Fabrizio Blasi
Carlo Ceppi architetto dell’eclettismo : questioni sul segno architettonico.
Rel. Annalisa Dameri, Piergiorgio Tosoni. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio, 2013
Abstract: |
Roberto Gabetti, in una conferenza tenuta nel 1997 al Politecnico di Torino , parlò tra le altre cose dell’Eclettismo nell’architettura del l’Ottocento, definendolo come un fenomeno positivo, anzi l’unico possibile dato il patrimonio concettuale dell’epoca e le possibilità materiali delle maestranze operanti nel cosiddetto secolo lungo. Nel costituirsi in scuole differenziate su base regionale, le maestranze influenzarono il lavoro degli architetti molto più di quanto si crede: all’acquisizione di precise capacità di elaborazione di schemi (contemplante tuttavia un certo grado di variabilità compositiva), gli architetti dell’Ottocento dovettero sovrapporre i limiti imposti dalle possibilità tecniche di fattualità delle opere, ovvero aderire agli indirizzi dei realizzatori materiali del progetto. Nel dire questo Gabetti recupera un po’ di quel senso perduto che l’architettura eclettica sembra avere per la critica italiana, perlomeno a livello di manualistica. L’opinione che vuole l’eclettismo come risultante di un empasse culturale, che alla crisi dei valori e dei nuovi sistemi sa opporre in architettura solo un recupero di forme vuote o svuotate al momento del loro riutilizzo empasse superato secondo alcuni critici solo con il movimento moderno, è troppo obsoleta. Essa è smentita solo dall’approccio specialistico degli storici dell’architettura, che lavorando spesso solo sugli aspetti particolari e marginali dell’argomento, perdono quel senso di “generalità del fatto” che a volte è sufficiente a esaurire in modo soddisfacente un fenomeno. Per Gabetti, l’eclettismo è invece il risultato del massimo sforzo possibile degli architetti, che espressero il più alto livello di contenuto che l’epoca permetteva di formalizzare. Per il presente lavoro, questa assunzione è fondamentale come intuizione dalla quale partire, e dalla quale iniziare a sollevare una questione: Se anche gli architetti dell’eclettismo hanno espresso il massimo sforzo autoriale possibile, allora è possibile lavorare sul differenziale dei loro esiti concreti per recuperare scale di valori delle opere, isolando dei termini di confronto (secondo il fenomeno della pertinenza, ovvero lavorando su aspetti concordanti) dal totale dei termini posseduti dalle opere stesse? |
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Relatori: | Annalisa Dameri, Piergiorgio Tosoni |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Soggetti: | R Restauro > RA Restauro Artchitettonico ST Storia > STN Storia |
Corso di laurea: | Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Restauro E Valorizzazione Del Patrimonio |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/3370 |
Capitoli: | I Prima parte: Introduzione. I.I Introduzione. II Seconda parte: Il quadro storico. II.I L’eclettismo: struttura di un fenomeno. II.II L’eclettismo: una definizione enciclopedica. II.III Il problema delle fonti. II.IV L’eclettismo nella lezione dei teorici ottocenteschi. II.V L’eclettismo nella manualistica contemporanea. III Terza parte: Il quadro metodologico. III.I Considerazioni preliminari. III.II I contributi teorici sui linguaggi dell’architettura prima della linguistica moderna. III.III Il sistema della critica attraverso le fonti bibliografiche. III.IV Paradigma ed emblema nell’architettura civile di Carlo Ceppi. III.V Le metodologie operative: langue/parole, spazi o del significante e spazio del significato, prossemica. IV Parte quarta: Immagini. IV.I Immagini. V Parte quinta: Appendici. V.I Cronologia dei fatti salienti e delle opere accertate di Carlo Ceppi. |
Bibliografia: | Giulio Carlo Argan, L’arte moderna 1770-1970, Firenze 1970. Progetto e destino, Milano 1965. Bagetti, Analisi dell’unità d’effetto nelle Belle Arti, Torino 1827. Roland Barthes, Elementi di semiologia, Torino, 1966. L’avventura semiologica, Torino 1991. Cesare Brandi, Struttura e architettura, Torino 1967. Le due vie, Bari 1966. Giovanni Brino, Franco Corsico, a cura di, La lettura del linguaggio visivo: note all’analisi di un fatto urbano, Torino 1966. Emilio Bruno, Il conte Carlo Ceppi, Torino 1929. Carlo Ceppi architetto: 1829-1921, Torino 1931. Paolo Castelnovi, La città: istruzioni per l’uso, Torino, 1980. Renato De Fusco, Segni storia e progetto dell’architettura, Bari 1973. Architettura come mass medium, Bari, 1967. Trattato di architettura, Bari 2001. Storia dell’architettura contemporanea, Bari 1974. L’idea di architettura: storia della critica da Viollet- Le-Duc a Persico, Milano 1968. Tullio De Mauro, Senso e significato, Bari 1971. Ferdinand De Sassure, Corso di linguistica generale, Bari, 1970. Gillo Dorfles, Artificio e Natura, Torino, 1968. Umberto Eco, Segno, Milano, 1973. Trattato di semiotica generale, Milano, 1975. La struttura assente, Milano, 1968. Henri Focillon, Vita delle forme, Torino 1987. Michel Foucault, Le parole e le cose: un’archeologia delle scienze umane, Milano 1988. Kennet Frampton, Tettonica e architettura: poetica della forma architettonica nel XIX e XX secolo, Milano 1999. Roberto Gabetti, Carlo Olmo, Alle radici dell’architettura contemporanea, Torino 1989. Italo Gamberini, Analisi degli elementi costitutivi dell’architettura, Firenze 1961. Emilio Garroni, Progetto di semiotica, Bari, 1972. Carlo Ginzburg, Adriano Prosperi, Giochi di pazienza: un seminario sul “Beneficio di Cristo”, Torino 1975. Henry Russel Hitchcock, L’architettura dell’Ottocento e del Novecento, Torino 1971. Louis Trolle Hjelmslev, Il linguaggio, Torino 1970. Emil Kaufmann, Tre architetti rivoluzionari: Boullée, Ledoux, Lequeu, Milano 1993. Giovanni Klaus Koenig, Architettura e comunicazione, preceduta da elementi di analisi del linguaggio architettonico, Firenze, 1970. Analisi strutturale delle sette invarianti zeviane, Firenze, 1976. George Kubler, La forma del tempo: la storia dell’arte e la storia delle cose, Torino 1989. Hanno Walter Kruft, Storia delle teorie architettoniche dall’Ottocento a oggi, Bari 1987. Francesco Milizia, Principi di architettura civile, Roma 1991. Charles Morris, Lineamenti di una teoria dei segni, Torino 1954. Segni linguaggio e comportamento, Milano 1977. Luciano Patetta, Architettura dell’eclettismo: fonti, teorie, modelli 1750-1900, Milano 1991. Charles Sanders Peirce, Semiotica. I fondamenti della semiotica cognitiva, Torino, 1980. Antoine Chrysostome Quatremère de Quincy, Dizionario storico di architettura: le voci teoriche, Venezia 1992. Alois Riegl, Grammatica storica delle arti figurative, Macerata 2008. Manfredo Tafuri, Teorie e storia dell’architettura, Bari 1968. La sfera e il labirinto: avanguardie e architettura da Piranesi agli anni settanta, Torino 1980. Piergiorgio Tosoni (a cura di), Biagio Garzena e la teoria dei modelli per la progettazione, Torino 1992. Eugène Viollet-le-Duc, L’architettura ragionata: estratti dal dizionario, Milano 2002. Conversazioni sull’architettura: selezione e presentazione di alcuni “Entretiens”, Milano 1990. Gli architetti e la storia: scritti sull’architettura, Torino 1996. Roman Jakobson, La linguistica e le scienze dell’uomo, Milano 1978. Bruno Zevi, Saper vedere l’architettura. Saggio sull’interpretazione spaziale dell’architettura, Torino 1948. Il linguaggio moderno dell’architettura, Torino 1973. Architettura e storiografìa. Le matrici antiche del linguaggio moderno, Torino 1974. |
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