Marta Tamone
Architettura e paesaggi del sacro in Val Sermenza.
Rel. Laura Antonietta Guardamagna, Carlo Mario Tosco. Politecnico di Torino, Corso di laurea magistrale in Architettura Per L'Ambiente Costruito, 2013
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Abstract: |
Lo spazio alpino comprende paesaggi naturali e culturali di singolare importanza nei quali, nel corso dei secoli, si è sviluppata un’ampia varietà di tipologie di edifici caratteristici, prodotto di un adattamento alle condizioni climatiche e geografiche dei luoghi, che attualmente costituisce un importante elemento di attrazione del territorio alpino. Per comprendere il mondo dell’architettura montana è fondamentale comprenderne il significato originario e la sua abilità di coniugare il luogo, l’arte, la storia e la tecnologia. Non è possibile comprendere fino in fondo un fenomeno di architettura montana senza analizzare attentamente il territorio e le possibilità che esso offre, senza studiare il rapporto che l’uomo ha intessuto con la terra; ogni modifica ed evoluzione di questo rapporto produce dei mutamenti nelle forme funzionali dei fabbricati. Per questo l’architettura montana nella tradizione è anche vernacolare, un’architettura domestica, tipicamente autoctona, risultato di un dialogo immediato fra l’uomo ed il luogo. Un’edilizia povera e sapiente, fatta con materiali ricavati dall’ambiente circostante: la pietra tratta dalla roccia su cui si fonda la casa, il legno dal bosco vicino, la sabbia e i ciottoli dal fiume più vicino. Ciò che la caratterizza nella storia, è una sapienza costruttiva che veniva tramanda di generazione in generazione. “Come fosse l'architettura di un naufrago, radicato su un fazzoletto di terra, dove deve inventariare tutto ciò che si deve e quanto si può fare, una casa in cui nessun elemento è casuale, ma è sempre legato a precise necessità”. Niente è superfluo. I materiali da costruzione sono l’elemento centrale della edificazione della casa, di trasformazione dell’ambiente fisico e di tutto il paesaggio circostante. I metodi di costruzione sono determinati dalla natura dei materiali, non riflettono mai una moda. La forma dei fabbricati segue la loro funzione, adattandosi alla docilità e alla possibilità del materiale costruttivo di volta in volta utilizzato. Come scriveva Ruskin: “l’incolto montanaro del Cumberland non ha gusto, né idea di ciò che significhi architettura; egli non pensa mai a cosa sia corretto o bello, ma costruisce ciò che ritiene più adatto ai suoi scopi e più facilmente eseguibile”. L’estetismo di cui si parla è un estetismo parallelo allo spirito della vita montanara, agricola, naturale senza retorica disegnativa perché anche le case più semplici possono “essere suscettibili di un certo bello che nulla costa. Una bellezza che non discende tanto dalla preziosità dei suoi materiali, quanto piuttosto dall’euritmia con cui si dispongono tutte le cose che la compongono, dagli ambienti, al giardino, agli orti, ai granai”. Nella costruzione montana non è più l’architettura che si serve di una tecnologia costruttiva, ma la tecnologia che si fa naturalmente architettura, inventando soluzioni a problemi contingenti. Come scrive Bevilacqua: “questi spazi, questi fabbricati sono il risultato di una lenta elaborazione nel corso dei secoli, con le tecniche e le risorse locali essi esprimono funzioni precise e soddisfano bisogni sociali, culturali ed economici. Per il loro carattere, la loro originalità senza sfarzo essi si integrano naturalmente nel 'ambiente e stimolano l’immaginazione creatri¬ce3”. Questa particolare simbiosi che lega questo tipo di architettura alla sua terra, facendone quasi una propaggine naturale del luogo in cui sorge, le ha assegnato l’attributo di “spontanea”, dove la spontaneità non può e non deve essere intesa come improvvisazione, ma, al contrario, è frutto di un’esperienza maturata nel tempo per sfruttare al meglio le risorse locali. La spontaneità sottolinea un’architettura senza architetti, che si origina da un colloquio diretto con l’ambiente e che, proprio per questo suo stretto legame con il luogo, diviene capace di forgiare un proprio vocabolario figurativo. Il territorio dunque nasce, si trasforma e modella per volontà dell’uomo, si sfruttano i luoghi più ricchi di materie prime e dove il milieu naturel risulta essere ottimale, la conoscenza dunque dei connotati storico-morfologici, dei caratteri preponderanti in una terra, delle connessioni antiche ed odierne, ci aiuta a comprendere come si sia evoluto il nostro territorio e quali segni siano stati lasciati su di esso. Per preservare tale patrimonio culturale e poterlo vivere in futuro esso va adeguato alle sfide ecologiche e alle esigenze di chi vive questi luoghi: è dunque necessario adottare un approccio che consideri in un’ottica ampia ed integrata il recupero degli edifici esistenti e degli insediamenti storici nel loro complesso. E’ necessario comprendere i principi dell’architettura tradizionale alpina ed integrarli nelle attuali costruzioni, sviluppandoli ulteriormente e cercando di sradicare il meno possibile l’esistente dal contesto, ma anzi cercare di imitare, attraverso l’utilizzo delle tecniche moderne, l’uso dei materiali locali e le tecniche costruttive.
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Relatori: | Laura Antonietta Guardamagna, Carlo Mario Tosco |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Soggetti: | G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GF Italia U Urbanistica > UB Architettura del Paesaggio |
Corso di laurea: | Corso di laurea magistrale in Architettura Per L'Ambiente Costruito |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/3127 |
Capitoli: | •Architettura alpina •Le trasformazioni del territorio . Organizzazione dei villaggi . Inquadramento della Valsesia . Architettura in Valsesia Gli edifici rurali . Tecnologia e caratteri dell’architettura alpina., . Valle Sermenza o Valle Piccola . Il paese di Boccioleto San Pantaleone a Oro Le altre chiese e cappelle sparse per le frazioni di Boccioleto . La storia della parrocchia di Boccioleto e la sua amministrazione Il percorso verso l’alpe Seccio Alpe Seccio Etimologia . Aspetti religiosi La processione verso l’Alpe Seccio La funzione religiosa officiata da don Luigi Ravelli Il cimitero di Seccio . Il patrimonio artistico presente in Valsesia . Il modello pittorico in Val Sermenza . Le chiese valsesiane . I “graffiti” in Val Sermenza . Descrizione dell’Oratorio di San Lorenzo . I colori nel Medioevo . Iconografia dei Santi . Descrizione degli affreschi di San Lorenzo . Il dipinto dell’Ultima Cena: il pesce, un cibo divenuto simbolo. . La Cappella di San Grato . Suppellettili e arredi appartenenti all’oratorio di San Lorenzo... . Manutenzione e restauri storici . Il pittore di Seccio e gli esempi nella Valle. . La tutela dei beni culturali nella storia . La storia dei beni culturali nel diritto intemazionale . Come tutelare i beni culturali? •Ordinamento giuridico . Progetti finanziati dalla Commissione Europea . Documenti dell’archivio di Storico di Varallo . Definizioni e strumenti istituzionali.. . Operazioni preliminari . Conclusioni Ringraziamenti . Bibliograf |
Bibliografia: | AA. VV., Percorsi e luoghi della devozione in Valsesia, in De Valle Sicida. Periodico annuale, Società Valsesiana di cultura, Borgosesia 2000 Aldo Cavanna, Carlo Guido Mor e la Valsesia medievale, in De Valle Sicida. Periodico annuale, Società Valsesiana di cultura, Borgosesia 1992 Aldo Pecora, Ambiente geografico e società umane, Loescher, Torino 1977 Alessandro Orsi, Cristina Ghigher, Giorgio Anselmetti, Ava coccia e capu- neit, Agicoom, Borgosesia 2012 Anna Maria Pensato, Edifici storici. Tutela e normativa di sicurezza. Torino, 22-23 maggio 1997, Centro Congressi Torino Incontra. Atti del convegno. Celid, Torino 1997. Antonio De Rossi, Lorenzo Marnino, Daniele Regis, Le terre alte. Architettura, luoghi, paesaggi delle alpi sud-occidentali, L’Arciere blu, Cuneo 1998 Arti e storia nel Medioevo, v. II. Del costruire: tecniche, artisti, artigiani, committenti, Einaudi, Torino 2003 Arti e storia nel Medioevo, v. III. Del vedere: pubblici, forme e funzioni, Einaudi, Torino 2004 Borgofranco di Seso 1247-1997. I tempi lunghi del territorio medievale di Borgosesia. Atti del convegno - Borgosesia 7 e 8 novembre 1997, Torino, Celid,1999 Carlo Maspoli, Stemmario trivulziario, Niccolò Orsini De Marzo, Milano 2000 Carlo Tosco, Il castello, la casa, la chiesa. Architettura e società nel medioevo, Piccola biblioteca Einaudi, Piacenza 2003 Claudia Bocca, Massimo Centini, Saraceni nelle Alpi. Storia, miti e tradizioni di una invasione medievale nelle regioni alpine occidentali, Quaderni di cultura alpina. 57, Priuli & Verlucca, Ivrea 1997 Don Luigi Ravelli, Per valli e monti con la giovane montagna, tipografia arcivescovile dell’Addolorata, Varese 1949 Don Pietro Ferri, All’ombn Ferri, Tipolitografia di Borgosesia, Borgoida del Sacro Monte di Varallo, Tipolitografìa dia Anti, Santi IV-XII), CLUEB, Bologna 1998 Ellen Churcc environment on the Basis of Ratzel’s system of 2007 nverni, Club Alpino Italiano sezione di Varrgosesia 1991 Enrica Pagella e Claudio Franzonio, Regio, 2002 Enrico Rizzi, Storia dei Walser,2 Eugenio Manni, I campanili della Valsesia. Note di storia a 1976 sia e dell'alto novarese: con note e documen4 Fernando e Gioia Lanzi, Come riconoscere i santi e i patroni, Jaka Book, Milancesco Ventura (a cura di), Beni culturali. Giustificazione della tutela, Città studi edizioni, Editel, Torino 2001 Gilberto Oneto, Paesaggio e architettura delle regioni padano-alpine dalle origini alla fine del primo millennio, Quaderni di cultura alpina. 78, Priuli & Verlucca, Ivrea 2002 Giorgio Barsano, Marina Brizi, Gaspare de Fiore, Nuovo corso di disegno e storia dell'arte, Bompiani, Milano 1999 Giovanni Antonio Ottone, Storia antica della Vallesesia, Ristampa anastili- stica, A. Forni, Varallo 1978 Giovanni Simonis, Costruire sulle Alpi storia e attualità delle tecniche costrittive alpine, Tararà, Verbania 2008 Giulio Romerio, L’arte in Valsesia avanti il Cinquecento, in Miscellanea valsesiana, Società Storica Subalpina, Casale Monferrato, 1931 Vignono e G. Ravera, Il «Liber decimarum» della diocesi di Ivrea 1368/1370, Thesaurus ecclesiarum Italiane I, Roma 1970
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