Michelle Heloise Vecchia
La nuova Biblioteca civica della città di Torino : proposta progettuale di biblioteca all'interno di Torino Esposizioni.
Rel. Paolo Mellano, Raffaella Magnano, Domenico Racca, Maurizio Vivarelli. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio, 2015
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Abstract: |
Introduzione Nell'ottobre del 2013 sono state approvate nelle sedi istituzionali del Comune di Torino due mozioni si può precisare il tipo di atto amministrativo? per avviare la riqualificazione del Parco del Valentino e del Complesso di Torino Esposizioni: il primo documento impegnava l'amministrazione comunale ad assumere una serie di provvedimenti riguardanti la vasta area verde compresa tra il Po e corso Massimo d'Azeglio; il secondo aveva come oggetto la definizione di un progetto preliminare allo scopo di insediare a Torino Esposizioni la nuova biblioteca Civica Centrale della città di Torino. In questo senso, il primo luglio 2014, il Comune Torino ha redatto un masterplan e un protocollo di intesa con il Politecnico di Torino per il recupero e la rifunzionalizzazione del Complesso. È in questo contesto che si inserisce l'elaborazione del progetto proposto ed illustrato in queste pagine. Con esso, consapevoli della complessità di questo tipo di interventi e della numerosità degli attori coinvolti, si cerca di contribuire al dibattito circa la progettazione della nuova Biblioteca civica attraverso al definizione di elementi architettonici e biblioteconomici che ne inquadrano il ruolo all'interno del più ampio contesto di un Campus dell'Architettura e del Design che dovrebbe insediarsi sull'intera area. L'obiettivo principale di questo progetto è quello di pensare ad una grande biblioteca cittadina che, avendo come riferimento i modelli internazionali più virtuosi, diventi un luogo in cui spazi, informazioni e persone possano tra loro interagire in continuazione e in cui questa interazione possa generare output propulsori di ulteriori dinamiche culturali e sociali. Il modello di biblioteca a cui si aspira nel progetto non vuole essere un modello che risponda solo alle esigenze attuali, ma uno che cerchi anche di soddisfare quelle che si potranno manifestare sul lungo periodo. In questo modo, si tenta anche di rilanciare la concezione dell'istituzione della biblioteca che, forse in Italia più che in altri paesi, viene recepita come un'istituzione obsoleta e ormai incapace di fornire stimoli interessanti. Un ulteriore obiettivo, assolutamente non secondario, è quello di rendere il modello di biblioteca appena descritto coerente con la storia e l'architettura di un manufatto che rappresenta uno dei più importanti esempi del patrimonio architettonico moderno della città di Torino, il cui recupero e la tutela costituiscono appunto la priorità del progetto. Questa impostazione progettuale non si presta tuttavia ai livelli di dettaglio tipici di un progetto operativo definitivo, ma è maggiormente coerente con la definizione di spunti dai quali partire poi per l'effettiva realizzazione della biblioteca. La scala di dettaglio arriva, in questo senso, a sezioni in scala 1:50. Le motivazioni della scelta di questo tema progettuale non risiedono solo nell'unicità architettonica del complesso di Torino Esposizioni e nell'opportunità di un suo recupero, ma derivano anche da ragioni personali. Vivere nel quartiere di San Salvario, infatti, e frequentarne la facoltà di Architettura ed il parco del Valentino sono elementi che mi hanno coinvolta in maniera particolare sia come cittadina e fruitrice del luogo sia come studentessa e frequentatrice di biblioteche. In questo senso non c'è miglior architetto di chi, come potenziale fruitore di un luogo, è personalmente consapevole delle necessità a cui il proprio progetto deve rispondere. Per perseguire gli obiettivi prima citati è stato in primo luogo di fondamentale importanza approcciarsi al campo disciplinare della biblioteconomia per apprendere e capire le dinamiche che hanno luogo all'interno di una biblioteca: ad esempio come devono essere disposti i diversi settori perché interagiscano positivamente tra loro, quali sono i comportamenti degli utenti e le inclinazioni a cui i servizi offerti devono saper rispondere, quali devono essere le procedure di accessibilità al patrimonio documentario cartaceo e digitale. Per poter capire il funzionamento di una biblioteca e rendere gli spazi da progettare ad esso coerenti è stato necessario calarsi all'interno della disciplina biblioteconomica, compito tutt'altro che gravoso grazie alla fondamentale guida del professor Maurizio Vivarelli, docente di Bibliografia e biblioteconomia presso il Dipartimento di Studi storici dell'Università di Torino che, oltre a fornire una solida e puntuale bibliografia, mi ha permesso di assistere a diverse conferenze ed occasioni formative, in modo da conoscere sia la storia del servizio bibliotecario cittadino sia il dibattito attuale sul suo futuro. Di altrettanta importanza è stato vedere come nella pratica un architetto professionista si approccia ad un progetto bibliotecario. Per questo motivo ho intrapreso uno stage presso Area Progetti, studio di architettura specializzato nella realizzazione di biblioteche. Durante questa esperienza mi è stato possibile non solo prendere parte al processo di elaborazione di progetti, ma anche ipotizzare in prima persona i layout degli ambienti di una biblioteca e, soprattutto, vedere come si cerchi di mediare tra esigenze della committenza e caratteristiche del sito e del manufatto. La presente ricerca si struttura in otto capitoli. In primo luogo si è cercato di dare una panoramica completa di quello che è attualmente il dibattito in corso sul rapporto tra sistema bibliotecario e spazi urbani, andando successivamente approfondire il tema molto delicato e dibattuto dell'identità che ha oggi la biblioteca, su il ruolo che essa svolge, sulle funzioni che contiene e le attività che propone (cap. 1). Nel percorso di avvicinamento allo specifico caso studio è stato svolto un' breve excursus storico relativo al sistema bibliotecario urbano torinese (cap. 2), partendo dalla sua nascita con le biblioteche circolanti e arrivando allo stato di fatto, costituito dall'insieme delle biblioteche civiche torinesi e dal sistema bibliotecario metropolitano. La tradizione torinese in ambito bibliotecario, proprio per il suo contributo all'attuale modello di biblioteca, giustifica la necessità di una biblioteca con le caratteristiche precedentemente descritte. Tale affermazione viene approfondita e giustificata nel capitolo successivo (cap. 3). La risposta alla domanda "perché una nuova biblioteca a Torino?" rappresenta la base da cui prende forma il progetto di rifunzionalizzazione vero e proprio del complesso di Torino Esposizioni. In primo luogo è stato utile tracciare un breve percorso storico ed urbanistico sia del quartiere che ospita il Complesso sia del parco del Valentino che lo circonda, arrivando a trattare delle progettualità future che li coinvolgono attraverso la realizzazione del Campus dell'Architettura e del Design, della Città della Salute e della Facoltà di Biotecnologie (cap. 4). Nello stesso capitolo si è infine approfondito il discorso sul complesso di Torino Esposizioni, analizzandone non solo la storia, ma anche la particolarità e l'originalità della struttura, nonché i vincoli e le prescrizioni a cui è soggetto. Si è passati quindi all'individuazione degli obiettivi culturali, sociali e architettonici che la nuova biblioteca deve perseguire, sia in relazione al bacino di utenza urbano e metropolitano sia in relazione all'intervento su un manufatto di grande pregio e dal forte valore simbolico (cap.6). Tenendo in considerazione questi elementi, nello stesso capitolo, si è illustrato il progetto di intervento vero e proprio. Si sono prima individuate due prime volumetrie lineari e, in seguito, un modulo nella volta del Padiglione, con il quale si è proceduto a suddividere e ad estrudere i volumi primari in base agli ambienti dello schema distributivo individuato nel capitolo precedente. Definiti gli spazi e i percorsi che si sarebbero sviluppati all'interno, si è pensato a come attrezzarli per renderli ambienti non solo piacevoli e vivibili, ma anche ambienti che potessero creare un senso di appartenenza nei diversi tipi di utenza. In questo senso si è cercato di dare una risposta concreta e attuabile alle necessità di ogni tipologia di lettore e studente, sempre mantenendo un'ottica di flowing data e tentando di conservare un equilibrio tra caratterizzazione funzionale e flessibilità degli ambienti, anche basandosi su esperienze analoghe a livello internazionale, i cui punti di forza sono stati reinterpretati per poterli inserire all'interno della nuova civica di Torino. I progetti elaborati per il Complesso di Torino Esposizioni lungo il corso del tempo sono stati molteplici: alcuni risalgono al periodo precedente la redazione del masterplan dell'area, mentre quelli successivi ne hanno subito l'influenza. Tuttavia, se i progetti eseguiti prima del masterplan trattano tipologie architettoniche non coerenti a quelle da esso definite, i progetti realizzati dopo la sua stesura, pur affrontando il restauro del Padiglione di Nervi secondo modelli architettonici coerenti e positivi, hanno invece presentato proposte per l'organizzazione della biblioteca che si rifanno a modelli ormai obsoleti. È proprio questa problematica che il progetto proposto cerca di risolvere attraverso la suggestione di un nuovo tipo di biblioteca in cui, accanto alle caratteristiche e alle funzioni più istituzionali, trovano spazio servizi e spazi disegnati intorno al concetto della transliteracy. Esso, superando il semplice approccio multimediale delle attuali biblioteche, definisce architettonicamente un luogo le cui tutte le funzioni della fruizione bibliografica sono integrate e in costante connessione grazie al continuo flusso di informazioni e di persone. Un luogo che lega in modo rinnovato il futuro delle nuove piattaforme di comunicazione multimediale e di realtà aumentata alla tradizione dei volumi cartacei e delle postazioni di studio e di lettura.
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Relatori: | Paolo Mellano, Raffaella Magnano, Domenico Racca, Maurizio Vivarelli |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Informazioni aggiuntive: | Vincitrice del Premio Zanella 2016 |
Soggetti: | A Architettura > AL Edifici e attrezzature per l'istruzione, la ricerca scientifica, l'informazione A Architettura > AO Progettazione O Opere generali > OB Biblioteconomia R Restauro > RA Restauro Artchitettonico |
Corso di laurea: | Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/4198 |
Capitoli: | Indice Ringraziamenti 0_Introduzione 1_Architettura, Biblioteca e Identità 02_Il sistema bibliotecario torinese. Brevi cenni storici - Linee generali di storia delle biblioteche - Il nuovo Centro Culturale di Torino comprendente la Biblioteca Civica Centrale e una Sala Teatrale 03_Perchè una nuova Biblioteca civica a Torino? 04_Localizzazione e problematiche architettoniche - Il sito di Torino Esposizione contesto urbano il parco il quartiere - Storia del complesso di Torino Esposizioni Biscaretti Pier Luigi Nervi - Un nuovo campus universitario 05_Fisionomia del progetto e profilo culturale - Obiettivi culturali e architettonici del progetto - Individuazione del tipo architettonico - Considerazioni sugli spazi interni ed esterni Seminterrato Piano terra Primo piano - Dimensionamento del patrimonio librario 06_ Conclusioni 07_ Bibliografia 08_Elaborati grafici di progetto |
Bibliografia: | Bibliografia Antonella Agnoli, La biblioteca che vorrei, Milano, Editrice Bibliografica, 2014. Antonella Agnoli, Le piazze del sapere. Biblioteche e libertà, Roma - Bari, Laterza, 2009. Mirella Appiotti, La biblioteca del duemila amichevole e tecnologica, «Tutto libri. La Stampa», giovedì 11 marzo 1999. Pier Luigi Bassignana - Maria Adriana Giusti - Rosa Tamborrino, Guida del Piemonte Architettura del Novecento, Torino, Allemandi, 2008. La Biblioteca Civica in corso Palestro: centocinquantamila volumi che... cambiano alloggio, in «Gazzetta del popolo», 1929, 3 maggio. Alain de Botton, Architettura e felicità, Parma, Guanda, 2006. Come sarà la nuova sede della Biblioteca Civica, in «La Stampa», Cronaca cittadina, martedì 15 novembre 1927. Centodieci anni di vita della Biblioteca civica, in «La Stampa», Cronaca cittadina, lunedì 5 gennaio 1925. Chi deve ridare a Torino la biblioteca civica?, in «La Stampa», Cronaca cittadina, martedì 24 febbraio 1948. 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