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Esperienza San Salvario - quartiere inclusivo, queartiere partecipato : dai processi partecipativi all'analisi sul campo per una proposta progettuale

Giulia Venco

Esperienza San Salvario - quartiere inclusivo, queartiere partecipato : dai processi partecipativi all'analisi sul campo per una proposta progettuale.

Rel. Luca Davico, Marco Bosio. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2014

Abstract:

Introduzione

Per vedere una città non basta tenere gli occhi aperti. Occorre per prima cosa scartare tutto ciò che impedisce di vederla, tutte le idee ricevute, le immagine precostituite che continuano a ingombrare il campo visivo e la capacità di comprendere. Poi occorre saper semplificare, ridurre all'essenziale l'enorme numero d'elementi che a ogni secondo la città mette sotto gli occhi di chi guarda, e collegare i frammenti sparsi in un disegno analitico e insieme unitario, come il diagramma d'una macchina per capire come funziona.

L'esperienza compiuta a San Salvario è stato una sperimentazione di ricerca per "vedere la città", o meglio una parte di essa, attraverso molteplici occhi e strumenti, cosicché ciascuno potesse portare il proprio contributo per la delineazione di un quadro completo dell'attuale situazione.

Architetto e città è un binomio che dall'antichità alla modernità - da Fidia per Atene ad Haussmann per Parigi- è stato declinato in molteplici forme. Le grandi trasformazioni urbanistiche hanno dato vita a scenari diversi modellando la città in base alle esigenze politiche, difensive ed economiche. L'assetto di una città racconta la sua storia, mentre le nuove architetture che sorgono e disegnano nuovi profili svelano la direzione verso la quale si dirige. Coloro che amministrano e governano una comunità hanno poteri decisionali su di essa e molte volte gli architetti diventano un semplice strumento nelle loro mani, scatenando dibattiti e liti, queste possono avere luogo anche tra gli stessi architetti, o meglio tra le archistar.

La riflessione teorica sulla questione architetto e città, ha portato a interrogarsi quindi sul rapporto tra architetto e potere, fortemente collegati e reciprocamente influenti. I mezzi economici per sostenere l'opera dell'architetto sono solitamente di coloro che detengono il governo di una comunità e gli architetti, per poter costruire, hanno da sempre dovuto stabilire un rapporto con i ricchi e i potenti. Il potere, rappresentato dalle amministrazioni non solo politiche, ma economiche e culturali, ricerca i grandi architetti perché con la loro firma aumenta il proprio prestigio e la propria fama. Inoltre vedere affermate le proprie opere maestose e imponenti può diventare affascinante per l'architetto, scatenando in esso un desiderio di costruire.

L'architettura così rappresentata dà l'impressione di sottovalutare l'importanza di coloro che andranno ad abitarla e renderla viva perché appare un procedimento che arriva dall'alto, imponendo la propria presenza agli abitanti. Se anche così non fosse, la percezione diffusa della collettività può portare a questa visione, screditando l'architettura che diventa un semplice bersaglio per le accuse di egocentrismo e inutilità.

È possibile quindi essere un architetto slegato dalle briglie del potere, capace di ascoltare le esigenze che partono dal basso facendole emergere attraverso le proprie conoscenze e le proprie capacità?

È necessario rompere il legame tra architettura e mecenatismo inventando nuove vie o semplicemente riesumandone alcune passate, come tenta di fare in Albania Johan Antys, un giovane architetto che, attraverso l'ascolto delle persone, sta tentando di superare le regole e le abitudini architettoniche imposte negli anni del regime comunista nella sua patria: nel 2008 si è aggiudicato la vittoria del concorso per la riqualificazione della Piazza SkanderbeLibeskind. La piazza è un simbolo identd egli ha scelto di non eseguire opere da "mostrare"nterventi che tivo a misura di abitante, riconoscendo ilpettiva per il futuro. Questo esperimento è stato pti, cotro creativo, ma ha intercettato la reale ni.

Abbiamo già affermato la necessità di rommecencogliendo le spinte che provengono dal bassna visione assistenziale sia nella sfera pubblica chee capacità gestionali della società civile.

La difficoltà e la potenzialità di un procedimento bottom up sta nel far coincidere le spinte che e provengono dall'alto, non per arrivare apiuttosa, partecipata e condivisa della collettività.

Il lavoro svolto ha voluto tradurre in prassi il dibattito teorico per comprendere meglio quali possano essere le vie da seguire per un'architettura partecipata ed inclusiva. La ricerca si sviluppa in cinque capitoli: prende le mosse da uno studio dei processi partecipativi per arrivare ad una proposta progettuale, passando per esperta e partecipata dell'area di lavoro.

I primi due capitoli costituiscono le basi teoriche sulle quali verrà fondato il lavoro di ricerca sul campo dei capitoli terzo e quarto, il quinto capitolo coronerà il percorso con la definizione di una proposta progettuale.

Nel primo capitolo "Le nuove frontiere di pianificazione urbana" si esegue un studio teorico sui processi partecipativi, per comprendere le origini e le idee che hanno portato alla nascita di sempre nuovi metodi di coinvolgimento attivo; ed si analizza infine un caso-studio così da proporre un riscontro diretto e realizzato. Il capitolo è suddiviso in due paragrafi: nel primo "La nascita e l'idea dei processi partecipativi" si sono studiati gli elementi caratterizzanti un processo partecipativo dalla classificazione in base alla qualità e ai livelli di partecipazione, ai soggetti che rientrano nei processi; nel secondo paragrafo "Il caso studio: Crowdmapping Mirafiori Sud" , invece, viene esposta l'esperienza personale della partecipazione ad un progetto pilota, eseguito durante il tirocinio curriculare, nel quale sono stati adottati criteri e parametri altrove esposti soltanto teoricamente.

Il secondo capitolo "L'ipotesi di processo partecipativo step by step” esegue un excursus teorico tra le diverse fasi esecutive di un processo partecipato: avvio, preparazione, gestione della partecipazione ed implementazione. In questo capitolo è stato possibile approfondire i passi da eseguire nel momento in cui si desideri iniziare un procedimento di coinvolgimento.

Dal terzo capitolo inizia poi la fase pratica nella quale si è potuto sperimentare sul campo ciò che era sino ad allora soltanto teoria: una fase di ricerca che è divenuta il cuore pulsante dell'intero lavoro. I precedenti capitoli sono stati fondamentali per comprendere l'approccio più corretto da utilizzare per l'analisi che si è eseguita. Si è innanzitutto scelto il quartiere di San Salvario come area di studio, perché possessore di un profilo consono alla tipologia di territorio ricercata, nel quale vi fossero problematiche e potenzialità evidenti da analizzare e vi fosse un tessuto sociale che permettesse il lavoro.

Si è proceduto quindi con l'analisi per poi scegliere il progetto d'intervento, persuasi dalla convinzione che le conclusioni siano la parte più effimera della ricerca e per questo non occorra avere fretta di trarle.

Nel terzo capitolo "Il processo partecipato - Analisi esperta" si è compiuta un'indagine sul territorio, grazie all'analisi di dati statistici territoriali e compiendo un'indagine analitica. I tre paragrafi che compongono il capitolo eseguono uno zoom progressivo dalla città di Torino, fino ad arrivare all'area in oggetto. Si è eseguito quindi uno studio preliminare delle diverse aree della città di Torino per comprendere la situazione attuale del quartiere di San Salvario nel quadro territoriale complessivo, per poi concentrarsi sul territorio specifico. Analizzando il quartiere si sono tenuti in considerazione gli aspetti storici e morfologici, ma anche gli avvenimenti odierni che frequentemente emergono dai media.

Il capitolo seguente: "Il processo partecipato - Strategia sul campo", si suddivide in quattro paragrafi che raccontano l'iter seguito per l'analisi in loco. Il metodo di coinvolgimento utilizzato è stato l'esecuzione di interviste a testimoni qualificati che hanno coinvolto 30 abitanti, lavoratori o fruitori del quartiere, che rappresentassero realtà significative. Dopo aver costruito una traccia di intervista, si sono individuati gli stakeholder e si è quindi proceduto con l'azione. Terminate le interviste si è procborazione dei dati raccolti che sono stati registrati e confrontata con i dati analitici raccolti nel capitolo precedente. L'ultimo paragrafo del capitolo ha sunteggiato gli stimoli e le proposte scaturite dall'analisi esperta e sul campo, delineando le linee guida per una proposta d'intervento.

Il quinto capitolo "La proposta progettuale: spazi aggregativi e sociali" ha rappresentato una sintesi dell'analisi compiuta. Si è consapevoli della semplificazione rappresentata dall'intervento prescelto rispetto alla mole di spunti progettuali raccolti, ma l'intento progettuale intende suggerire un metodo di approccio per interventi volti a migliorare la qualità e la fruibilità degli spazi del quartiere, che rispondano ad esigenze reali sfruttando le potenzialità presenti. La linea rossa che ha guidato il lavoro è stata quindi la ricerca delle reali esigenze di un territorio unendo conoscenze professionali al sapere locale. Lo scenario che si è presentato ha dato origine a quattro ambiti principali di intervento - amministrativo, sociale, urbanistico e architettonico - che hanno rappresentato lo spunto iniziale per la scelta del progetto.

La proposta progettuale comprende un intervento per uno spazio pubblico, Largo Saluzzo, e un intervento su uno spazio privato, la canonica della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo. I due interventi sono collegati, non soltanto dalla prossimità territoriale, ma soprattutto dall'esigenza di offrire una risposta alla richiesta del quartiere di spazi aggregativi organizzati e formativi. Entrambi infatti sono volti a favorire l'incontro e lo scambio attraverso la condivisione di spazi collettivi che aumentino la conoscenza verso l'altro vincendo la paura dell'estraneità. A seguito dell'ampia indagine sull’intero quartiere può sembrare riduttivo soffermarsi su di un intervento puntuale riferito ad una piazza ed un abitazione, ma l'idea del progetto è quella di fornire un nuovo spazio alla città dove l'abitare del singolo è incluso in un ambito più ampio che coinvolge la vita dell'intero quartiere.

Rinunciare ad offrire un tetto, un letto, un'opportunità per fermarsi significa rinunciare alla città: che è spazio abitato per eccellenza. Ricevere, ospitare, dare dimora accogliere sono imperativi urbani non etici. Sono principi da seguire per promuovere lo sviluppo di una città ent0 oltre che il nostro, per superare la deriva che sta producendo una riduzione e un impoverimento del senso della città che è se è casa dell'altro, se è casa sociale, spazio che trova nell'abitare la sua vocazione prevalente.

La tesi sperimentale di ricerca svolta ha permesso di apprendere una metodologia di lavoro applicabile in diversi ambiti lavorativi.

San Salvario è, soprattutto in questo momento particolare, un ring mediatico in cui amministratori, abitanti, giovani, stranieri, anziani, commercianti e professionisti - ovvero tutta la società nelle sue diverse componenti - si scontrano per far valere le proprie ragioni.

I processi partecipativi consistono in strumenti che l'architetto può sfruttare, o meglio utilizzare, per aiutare la popolazione ad essere responsabile e partecipe di cambiamenti, senza subirli ma diventandone il motore.

Per essere architetto è necessario confrontarsi con la società presente, prendendo coscienza delle pressioni che si possono subire, sulle reali possibilità d'intervento e le necessità dei committenti. Essere architetto significa quindi conoscere il territorio ma anche le persone che lo abitano, rispettando il passato ma avendo uno sguardo aperto verso il futuro.

L’architetto può diventare archistar e mettere il proprio sapere a servizio del potere, oppure essere archipeople, tra la gente, e unire il loro sapere alle proprie conoscenze, così da distribuire il potere e il benessere.

Relatori: Luca Davico, Marco Bosio
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: SS Scienze Sociali ed economiche > SSG Sociologia
U Urbanistica > UK Pianificazione urbana
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/3721
Capitoli:

INDICE

Introduzione

1. Le nuove frontiere di pianificazione urbana

1.1. La nascita e l'idea dei processi partecipativi

1.1.1. La qualità del processo

1.1.2. I livelli della partecipazione

1.1.3. I soggetti della partecipazione

1.2. Il caso studio: Crowdmapping MirafioriSud

1.2.1. Target ed obbiettivi del progetto

1.2.2. Fasi del lavoro

1.2.3. I risultati

1.2.4. Considerazioni conclusive

2. L'ipotesi di processo partecipativo step by step

2.1. Avvio

2.2. Preparazione

2.3. Gestione della Partecipazione

2.4. Implementazione

3. Il processo partecipato - Analisi espert

3.1. Torino e la crisi. Come è cambiata la città nel nuovo millennio.

3.2. Anamnesi dei quartieri.

3.3. La scelta di San Salvario: tra povertà e movida.

4. Il processo partecipato - Strategia sul campo

4.1. Interviste

4.2. Stakeholders

4.3. I risultati

4.3.1. Mappa quartiere

4.3.2. Sicurezza-giorno/notte

4.3.3. Fotografie

4.3.4. Spazi pubblici

4.3.5. Multietnicità

4.3.6. Creare rete

4.3.7. Domande di chiusura

4.4. Linee guida per una proposta d'intervento

5. La proposta progettuale: spazi aggregativi e sociali

5.1. Largo Saluzzo: un luogo di aggregazione

5.2. La canonica come nuova residenza temporanea a sfondo sociale

Bibliografia

Allegati - Indice tavole

1. Inquadramento territoriale

2. Inquadramento territoriale: Circoscrizione 8

3. Inquadramento territoriale: San Salvario

4. Analisi Partecipata

5. Analisi area d'intervento

6. Proposta progettuale: Largo Saluzzo e la Residenza Temporanea

7. Proposta progettuale: Largo Saluzzo

8. Analisi edificio d'intervento

9. Planimetria Piano Terra

10. Planimetria Piano Primo

11. Planimetria Piano Secondo

12. Planimetria Piano Sottotetto

13. Prospetti e sezioni: stato di fatto

14. Prospetti e sezioni: in progetto

Bibliografia:

Fonti di archivio

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Tesi di laurea

Candidati: P. Sarotto, A. Slaviero, Relatore: M. Viglino Davico, Lo sviluppo di borgo San Salvario: Piano di ampliamento e tipologie edilizie, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, 1892-3.

Candidato: I. Oliveto, Relatore: L. Davico, Le città dopo i Bastioni di Orionea. Centri urbani "smart" tra realtà e utopie, Politecnico di Torino, Il Facoltà di architettura, 2013-14.

Candidato: M. Ellena, Relatore: L. Davico, La progettazione partecipata negli interventi di recupero urbano. Bilancio sociale nel comune di Torino, Politecnico di Torino, Il Facoltà di Architettura, 2013.

Candidato: S. Battistini, Relatore: L. Davico, Geografia sociale di un'area della Circoscrizione 5: dati e percezione a confronto, Politecnico di Torino, Facoltà di Architettura, 2014.

Candidato: F. Boria, Relatore: A. Meo, Il Condominio Solidale: potenzialità e i rischi di un'esperienza nuova di co-housing, Università degli studi di Torino, Dipartimento di cultura, politica, e società, 2012-13.

Sitografia

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museotorino.it

oict.polito.it

programmahousing.it

quodlibet.it

rapporto-rota.it

rispettandosansalvario.it

regione.piemonte.it

sanluigitorino.org

treccani.it

web.worldbank.org

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