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Le case in terra cruda nell'alessandrino : ipotesi di recupero di un complesso rurale abbandonato

Anna Mercadante

Le case in terra cruda nell'alessandrino : ipotesi di recupero di un complesso rurale abbandonato.

Rel. Andrea Bocco. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città, 2016

Abstract:

INTRODUZIONE

L'uomo da sempre ha costruito la propria dimora utilizzando materiali tradizionali come il legno, la pietra e la terra.

In particolare, molte città sono interamente costruite in terra, alcune tra le quali inserite nel Patrimonio Mondiale dell'UNESCO.

Nonostante ciò, si assiste al diffuso pregiudizio, dettato da una mancata conoscenza delle potenzialità del materiale terra cruda, che porta spesso a pensare che le costruzioni in terra riguardino solo le case rurali o, come afferma l'architetto Eugenio Galdieri, è comune il pensiero secondo il quale una costruzione in terra cruda sia sempre sinonimo di una condizione di miseria materiale. Questo fattore, unito alla diffusione nel mercato edilizio di materiali industriali, a partire dalla seconda metà del XX secolo, ha contribuito in modo decisivo al declino e all'abbandono di tale tecnica. Recentemente, una più forte attenzione riguardo all'impatto ambientale degli edifici ha spinto studiosi e tecnici del settore all'utilizzo e alla riscoperta di materiali ecocompatibili, sostenibili, naturali, fra i quali la terra.

Nella seguente tesi è stato analizzato nello specifico il caso della provincia di Alessandria. Essa presenta uno dei più consistenti patrimoni di architettura in terra cruda in Italia, nello specifico la zona denominata Fraschetta : area delimitata tra Alessandria, Tortona e Novi Ligure, studiata, sin dall'inizio del XX secolo, da figure come Lorenzi e Coppa Patrini. In questa zona, quasi tutti gli edifici costruiti durante l'Ottocento e la prima metà del Novecento sono caratterizzati dall'utilizzo della terra cruda; tale aspetto definisce in modo indistinguibile il territorio. Tutte le costruzioni hanno in comune l'utilizzo della terra che giace "sotto i piedi" di chi si prepara a costruire; questo fattore ha fatto sì che l'architettura di terra diventasse una delle più antiche e diffuse forme di autocostruzione.

Come tutte le tecniche empiriche, tramandate di generazione in generazione, anche quella della terra cruda si è affermata secondo le esigenze microclimatiche locali.

Gli edifici in terra dell'Alessandrino sono una testimonianza di costruzioni naturali, che si stanno rivalutando. Per potervi intervenire al meglio, risulta fondamentale conoscere la tecnica con cui sono stati costruiti e le loro caratteristiche.

Nella prima parte della seguente tesi vengono analizzate le tecniche costruttive tradizionali, lo stato attuale degli edifici in terra cruda e i possibili interventi di recupero. Nella seconda parte si propone un progetto di recupero e rifunzionalizzazione di un complesso rurale abbandonato, collocato nel comune di Alessandria.

Relatori: Andrea Bocco
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AD Bioarchitettura
R Restauro > RA Restauro Artchitettonico
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/4718
Capitoli:

0.INTRODUZIONE

1.Le costruzioni in terra cruda: sviluppo e diffusione.

Il caso alessandrino

1.1.L'architettura in terra: diffusione e trattatistica

1.2.Il caso alessandrino: nascita e diffusione del costruito in terra cruda

1.3.La Fraschetta: la natura del terreno

1.4.Sviluppo delle case di terra nel territorio alessandrino

1.5.Tipi edilizi della Fraschetta

1.5.1.La trunera e il cascinotto

1.5.2.La cascina

1.5.3.Le case d'abitazione

1.6.Analisi degli edifici: la tecnica utilizzata nella Fraschetta

1.6.1.Le fondazioni

1.6.2.Prima tecnica: costruire con la terra battuta

1.6.2.1.Caratteristiche fisiche e meccaniche della terra battuta

1.6.3.Seconda tecnica: costruire con i mattoni crudi

1.6.4.Le volte e i solai

2.Stato attuale del patrimonio: degrado, consolidamento e ripristino Azioni di tutela per la conservazione

2.1.Cause del degrado

2.1.1.Cause di degrado antropiche

2.1.1.1.La fondazione e l'attacco a terra

2.1.1.2.L'intonaco

2.1.2.Cause di degrado naturali

2.2.Cause di dissesto

2.2.1.II dissesto nelle fondazioni

2.2.2.Le aperture

2.2.3.II dissesto nelle murature

2.2.4.II dissesto nella copertura

2.3.Tecniche di recupero del patrimonio esistente

2.3.1.Consolidamento strutturale

2.3.2.Intervenire sulle fondazioni

2.3.3.Intervenire sul solaio controterra

2.3.4.Intervenire sull'intercapedine perimetrale dell'edificio

2.3.5.Intervenire sulle lesioni, fessurazioni ed erosioni

2.3.6.Intervenire sulla copertura

2.3.7.Intervenire sulle aperture

2.3.8.Intervenire sull'intonaco

2.3.8.1.L'intonaco a base di terra

2.4.Quadro normativo, azioni di tutela

2.4.1.Legge Regionale Piemonte n.2 del 16 Gennaio 2006

2.5.Come adeguare le costruzioni in terra alle norme italiane

3.Caso studio: analisi stato attuale

3.1.Inquadramento

3.2. I cascinali Pagella: lo stato attuale

3.2.1.Stato attuale della cascina Zerba

3.2.1.1.Stato del degrado

3.2.2.Stato attuale edificio n°2: il cascinotto

3.2.2.1Stato del degrado

4.Il progetto

4.1.Obiettivi del progetto

4.2.L'azienda agricola

4.2.1.La produzione e i servizi offerti dall'azienda agricola

4.3.Scelte progettuali per la cascina Zerba

4.3.1.La distribuzione orizzontale e verticale

4.3.2.Le aperture

4.3.3.Le funzioni

4.3.4.Le soluzioni tecnologiche

4.3.4.1.II solaio controterra, l'intercapedine perimetrale e le fondazioni

4.3.4.2.II solaio interpiano

4.3.4.3.Parete perimetrale: il cappotto esterno in canna palustre

4.3.4.4.La copertura e l'ultimo solaio

4.4.Un'abitazione per il cascinotto

4.4.1.Soluzioni progettuali

4.4.2.Soluzioni tecnologiche

4.4.2.1.II solaio controterra e l'intercapedine perimetrale

4.4.2.2.Parete perimetrale esterna e solaio interpiano

4.4.2.3.La copertura e l'ultimo solaio

5.Conclusioni

6.Bibliografia

7.Tavole allegate

8.Ringraziamenti

Bibliografia:

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Legge Regionale Piemonte n. 2 del 23 febbraio 2015 "Requisiti tecnici ed igienico sanitari "

UNI 11182:2006

"Beni culturali. Materiali lapidei naturali ed artificiali. Descrizione della forma di alterazione. Termini e definizioni "

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