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Recupero urbano del M.Ar.Di.Chi : una proposta progettuale

MARCO GILI

Recupero urbano del M.Ar.Di.Chi : una proposta progettuale.

Rel. Paolo Mellano. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2016

Abstract:

INTRODUZIONE

La scelta di sviluppare questa tesi nasce dalla volontà di approfondire il tema attuale che riguarda la dismissione e la vendita di alcuni beni immobili militari, il tema è sorto dalle politiche promosse negli ultimi anni dal Ministero della Difesa.

A rafforzare la mia idea di cimentarmi in questo lavoro, l'atelier di progettazione dell'ultimo anno di laurea magistrale ha svolto un ruolo cruciale, infatti abbiamo trattato lo stesso tema in un'altra zona della città di Torino. Inoltre, nella fase iniziale di questo laboratorio, ho partecipato ad un workshop, realizzato in collaborazione tra il politecnico di Torino e quello di Milano, che aveva come scopo l'intento di proporre dei progetti di recupero urbano su caserme e aree militari dismesse presenti nelle due regioni. Gli argomenti trattati sono stati molto interessanti; ho deciso quindi di incentrare la tesi su un'altra area facente parte di quell'elenco di aree e fabbricati che verranno trasformati: l'ex M.AR.DI.CHI (acronimo di magazzino di artiglieria e difesa chimica) di Torino, sito in via Bologna. L'area è di interesse strategico in quanto la riqualificazione di questa zona fa parte di un progetto ben più ampio, di durata ventennale, che si estende su una grande parte del territorio comunale della città: la variante 200; questa ha come scopo la realizzazione della seconda linea della metropolitana utilizzando l'ormai dismesso trincerone dello scalo Vanchiglia. In aggiunta al sistema metropolitano, avverrà una riqualificazione delle aree limitrofe che comprendono strutture dismesse o abbandonate. La motivazione principale che ha creato in me l'interesse per affrontare questa ricerca è stata inoltre il mio interesse per tutti gli interventi che hanno come obbiettivo il recupero di strutture già esistenti: strutture spesso dismesse senza che gli sia attribuita una nuova funzione. Il recupero della cosiddetta energia grigia al fine di salvaguardare le aree non ancora edificate è un tema che mi appassiona per diversi aspetti:

-Recuperare, valorizzare, trasformare e migliorare l'efficienza degli edifici esistenti, adeguarli a nuove funzioni; «questi sono i temi che impegneranno maggiormente architetti e imprese nel prossimo futuro, anche in considerazione della saturazione del mercato edilizio e della minore richiesta di nuove costruzioni».

-La possibilità di convertire aree ex militari, come questa di un ex Magazzino di artiglieria e difesa chimica, in luoghi fruibili dai cittadini, con un particolare riguardo per le fasce più deboli della popolazione, tramite l'impiego di politiche incentrate sulla realizzazione di edilizia pubblica residenziale. Infatti "nonostante l'Italia sia tra le nazioni più ricche e industrializzate [...] non siamo in grado di assicurare un alloggio alle fasce più deboli della popolazione".

-I benefici, in termini di vivibilità e sicurezza, che si avrebbero sulle zone limitrofe con il recupero di queste aree (che sono per lo più aree non controllate, non sicure e non protette). Questo complesso si trova oggi in posizione relativamente centrale nella nuova città allargata di Torino. Molte di queste aree, che sono disseminate in diverse città italiane, sono nate come siti industriali: un tempo si trovavano ai margini delle città mentre ora sono stati inglobati nelle periferie o addirittura in parti della città che hanno assunto una forte centralità nell'estensione delle città moderne. Inoltre avendo perso la loro funzione originaria, si trovano in una sorta di "limbo" in cui vige l'incuria, l'abbandono e il totale disinteresse da parte delle istituzioni.

Spesso assegnare nuove funzioni a queste aree consente di avere effetti positivi non solo sulle stesse, ma anche sui quartieri limitrofi.

Questi siti dismessi si trovano spesso in quartieri periferici delle città, dove la presenza di cittadini provenienti da altri paesi e solitamente maggiore. Il recupero di questi complessi, con la conseguente creazione di nuove strutture in cui possano incontrarsi, conoscersi e collaborare i cittadini stranieri con la popolazione autoctona, favorirebbe certamente un processo di integrazione di queste popolazioni.

La conoscenza e l'integrazione di nuove culture, nuove usanze, nuove cucine credo sia una possibilità di accrescere la cultura stessa di una nazione; basti pensare che nel corso del Rinascimento la capacità di attrarre stranieri da altri paesi era motivo di vanto e indicatore della grandezza di uno stato.

Mi piace pensare che questo processo di integrazione si possa applicare anche a queste strutture dismesse: con un processo che mira a trasformarle e inglobarle nel tessuto urbano della città circostante, proprio come se non fossero mai state abbandonate e isolate, come se ne avessero sempre fatto parte. Tale unione però non deve cancellare l'identità storica e culturale propria del luogo.

Relatori: Paolo Mellano
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GG Piemonte
R Restauro > RA Restauro Artchitettonico
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-04 - ARCHITETTURA E INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/4974
Capitoli:

INDICE

0.Introduzione

1.Il tema del recupero sostenibile di aree dismesse

1.1.La nascita della questione

1.2.La definizione di un approccio ecologico

2.Inquadramento storico territoriale del borgo

2.1.I confini e l'origine del Borgo Regio Parco

2.2.l'espansione del borgo nel tempo

2.3.II PRG del 1995

2.4.II Borgo oggi

2.5.La Variante 200

3.La storia del M.Ar.Di.Chi

3.1.II complesso

3.2.Militarizzazione e dismissione

4.Stato di fatto e rilievo fotografico

4.1.L'area circostante

4.2.II M.Ar.Di.Chi oggi

5.Il Progetto

5.1.II concept

5.2.II Masterplan

5.3.Piante generali e destinazioni d'uso

5.4.L'asilo

5.5.II mercato coperto e le attività produttive

5.6.Le residenze

5.7.Spunti progettuali

6.Elaborati grafici - Tavole

6.1.Inquadramento

6.2.Masterplan Generale

6.3.Planimetrie generali

6.4.Asilo

6.5.Piazza coperta

6.6.Residenze

6.7.Immagini 3D

7.Bibliografia e sitografia

Bibliografia:

BIBLIOGRAFIA

LIBRI

PAOLA GALLO, Recupero bioclimatico edilizio e urbano, strumenti, tecniche e casi studio, Casoria (NA), Arti grafiche Italo Cernia, 2010, pp. 3-4.

CITTA' DI TORINO, ASSESSORATO PER IL DECRETAMENTO E ORGANIZZAZIONE, Vademecum del cittadino, quartiere 20 Regio Parco, Barca, Bertolla, Torino, stampa Turingraf, 1976, pp. 7-8.

DAVICO PIA, DEVOTI CHIARA, LUPO GIOVANNI MARIA, VIGLINO MICAELA, La storia della città per capire il rilievo urbano per conoscere. Borghi e borgate di Torino, Torino, Politecnico di Torino, 2014, pp. 216-227.

GARGIULO CARMELA, Processi di trasformazione urbana e aree industriali dismesse: esperienze in atto in Italia, Venezia, AUDIS, 1999-2000, pp. 50-57.

CHEVIAKOFF SOFIA, Asili: progetti e design, Modena, Logos, 2002, pp. 52-57.

TESI

DRAGO Giulia, Conversione per la Conservazione: una proposta progettuale per l'ex magazzino di artiglieria e difesa chimica di Torino, rel. Gentucca Canella, Monica Naretto, tesi discussa presso il Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, A.A. 2014-2015.

SITOGRAFIA

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/ltalia/2010/04/tabella-allegato-decreto- caserme.shtml?uuid=bb9bba94-43fd-lldf-beb3-b277d7659aaf

http://www.lastampa.it/2010/05/ll/cronaca/l-esercito-in-ritiratavende-quattro-caserme-

pwgHBrjgrue8w6RGjV97RP/pagina.html

http://www.piacenzal733.com/it/storia/

http://www.museotorino.it/view/s/e6886962e6464f6f8cdecc6cc8f9ab5d

https://it.wikipedia.org/wiki/Stazione_di_Torino_Vanchiglia

http://www.levocell.it/

http://abetlaminati.com/collezioni/meg/

http://www.capitalieuropee.altervista.Org/3/309.html

http://www.interboropartners.com/projects/lentspace

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