Loredana Graziella Gentile
La Provanina : analisi e recupero di un complesso rurale a Rivarolo Canavese (TO).
Rel. Carla Bartolozzi. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2014
Abstract: |
Avendo frequentato un corso di Laurea Magistrale in Architettura per il Progetto Sostenibile, molte volte mi sono trovata a dibattere sul tema della sostenibilità e a considerare la questione come punto di partenza per la progettazione. Questo argomento è attualmente e sempre più spesso oggetto di discussione, e va a coinvolgere non solo l'ambito architettonico ed edile, ma più in generale svariate altre dimensioni, quali quella ambientale, sociale, ed economica. Si può dire che lo sviluppo sostenibile ruota attorno a queste tre componenti e che esse interagiscono fra di loro al fine di raggiungere obiettivi di miglioramento delle stesse. Nello specifico, in architettura, si considera "architettura sostenibile" la progettazione e la costruzione di edifici che limitino gli impatti ambientali, ponendo come finalità progettuali l'efficienza energetica, la riduzione delle alterazioni prodotte sull'ambiente, come già detto, e il miglioramento della salute, del comfort e della qualità della fruizione degli utenti, obiettivi raggiungibili mediante la giusta progettazione e l'integrazione nell’edificio di strutture e tecnologie appropriate. Per "giusta progettazione" si intende la considerazione di molteplici aspetti quali ad esempio l'esposizione dell'edificio, la sua posizione e conformazione, la scelta dei materiali più idonei e delle più adeguate tecniche costruttive. In un territorio nazionale in cui si continua a costruire nonostante vi siano edifici vuoti, dove otto metri quadrati di suolo se ne vanno ogni secondo con gravissime conseguenze per il dissesto idrogeologico oltre che per la perdita di produzione agricola, una maggiore attenzione dovrebbe essere rivolta al patrimonio edilizio esistente. In molte zone si e' costruito all'inverosimile, con un consumo enorme di territorio, lasciando al progressivo degrado gli edifici esistenti. L'edilizia sostenibile dovrebbe rivolgersi proprio in questa direzione, mirando al recupero e al consolidamento di tali edifici. Si tratta di un vasto patrimonio in lento degrado, che risulta essere però una grande risorsa potenziale. La realtà in cui sono cresciuta, ossia quella della cittadina di periferia in cui l'agricoltura è tra le principali fonti di reddito, ha fatto sì che la mia attenzione si rivolgesse in modo particolare agli edifici della tradizione contadina. Questo sistema culturale locale vede nelle cascine un patrimonio di notevole importanza, espressione del secolare lavoro dell'uomo che ha creato in quest'area un paesaggio tipico e che testimonia la vocazione agricola che lo ha caratterizzato fino in tempi recenti e che lo qualifica ancora oggi. Il recupero degli stessi edifici serve a preservare il suddetto patrimonio naturale e culturale esistente, indirizzato sempre più ad una perdita del paesaggio caratterizzante l'area ed alla perdita delle antiche tradizioni autoctone. La stessa modernizzazione delle attività rurali porta ad un sorpasso della cultura originaria, elemento che si ripercuote anche sul patrimonio edilizio. Si è assistito al venir meno delle regole empiriche del "buon costruire" per il sopraggiungere di opportunità economicamente più vantaggiose che hanno imposto sul territorio delle tipologie estranee al contesto. I vecchi fabbricati rurali non sembrano quindi più adatti, o adattabili, ad assolvere ad alcuna funzione "moderna"; di conseguenza si vedono nascere, ad esempio, nuovi capannoni zootecnici in prossimità di antiche cascine in disuso. In passato è mutato anche il senso dell’abitare e la casa è diventata il riflesso di uno status sociale nel quale si ricerca una migliore funzionalità, con il desiderio di una presunta modernità che rinnega i modelli tradizionali, a favore di un manufatto riconoscibile e che affermi il proprio benessere. Allo stesso tempo, i proprietari dei fabbricati rurali propensi al recupero degli stessi si sentono oberati da troppi vincoli e soprattutto, con la crisi economica di questi anni, si sentono gravati dall’ingente capitale che dovrebbero investire per il restauro e per il risanamento. Eppure i vantaggi nel recuperare le antiche cascine sono molteplici: ridare vita a vecchi manufatti significa innanzitutto salvaguardare l’ambiente dalla forte cementificazione di cui si parlava precedentemente. Inoltre la loro morfologia ed il loro inserimento nel territorio sono perfettamente in linea con i principi dell’architettura sostenibile. Per fortuna le normative comunali prevedono sempre più l'avviamento di certe attività legate all'ambiente rurale tradizionale, quali ad esempio gli agriturismi, vincolati all'ubicazione in edifìci esistenti e recuperati e vietando tale destinazione d'uso in costruzioni di nuova edificazione. In questi ultimi anni si è assistito alla nascita del turismo rurale, qui in Piemonte soprattutto il turismo del vino e dei prodotti tipici, con la comparsa di aziende agrituristiche. In definitiva risulta quindi importante convertire i fabbricati rurali pensando a destinazioni d'uso che risultino compatibili non solo con la conservazione del patrimonio esistente, ma anche con un suo possibile reinserimento nell'agricoltura contemporanea. L'obiettivo comune dovrebbe essere quello di far sì che le cascine, da luogo di abbandono e di degrado, ritornino ad essere luogo di produttività e di vita. Tenuto conto di queste considerazioni, ho scelto di occuparmi della cascina Provanina, una realtà agricola, storica e culturale, appartenente al comune di Rivarolo Canavese, in Provincia di Torino. Il metodo di studio adottato si compone principalmente di due parti: la prima è una fase di conoscenza del complesso rurale e comprende uno studio ambientale di inquadramento territoriale, un'analisi storica, una parte di rilievo e restituzione grafica, ed infine una analisi architettonica; la seconda è una fase di progetto di recupero del complesso. Lo studio ambientale e di inquadramento territoriale è stato svolto in maniera tale da capire in quale contesto si inserisce la cascina ed il rapporto che essa può avere avuto in passato, e potrebbe tuttora avere, con il paese in cui si trova e quelli limitrofi. L'analisi storica inizialmente non è stata molto semplice, in quanto i documenti ritrovati, soprattutto quelli più antichi scritti a mano, spesse volte erano quasi incomprensibili, e ci è voluta molta pazienza e intuizione nell'interpretarli. La parte di rilievo e restituzione grafica era già stata iniziata dal Geometra Costantino Scacchi e dai suoi collaboratori dello Studio Tecnico Associato Spazio 122, su commissione dei proprietari della cascina, rispondenti nella società PROVANINA S.A.S. DI COTTINO ALESSANDRO E C.. Gli stessi mi hanno permesso di partecipare ad alcune fasi di verifica del rilievo, eseguito con tecniche GPS per gli esterni degli edifici e di rilievo diretto con disto e rotella metrica per gli interni, ed in seguito è iniziata una collaborazione per la restituzione grafica. La parte di analisi architettonica è consistita nello studio dei caratteri tipologici e distributivi della cascina e delle tecniche costruttive degli edifici, suddivise per epoca di costruzione degli stessi. L'ultima fase è stata quella del progetto di recupero del complesso rurale, il cui intento è stato quello di porre all'interno degli edifici delle attività che non alterassero le caratteristiche originali dell'impianto edilizio, ma che lo valorizzassero e lo rendessero una realtà attuale vivibile durante tutto l'arco del giorno e della notte. |
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Relatori: | Carla Bartolozzi |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Soggetti: | A Architettura > AO Progettazione A Architettura > AP Rilievo architettonico |
Corso di laurea: | Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/3590 |
Capitoli: | 1. Premessa 2. Inquadramento territoriale 3. Le norme del Piano Regolatore Generale Comunale di Rivarolo Canavese 4. Analisi della cascina Provanina 4.1 Introduzione 4.2 L'origine del nome e la famiglia Provana 4.3 Indagini d'archivio 4.4 I caratteri tipologici, distributivi e le tecniche costruttive della cascina 5. Introduzione al progetto: le potenzialità dell'area 6. Il progetto di recupero 6.1 Il recupero degli edifici 6.2 Il progetto del verde 6.3 L'agriturismo e le normative di riferimento 6.4 Il brewpub, le normative di riferimento e il processo di produzione della birra artigianale 7. Conclusioni Bibliografia e sitografia Allegati Tavole: n. 1 Inquadramento territoriale n.2 Presentazione della cascina e regesto storico n.3 Evoluzione storica degli edifici e distribuzione delle funzioni - scala 1:500 n.4 Stato di rilievo. Planimetria Piano Terreno - scala 1:200 n.5 Stato di rilievo. Planimetrie Piani Primo e Secondo - scala 1:200 n.6 Stato di rilievo. Planimetria Coperture - scala 1:200 n.7 Stato di rilievo. Prospetti e Sezioni - scala 1:200 n.8 I caratteri tipologici, distributivi e le tecniche costruttive della cascina n.9 Le potenzialità dell'area e la presentazione del progetto n.10 Stato di progetto. Planimetria Piano Terreno e Prospetti - scala 1:200 n.l 1 Stato di progetto. Planimetrie Piano Primo, Piano Secondo e Coperture -scala 1:200 |
Bibliografia: | - A. BERTOLOTTI, Gite nel Canavese ovvero guida corografico-storica alle tre ferrovie da Chivasso ad Ivrea, da Settimo Torinese a Rivarolo e da Torino a Ciriè, Ivrea, 1872. - A. CAVALLARI MUURAT, Tra Serra d'Ivrea, Orco e Po, S. Paolo, Torino, 1976. - A. MUSSO, Invito al Canavese, Edilibri, Torino, 1967. - ARCHIVIO DI STATO DI TORINO, Cassine. Titoli e carte, scritture, atti verso il concorso Renaldi, vol.1. - ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI RIVAROLO CANAVESE, Atti di lite contro il Comune e alcuni particolari di Bosconero per controversie relative alla tenuta comune detta ”La Provanina” , numero inventario 284. - ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI RIVAROLO CANAVESE, Canale della Provanina, numero inventario 3671. - ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI RIVAROLO CANAVESE, Censimento generale dell'agricoltura, numero inventario 3893. - ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI RIVAROLO CANAVESE, Libro dei possessori di fabbricati, volume 2, numero inventario 467. - ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI RIVAROLO CANAVESE, Libro figurato dei possessori di terreni”, numero inventario 469, pp. 1328-1332.
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