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Un architetto in evoluzione permanente: Jean Nouvel tra anni settanta e oggi.

Benedetta Milanesi

Un architetto in evoluzione permanente: Jean Nouvel tra anni settanta e oggi.

Rel. Michela Rosso. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura (Progettazione Urbana E Territoriale), 2006

Abstract:

"C'è posto tanto per il Nouvel uomo con il suo look, il suo stile di vita, (e sue amicizie, quanto per l'architettura del suddetto Nouvel. D'altronde non occorreva che continuare nella grande tradizione mediatica del grande architetto francese, ma con mezzi tecnici rinnovato. E, come Perret dipingeva di bianco fa falda inferiore della sua paglietta per mettere in risalto i tratti scultorei del viso e, come Le Corbusier era divenuto il marchio di se stesso, riconoscibile da lontano per gli occhiali neri e la cravatta a farfalla, Nouvel cura la propria immagine radiofonica e televisiva e moltiplica i propri interventi folgoranti."

Il presente lavoro si propone di studiare una figura contemporanea dell'architettura francese: Jean Nouvel. Ho scelto questo architetto perché andando a Lucerna durante un viaggio organizzato dall'università, sono rimasta meravigliata di fronte al suo progetto per la Sala da Concerti (1993-2000). Da quel giorno è sorta in me la curiosità di capire quali fossero le premesse, gli obiettivi che stavano alla base di quella che oserei definire un vera e propria opera d'arte.

Ho iniziato così a leggere articoli sul progettista Nouvel e, affascinata dall'immagine di questo architetto, ho deciso di scriverne una tesi con tutte le difficoltà del caso. Nel primo capitolo ho analizzato l'Atelier Jean Nouvel nato a Parigi nel 1994 del quale oggi si contano

numerose filiali in tutto il mondo. Il mio interesse si e concentrato sull'organizzazione interna dello studio.

Non pensavo mi avrebbero accolta nello studio e a dire il vero non è stato per niente facile farmi aprire quel cancello metallico di cui avevo solo visto la foto. Nonostante questa difficoltà appena ho cominciato a scrivere mi sono resa conto della necessità di recarmi direttamente in loco, perché solo così sarei venuta a contatto con la realtà di cui Nouvel è parte.

L'intenzione era quella di comprendere a fondo l'opera ma soprattutto andare oltre la conoscenza diffusa di Nouvel che normalmente si trova sui libri. Volevo capire il progettista dell'Institut du Monde Arabe e della Fondation Cartier, ma soprattutto studiarne le radici e la formazione perché forse solo in questo modo sarei arrivata ad una definizione completa di Nouvel. Ho dedicato così un intero capitolo alla formazione di Nouvel, alla sua storia e a tutti quegli architetti di cui lui fu allievo, entrando talvolta in campi a me un po' ostili come la filosofia, ma necessari per definirlo megtio. È stato interessante studiare anche l'evoluzione che ha avuto Nouvel, dai suoi primi lavori negli anni settanta fino ad oggi. Inizialmente pensavo di fermarmi all'evoluzione progettuale, al diverso utilizzo delle nuove tecnologie e del computer, ma leggendo ho notato come lo stesso architetto desse importanza anche all'immagine della sua persona, al suo look e al modo di presentarsi al pubblico. Il materiale era sufficiente e ne è nato un capitolo, che sembrerebbe banale, ma non lo è, se si pensa che Nouvel possiede un book fotografico personale da donare ai fan.

Quando ho iniziato il lavoro pensavo di Limitarmi alla descrizione dell'atelier, poi mi sono resa conto delle mille sfaccettature di Nouvel, così ho iniziato a studiarne la poetica, il pensiero e anche i dialoghi tra Nouvel e alcuni filosofi contemporanei sono stati fonte di alcune riflessioni. Nell'ultimo capitolo mi sono soffermata a descrivere il rapporto che Nouvel ha con il cinema e l'amicizia che lo lega da anni al regista Win Wenders: "È divenuto mio amico: Wenders ci insegna a guardare le cose diversamente, con uno sguardo umano, ma anche con distacco, con distanza straordinaria`.

Il campo è molto vasto, mi sono limitata a comprendere come queste due discipline entrano in relazione e come l'amicizia tra il regista e l'architetto abbia giocato un ruolo fondamentale per il lavoro di entrambi.

Ho cercato di descrivere quei progetti che, a mio avviso, fossero i più esplicativi, e quelli che meglio rappresentassero Nouvel e il suo pensiero, dell'Institut du Monde Arabe a cui deve la fama internazionale di cui gode oggi, fino al Kilometro Rosso a Stezzano (BG) ancora in fase di costruzione, situato lungo l'autostrada A4 Milano- Venezia, che è una delle più trafficate d'Europa. A questo proposito mi sono recata sul cantiere dei progetti di Nouvel, a Parigi (Musée du quai Branly des arts Premiers 1999-2006); a Bergamo (KM Rosso 2001) e a Siena (Impianto di Risalita Il Baluardo 2003-2006), perché solo così sono venuta a contatto diretto con il lavoro in fase progettuale e non mi sono limitata a quello che scrivono sulle riviste, ma ho potuto constatarne personalmente il lavoro. Forse è anche dopo queste visite che ho avuto l'idea di analizzare l'immagine di Nouvel e il modo che lui stesso ha di presentarsi ai costruttori in cantiere, con i quali parla quotidianamente, confrontando le sue idee per arrivare alla definizione completa del progetto.

Inizialmente non volevo soffermarmi troppo sulla descrizione delle opere di Nouvel, volevo che in qualche modo la mia tesi si distaccasse dalle riviste di progettazione che gli architetti hanno sottomano quotidianamente, ma Nouvel è pur sempre un architetto, che progetta e la sua vita è fatta anche di questo.

La parte riguardante Mitterand è stata una delle prime ad essere pensata quando ho cominciato il mio lavoro. Il cuore della carriera professionale di Nouvel si trova negli anni ottanta: il tema del rapporto tra politica e architettura mi incuriosiva, si tratta infatti di un capitolo abbastanza recente e noto della storia contemporanea su cui non mancano fonti scritte da storici e critici di architettura. Per quanto mi è stato possibile, ho inserito nel mio lavoro tutte foto scattate personalmente da me, per rendere il mio lavoro ancora più personale e poi perché sono convinta che ognuno colga di un edificio particolari differenti; questo non è avvenuto per i primi progetti di Nouvel e per alcune delle sue immagini che invece ho ritrovato su articoli di riviste e quotidiani.

Relatori: Michela Rosso
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: T Tecnica e tecnologia delle costruzioni > TE Tecnologia dei materiali
A Architettura > AS Storia dell'Architettura
G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GD Estero
Corso di laurea: Corso di laurea specialistica in Architettura (Progettazione Urbana E Territoriale)
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/876
Capitoli:

INTRODUZIONE

1 AVVICINAMENTO A NOUVEL

1.1 L'atelier Jean Nouvel: Cité d'Angouléme 10, Parigi.

1.2 L'organizzazione interna dello studio.

1.3 Nouvel e i suoi collaboratori.

2 IMMAGINE DI UN ARCHITETTO

2.1 Fortuna critica e autorappresentazione.

2.1.2 Il concetto d'immagine nell'architettura di Nouvel.

2.1.3 L'immagine storiografica di Nouvel.

2.1.4 Come vuole apparire Jean Nouvel.

3 JEAN NOUVEL

3.1 La formazione, l'incontro con C. Parent e i primi incarichi.

3.2 Un'idea di architettura secondo Nouvel.

3.2.1 Fine dell'utopia modernista.

3.2.2 Un approccio filosofico all'architettura.

4. DAGLI ANNI OTTANTA A OGGI

4.1 I Grandi Progetti Parígini sotto Mitterand e il mondo di Nouvel.

4.1.1 L'Institui- du Monde Arabe: la cristallizzazione di un'immagine di successo.

4.2 Adesione entusiastica ai progressi della scienza e della tecnica.

4.2.1 La Fondation Cartier: illusione, o realtà?.

4.3 Tour Sans Fins: dalla smaterializzazione all'illusione.

5.JEAN NOUVEL E WIN WENDERS

5.1 Il cinema nell'architettura di Nouvel

5.1.2 Centro Congressi Lucerna: Nouvel come regista.

6 CONCLUSIONI

7 BIBLIOGRAFIA

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