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La Nuova Gibellina. Un'indagine sugli spazi e gli stili dell'abitare. = The New Gibellina. An investigation into living spaces and styles.

Kevin Ruocco, Alessia Traina

La Nuova Gibellina. Un'indagine sugli spazi e gli stili dell'abitare. = The New Gibellina. An investigation into living spaces and styles.

Rel. Anna Maria Cristina Bianchetti. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città, 2024

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Abstract:

La tesi si occupa della Nuova Gibellina, ricostruita a 18 km dal borgo cancellato dal sisma che colpì la Valle del Belice nel gennaio 1968. Su questi spazi, lo Stato e Ludovico Corrao – politico, avvocato e sindaco di Gibellina dal 1969 al 1994 – fecero confluire enormi investimenti economici e intellettuali. Ne conseguì così l’arrivo, in quella nascente piccola cittadina dell’entroterra siciliano, del fronte più rilevante dell’architettura e dell’arte contemporanea dell’epoca. In prima linea, figure del calibro di: V. Gregotti, G. e A. Samonà, L. Quaroni, F. Purini, L. Thermes, P. Consagra, A. Burri, F. Melotti, A. Pomodoro. Il tutto avvenne all’interno di anelastici confini progettuali definiti dallo Stato che, per mezzo di leggi ad hoc, era riuscito ad accentrare nelle mani di enti statali ogni potere decisionale. In questi termini, Il caso studio rappresenta un unicum nel panorama nazionale. E, di fatto – per la radicalità con la quale le pratiche dell’urbanistica e dell’architettura contemporanea hanno plasmato i suoi spazi e per l’entità dell’impegno progettuale profusosi in quei luoghi – risulta oggi essere paradigmatico se inserito all’interno di una riflessione sui possibili punti di contatto, e di non contatto, tra gli esiti di un progetto di tale portata e l’abitare quotidiano dei suoi stessi spazi. Partendo da questa riflessione, la ricerca si è mossa nella direzione di una lettura empirica delle contemporanee pratiche spaziali, dinamiche quotidiane, dell’abitare nella Nuova Gibellina. Come per Michel de Certeau, lo spazio, in relazione al concetto di luogo, è qui inteso «come la parola quando viene pronunciata», quando viene colta nella sua attualizzazione. Allo stesso modo lo spazio è qui inteso come «il luogo praticato», lontano dalla fissità, l’univocità, ma, contrariamente, teatro di azioni, non azioni, trasformazioni o abbandoni. La tesi tenta dunque la messa a punto di una narrazione che, su un primo piano, ritrae la storia e l’epilogo contemporaneo di quegli inediti e singolari paesaggi gibellinesi – non di rado elevati o, contrariamente, declassati dalla letteratura a manifesti materici di teorie e utopie – e che, su un secondo piano, si muove nei luoghi comuni dell’abitare: case, giardini, piazze e strade, che hanno oggi, a cinquantasei anni dal terremoto, piena autonomia narrativa nel raccontarci dell’intreccio tra vita e progetti, tra corpi e spazi.

Relatori: Anna Maria Cristina Bianchetti
Anno accademico: 2024/25
Tipo di pubblicazione: Elettronica
Numero di pagine: 121
Soggetti:
Corso di laurea: Corso di laurea magistrale in Architettura Costruzione Città
Classe di laurea: Nuovo ordinamento > Laurea magistrale > LM-04 - ARCHITETTURA E INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/32458
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