
Camilla Calabrese
Spazio del contatto: riprogettazione della sala di colloqui del carcere minorile Ferranti Aporti = Contact space: redesign of the interview room at Ferranti Aporti juvenile prison.
Rel. Cristian Campagnaro. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Design E Comunicazione, 2025
![]() |
PDF (Tesi_di_laurea)
- Tesi
Licenza: Creative Commons Attribution Non-commercial No Derivatives. Download (26MB) |
Abstract: |
La realtà interna del carcere è in genere poco conosciuta, nascosta alla società, quasi celata per paura o pudore di affrontare un lato complicato e allo stesso tempo delicato della natura umana. Come sia l’esperienza detentiva rimane alla comunità quasi esclusivamente una costruzione astratta, frutto di opere cinematografiche e fatti di cronaca giornalistica. Tuttavia, per familiari e operatori giuridico-sociali dei detenuti, il carcere è una realtà concreta con cui confrontarsi quotidianamente. Il luogo di contatto, di relazione diretta tra i due mondi avviene in uno spazio che fa da cerniera tra il “dentro” e il “fuori”, ovvero la sala adibita a colloqui con i detenuti. L’obiettivo della tesi è la riprogettazione della sala dei colloqui della realtà dell’Istituto Penale Minorile Ferranti Aporti di Torino, uno spazio al momento spoglio, asettico e privo di ogni forma di calore. Lo studio parte dall’importanza del momento dell’incontro all’interno della routine carceraria, comprendendone le esigenze e i requisiti dei rispettivi utenti per creare uno spazio che possa supportare un momento centrale nella vita dei giovani detenuti, spesso carico di tensioni emotive di vario genere. Nello specifico il progetto si propone di esplorare le modalità di fruizione di questo spazio con l’intento di ripensarlo, riprogettarlo e renderlo idoneo a contrastare le ansie e paure che l’incontro suscita nei detenuti e negli utenti esterni. La ricerca segue il principio rieducativo del carcere. Il concetto stesso di carcere ha all’origine una base punitiva che consiste nella privazione della libertà. Ciò non può e non deve significare che lo spazio architettonico dove viene scontata la pena debba essere anch’esso di suo punitivo e neppure lo deve essere il luogo di contatto con l’esterno. Che la sala dei colloqui possa essere funzionale a uno scambio e anche architettonicamente “soft” rientra, quindi, nel principio riabilitativo del carcere. Il miglioramento dell’ambiente del luogo di incontro tra l’interno e l’esterno del carcere, oltre a migliorare la qualità degli incontri, può essere considerato anche segno forte di questo atteggiamento positivo della società nei confronti del carcere. |
---|---|
Relatori: | Cristian Campagnaro |
Anno accademico: | 2024/25 |
Tipo di pubblicazione: | Elettronica |
Numero di pagine: | 131 |
Soggetti: | |
Corso di laurea: | Corso di laurea in Design E Comunicazione |
Classe di laurea: | Nuovo ordinamento > Laurea > L-04 - DISEGNO INDUSTRIALE |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/36314 |
![]() |
Modifica (riservato agli operatori) |