Chiara De Flumeri
Il commercio come occasione di rigenerazione e sviluppo territoriale : best practices internazionali trasferibili nella realtà piemontese.
Rel. Grazia Brunetta. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Pianificazione Territoriale, Urbanistica E Paesaggistico-Ambientale, 2013
Abstract: |
Le politiche che intercorrono tra urbanistica e commercio risultano essere sempre più coincidenti: si è arrivati ad un punto di svolta in cui non sono più le attività produttive a definire gli equilibri e gli sviluppi del territorio, ma sono le attività commerciali a delineare i nuovi assetti. L' Italia non ha colto subito la necessità di collegare l'urbanistica e la pianificazione della città con la programmazione e il governo degli insediamenti commerciali; il cambiamento è avvenuto di fatto solo alla fine degli anni '90 attraverso il decreto Bersani. L' urbanistica commerciale, infatti, è sempre stata considerata una disciplina settoriale a cui demandare l'onere di individuare la zonizzazione commerciale senza programmare l'integrazione con le altre funzioni della città. I primi a rendersi conto dell’importanza di questo legame furono gli Stati Uniti negli anni' 50 e in seguito l'Europa occidentale. Il motivo scatenante fu il fenomeno dell'abbandono del centro delle città da parte del commercio, inteso come servizio, dovendosi cosi confrontare con problemi legati alla perdita di identità e immagine, di sicurezza, di traffico, consumo di suolo e di degrado dell'ambiente urbano. La necessità di prendere coscienza di queste problematiche e di trovare delle soluzioni, (colta solo a partire dagli anni Settanta negli Stati Uniti e in Europa, e dagli anni Novanta in Italia) è stata perseguita mediante molteplici iniziative quali la nascita di nuovi enti, di nuovi strumenti, di nuove strategie di intervento e concretizzate nella promozione di iniziative di gestione coordinata del centro storico o di specifiche aree commerciali. Negli Stati Uniti per esempio, il processo di rivitalizzazione statale delle aree centrali delle città si è rilevato carente nel far fronte agli interventi di tipo operativo. Proprio per questo motivo negli anni Settanta, a partire dalle esperienze canadesi, si sono sviluppati i Business Improvement District (BIDs), meccanismi flessibili di finanziamento volti a migliorare e gestire una precisa area commerciale basati sul contributo economico da parte dei privati per la realizzazione di servizi aggiuntivi e di carattere locale, giudicati insufficienti per sostenere il progetto di riqualificazione urbana senza il quale le comunità delle downtown non sarebbero state in grado di risollevarsi. II commercio, pertanto, gioca un ruolo determinante all'interno delle strategie di sviluppo territoriale in quanto agisce sull'assetto territoriale, sulla percezione del centro e delle periferie, sul paesaggio urbano e naturale e sulla qualità della vita (nuove polarità, nuovi format dello shopping e del loisir). In quasi tutti i paesi europei più avanzati negli anni '90 sono stati attuati programmi di supporto ad operazioni di riqualificazione, rigenerazione, rinnovo urbano, finalizzati ad attivare processi di rilancio socio-economico ed a mettere in cantiere opere di miglioramento del contesto fisico delle aree urbane. Per capire il ruolo del commercio nei programmi di riqualificazione urbana si sono prese in esame esperienze europee e americane con I' obiettivo di confrontare il rapporto tra politiche commerciali e sviluppo urbano. Le esperienze internazionali di maggior successo, mostrano con chiarezza che ai fini della rivitalizzazione urbana è indispensabile spingersi oltre le politiche settoriali d'intervento, pianificando ed implementando, quindi, progetti e strum, che sappiano raccogliere le istaeholder de settore privato he si ponga l'uello di migliorareere quindi fondapproccio strl patretenze specifiche locali, diversi stakeholder, consenta di individuare gradonzto ter storiche e culturali. Il presente lavoruna politiche e sui processi di riqualificazione urbaudio datiche legate all'insediamentinalizzata al rerica degradata. Successivamente sono state esaminate nazionali che affrontano queste criticità e aiutano a comprendere le metodologie di approccio che determinano le scelte di intervento nellazione commerciale. Gli esempi dprocci al tema che presentavano caratteri di originalità ed efficcia, sicuramente specifici dei paesi in cui sono stati sperimentati ma non estranei in termini generali ai contesti di fondo di altri paesi europei, come l'Italia e più nello specifico trasferibili alla realtà piemontese. Il metodo di analisi adottato ha comportato ricerche bibliografiche, analisi comparative, studio di casi pilota e ricerca di esperienze tramite Internet. Il caso piemontese affronta il tema della riqualificazione territoriale attraverso progetti che agiscono sulla qualificazione del commercio sia negli aspetti fisici che in quelli di management mediante un processo articolato in due fasi: fase strutturale, in cui vengono attuati interventi quali la pedonalizzazione e la ripavimentazione di vie e piazze, il miglioramento dell’illuminazione pubblica, la sistemazione delle aree mercatali e gli interventi sull'esteriorità degli esercizi commerciale in sede fissa; fase gestionale, in cui viene messo in moto un processo di proposta da parte di organismi associativi di piccole imprese, costituiti in un numero di almeno dieci unità con prevalenza numerica di piccole imprese commerciali, di attività di forme di promozione, di marketing e di gestione di servizi comuni a favore degli associati e dei consumatori. In quest'ottica per perseguire un marketing strategico per il territorio di medio e lungo periodo è necessario creare consenso tra i soggetti coinvolti e quindi sviluppare un modello di gestione del territorio condiviso e forte. Partendo dall'esperienza piemontese è stato affrontato il tema della pianificazione e valorizzazione del commercio prendendo in considerazione il caso studio di Borgaro torinese. L'obiettivo dell'intervento è la rivitalizzazione e qualificazione del territorio attraverso la localizzazione commerciale urbano periferica. La zona oggetto d'indagine si riferisce alla localizzazione commerciale urbano periferica non addensata di tipo L.2, posta nella parte occidentale del territorio comunale di Borgaro Torinese lungo la via America, confinante con un tratto della circonvallazione ovest dell'abitato. L'ambito non è interessato dalla presenza di costruzioni di qualsiasi tipo, né tanto meno che ospitano attività di tipo commerciale o artigianale, anche se gli strumenti di programmazione delineano una specifica caratterizzazione di questo ambito territoriale, vocato alla destinazione produttivo commerciale, così come stabilito dal Piano Regolatore Generale del Comune. L'intera area non è completamente infrastrutturata, ed occorrerà predisporre gli adeguati collegamenti al fine di sostenere il peso delle attività che si programmerà di andare ad insediare. La posizione sul territorio vede la possibilità di soddisfare due fondamentali elementi nella definizione di un'area a vocazione commerciale: da un lato la posizione sarà facilmente raggiungibile tramite la viabilità di veloce percorrenza, elemento importante per consentire dì attivare la concorrenzialità tra sistemi e luoghi del commercio. D'altro lato la posizione sul territorio risponde alle esigenze fondamentali di non andare a creare situazioni con le quali si possano attivare fenomeni di esternalità negative, in quanto la sua posizione defilata rispetto alla conurbazione residenziale, ma sufficientemente vicina per garantire una fruizione di mezzi alternativi alle autovetture, ed il suo "isolamento" sul territorio consentirà di limitare al massimo gli impatti ambientali, atmosferici e acustici, grazie ad una ottimale fluidificazione del traffico. Il percorso di analisi sarà cosi suddiviso: la prima parte si soffermerà sugli strumenti cali che mirano ad analizzare le possibili linee di sviluppo e i vincoli presenti sul territorio; la seconda analizzerà la zona oggetto di indagine descrivendo tutto l'iter di trasformazione: la prima analisi riguarda i contenuti e le motivazioni della Variante 5 quater al PRG; successivamente l'attenzione si sposta sugli indirizzi generali e i criteri di prl'insediamento delle attività commerciali, valutando anche ipossibili impatti ambientali sul territorio; infine, una riflessione sul comune di Borgaro Torinese per quanto riguarda la sua rete commerciale e le possibilità di definire delle politiche di sviluppo per il settore. |
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Relatori: | Grazia Brunetta |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Soggetti: | A Architettura > AO Progettazione |
Corso di laurea: | Corso di laurea magistrale in Pianificazione Territoriale, Urbanistica E Paesaggistico-Ambientale |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/3527 |
Capitoli: | Introduzione PARTE I 1. IL COMMERCIO COME OCCASIONE DI RIGENERAZIONE E SVILUPPO TERRITORIALE 1.1 La vocazione commerciale delle città 1.2 L'evoluzione dei luoghi di consumo e la crisi dei centri urbani 1.3 I valori fondamentali del commercio urbano 1.4 Approcci metodologici per la rivitalizzazione dei centri urbani 1.5 Le origini del marketing urbano e i suoi principi fondamentali 1.6 Politiche culturali e marketing urbano come strumenti fondamentali per la rivitalizzazione delle aree urbane 2. LA QUALIFICAZIONE URBANA E COMMERCIALE IN ITALIA E IN PIEMONTE 2.1 L'esperienza italiana 2.2 Le origini della pianificazione commerciale in Italia 2.3 La riforma legislativa del commercio italiano 2.4 I criteri di applicazione del Decreto Bersani 2.5 Gli attori 2.6 II quadro normativo regionale piemontese 2.7 Gli strumenti di intervento piemontesi 3. PIANIFICAZIONE COMMERCIALE, CASO STUDIO BORGARO TORINESE 3.1 Analisi preliminare degli strumenti urbanistici 3.1.1 Indicazioni emergenti dal Piano Territoriale Regionale 3.1.2 Indicazioni emergenti dal Piano Paesaggistico Regionale 3.1.3 Indicazioni emergenti dal Piano di Coordinamento della Provincia di Torino 3.1.4 Le variazioni più significative introdotte dal 2° Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Torino 3.2 Studio territoriale per l'insediamento di una nuova localizzazione commerciale 3.2.1 P.R.G di Borgaro Torinese: le motivazioni e i contenuti della Variante 5 quater 3.2.2 Analisi dell'area di riferimento 3.2.3 Analisi della rete distributiva 3.2.4 Definizioni di obiettivi e azioni 3.2.5 La programmazione urbanistica 3.2.6 Impatto ambientale 3.2.7 Impatto sulla viabilità 3.3 Una proposta progettuale per l'area: APEA 3.3.1 Linee giuda 3.3.2 Esperienze a livello comunale 3.3.3 Best practices internazionali 3.3.4 Considerazioni finali 3.4 Considerazioni conclusive 3.4.1 La nuova localizzazione commerciale come leva per lo sviluppo del territorio 3.4.2 Criticità emerse dall'analisi
PARTE II 4. LA GESTIONE STRATEGICA DI PROCESSI DI RIVITALIZZAZIONE NEI CENTRI URBANI 4.1 Le principali esperienze internazionali 4.2 La Gran Bretagna: Il modello del Town Cerare Management (TCM) 4.2.1 Descrizione del modello e principali obiettivi 4.2.2 Storia ed evoluzione del modello 4.2.3 Tipologia di attori e stakeholder coinvolti nell'iniziativa. 4.2.4 TCM - modello organizzativo della governance 4.2.5 TCM - tipologie di interventi 4.2.6 TCM - modalità e tipologia di finanziamento delle attività e dei servizi 4.2.7 TCM - monitoraggio dei risaltati 4.2.8 TCM - considerazioni conclusive 4.3 II Nord America: il modello del Business Improvement District (BID) 4.3.1 Descrizione del modello e principali obiettivi 4.3.2 Storia ed evoluzione del modello 4.3.3 BID - tipologia di attori e stakeholder coinvolti nell'iniziativa. 4.3.4 BID - modello organizzativo della governance 4.3.5 BID - tipologie di interventi 4.3.6 BID - modalità e tipologia di finanziamento delle attività 4.3.7 BID - considerazione conclusive e confronto con il modello del TCM 5. CONFRONTO SU DUE ESPERIENZE INTERNAZIONALI DI BUSINESS IMPROVEMENT DISTRICIT: NEW YORK E LONDRA 5.1 Business Improvement District negli Stati Uniti: analisi dell'esperienza di New York 5.1.1 Descrizione del modello 5.1.2 Attività e servizi svolti 5.1.3 Modalità di finanziamento dei servizi 5.1.4 Fasi del processo di formazione di un Business Improvement District 5.1.5 I 67 BID di New York 5.1.6 Considerazioni conclusive 5.2 I Business Improvement Districit in Gran Bretagna: analisi dell'esperienza di Londra 5.2.1 Considerazione generali nello scenario dei BID in Gran Bretagna 5.2.2 Attività, servizi e benefici offerti dall'applicazione del modello 5.2.3 Altri aspetti salienti del modello 5.3 Confronto metodologico delle esperienze di Business Improvement District nelle città dì Londra e di New York 5.3.1 II background e i principali fatti comparativi 5.3.2 Confronto metodologico sulle principali questioni inerenti i due modelli 5.3.3 Considerazioni conclusive PARTE III 1. CONCLUSIONI 1.1 II ruolo fondamentale delle componenti commerciali nei processi di riqualificazione urbana 1.2 Quali le opportunità e quali i vincoli degli insediamenti commerciali 1.3 Nuove strategie di marketing territoriale 1.4 L'esperienza dei Distretti del Commercio in Piemonte 1.5 Pianificazione commerciale: attuali problematiche e possibili soluzioni strategiche RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI |
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