Andrea Cadoni
La gestione dei rischi e dei i danni causati da eventi catastrofici : studio quantitativo, stima dei danni e possibili schemi assicurativi del patrimonio edilizio italiano.
Rel. Andrea Giuseppe Ferro. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2016
Abstract: |
INTRODUZIONE Il problema del calcolo del rischio assicurativo nei confronti di crolli e lesioni strutturali non è attualmente aggiornato allo stato di degrado e invecchiamento delle strutture, soprattutto in muratura e calcestruzzo. Allo stesso tempo, il ruolo di eventi eccezionali (terrorismo, terremoti...) non è preso in conto in un classico approccio gaussiano al problema. Sfugge cioè completamente il problema del "Cigno Nero". Già da diversi anni ormai in Italia si discute sull'opportunità di introdurre un sistema di coperture assicurative contro le catastrofi naturali per il patrimonio abitativo civile, argomento che ritorna ogni volta prepotentemente agli onori della cronaca all'indomani di una catastrofe o di eventi eccezionali quali sismi o alluvioni. Queste due tipologie di catastrofi sono quelle più frequenti nel nostro paese, ma bisogna sottolineare che non sono le uniche e ne esistono altre di diverso tipo e di diversa natura, con conseguenze più o meno importanti. Una "catastrofe" o "disastro naturale" è infatti definito come la conseguenza di un evento naturale violento, determinato da particolari fenomeni naturali talvolta amplificati dalla presenza dell'attività umana. Un disastro naturale può provocare la perdita di vite umane e causare danni ingenti al paesaggio naturale e alla infrastrutture la cui entità dipende anche dalla densità di popolazione coinvolta e dalla capacità di risollevarsi dopo l'evento. È bene sottolineare però che un evento naturale anche potenzialmente molto serio, non viene classificato come disastro naturale se si verifica in zone prive di popolazione vulnerabile; per esempio un terremoto che si verifica in un deserto non provoca infatti danni ne umani e ne materiali e quindi non rientra nella classificazione dei disastri ambientali; al contrario un disastro che si verifica in altri contesti, provocato dall'azione diretta o indiretta dell'uomo, viene invece considerato come disastro ambientale. |
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Relatori: | Andrea Giuseppe Ferro |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Soggetti: | S Scienze e Scienze Applicate > SG Fisica SS Scienze Sociali ed economiche > SSH Statistica |
Corso di laurea: | Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/6004 |
Capitoli: | INDICE: RINGRAZIAMENTI INTRODUZIONE 1 - DEFINIZIONE DEL "CIGNO NERO" SECONDO LA TEORIA DI NASSIM TALEB 2 - PANORAMICA GENERALE SUI DISASTRI AMBIENTALI PIÙ' FREQUENTI 3 - I TERREMOTI: LA CONOSCENZA DEL FENOMENO 4 - LE ONDE SISMICHE 5 - SITUAZIONE SISMICA ITALIANA 5.1 - L'INEVITABILE CONFRONTO CON IL GIAPPONE RIGUARDO IL RISCHIO SISMICO 5.2 - LA PREVENZIONE CONTRO I SISMI: LA SITUAZIONE ITALIANA 6. LA PREVISIONE DEL RISCHIO SISMICO 6.1 - LA CINA E L'ANALISI DEI FENOMENI PRECURSORI 7 - PIANIFICAZIONE DELL'EMERGENZA SCENARI DI DANNO E STRUMENTI APPLICATI 11, Legge n. 7/2009) 7.1 - LA COMMISSIONE INTERNAZIONALE SULLA PREVISIONE DEI TERREMOTI "I.C.E.F." (International Commisslon on Earthquake Forecasting) 7.2 - PIANO NAZIONALE PER LA PREVENZIONE DEL RISCHIO SISMICO 8 - LA MICROZONAZIONE SISMICA 9 - MONITORAGGIO DEL TERRITORIO 9.1 -RETE SISMICA NAZIONALE (RSN) 9.2 - RETE ACCELLOROMETRICA NAZIONALE (RAN) 9.3 - OSSERVATORIO SISMICO DELLE STRUTTURE (OSS) 10 - LA CLASSIFICAZIONE SISMICA ITALIANA 11 - NORMATIVA ANTISISMICA ITALIANA 11.1- D.M. del20 Novembre 1987. 11.2 - D.M. del 16 Gennaio 1996 11.3 - L.15 Marzo 1997, n. 59 11.4 - D. Lgs. 31 Marzo 1998, n. 112 11.5 - DPR. n. 380 del 6 Giugno 2001 11.6 - L 9 Novembre 2001, n. 401 11.7 - OPCM n. 3274 del 20 Marzo 2003 11.8 - Il D.M. 14 Settembre 2005 11.9 - Norme Tecniche per le Costruzioni del 14 Gennaio 2008 11.10 - Gli Eurocodici - L'Eurocodice 6 (EN 1996) - L'Eurocodice 8 (EN 1998) 12 - COS'E' UN ANALISI DI RISCHIO: ASPETTI GENERALI 12.1 - ANALISI DEL RISCHIO E GESTIONE DEL RISCHIO: DUE ASPETTI INTERDIPENDENTI 12.2 - DEFINIZIONI, CONCETTI E PRINCIPI FONDAMENTALI 12.3 - BREVE ESAME CRITICO DELLE METODOLOGIE DI ANALISI DEL RISCHIO 12.4 - ESAME DEI SETTORI NEI QUALI L'ANALISI DI RISCHIO RAPPRESENTA UNA TECNOLOGIA MATURA: IL CONTESTO EUROPEO L'ANALISI DI RISCHIO SISMICO 13.1 - COS'E' IL RISCHIO SISMICO 13.2 - PERICOLOSITÀ SISMICA 13.2.1 - DUE DIVERSI APPROCCI: IL METODO DETERMINISTICO E IL METODO PROBABILISTICO 13.2.1.1 - L'APPROCCIO DETERMINISTICO (DSHA - Deterministic Sei Hazard Analysis) 13.2.1.2 - L'APPROCCIO PROBABILISTICO (PSHA – ProbabilisticSeisr Hazard Analysis) 13.3-VULNERABILITA'SISMICA 13.3.1 - CORRELAZIONE DANNO-SEVERITÀ D(S) 13.3.2 - LE SCALE SISMICHE 13.3.2.1 - LA SCALA MERCALLI (MCS) 13.3.2.2 - LA SCALA RICHTER (MWN): 13.3.2.3 - LA SCALA MACROSISMICA EUROPEA (EMS-98): 13.3.2.4 - LA SCALA DI MAGNITUDO DEL MOMENTO SISM(MMS) 13.4 - ESPOSIZIONE SISMICA 13.4.1 - IL GIS 13.4.2 - CENSIMENTO DEI CENTRI STORICI ESPOSTI AL RISCHIO SISMICO 13.4.3 - VALUTAZIONE DEI DANI E DELLE PERDITE E RILIEVI DI AGIBILITÀ' 14 - IL PROGETTO RISK-UE 14.1 - I "WORK PACKAGES" DEL PROGETTO RISK-UE METODOLOGIE PER LA STIMA DELLE VULNERABILITA' SISMICA 15.1 - GENERALITÀ E CLASSIFICAZIONI 15.2 - METODO MACROSISMICO GIOVINAZZI-LAGOMARSINO 15.2.1 - L'ANALISI A LIVELLO LOCALE 15.2.2 - L'ANALISI A LIVELLO TERRITORIALE 15.3 - IPOTESI DI CONVERSIONE DEL METODO MACROSISMICO 15.3.1 - CRITERIO 1: MEDIA DELLA VULNERABILITÀ DELLE SINGOLE STRUTTURALI 15.3.2 - CRITERIO 2: APPROCCIO "SCHEDA AGGREGATO". 15.3.3 - CRITERIO 3: MODIFICATORI APPLICATI ALL'AGGREGATO 15.3.4 - ANALISI COMPARATIVA TRA I TRE INDICI E L'INDICE DELLA "SCHEDA AGGREGATO" 16. LA GESTIONE DEI RISCHI E DEI I DANNI CAUSATI DA EVENTI CATASTROFICI: STUDIO QUANTITATIVO, STIMA DEI DANNI E POSSIBILI SCHEMI ASSICURATIVI DEL PATRIMONIO EDILIZIO ITALIANO 17 - DATI UTILIZZATI, METODOLOGIA, AMBITO E LIMITI DELLO STUDIO 18 - STATISTICA SULLE POLIZZE INCENDIO PER LE ABITAZIONI CIVILI ED ELABORAZIONI: DATI RACCOLTI 19 - DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DELLE UNITÀ ABITATIVE ASSICURATE 20 - STIMA DEL VALORE DI RICOSTRUZIONE DEL PATRIMONIO ABITATIVO ED ESPOSIZIONI AL RISCHIO SISMICO E ALLUVIONALE 21 - MODELLI SIMULATIVI UTILIZZATI PER GLI EVENTI SISMICI E ALLUVIONALI 21.1- Il S.I.G.R.A 21.2 - R.M.S 22.- PROCEDIMENTO DI STIMA DEL DANNO ANNUO PROBABILE ALLE ABITAZIONI CIVILI CAUSATO DA EVENTI SISMICI E ALLUVIONALI E LA SUA DETTAGLIATA DISTRIBUZIONE DI PROBABILITÀ 22.1 - STIMA DEL DANNO ANNUO DA EVENTI CATASTROFICI, SOMMA DI EVENTI SISMICI E ALLUVIONALI 22.2 - STIMA DEL DANNO ANNUO DA EVENTI SISMICI 22.3 - STIMA DEL DANNO ANNUO DA EVENTI ALLUVIONALI 23 - LA CAPACITÀ ASSICURATIVA NECESSARIA PER ASSICURARE IL PATRIMONIO ABITATIVO ITALIANO 24 - I MODELLI PER LA VALUTAZIONE DEI DANNI DA CATASTROFI NATURALI 25 - PERCHE' IL MERCATO DELLE COPERTURE CONTRO I RISCHI CATASTROFALI SU BASE VOLONTARIA NON DECOLLA NEL NOSTRO PAESE 26 - UN CONFRONTO SINTETICO DI ALCUNI SISTEMI ASSICURATIVI CONTRO I DANNI DA CATASTROFI NATURALI ADOTTATI IN ALTRI PAESI/AREE GEOGRAFICHE DEL MONDO 26.1 - FRANCIA 26.2 - SPAGNA 26.3 - BELGIO 26.4 - REGNO UNITO. 26.5 - MESSICO 26.6 - CARAIBI 26.7 - U.S.A 26.8 - CALIFORNIA 26.9 - TURCHIA 26.10 - GIAPPONE 26.11 - ROMANIA 26.12 - NUOVA ZELANDA . 27 - LA DIFFERENZA CHE SUSSISTE FRA LE COPERTURE OBBLIGATORIE O SEMIOBBLIGATORIE CONTRO LE CATASTROFI NATURALI 28.1 - PROPOSTA DI ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA 28.2 - PROPOSTA DI COPERTURA SEMIOBBLIGATORIA 29 - I POSSIBILI SISTEMI ASSICURATIVI ATTIVABILI: CHI E COME DOVREBBE ASSUMERSI IL RISCHIO ASSICURATIVO 28.1 - TRADIZIONALE SISTEMA ASSICURATIVO DEI BENI 28.2 - SISTEMA DI CONTINGENT I CAPITALI 29 - IL REGIME DEI PREZZI DELLA GARANZIA ASSICURATIVA E LA DIFFERENZA DI CALCO DELLE COPERTURE ASSICURATIVE 29.1 - PREMI PROPORZIONALI AL RISCHIO 29.2 - PREMI MEDI MUTUAUSITICI 29.3 - COMPROMESSO FRA I PREMI PROPORZIONALI AL RISCHIO E I PREMI MEDI MUTUALISTICI 29.4 - FUNZIONE DI EVENTUALI CONSORZI E/O FONDI PEREQUATIVI 30 - CASO STUDIO DEL TERREMOTO DELL'AQUILA 31 - CASO STUDIO DELLE SERIE DI TERREMOTI DI CHRISTCHURCH DEL 2010-2011 IN NUOVA ZELANDA 31.1 -PREMESSA 31.2 - INTRODUZIONE 31.3 - LA SERIE DI TERREMOTI 31.4 - 1 DANNI 31.5 - LA QUESTIONE DEI RISARCIMENTI 31.6 - ABITAZIONI ED EDILIZIA RESIDENZIALE 31.6.1 - L'USO DEL SUOLO 31.6.2 - L'ASSICURAZIONE "RESIDENZIALE" CONTRO I TERREMOTI 31.7 - COMMERCIO ED EDILIZIA COMMERCIALE 31.7.1 - L'ASSICURAZIONE "COMMERCIALE" CONTRO I TERREMOTI 31.8 - LA NORMATIVA DI PROGETTAZIONE SISMICA 31.9 - INFRASTRUTTURA ED IMPIANTI IDRICI 31.9.1 - METODOLOGIA ADOTTATA NEL CENTRO CITTÀ 31.9.2 - METODOLOGIA ADOTTATA NELLE PERIFERIE 31.10 - CONCLUSIONI CONSIDERAZIONI FINALI BIBLIOGRAFIA RIFERIMENTI NORMATIVI SITOGRAFIA |
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