Chiara Ferrua
Villa Saraceno a Chieri, problemi di conservazione.
Rel. Maria Grazia Vinardi. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2006
Abstract: |
La scelta di condurre uno studio sulla Villa Saraceno di Chieri è legata all' interesse verso il territorio in cui si situa il fabbricato (la collina della Serra, a nord di Chieri, costellata di antiche "vigne" edificate tra la fine del Seicento e la metà dell'Ottocento) ed alla consapevolezza di affrontare un tema inedito. Mentre infatti alcune pubblicazioni, non solo a livello universitario, hanno preso in esame le splendide e rinomate Ville della Moglia e del Cipresso - entrambe site nel territorio chierese, in merito alle numerose "vigne" collinari meno conosciute ci si deve riferire solamente a brevi cenni contenuti negli studi del Grossi e della Gribaudi Rossi in cui la villa oggetto del presente studio è citata, assieme alla vicina "Villa dell' Ill.ma Sig. Contessa Gilio di Mombello", come "Villa della Contessa Saraceno della Torre". In un primo momento ho visitato alcune delle ville "minori" e dai catasti di Chieri ho raccolto informazioni sull'epoca di costruzione e sui passaggi di proprietà, riassumendone i dati in una tabella che riporta brevi cenni storici e individua, comparandoli, i caratteri architettonici. L'avvicinamento alla conoscenza della Villa Saraceno è stato condotto attraverso fasi di studio consequenziali. Ho preso innanzi tutto contatto con i proprietari che hanno manifestato per la ricerca un vivo interesse, legato al desiderio di operare interventi di ristrutturazione (se non proprio di restauro) e di adibire i numerosi edifici che compongono la villa a destinazione diversa dall'attuale. Ho raccolto poi, con il consenso della proprietà, il materiale fotografico ed ho effettuato un rilievo architettonico minuzioso per prendere conoscenza dell'esistente, lavoro che ha richiesto molto tempo data la vastità e complessità degli edifici: la villa (piano interrato e tre piani fuori terra) e la cappella insistono su una superficie di 427 mq. ed il rustico (tettoia, stalla) su una superficie di 168 mq. Ho affrontato quindi l'analisi storica e quella cartografica che ho svolto consultando gli archivi di Stato di Torino (di Corte e Riunite), quello - ricchissimo - di Chieri, l'Archivio Arcivescovile e quello della Parrocchia di San Giorgio di Chieri (per la cappella) e le Biblioteche di Facoltà e di Dipartimento. Grazie alle informazioni ricavate dai documenti e all'analisi in sito delle tecniche costruttive ho potuto ricostruire un quadro attendibile delle numerose fasi di impianto e degli ampliamenti e stabilire una cronologia degli interventi. Il lavoro è proseguito con lo studio degli ambienti della villa e delle pertinenze, di cui ho steso una relazione che descrive dettagliatamente tutti i locali della fabbrica civile, rustica e la cappella. Per l'analisi delle tecniche costruttive delle diverse epoche ho fatto uso di specifici manuali storici del Sette e Ottocento ed ho consultato alcune tesi di laurea, materiali che hanno supportato le ipotesi cronologiche. In seguito ho elaborato schede che individuano e descrivono lo stato dei difetti, formulando proposte di intervento. L'analisi ha riguardato tutti gli ambienti (più di trenta), il prospetto principale e la scala d'accesso al giardino. Estremamente importanti a tale scopo sono stati l'esame visivo effettuato in sito, la documentazione fotografica e i dati storici raccolti ed elaborati nella fase precedente. La costruzione, nononstante interventi recenti, ha mantenuto pressoché intatte le sue connotazioni architettoniche, anche se in grave stato di fatiscenza. Da ciò è possibile leggere oggi, attraverso la stessa struttura materiale, la sequenza delle trasformazioni, le tecniche costruttive e la funzionalità storica delle parti civili e del rustico. Il nucleo più antico della villa era stato costruito da Carlo Cantone tra il 1730 e il 1738. La casa passò poi ad un illustre accademico, l'abate Domenico Francesco Bencini, direttore della Biblioteca Universitaria, che la utilizzò come "villeggiatura" fino al 1744, anno della sua morte. All'epoca di Bencini potrebbe risalire la costruzione di un'ampia cappella (oggi se ne conservano pochi resti) dedicandola a Santa Teresa, ma non è da escludere che essa sia stata riallestita in un'epoca più tarda, come confermano le fonti. Il periodo in cui furono operati i maggiori interventi sulla struttura (costruzione della cappella, sopraelevazione di un piano e realizzazione di una bella scala di accesso, ampliamento dell'ala est con una cucina al piano seminterrato, costruzione di un primo nucleo di edifici rurali), corrisponde agli anni tra il 1746 e il 1772. I nuovi proprietari erano i fratelli Domenico e Galeazzo Pagano, abitanti a Torino, capomastri luganesi. Galeazzo scrive di sé, in un documento (Archivio di Stato di Torino) che era "capomastro ed impresario di fabbriche e fortificazioni" e che per oltre 45 anni aveva avuto "l'onore di servire e serve ancora di presente [1771] la M.V. 111.ma [Carlo Emanuele III] nella costruzione del Real Teatro, e Segreterie". Un fallimento che coinvolse la famiglia obbligò i Pagano a cedere l'intera proprietà con i terreni di pertinenza. Dopo un breve periodo in cui la proprietà passò alla famiglia Rivoira di Torino, subentrarono i conti Saraceno di Torre Bormida legati alla Corte di Torino, che la tennero per più di ottanta anni, dal 1781 al 1864. La villa assurse verosimilmente al massimo splendore: 1' ultimo piano fu abbellito con decorazioni murali che si sono in parte conservate; a breve distanza dalla villa, su un poggio molto panoramico, fu costruito il "belvedere Saraceno" raggiungibile tramite un "luogo di passaggio" che doveva essere dotato di viale alberato (ne rimangono tracce solamente orali). Con Filippo Saraceno, archivista all'Archivio di Corte di Torino (ove si conserva un "fondo" di sette faldoni da cui ho potuto trarre notizie biografiche), inizia il periodo di decadenza. Malfermo in salute, Filippo lascia Torino e si trasferisce con i suoi libri in una grande cascina presso Savigliano (loc. Bosco del Ghè) e, prima di venderla, affida la villa di Chieri ad un suo agente che l'affitta a famiglie contadine con numerosa prole. Dal 1865 sino alla fine del secolo la villa appartenne ai Masera, famiglia di industriali tessili di Chieri. In quell'epoca era frequentata esclusivamente come casa di villeggiatura e la parte rustica subì rifacimenti e modifiche dell'impianto distributivo interno, in particolare con l'adattamento ad abitazione dell'ala ad ovest compresa fra la villa e la cappella.. Nell'anno 1900 passò alle sorelle Radino (eredi dei Masera) e nel 1909 pervenne, per acquisto, ai Rubatto che la utilizzarono a fini agricoli. La destinazione comportò significative trasformazioni che ne offuscarono l'antico aspetto di residenza nobiliare. Conservare gli elementi che si sono stratificati durante le lunghe e complesse vicende costruttive della villa e delle sue pertinenze e adeguarli alle esigenze moderne è una delle prospettive alle quali ha guardato questa ricerca. Lo studio infatti si conclude con una ipotesi di rifunzionalizzazione che, in sintonia con le intenzioni degli attuali proprietari, propone di adattare a bed and breakfast una porzione significativa dell'edificio: ho recuperato al piano seminterrato l'antica cucina, destinato le stalle a sala ristorante e ricavato all'ultimo piano alcune camere per il pernottamento degli ospiti. Mi auguro che la ricerca condotta possa diventare la linea guida dei futuri indispensabili interventi di restauro del complesso. |
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Relatori: | Maria Grazia Vinardi |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Numero di pagine: | 147 |
Parole chiave: | villa Saraceno - Chieri - conservazione - restauro |
Soggetti: | R Restauro > RA Restauro Artchitettonico |
Corso di laurea: | Corso di laurea in Architettura |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/506 |
Capitoli: | - Bibliografia - Prefazione - Introduzione II territorio Tabella comparativa delle ville nelle regioni Serra e Miglioretto - Le fasi di impianto Il primo proprietario Cantone ( 1702-173 8) L'Abate Bencini (1738-1745) I capomastri luganesi Domenico e Galeazzo Pagano (1746-1772) La famiglia Rivoira (1772-1780) La "dinastia" dei conti Saraceno di Torre Bormida (1781-1864) I Masera (1865-1899) II Novecento: da villa a cascinale con palazzo (1900-oggi) - Valutazioni conclusive sulle fasi edilizie - Descrizione architettonica e tecniche costruttive La villa e le sue pertinenze La scala d'accesso alla villa I cortili e il giardino La "crotta sotterranea" e la "camera focolare" II piano terreno La scala settecentesca Le camere del primo piano I locali del piano sottotetto La cappella di Santa Teresa Stalla e fienile II fabbricato rustico e la tettoia - Identificazione dello stato di degrado e ipotesi di intervento Le strutture verticali Solai e volte Le coperture Le pavimentazioni Gli intonaci I collegamenti verticali I serramenti L'apparato decorativo Inferriate, ringhiere e cancelli - Ipotesi di rifunzionalizzazione del complesso - Considerazioni conclusive - Allegati Documenti d'archivio e trascrizioni Documentazione cartografica Tavole |
Bibliografia: | BarrerA Francesco, Guenzi Carlo, Pizzi Emilio, Tamagno Elena, L'arte di edificare: manuali in Italia 1750-1950, Milano 1981. BARTOLOZZI Carla, CERRI Maria Grazia, Il restauro architettonico per le grandi fabbriche, (Atti del Corso di perfezionamento in Restauro, a.a. 1987-1988), Torino 1989. COMOLI MANDRACCI Vera, Itinerari juvarriani, Torino 1995. FRANCHI - Verney Alessandro, Armerista delle famiglie nobili e titolate della Monarchia di Savoia, Torino 1873. FRANCHI - VERNEY Alessandro, Elenco provvisorio delle Famiglie Nobili e titolate del Piemonte, Torino 1893. GALLINA Giuseppe, Il mio libro. Cinquant 'anni di lavoro. Raccontini dal vero. Pagine dal diario 1899-1906, Chieri 1930. GHIVARELLO Roberto, Antiche chiese e cappelle: patronati e benefici ecclesiastici di Chieri, Chieri 1960. GIORDANO Giacinto, La villa "Cipresso " a Chieri: analisi storica e indirizzi di recupero, Torino 1986-1987, tesi di laurea in Architettura (Politecnico di Torino), relatori proff. Cerri Maria Grazia, Vinardi Maria Grazia. GRASSI Francesco, Professioni e cantieri nel Seicento e Settecento Sabaudo dall'archivio della Compagnia di Sant'Anna dei Luganesi, Torino 1995-1996, tesi di laurea in Architettura (Politecnico di Torino), relatore prof.ssa Comoli Mandracci Vera. Gritella Gianfranco, Juvarra. L'architettura, Ed. Panini, Modena 1992. GROSSI Amedeo, Guida alle Cascine, e Vigne del territorio di Torino, e contorni [con aggiunta dell'indice dei nomi, a cura di Gribaudi Rossi Elisa, Torino 1968] supplemento alla descrizione della città, e variazioni occorse, Torino 1791, vol. II. GROSSI Amedeo, Manuale dell'estimatore contenente gli elementi di perizia occorrenti per la costruzione di qualunque edifizio sì civile che rustico, nonché per la cognizione del valsente degli oggetti cadenti in commercio con ragguaglio e corrispondenza delle misure di Piemonte con quelle metriche, ed aggiunta per le vigenti superiori provvidenze riguardanti le servitù prediali emanate nel titolo 4° del libro 2° del codice civile. Opera compilata in ristampa di quella edita nel 1790 dal signor Amedeo Grossi, corretta, riordinata e ed accresciuta per cura del regio Geometra ed Estimatore giurato Giuseppe Roggeri, Torino 1845. LUCCHESI Alessandra, PALMIERI Luisella, Le murature del ' 700 piemontese: i materiali e le tecniche, Torino 1990-1991, tesi di laurea in Architettura (Politecnico di Torino), relatore prof.ssa Zorgno Anna Maria. MANDRACCI COMOLI Vera (a cura di), Luganensium Artistorum Universitas, L'archivio e i luoghi della Compagnia di Sant'Anna tra Lugano e Torino, Lugano 1992. MANNO Antonio, II patriziato subalpino, notizie di fatto storiche, genealogiche, feudali ed araldiche desunte da documenti, Firenze 1895-1906, vol. XXIV. Merlo Gabriella, Ravizza Carlo, Cifani Arabella, Monetti Franco, Gli artisti a Torino dai Censimenti 1705-1806, Torino 1996. MUSSO E COPPERI costruttori, Particolari di costruzioni murali e finimenti di fabbricati, Torino 1885-1887. Periotto Mariagiovanna, Professioni e cantieri nel '600 e '700 sabaudo dall'Archivio della Compagnia di Sant 'Anna dei Luganesi, Torino 1993-1994, tesi di laurea in Architettura (Politecnico di Torino), relatore prof. Comoli Mandracci Vera. PIOVANO Giovanni, Divagazioni per l'agro chierese. Note di toponomastica, Roma 1973. Spreti Vittorio, Enciclopedia storico nobiliare italiana, Milano 1928-1936, vol. IV. VANETTI Guido, "Cappi Mastri e Maestranze" nei cantieri chieresi del Fittone e del Quarini, Chieri 1992. VANETTI Guido, Chieri. Appunti di storia, Chieri 1996. VANETTI Guido, Chieri e il suo territorio, Chieri 1995. VANETTI Guido, Chieri. Dieci itinerari tra Romanico e Liberty, Chieri 1994. |
Tavole: | - Lo stato di fatto tav. 1 Inquadramento generale: il territorio nei secoli XIX e XX tav. 2 Rilievo: planimetria generale, piano interrato e terreno tav. 3 Rilievo: piano primo e secondo, pianta delle coperture tav. 4 Rilievo: prospetti tav. 5 Rilievo: sezioni - Le analisi tav. 6 Cronologia delle fasi di impianto tav. 7 Cronologia delle fasi di impianto tav. 8 Materiali, degrado, interventi: il fronte principale e la scala d'accesso al giardino tav. 9 Materiali, degrado, interventi: piano interrato tav. 10 Materiali, degrado, interventi: piano terreno e scala principale tav. 11 Materiali, degrado, interventi: piano terreno tav. 12 Materiali, degrado, interventi: la scala settecentesca tav. 13-14 Materiali, degrado, interventi: piano secondo tav. 15 Materiali, degrado, interventi: stalla, fienile e cappella tav. 16 Materiali, degrado, interventi: fabbricato rustico e tettoia - II recupero tav. 17 Progetto di rifunzionalizzazione: piante, prospetti e sezioni - Tavole in scala tav. 18-30 Rilievo: piante, prospetti e sezioni - scala 1:100 tav. 31-60 Materiali, degrado, interventi - scala 1:100 tav. 61-68 Progetto di rifunzionalizzazione: piante, prospetti e sezioni-scala 1:200. |
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