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Lavoro, Patria ed Umanità: le architetture di Rosazza realizzate da Federico Rosazza Pistolet e Giuseppe Maffei

Ilaria Erika Libutti

Lavoro, Patria ed Umanità: le architetture di Rosazza realizzate da Federico Rosazza Pistolet e Giuseppe Maffei.

Rel. Sergio Pace. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città, 2016

Abstract:

A nord di Biella si estende, su un territorio di circa cento chilometri quadrati, la Valle Cervo, la quale comprende al suo interno numerosi piccoli borghi. Tra questi, nell’alta Valle, come una perla incastonata fra le scoscese pareti delle montagne circostanti, sorge Rosazza.

Essa è l’emblema della Valle, la quale, seppur all’apparenza aspra, presenta la sua ricchezza nelle proprie radici, nelle acque dei torrenti Cervo e Pragnetta, nei pascoli, posti ad alta quota, e nelle montagne stesse.

Queste sono costituite prevalentemente da sienite, i cui blocchi sono diventati fin dai secoli più antichi, il principale materiale costituente le opere edilizie dei valligiani, consentendo di realizzare, grazie alla maestria di generazioni di scalpellini, opere architettoniche ed infrastrutturali che hanno anche superato il confine italiano.

Rosazza non sarebbe tale senza i suoi valligiani, così abili nella loro arte, ma soprattutto senza l’opera di due grandi personaggi, i quali diedero vita ad un’architettura unica e misteriosa, che a distanza di più di un secolo affascina ed incuriosisce coloro i quali si trovano al suo cospetto.

L’opera filantropica si deve al binomio costituito dalle menti del Senatore Federico Rosazza e di Giuseppe Maffei, il primo nel ruolo di committente, mentre, il secondo nel ruolo di progettista e coordinatore delle costruzioni. Le realizzazioni, per lo più di carattere architettonico e infrastrutturale, furono ideate principalmente con destinazione pubblica, eccetto il castello, che mantenne, col trascorrere degli anni, una connotazione privata.

L’impiego di maestranze locali fu un ulteriore atto benefico, seppur indiretto, del Senatore nei confronti della sua terra d’origine, dal momento che questo consentì di trattenere nella Valle gli scalpellini che, in quel periodo storico, emigravano all’estero per esigenze economiche.

Osservando le architetture si può notare come esse siano contraddistinte da uno stile eclettico, eterogenee nella loro composizione, nella quale l’una risulta essere differente dall’altra, seppur ricche di dettagli e di simboli che possono essere ricondotti al mondo esoterico e massonico.

Le opere del Senatore riguardarono principalmente il territorio biellese, ma fu a Rosazza che vi fu l’intervento più importante, non solo dal punto di vista materiale, ma anche da quello spirituale. Da un lato esse ridisegnarono la conformazione urbana del paese, dall’altro diedero una nuova identità al territorio ed ai suoi abitanti.

Conoscere Rosazza significa non fermarsi all’apparenza di ciò che si vede con gli occhi, ma andare oltre, studiando ed analizzando la vita e la storia di Federico Rosazza Pistolet e di Giuseppe Maffei.

La tesi si articola in quattro capitoli.

I primi due sono dedicati alla biografia dei due personaggi attorno a cui si intreccia la storia di Rosazza: Federico Rosazza Pistolet e Giuseppe Maffei. In questi sono descritte le vicissitudini familiari, la formazione e le vicende che hanno portato alla realizzazione delle loro opere, attraverso il loro duplice rapporto, da un lato professionale nelle vesti di committente e pittore, dall’altro umano basato sull’amicizia e sulla fiducia reciproca, che li spinsero anche verso interessi per l’occultismo.

Il terzo è incentrato sulla descrizione dell’attività del Senatore Rosazza, la quale, con la partecipazione del pittore Maffei in molte di esse, spazia dall’architettura all’imprenditoria. È, però, soprattutto nella beneficienza che egli si contraddistingue per la sua bontà d’animo, come testimoniato dall’elenco delle opere attuate a sue spese.

Il fulcro della ricerca è rappresentato dalle opere architettoniche realizzate nel comune di Rosazza, luogo natale del Senatore. Esse furono lo strumento attraverso cui egli attuò una modifica radicale del paese non solo dal punto di vista urbanistico, ma soprattutto da quello sociale.

Il cimitero, la Chiesa e la Canonica, la Palazzina, il Castello Guelfo e le fontane sono analizzati sia nelle loro caratteristiche architettoniche ed artistiche, sia principalmente nelle vicende che hanno portato alla loro realizzazione attraverso la loro storia, anche mediante le parole stesse dei loro protagonisti.

Le fonti della tesi sono suddivisibili in due tipologie, quelle a stampa e quelle d’archivio. Per quanto riguarda le prime, esse sono costituite da una saggistica scritta essenzialmente dal medesimo autore. Queste trattano gli argomenti in maniera puntuale, narrandoli principalmente dal punto di vista storico.

Le fonti di maggior rilevanza sono, invece, costituite dalle svariate documentazioni, ricercate nei diversi archivi.

Il più importante è rappresentato dalla Fondazione Famiglia Piacenza, sito a Pollone, il quale possiede una vasta quantità di materiale inerente Federico Rosazza e Giuseppe Maffei.

Il fondo Federico Rosazza è suddiviso in due parti, le quali sono state entrambe consultate e analizzate.

La prima è composta dalla serie iconografica, che contiene al suo interno, suddivisi in diverse cartelle, gli acquerelli, i disegni, gli schizzi preparatori di tutte le opere architettoniche disegnate da Giuseppe Maffei per il Senatore. Questa serie è stata studiata nella sua interezza, in quanto sui disegni sono riportate le informazioni contenenti i materiali e lo stile costruttivo da seguire per la realizzazione delle opere.

Il secondo fondo, invece, raccoglie una vasta quantità di materiale riguardante la vita di Federico Rosazza, a partire dalla sua giovinezza fino alla morte. Esso comprende, a sua volta, sei serie, che sono suddivise in centouno mazzi. Lo stesso è composto da documenti di vario genere, che riguardano gli aspetti economici, familiari, di rappresentanza della sua vita. La parte di maggior rilevanza e consistenza è rappresentata dalla serie carteggio, la quale contiene le lettere che egli riceveva dai familiari, dai collaboratori, dagli amici e dai conoscenti. La ricerca si è incentrata, soprattutto, sulla corrispondenza inviata dal pittore Giuseppe Maffei, la quale si estende a partire dal 1865 al 1899, con lettere che venivano spedite con una cadenza di circa due/tre a settimana, salvo il periodo estivo in cui i due si trovavano insieme a Rosazza. Sono state, inoltre, consultate altre serie, fra cui quella inerenti i diversi lavori, contenente documenti che consentono di ricostruire informazioni sulle spese parziali e totali delle opere e sulle liste delle giornate degli scalpellini e dei lavoratori, oltre ad altri disegni e qualche acquerello del Maffei.

Un’altra consistente parte di materiale è composta dalla collezione privata di proprietà della Famiglia Vercellone, che è temporaneamente conservata all’interno della Sala Consiliare del Comune di Rosazza. Essa non è catalogata, ma contiene acquerelli e disegni realizzati dal Maffei, documenti inerenti la vita e le onorificenze del Senatore Rosazza, calchi in gesso di alcuni dettagli delle opere, fotografie di famiglia.

Un’altra rilevante fonte è costituita dalla collezione M.S. posseduta da un privato, che ha scelto l’anonimato. Essa, non catalogata, contiene disegni e documenti inerenti la vita del pittore Giuseppe Maffei e parte della corrispondenza col Senatore Rosazza.

Alcune informazioni relative alla formazione del pittore Giuseppe Maffei sono state rinvenute grazie alla consultazione dell’Archivio Storico dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Esse in particolare sono state dedotte da tre diversi fondi, contenenti gli atti accademici, gli atti a stampa e le relazioni delle commissioni accademiche.

È stato, anche, consultato l’Archivio di Stato di Biella, il quale presenta un fondo Rosazza composto da quattro mazzi, i quali contengono materiale vario, non catalogato e non inerente il Senatore. All’interno del mazzo tre, tuttavia, è stata rinvenuta una copia, di cui non si conosceva l’esistenza, della pubblicazione e deposito del testamento Olografo di Federico Rosazza redatto dal Notaio Maciotta.

Il lavoro è consistito nel rapportare le due tipologie di fonti, aggiungendo ad esse, in alcuni casi, un’interpretazione massonica. La notevole quantità di materiale autentico, in quanto redatto in modo autografo dal Rosazza e dal Maffei, reperito all’interno dei diversi fondi, ha portato alla scelta di dare maggior rilevanza di conseguenza alle fonti archivistiche.

Relatori: Sergio Pace
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AS Storia dell'Architettura
G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GG Piemonte
P Personaggi > PA Architetti
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/4513
Capitoli:

1 Introduzione

2 Federico Rosazza Pistolet: 1813 - 1899

3 Giuseppe Gerolamo Maffei: 1821 - 1901

4 Attività di Federico Rosazza imprenditore, benefattore e committente di architetture

5 Federico Rosazza e Giuseppe Maffei e la costruzione di Rosazza

5.1 Cimitero di Rosazza: 1874 – 1875

5.2 Chiesa e Canonica: 1875 - 1880

5.3 Palazzina e torre ghibellina: 1879 - 1883

5.4 Castello: 1883 - 1899

5.5 Fontane: 1873 - 1884

6 Conclusione

7 Bibliografia

8 Ringraziamenti

Bibliografia:

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- Valz Blin G. (a cura di), Rosazza: l’elevazione di un comune all’insegna dell’eclettismo, in “Arti figurative a Biella e a Vercelli. L’Ottocento”, Biella, 2006, pp. 125-128.

- Valz Blin G. (a cura di), Il ritiro forzato di Federico Rosazza Pistolet, in “Rivista Biellese”, a. XV, n. 4. Ottobre 2011, pp. 30-40.

- Valz Blin G. (a cura di), Una chiesa nel segno dell’unità nazionale, in “Studi e ricerche sul biellese”, n. 26, 2011, pp. 235-258.

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