Antonio Capece
Tradizioni e architettura difensiva del XV secolo.
Rel. Giacomo Donato. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2005
Abstract: |
La mia tesi si propone di analizzare i motivi per cui nell'Italia del XV secolo si arrivò ad avere un'evoluzione delle fortificazioni, conseguenza obbligatoria per l'introduzione di nuove tecniche, tattiche e strategie militari. Inoltre ho illustrato quelli che potevano essere gli usi, i costumi e le tradizioni della vita quotidiana delle varie figure che abitavano le fortezze. Ho quindi voluto far risaltare la situazione politica partendo dall'Italia della fine del XIV secolo, per poi passare a quella del Quattrocento, epoca che impose le forme e l'organizzazione dello sforzo bellico. Di fatto la tendenza dei maggiori stati italiani ad ampliare il proprio territorio e a mettere in piedi un'organizzazione politica più coerente e centralizzata portò inevitabilmente a concepire con maggiore sollecitudine dispositivi permanenti di difesa. Agli inizi del XV secolo predominarono nella scena politica italiana fattori di divisione e di anarchia e di tale stato di cose i condottieri approfittarono appieno. Molti dei condottieri suggerirono essi stessi queste nuove forme di operazione bellica e promossero la costruzione di fortificazioni di tipo nuovo. Anzi, ogniqualvolta si doveva eseguire un progetto di fortificazione si chiedeva sempre che cosa ne pensassero i maggiori capitani del tempo e, d'altra parte, come era naturale, i condottieri ebbero sempre un'importanza capitale nel settore delle fortificazioni campali e nelle opere tattiche di ingegneria militare. E' quindi per tale motivo che ho voluto spiegare quali erano le armi, le tattiche, le strategie e le tecnologie adottate dagli eserciti, in pratica l'arte della guerra.In seguito ho esposto vari esempi di fortificazioni rimodernizzate in quell'epoca. Quindi anche i materiali e le innovazioni tecnologiche adottate per rispondere al mutamento delle armi di offesa e di difesa. Infine ho voluto mostrare quella che era una società civilizzata o quantomeno un popolo sofisticato. Ho quindi voluto spiegare come si vestivano, cosa mangiavano, come vivevano queste persone così lontane ma anche così vicine a noi, cercando di comprendere appieno le loro abitudini vestendomi, combattendo, mangiando e dormendo proprio come poteva fare un fante di un esercito pronto all'assedio o alla battaglia nel XV secolo. |
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Relatori: | Giacomo Donato |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Parole chiave: | storia - fortificazioni - costruzioni militari - arte della guerra |
Soggetti: | A Architettura > AJ Edifici e attrezzature per l'amministrazione, il commercio e la difesa A Architettura > AS Storia dell'Architettura G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GI Tradizioni popolari |
Corso di laurea: | Corso di laurea in Architettura |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/628 |
Capitoli: | 1. INTRODUZIONE 3 2. L'ARTE DELLA GUERRA 5 2.1.Situazione politica e militare 5 2.2.I condottieri e i loro committenti 37 2.3.La societa' e i militari 79 2.3.1. La cavalleria 82 2.3.2. La fanteria 88 2.3.3. L'artiglieria 96 2.3.4. La guerra fluviale 101 2.3.5. Tattica e strategia 106 2.3.6. Le invasioni straniere 112 3. FORTIFICAZIONI E COSTRUZIONI MILITARI 122 3.1.Tattiche e strategie di difesa 122 3.2.A prova di cannone 142 3.2.1. Assisi 142 3.2.2. Brisighella 143 3.2.3. Cività castellana 144 3.2.4. Dozza 146 3.2.5. Forlì 147 3.2.6. Gaiole in chianti 148 3.2.7. Imola 150 3.2.8. Mondavio 151 3.2.9. Narni 152 3.2.10. Nettuno 153 3.2.11. Ostia 155 3.2.12. Poggio imperiale 156 3.2.13. San Leo 157 3.2.14. San Sepolcro 159 3.2.15. Sarzana 160 3.2.16. Sassocorvaro 161 3.2.17. Senigallia 162 3.2.18. Spoleto 163 |
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