Maria Abbona
La chiesa di Sant'Elena di Villafranca d'Asti: progetto di conservazione e restauro.
Rel. Maurizio Momo, Costantino Gilardi. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2006
Abstract: |
La chiesa di Sant'Elena di Villafranca d'Asti non è solo un esempio di architettura barocca. Innanzitutto non ha subito trasformazioni ed interventi tali da rendere illeggibile ed irrecuperabile l'aspetto originario, e ciò grazie alle vicende dell'Opera pia che ne era proprietaria: di fatto subì delle modifiche essenzialmente solo agli arredi e alla decorazione quando divenne parrocchia nel 1867. Si è inoltre conservato praticamente intatto l'Archivio seicentesco dell'Opera contenente i documenti relativi al cantiere della chiesa. Ma soprattutto essa è un esempio di architettura di corte: grazie agli stretti legami instauratisi tra mons. Giacomo Goria, vescovo di Vercelli, nativo di Villafranca e la famiglia Savoia - Giacomo Goria era stato infatti precettore dei figli di Carlo Emanuele II - la chiesa fu progettata da Amedeo di Castellamonte ed operò all'edificazione un vero e proprio "staff reale", composto dagli stessi artigiani perlopiù luganesi che lavorarono nei cantieri ducali coevi. Fu proprio Giacomo Goria, con una donazione del 1645, a fondare nel suo paese natale l'Opera di Sant'Elena e gli Oblati di Sant'Eusebio, per i quali decise la costruzione di una chiesa. Dal punto di vista tipologico essa è un esempio di architettura borromaica: è immediato il confronto con il San Fedele di Milano letto attraverso le mediazioni delle chiese dei Santi Martiri e del Corpus Domini, secondo un filo diretto che lega le Instructiones alla chiesa di Villafranca. Emblematico è il fatto che Carlo Borromeo fosse il modello di vescovo cui mons. Goria si ispirava; e a San Carlo Borromeo è dedicata la cappella più riccamente decorata e rifinita, oggetto, nel 2004, di un restauro che le ha restituito l'aspetto originario. Le ridipinture novecentesche avevano infatti stravolto lo stretto legame esistente tra la rigorosa architettura castellamontiana e la decorazione a stucco. Un secondo lotto di restauri da poco conclusosi ha interessato le altre cappelle. I saggi stratigrafici effettuati in occasione dei lavori hanno coinvolto l'intera navata e su di essi si basa la proposta di restauro estesa alla chiesa intera. |
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Relatori: | Maurizio Momo, Costantino Gilardi |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Parole chiave: | chiesa - restauro - Asti - conservazione |
Soggetti: | A Architettura > AE Edifici e attrezzature per il culto G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GG Piemonte R Restauro > RA Restauro Artchitettonico |
Corso di laurea: | Corso di laurea in Architettura |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/824 |
Capitoli: | PARTE PRIMA
INTRODUZIONE
INQUADRAMENTO STORICO CULTURALE Una committenza eccellente Giacomo Goria vescovo di Vercelli Il riferimento costante a Carlo Borromeo Precettore alla corte sabauda L'Opera di Sant'Elena L'architettura della "controriforma'' L'introduzione di nuove tipologie La chiesa del Gesù II modello borromaico dello spazio liturgico Pellegrino Tibaldi La chiesa di San Fedele La chiesa dei Santi Martiri La chiesa del Corpus Domini L'architetto Amedeo di Castellamonte La chiesa di San Salvano La chiesa dei SS. Bernardo e Brigida La Sainte Chapelle di Chambery La chiesa della SS. Annunziata a Venaria Le maestranze luganesi
LA CHIESA DI SANT'ELENA Descrizione dell'edificio Impianto architettonico e apparato decorativo La costruzione della chiesa II cantiere seicentesco Il Settecento e il declino dell'Opera La funzione di parrocchia le trasformazioni ottocentesche le trasformazioni novecentesche Le maestranze attive a Villafranca Francesco Garvi (capomastro) Carlo Luigi Vanelli (capomastro) Ambrogio Sala (mastro da muro) Giovanni Luca Corbellini (stuccatore) Francesco Borello (scultore) Aprile (scultore) Giacomo Solari (stuccatore) Alessandro Riccio (falegname) Giovanni Battista Rusca (falegname) La cappella di San Carlo Analisi, indagini stratigrafiche e degrado L'intervento di restauro II restauro della tela I restauri degli arredi lignei
PARTE SECONDA ANALISI DELL'ARCHITETTURA Le murature Le volte II pavimento La copertura La facciata Gli apparati decorativi Gli arredi
ANALISI DEI MATERIALI Laterizi Intonaci e stucchi Descrizione generale dei materiali presenti nella chiesa
IL DEGRADO II degrado delle murature II degrado di intonaci e stucchi II degrado del pavimento II degrado del legno
IPOTESI DI INTERVENTO II restauro delle murature II restauro di intonaci e stucchi II restauro del pavimento II restauro del legno
BIBLIOGRAFIA
ALLEGATI |
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Tavole: | 1. Architettura di corte in provincia 2. Il modello borromaico 3. Amedeo di Castellamonte 4. Il rilievo pianta scala 1:50 5. Il rilievo sezioni scala 1:50 6. La cappella di San Carlo: degrado ed interventi scala 1:20 7. La cappella di San Carlo restaurata scala 1:20 8. Il degrado pianta scala 1:50 9. Il degrado sezione scala 1:50 l0.Proposta restauro sezione 11. Il presbiterio ed il coro: degrado ed interventi scala 1:20 12. Il presbiterio ed il coro: progetto scala 1:20 |
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