Campidoglio 2020 : la borgata sostenibile

Torino è una delle città più verdi d'Italia. Un'affermazione apparentemente discordante con il passato industriale della città, ma che trae fondamento concreto dalla comparazione con gli altri sistemi urbani che caratterizzano la penisola. La realtà è molto diversa dalle opinioni, non per motivi di interpretazione, ma per il tempo che le opinioni comuni impiega a seguire i cambiamenti in atto. Oggi si può tranquillamente affermare che Torino era "grigia", ma oggi è certamente più verde. Questo è frutto di una politica di governance che ha voluto riscattare ideali legati al passato, accettandole come punto di partenza - e forse sfida - per il processo di sviluppo della città.

E così negli ultimi decenni si è assistito ad una sempre maggiore riconversione delle aree morte della città in spazi verdi e dedicati al cittadino (Torino è prima anche in termini di spazi sociali lastricati).

Il culmine delle politiche di "inverdimento" della città si è però raggiunto solo negli ultimi anni, con la sempre maggiore adesione di piccoli e medi enti, che agiscono direttamente sul territorio coinvolgendo i cittadini in prima persona. Il passo decisivo si è compiuto nel 2011, anno in cui l'amministrazione comunale ha aderito all'iniziativa Smart Cities & Communities promossa dalla Commissione Europea. La scommessa mira ad una "città intelligente", una città che, nel rispetto dell'ambiente, attraverso l'utilizzo della tecnologia, porterà una riduzione dei consumi energetici degli edifici e promuoverà una rete di trasporti puliti, favorendo la qualità della vita dei residenti dell'area metropolitana. L'indico del cambiamento dottato da Torino Smart city è la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, (il grigio dei comuni cittadini) che servirà da bussola per tutti i capitoli che seguono.