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LE ORIGINI e LE SORTI degli SPAZI AUTOGESTITI a Torino = THE ORIGINS and FATES of SELF-MANAGED SPACES in Turin

Alon Shusterman

LE ORIGINI e LE SORTI degli SPAZI AUTOGESTITI a Torino = THE ORIGINS and FATES of SELF-MANAGED SPACES in Turin.

Rel. Filippo De Pieri. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città, 2025

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Abstract:

(La Trasformazione invisibile della società e i suoi edifici attraverso la lettura de’) LE ORIGINI e LE SORTI degli SPAZI AUTOGESTITI a Torino: La presente tesi restituisce il lavoro di ricerca di dettaglio e “dall’interno” sugli spazi occupati autogestiti presenti sul territorio del comune di Torino. Parallelamente agli interventi top-down tipici della pianificazione urbanistica istituzionale e alle modificazioni del patrimonio costruito di iniziativa privata, la città di Torino sin dalla fine degli anni ’60 ha subito un processo di trasformazione silenziosa dal basso, a partire dai collettivi di movimento della sinistra extraparlamentare che, attraverso le occupazioni, hanno sviluppato pratiche dell’abitare di volta in volta innovative, sempre in aperta critica alle dinamiche del potere costituito. Ci si è quindi posti alcune domande chiave: quali erano le ragioni delle diverse occupazioni? A quali esigenze stavano (ipoteticamente) rispondendo? Questi spazi hanno apportato modificazioni alle dinamiche urbane di quartiere e agli spazi di prossimità? In poche parole, perché si occupano gli spazi e come? Per rispondere a queste domande è stato importante elaborare una tassonomia degli spazi, categorizzando le loro funzioni pregresse, le nuove finalità, e le pratiche informali dell’abitare emergenti dalle occupazioni stesse. In particolare, in diverse occasioni, la comunicazione dell’occupazione è stata prodotta all’interno dello stesso spazio occupato. Gli spazi acquistano quindi significato in quanto luoghi di produzione di comunicazione per i movimenti e per gli spazi stessi. Questo processo, che nell’era pre-digitale si presentava come binomio indissolubile, che ha avuto come conseguenza una massiccia produzione di “oggetti fisici” comunicativi di cui spesso si è perso traccia, viene stravolto dall’avvento di internet, prima con il proliferare dei blog e, varcato il nuovo millennio, con l’avvento dei social network. Lo spazio diventa digitale, e lo spazio fisico perde in parte la sua significazione, ma resta presidio di precisi valori politici. Il lavoro di mappatura parte quindi da queste premesse: creare un archivio interrogabile di spazi e pratiche, memoria e usi di una parte di società che si pone volontariamente al di fuori delle logiche istituzionali.

Relatori: Filippo De Pieri
Anno accademico: 2025/26
Tipo di pubblicazione: Elettronica
Numero di pagine: 398
Soggetti:
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-04 - ARCHITETTURA E INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/36913
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