Alessandro Cuccarollo
Officine Grandi Motori : progetto di recupero e riqualificazione di un’area industriale a Torino.
Rel. Silvia Malcovati, Stefano Suriano. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio, 2013
Abstract: |
Il patrimonio storico lasciato dalle grandi industrie dismesse, è da poco tempo che viene considerato una ricchezza da salvaguardare, un' occasione di rinascita, conservazione e riuso, di quelle fabbriche che furono, in particolar modo per la città di Torino, il motore di uno sviluppo industriale, economico e sociale. La dismissione degli stabilimenti industriali, fenomeno iniziato negli anni ‘70, determinò anche una trasformazione sociale: non solo gli impianti produttivi ma anche le strutture e infrastrutture ad essi collegati, dovettero piegarsi ad un destino di totale abbandono, modificando la trama urbanistica e sociale del territorio. L'Italia non è da molto che si sta affacciando ad una cultura del riuso e del recupero dei manufatti di archeologia industriale, da poco entrati in una prospettiva che individua la possibilità di nuovi lungimiranti investimenti in grado di rilanciare l'economia della città. L’incuranza verso le tracce concrete del nostro recente passato industriale porta con sè l'inevitabile conseguenza per cui le numerose aree dismesse vengano escluse dal disegno delle città contemporanee, apparendo come oggetti di rifiuto e private di un' identità che è invece ancora reale e tangibile. E’ in questo modo che si dà origine ai “vuoti industriali” che racchiudono ancora al loro interno significati, memorie, ricordi, valori ed usi condivisi da una società di lavoratori ormai sull'orlo della scomparsa; da questa esigenza di recupero industriale- e aggiungiamo pure sociale- che nasce l’idea di un riuso e di un recupero del patrimonio industriale, una rilettura in chiave contemporanea che ne ridefinisca valori e funzioni. In questo senso, l'edificio industriale si trasforma in terreno privilegiato di sperimentazione per l'architettura per quelle sue proprie specificità strutturali che producono volumi rigidi, ma semplici e coerenti: è rispettando tali principi che i progetti di recupero possono osare originali soluzioni costruttive, difficilmente attuabili in altri contesti. La riqualificazione di un edificio industriale va oltre il mero concetto di restauro conservativo, implicando sempre un atto di rifunzionalizzazione capace di renderlo nuovamente fruibile dalla comunità e diventando un pretesto ,e un punto di partenza, per coinvolgere il contesto a cui viene restituito, che solitamente coincide con le aree periferiche della città. Indifferentemente etichettate come degradate, malfamate e squallide, queste zone, un tempo esterne alla cinta muraria, sono state lungamente destinate a essere il ricettacolo di fenomeni scomodi e indecorosi per il centro storico. Il concetto di periferia si è esteso a indicare una condizione sociale degradata condannando questi spazi all'abbandono da parte delle istituzioni e dei cittadini stessi, privati degli opportuni servizi e attrazioni, che rimangono prerogativa del centro città. Il tessuto sociale estremamente complesso in cui i nuovi immigrati dall’Africa, dalla Cina e dall'Europa dell’Est convivono affianco ai vecchi immigrati piemontesi e del Mezzogiorno -memori nostalgici dei lori luoghi di lavoro ormai ridotti a relitti- fanno da sfondo ai manufatti industriali dismessi, vuoti urbani utilizzati come discariche e i palazzi fatiscenti frutto di un mancato disegno urbanistico. Un ritratto non felice, questo, che offre però all’architettura uno spazio sconfinato per la progettazione, l'innovazione e la rinfuzionalizzazione. Inizia da qui il percorso che ha portato alla stesura di questo lavoro di tesi, dall'idea di concepire il restauro degli spazi industriali, progettando una riqualificazione, che implichi la trasformazione non solo del quartiere in cui si inserisce ma della città stessa. Le vecchie fabbriche in disuso devono diventare le basi sulla quale procedere alla realizzazione di inediti scenari di sviluppo,riempendo quei vuoti che sono il metro di giudizio dello sviluppo economico, sociale e culturale della città. |
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Relatori: | Silvia Malcovati, Stefano Suriano |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Soggetti: | A Architettura > AK Edifici e attrezzature per l'industria U Urbanistica > UK Pianificazione urbana |
Corso di laurea: | Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/3400 |
Capitoli: | Parte I: Lo sviluppo industriale torinese Parte II: Il nuovo quartiere operaio Parte III: Le Officine Grandi Motori Parte IV: Le origine del calcestruzzo armato Schede Progetto Progetto rifunzionalizzazione “Lingottino” Bibliografia |
Bibliografia: | V. CASTRONOVO, Torino , Bari, Laterza, 1987. V. CASTRONOVO, Giovanni Agnelli - La Fiat dal 1899 al 1945 , Torino, Einaudi, 1977. A. CASTROVILLI, C. SEMINAR A, Storia della Barriera di Milano 1852-1945, Associazione Culturale Officine della memoria, Torino 2004. V. COMOLI MANDRACCI, Torino, le città nella storia d’Italia, Torino Laterza 2002 G. DELHUMEAU, L’invention du beton armé: Hennebique, 1890-1914, Paris 1999 Dipartimento Casa-Città (Politecnico di Torino), Beni culturali e ambientali nel Comune di Torino, Società degli ingegneri e degli architetti di Torino, 1984 FIAT, Lo stabilimento Grandi Motori , opuscolo informativo a cura dell'azienda (non presenta data di pubblicazione) conservato presso l'Archivio Storico Fiat. FIAT, I cinquant’anni della FIAT 1899-1949, Milano, 1950 L. GAMBINO, L’espansione urbana e i sobborghi operai, in II sogno della città industriale- Torino fra ottocento e novecento , Torino, Mole Antonelliana, 13 ottobre-18 dicembre 1994, Fabbri Editori, 1994. M.A. GIUSTI, R. TAMBORRINO, Guida all'architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Umberto Allemandi, Torino 2008 T. IORI, Il cemento armato in Italia: dalle origini alla seconda guerra mondiale, Roma 2001. M. LEVA PISTOI, 100 Luoghi dell'industria a Torino Città Capitale Europea Torino, 1999 A. MAGNAGHI, M. MONGE, L. RE, Guida all'architettura moderna di Torino, Celici, Torino, 2005 E. MILETTO, Torino 1938/45-La città dell'industria-, a cura dell'Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea di Torino, pubblicazione interattiva, Torino, 2003. R.NELVA, B. SIGNORELLI, Avvento ed evoluzione del calcestruzzo armato in Italia: il sistema Hennebique, Milano 1990. R.NELVA, B. SIGNORELLI, Le opere di Pietro Fenoglio nel clima dell'Art Nouveaux internazionale, Dedalo Libri, Bari, 1979 C. OLMO, M. COMBA, B. DI PR ALORMO, Il Lingotto, 1915-1939. L'architettura, l’immagine, il lavoro, Umberto Allemandi, Torino, 1994 P. PORTOGHESI, La piazza come "luogo degli sguardi", Gangemi Editore, Roma, 1990 E. TREVISANI, Rivista industriale e commerciale di Torino e provincia, Milano, Capriolo e Massimino, 1896. |
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