne percorre le rue. Queste sensazioni sono egregiamente espresse nel passo tratto dal lavoro dell'avvocato Livio Pozzo del 1927 intitolato Canderium: (...) Ma il vero motivo dell'interesse storico ed artistico di Candelo, quello a cui Candelo deve la sua larga rinomanza, ci è offerto dal suo Ricetto Medioevale, che si presenta all'ammirazione degli studiosi come modello del genere e rarissimo esemplare, malgrado tutte le demolizioni, le ricostruzioni, le sovrapposizioni, le deturpazioni, che antichi e contemporanei, morti e vivi, spietatamente gli inflissero. Nella parte introduttiva della presente tesi si affrontano le problematiche odierne del ricetto, come si presentano all'Amministrazione comunale, nel contesto della città turistica e nell'intento di risolverle nel rispetto della comunità. Relativamente alla parte storica si descrivono le origini e gli avvenimenti che hanno contribuito all'evoluzione del castello, seguita dalla descrizione tipologica della struttura. Nell'elencazione e descrizione dettagliata e strutturata degli interventi di recupero realizzati dal 1990 ad oggi, si sono analizzate le proposte progettuali, le scelte tecniche adottate e l'investimento economico corrispondente. In ultimo l'analisi degli interventi volta alla critica squisitamente tecnica delle scelte progettuali messe in atto.

Relators: Giuseppe Andrea Ferro, Andrea Pintus
Publication type: Printed
Uncontrolled Keywords: analisi critica - ricetto di candelo - interventi - recupero
Subjects: R Restauro > RA Restauro Artchitettonico
Corso di laurea: Corso di laurea in Architettura
Classe di laurea: UNSPECIFIED
Aziende collaboratrici: UNSPECIFIED
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/25
Chapters:

Sommario

L Il ricetto di Candelo verso il terzo millennio.

1.1. Introduzione a cura di Mariella Biollino, sindaco pro-tempore del Comune di Candelo

2. Il ricetto di Candelo: cenni storici.

2.1. Le origini di Candelo

2.2. La nascita del ricetto

2.3. Ricetto: etimologia del termine

2.4. La funzione del ricetto

2.5. Il ricetto per antonomasia

3. La struttura del Ricetto.

3.1. Il sito

3.2. La struttura

3.2.1. Il lato sud e la piazza

3.2.2. Il lato nord

3.2.3. I lati est ed ovest

3.2.4. Le cellule edilizie

4. Gli interventi di recupero.

4.1. Premessa

4.2. Restauro del muro di cinta del ricetto: lato sud

4.2.1. Introduzione

4.2.2. Il progetto dell'intervento

4.2.3. 1 costi dell'intervento e il finanziamento dell'opera

4.2.4. L'affidamento e l'esecuzione dei lavori

4.3. Restauro e ampliamento della biblioteca civica: I lotto funzionale

4.3. L Introduzione

4.3.2. Il progetto dell'intervento

4.3.3. 1 costi dell'intervento e il finanziamento dell'opera

4.3.4. L'affidamento e l'esecuzione dei lavori

4.4. Restauro e ampliamento della biblioteca civica: II lotto funzionale

4.4.1. Introduzione

4.4.2. Il progetto dell'intervento

4.4.3. I costi dell'intervento e il finanziamento dell'opera

4.4.4. L'affidamento e l'esecuzione dei lavori

4.5. Restauro e ampliamento del Palazzo Comunale: I lotto

4.5.1. Introduzione

4.5.2. Il progetto dell'intervento

4.5.3. I costi dell'intervento e il finanziamento dell'opera

4.5.4. L'affidamento e l'esecuzione dei lavori

4.6. Restauro e ampliamento del Palazzo Comunale: Il lotto

4.6. L Introduzione

4.6.2. 11 progetto dell'intervento

4.6.3. I costi dell'intervento e il finanziamento dell'opera

4.6.4. L'affidamento e l'esecuzione dei lavori

4.7. Restauro e parziale ricostruzione delle mura lato sud est

4.7.1. Introduzione

4.7.2. II progetto dell'intervento

4.7.3. I costi dell'intervento e il finanziamento dell'opera

4.7.4. L'affidamento e l'esecuzione dei lavori

4.8. Realizzazione del percorso fuori le mura: lato sud-est sud-ovest

4.8.1. Introduzione

4.8.2. Il progetto dell'intervento

4.8.3. I costi dell'intervento e il finanziamento dell'opera

4.8.4. L'affidamento e l'esecuzione dei lavori

4.9. Realizzazione del percorso fuori le mura: via del Lavatoio

4.9.1. Introduzione

4.9.2. Il progetto dell'intervento

4.9.3. 1 costi dell'intervento e il finanziamento dell'opera

4.9.4. L'affidamento e l'esecuzione dei lavori

4.10. Restauro e consolidamento della Torre nord-est

4.10.1. Introduzione

4.10.2. Il progetto dell'intervento

4.10.3. I costi dell'intervento e il finanziamento dell'opera

4.10.4. L'affidamento e l'esecuzione dei lavori

5. Analisi critica degli interventi.

5.1. Risultati e considerazioni

6. Conclusioni.

Bibliografia

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Materiale vario

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