Erika Allegra, Gionatan Calvo, Marco Carpani, Alessandro Desideri, Luca Gramaglia
Il riuso di aree industriali dismesse: un confronto italo cinese: il caso della Manifattura Tabacchi a Torino.
Rel. Gustavo Ambrosini, Mauro Berta, Michele Bonino, Giacomo Leone Beccaria, Wan Bo, Brian Chang, Pierre Alain Croset, Arturo Pavani. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile, 2013
Abstract: |
Viste da lontano le facoltà italiane di architettura costituiscono, da sempre, sinonimo di storia e cultura. Si fanno portavoce di quell’invidiata tradizione e responsabilità di dare nuova vita, nel presente del nostro paese, all'eredità storica di manufatti Industriali e non, abbandonati a loro stessi. Se con quel lontano poi, intendiamo la Cina, ecco che tale punto di vista ci può apparire quasi impossibile da mettere bene a fuoco, viste le numerose differenze che caratterizzano I due paesi. Eppure da anni queste realtà si contaminano a vicenda, e lo fanno in numerosi campi: in quello culinario, nel settore della moda e non ultimo, in quello dell’architettura. L’urgenza della gigantesca crescita urbana cinese dà vita, il più delle volte, ad un’espansione caratterizzata da un'architettura superficiale e avventata. Questo è il motivo per cui la cosiddetta scuola italiana è considerata un valido riferimento per arricchire la permanente ricerca di un metodo che risolva uno dei grandi problemi del loro modo di concepire tale disciplina: il rapporto tra modernità e identità della propria cultura. Ne è un esempio il contenuto di questa tesi di laurea magistrale, frutto di un lungo percorso intrapreso al Politecnico di Torino con un gruppo di studenti cinesi provenienti dalla Tsinghua University di Pechino. Il tema di questo workshop progettuale, cominciato a gennaio e termina a giugno, ha visto come protagonista la rifunzionalizzazione delle aree industriali dismesse e In particolare quella dell’Ex Manifattura Tabacchi a Torino, zona storica della città e già al centro della futura espansione urbana. Il tutto si è articolato in tre fasi distinte: una prima fase in cui gli studenti di Pechino hanno lavorato, divisi in gruppi con noi Italiani, ad uno studio Iniziale dell’area; una seconda fase che si è svolta a distanza con numerose revisioni comparate dello stato dei lavori in corso, e l’ultima con la nostra visita presso l’università pechinese ed una presentazione finale degli elaborati. Per la prima volta in tre anni il Joint Studio, nome della collaborazione tra le due università, ha come oggetto di analisi un’area italiana. Le prime due edizioni, infatti, hanno interessato rispettivamente l’area olimpica dei giochi di Pechino 2008 e l’ex area industriale di Shougang, enorme acciaieria della capitale cinese, ora completamente caduta in disuso. Gli ottimi risultati raggiunti dai lavori compiuti negli anni passati hanno spinto e motivato I docenti italiani a portare avanti questo rapporto fruttifero con la facoltà cinese, continuando ad agire sul delicato rapporto tra memoria e architettura, ma questa volta in un contesto differente: il tessuto storico del capoluogo piemontese, una sfida il cui obiettivo finale è stato quello di giungere ad un programma di Intenzioni progettuali per l’intera area. La Cina ha conosciuto negli ultimi trent’anni uno sviluppo culturale e urbano senza eguali: da povera civiltà contadina a regno della metropoli moderna, una metamorfosi che è iniziata intorno alla fine degli anni '70 con la Politica della Porta Aperta e continua tuttora. In questo scenario, le facoltà di architettura cinesi, come la Tsinghua, hanno il compito di formare architetti pronti a sostenere tali cambiamenti, sempre più rapidi, e che ancora prima di iscriversi al corso di studi sono già immersi nella modernità che va loro Incontro tramite le mode, gli stili di vita occidentali e l’ansia di consumo che pervade le loro città. Non si fa fatica, dunque, a pensare a quale sia stato l’Impatto per I ragazzi giunti da Pechino a marzo, neH’imbattersi In un contesto urbano e culturale totalmente differente dal loro e a quanto sia stato faticoso ma al contempo Interessante doversi rapportare ad un'area di lavoro mal studiata prima, per scala e caratteristiche architettoniche. Quattro sono stati I casi progettuali scelti dalle squadre Italo-cinesi: il tema riguardante la città dello sport, quello di un nuovo centro artistico, quello a carattere terapeutico-ospedaliero ed infine un centro di accoglienza per visitatori e turisti. Nelle prossime pagine verrà illustrata un’analisi approfondita del sito che ha caratterizzato questo workshop, dalla descrizione dell’ambito territoriale, alla storia del luogo, ad altri esempi virtuosi di riuso industriale a Torino. |
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Relatori: | Gustavo Ambrosini, Mauro Berta, Michele Bonino, Giacomo Leone Beccaria, Wan Bo, Brian Chang, Pierre Alain Croset, Arturo Pavani |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Soggetti: | A Architettura > AL Edifici e attrezzature per l'istruzione, la ricerca scientifica, l'informazione R Restauro > RA Restauro Artchitettonico R Restauro > RC Restauro urbano U Urbanistica > UA Analisi dei rischi U Urbanistica > UK Pianificazione urbana |
Corso di laurea: | Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città, Corso di laurea magistrale in Architettura Per Il Progetto Sostenibile |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/3301 |
Capitoli: | INDICE PREMESSA 1. DESCRIZIONE DELL’AMBITO TERRITORIALE 1.1 Localizzazione sul territorio 1.2 La Manifattura Tabacchi nell’ambito del progetto URBAN Barriera di Milano 1.3 La Manifattura Tabacchi nell’ambito del progetto Corona Verde 1.4 La Manifattura Tabacchi nell’ambito del nuovo PTC della provincia di Torino 1.5 Il concorso di Idee, uno sguardo al progetto “Metamorfosi'' 1.6 Il piano di comunicazione, un punto di riferimento per il riuso della Manifattura Tabacchi 2. LA MANIFATTURA TABACCHI ATTRAVERSO I SECOLI 2.1 La residenza del Viboccone 2.2 La nascita della fabbrica 2.3 Modifiche e ampliamenti nel corso del XIX secolo 2.41 conflitti mondiali e la chiusura della fabbrica 2.5 Lo stato attuale 3. PR0GETTUAUTA' IN CORSO 3.1 La ''Metamorfosi1'- Variante 200 3.2 Il progetto Spina 4 3.3 Il progetto Sempione-Gottardo 3.4 Lo scalo Vanchlglia 4. INTERVENTI DI RECUPERO DI ARCHITETTURE INDUSTRIALI A TORINO 4.1 Il cineporto 4.2 Il Parco Dora 4.3 I Docks Dora 5. DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA DELL'AREA |
Bibliografia: | ARGAN G.C., “Walter Gropius e la Bauhaus”, Enaudi, Torino 1951. BENEVOLO L., “Storia dell’architettura moderna”, Laterza, 2003. CECCHINI D., “La riqualificazione delle periferie nella città Europea”, Kappa, 1990. DANSERO E., “Aree urbane dismesse: un problema, una risorsa”, Working Paper, DIT, Torino 1996. DANSERO E., GIAIMO C:, SPAZIANTE A., “Se i vuoti si riempiono. Aree industriali dismesse: temi e ricerche”, Alinea, Torino 2000. GABELLO L., “Il cineporto della film Commission Torino Piemonte: il percorso progettuale per una funzione inedita”, Celid, Torino 2009. MARIANI M., “Trattato sul consolidamento e restauro degli edifici in muratura”, Dei, Roma 2006. MARIOTTI C., ROMEO A., “Siti contaminati e recupero produttivo nel mercato italiano”, Siti Contaminati, Brownflields, 3/ 2003. LULY R., “L’archeologia industriale, in Bagnolifutura. Le aree industriali dismesse dell’ex Uva di Bagnoli”, L’archeologia industriale, Liguori, Napoli 2004. SPAZIANTE A., CIOCCHETTI A., “La riconversione delle aree dismesse: la valutazione dei risultati”, F. Angeli, Milano 2006. SPAZIANTE A:, “Censire le aree dismesse: problemi e prospettive”, Urbanistica Informazioni, n. 164,1999. ZOPPI M. & CO, “Verde di città- Progettare con il verde”, Aliena, Firenze 2007. |
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