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Asti: il rione Del Santo in epoca medievale, moderna e contemporanea

Gianluca Assandri

Asti: il rione Del Santo in epoca medievale, moderna e contemporanea.

Rel. Paola Paschetto, Giovanni Maria Lupo. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2004

Abstract:

Il lavoro svolto affronta un'indagine storica, urbanistica e architettonica sul rione del Santo (o di San Secondo) in Asti, dalla sua fondazione, in epoca comunale, agli interventi di risanamento realizzati nei primi decenni del Novecento. Gli studi sulla struttura urbana di Asti in epoca medievale consentono di individuare il rione, anche se, la perdita dei registri catastali medievali hanno contribuito a rendere più ardua la ricostruzione dell'impianto della città. Per le epoche successive esistono molti documenti negli archivi della città che hanno consentito di seguire le trasformazioni del rione. Lo studio è stato suddiviso in tre parti. La prima si sofferma sulle trasformazioni della città nel periodo comunale, in cui assumono rilievo la progressiva emarginazione della zona alta della città e la riqualificazione del tracciato romano, che provocarono lo spostamento della zona di comando intorno all'area mercantile dell'insigne Collegiata di San Secondo. Un sicuro supporto documentario di come Asti si sia trasformata e abbia sviluppato il tracciato delle mura ci perviene dai lavori di Serafino Grassi, Storia della città di Asti, volt. I - II, edito da Borgo e Brignolo nel 1890, di Nicola Gabiani, Le torri, le caseforti ed i palazzi nobili medievali in Asti, Pinerolo, edito da Forni nel 1906 e di Carlo Vassallo, Le mura della città di Asti, edito da Carlo Clausen, nel 1889, che si basano sulle testimonianze dirette dei cronisti Ogerio Alfieri, Guglielmo Ventura e Antonio Astesano; con essi individuarono due recinti, quello interno dei Nobili e quello esterno dei Borghigiani. Un'analisi approfondita è stata fatta sul Recinto dei Nobili, poiché il Rione del Santo afferma il suo territorio ed i suoi confini al suo interno e quello dei Borghigianí che si sviluppa all'esterno di esso. E" stato sviluppato il tracciato di mura con la cittadella viscontea e il bastione cinquecentesco del fossato Valbrenta che dava accesso in città, sull'attuale sito di piazza Alfieri, sul confine meridionale del rione. La seconda parte evidenzia la demolizione delle fortificazioni dopo l'editto del 23 giugno 1800 e la trasformazione degli edifici civili e religiosi in epoca napoleonica. Successivamente è stata presa in considerazione la legislazione urbanistica, dopo la formazione dello Stato unitario, con particolare riferimento alla legge n° 2359 del 25 giugno 1865 sull'espropriazione per pubblica utilità. Si compie inoltre attraverso la consultazione delle concessioni edilizie, lo studio sui lavori di trasformazione del rione avvenute nelle vie, contrade e piazze con la formazione della piazza d'Armi e del Foro Boario alla fine dell'Ottocento. Questo periodo si conclude con l'analisi della città nel primo dopoguerra con la nascita del Partito Nazionale Fascista e con gli studi dei progetti dei piani regolatori nei primi anni del Novecento, iniziando dal progetto di Nicola Gabiani (1900), per terminare con gli studi del Piano Generale di Massima Regolatore Edilizio e di Ampliamento (1934), dell'Ingegnere Enrico Bianchini e dell'Architetto Raffaele Fagnoni. La terza parte analizza l'intervento di risanamento del Canton del Santo negli Anni Venti e Trenta. E" stato oggetto di studio particolarmente approfondito, poiché l'intervento è stato realizzato demolendo un intero isolato che accorpava più edifici costruiti nell'Ottocento, ma di sicura natura medievale; infatti quest'area era caratterizzata dalla presenza delle caseforti delle nobili casate astesi, e dalla torre Scarampi - Bertramenghi. La torre veniva attribuita dal Gabiani alle famiglie Scarampi e Bertramenghi che avevano la loro dimora sull'angolo della piazza del Santo, con piazza delle Erbe di fronte alla chiesa patronale. La torre rimase inalterata fino all'opera di risanamento del Canton del Santo, quando fu demolita con tutto l'isolato. Nell'ambito della riorganizzazione funzionale e del risanamento del Canton del Santo, si è focalizzata in primo luogo, la richiesta di demolizione dell'isolato per motivi igienici e di pubblica sicurezza, con l'approvazione del Dott. Giovanni Boffa, dell'Ufficio d'igiene. Verranno analizzate le cause, le motivazioni, gli obbiettivi e i dibattiti discussi nelle deliberazioni podestarili dall'allora Amministrazione nel redigere un progetto di risanamento così imponente e complesso; infatti, molto importante sarà la convenzione stipulata tra il Comune e la Cassa di Risparmio di Asti del 25 marzo 1934, con il Piano particolareggiato di risanamento e sistemazione edilizia del centro urbano (adiacenze delle piazze di San Secondo e dello Statuto e quartiere Canton del Santo) dell'ingegnere Domenico Schiavinato, approvato il 14 luglio 1934. In seguito, con l'approvazione ministeriale del 7 novembre dello stesso anno, vennero dichiarati di pubblica utilità i lavori progettati dal Comune e quindi poterono iniziare le perizie di stima delle unità parcellari dei fabbricati esistenti nell'isolato Canton del Santo. Particolare attenzione è stata posta alla cessione dei fabbricati ai Comune, da parte dei privati, per procedere ai lavori di demolizione. Infatti, furono presentati i ricorsi dei proprietari Butti, DeBenedetti, Torchio, Ferrero. Non arrivando a nessun compromesso il Tribunale di Asti, incaricò l'ingegnere Francesco Celotti a procedere ad un'ulteriore perizia di stima degli stabili del Canton del Santo. La conseguente rinuncia al progetto della Cassa di Risparmio di Asti, datata 31 dicembre 1935, suscitò l'interesse dell'istituto Nazionale delle Assicurazioni, che stipulò la convenzione d'acquisto dell'area con il Comune il 5 novembre 1936. Lo studio finale della tesi analizza il progetto definitivo del febbraio 1938 dell'Ingegnere Gino Cipriani (vicedirettore dell'istituto Nazionale delle Assicurazioni), nell'intervento di risanamento per la sistemazione delle piazze del Santo e dello Statuto con la realizzazione del palazzo dell'I.N.A. Lo studio evidenzia una similitudine architettonica con il palazzo dello stesso istituto della città di Ferrara, realizzato cinque anni prima nel 1933 dallo stesso ingegnere in collaborazione con gli architetti Ferdinando Forlati e Giuseppe Machin. L'analisi si è potuta realizzare attraverso nozioni bibliografiche e grazie al supporto cartaceo di vari documenti originali dell'epoca gentilmente concessi in visione dagli Archivi Storici Comunali delle città di Asti e di Ferrara.

Relatori: Paola Paschetto, Giovanni Maria Lupo
Tipo di pubblicazione: A stampa
Numero di pagine: 280
Parole chiave: Rione Del Santo - Asti
Soggetti: U Urbanistica > UB Architettura del Paesaggio
Corso di laurea: Corso di laurea in Architettura
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/51
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