Chiara Leone
Le Città di marmo della riforma sanitaria ai piani cimiteriali.
Rel. Riccardo Bedrone. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Pianificazione Territoriale, Urbanistica E Ambientale, 2012
Abstract: |
INTRODUZIONE I Cimiteri rappresentano un tema di così lunga durata nel tempo, da indurci a considerarli come realtà intangibili, una specie di ambito immutabile. In realtà si tratta di una materia estremamente dinamica, che ha vissuto continui cambiamenti, sviluppi ed inversioni di rotta tanto da rappresentare uno dei più significativi cambiamenti urbani della città moderna. Dalle civiltà più antiche sino a quella romana, i luoghi riservati alle sepolture vivono la prima netta separazione dalle città. In epoca romana le tombe erano costruite al di fuori delle mura cittadine, in particolar modo sulle principali strade consolari o sulle loro traverse. A proibire la sepoltura dei defunti all'interno della città vi era la Tabula X 1, una delle leggi delle Dodici Tavole, risalenti al 450 a.C. Con il cristianesimo il luogo delle sepolture si sposta all'interno delle mura urbane; in questo modo vivi e morti si venivano a trovare in una situazione di contiguità quotidiana. Nelle chiese e nei chiostri dei conventi si assisteva ad una vera e propria scalata sociale dei morti spinta dalla ricerca di posizioni che godessero il più possibile della vicinanza agli altari con le loro reliquie. Questo modo di agire darà avvio ad una «gerarchla rigorosissima, che fa della chiesa il microcosmo della società urbana»2, tralasciando le pericolose conseguenze igieniche. Lo scopo di questa ricerca è quello di ripercorrere le fasi salienti dell'infrastrutturazione cimiteriale europea dalle origini sino ai nostri giorni. Le soluzioni che verranno adottate costituiranno l'occasione per dotare la città di una struttura dedicata ai morti. Il cimitero collettivo, nella sua isolata posizione e nella sua sancita definizione architettonica, appare sulla scena urbana come tra le più significative testimonianze dei cambiamenti prodotti da una società rinnovata nei suoi presupposti fondativi. Intorno alla metà del XVIII secolo iniziano a delinearsi i caratteri del cimitero moderno dettato dall'esigenza di costruire una separazione, creando una città nella città, ma a quest'ultima intimamente connessa. Oltre alla sfera religiosa e a quella filosofica, la riforma sanitaria ebbe come conseguenza una serie di atti legislativi che interessarono prima la Francia e, successivamente il resto del mondo occidentale. Tali disposizioni, che si succedettero dalla seconda metà del XVII! secolo, ebbero come scopo il divieto delle sepolture all'interno dell'abitato. Significativo a questo proposito è il progresso scientifico che introduce il tema dell'igiene il quale, nel corso del XVIIi secolo, diviene uno dei temi fondamentali del confronto con il progresso ed uno dei cardini intorno a cui si gioca il destino della città moderna: un disegno delle funzioni urbane orientate, sia a razionalizzarne le strutture e ad assicurarne le prestazioni sia a migliorarne l'estetica. Nel decennio 1770-80 si assiste ad una crescita d'interesse intorno alla questione dei cimiteri a cui gli architetti risponderanno promuovendo nuove forme di celebrazione della morte: in particolar modo si avverte la necessità di trasformazione del rituale funebre3. Nel periodo a cavallo tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo la cultura dei Lumi prima e le disposizioni amministrative napoleoniche dopo, fanno cessare l'uso di seppellire nelle chiese, impongono la costruzione di cimiteri fuori le mura e, per tutto il secolo, affidano tale compito ai migliori architetti: l'architettura cimiteriale del XIX e XX secolo rappresenta, dunque, un capitolo centrale sia della storia dell'architettura sia dell'urbanistica. Le ricerche e le pubblicazioni in materia d'igiene conducono alla nascita dell'urbanistica prima in Francia 4e poi nel resto d'Europa. Il cimitero viene dunque a costituire un modello ridotto di città in quanto rappresenta la trasposizione della struttura urbana: basato su di una maglia geometrica come le città antiche ed ordinato secondo assi viari punteggiati da nodalità monumentali. Inoltre, allo stesso modo delle città, essi rappresentano un luogo di memoria all'interno dei quali sono custoditi i segni dello scorrere del tempo e la storia dei sua abitanti: la città dei morti risulta generata e strettamente connessa a quella dei vivi. Nella seconda metà del XX secolo, caratterizzato dalla nascita di filosofie sull'angoscia e la morte, la frequenza di progetti di qualità si riduce notevolmente: sebbene sia possibile riscontrare alcuni eventi importanti, incomincia la diffusione di costruzioni cimiteriali anonime e banali. La società di massa non risulta essere in grado di lasciare, all'interno dei luoghi della memoria, segni connotativi della cultura architettonica contemporanea. Nascono altre urgenze e mutano i valori: il cimitero perde il suo ruolo essenziale all'interno della progettazione urbana divenendo un qualcosa da nascondere e dimenticare. La mancata realizzazione del progetto di Arnaldo Pomodoro per la città di Urbino conferma questa difficoltà di affermazione del progetto contemporaneo. Lo scarso interesse verso questo patrimonio, la carenza di linee guida che tutelino questi beni e la sempre più pressante necessità di reperire nuovi spazi per le nuove sepolture, hanno portato alla distruzione di una parte considerevole del nostro passato. Da sempre si sono contrapposte, e continueranno a contrapporsi, due città: quella dei vivi e quella del ricordo. Nel passato, le due città si conformavano tra di loro per quanto riguarda l'aspetto fisico, le mura che le cingevano, il viale che le collegava, la porta d'ingresso. Oggi tali conformazioni sono sparite ed è per questo, ora più che mai, che occorre intervenire nella ricerca, nella progettazione, nel recupero di una nuova città unita dal dolore e dal ricordo alla città dei vivi; creare così un'unione che si concretizzi in una pianificazione per riconfermare il dialogo tra le due città rispecchiando la dignità del luogo. La "città di marmo" è inserita all'interno della "città del cemento"; pianificare l'una significa ridisegnare I" altra perché i due sistemi sono profondamente e indissolubilmente legati tra loro, sia sul piano fisico sia su quello simbolico. Organizzare la prima significa pertanto ripensare e ricostruire il rapporto con la seconda perché, se l'attività funeraria avviene all'interno del recinto cimiteriale, è nella relazione tra queste due realtà fisicamente distinte che si può ritrovare lo strumento di riqualificazione di entrambe. Tutto questo risulta ancora più doveroso nelle realtà locali d'oggi dove le due città si trovano una all'interno dell'altra. I progetti che interessano i cimiteri sono così, di fatto, architetture per la città, perché nella città, ed alla città, appartiene il cimitero. La progettazione di un cimitero deve coinvolgere la cultura, oltre che dell'atteggiamento sia sociale che religioso dei vivi di fronte alla morte, anche dalla conoscenza delle molteplici civiltà che nel corso dei secoli hanno riposto in modo differente alla perdita del caro estinto. Oggi si ha la necessità di creare nuovi spazi all'interno delle strutture cimiteriali da dedicare agli impianti crematori al fine di assecondare il crescente favore di questa pratica, oppure progetti paesaggistici per offrire aree idonee alla dispersione delle ceneri, ossari che sfruttino regole meno restrittive per il loro posizionamento; sale per i funerali laici, aree per la sepoltura dei musulmani e per le altre confessioni non cristiane. Occorrerebbe anche riqualificare i cimiteri esistenti attraverso progetti di restyling e di riqualificazione oppure ampliamenti e creazione di nuovi servizi: se ci trovassimo nell'Ottocento questi avvenimenti porterebbero all'avvio di concorsi al fine di scegliere i progetti più belli al fine di rappresentare la città. Nell'ultimo ventennio si sta assistendo ad una nuova inversione di tendenza; a tal proposito si cita il progetto di Cesar Portela per Finisterre esposto alla Biennale di Venezia, il crematorio di Berlino di Alex Schultes, l'intervento di Chipperfield a Venezia per l'ampliamento di San Michele in Isola, le sale del commiato di Jordi Badia a Leon, il cimitero di Antonio Monestriroli a Vogherà e molti altri ancora. A conferma dell'avvenuto cambiamento si segnala l'associazione ASCE (Association of Significant Cemeteries in Europe) costituita con la finalità di accrescere l'importanza dei cimiteri europei, promuovendone la loro salvaguardia ed il loro restauro, scambiare le migliori esperienze, elaborare progetti comuni, essere un forum dove si incontrano storici dell'arte e dell'architettura, studiosi che fanno ricerca sui cimiteri europei. |
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Relatori: | Riccardo Bedrone |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Soggetti: | A Architettura > AE Edifici e attrezzature per il culto U Urbanistica > UK Pianificazione urbana U Urbanistica > UN Storia dell'Urbanistica |
Corso di laurea: | Corso di laurea specialistica in Pianificazione Territoriale, Urbanistica E Ambientale |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/2880 |
Capitoli: | INTRODUZIONE 1. «I MORTI NON DEBBONO AMMORBARE I VIVI» 1.1 LA POLITICA SANITARIA E LO SVILUPPO DELLA SCIENZA 1.1.1 Una nuova sensibilità: la creazione di migliori condizioni di vita 1.2 I CONTRIBUTI SCIENTIFICI 1.2.1 II Saggio intomo al luogo del seppellire 1.2.2 II trattato di Francesco Milizia 1.3 IL PERIODO DELLE RIFORME 1.3.1 II Decreto del Parlamento di Parigi 1.3.2 La Declaration Royale - 10 Maggio 1776 1.4 LE PRIME COSTRUZIONI 1.4.1 L'assenza di vegetazione 1.4.2 L'assenza di spigoli: la forma circolare 2. UNA NUOVA CONCEZIONE DELLA MORTE 2.1 L'ACCADÈMIE ROYALE D'ARCHITECYURE DI PARIGI: CENTRO DI ELABORAZIONE CULTURALE 2.2.1 II cenotafio per Isaac Newton di E. Boullèe 2.2.1 Claude Nicolas Ledoux e la città di Chaux 2.2. IL DÉCRET IMPERIALE SUR LES SÉPULTURES 2.3. DUE MODELLI DI CIMITERO: IL MONUMENTALE ED IL RURAL CEMETERY 2.3.1 II paesaggio naturale come dimora anti-urbana 2.3.2 II pensiero anticipatore di Rousseau 2.4. LA SITUAZIONE ITALIANA 2.5. IL CIMITERO ED I RAPPORTI TRA ARCHITETTURA E SCULTURA DURANTE IL XIX SECOLO 3. L'IGIENISMO NELLA FORMAZIONE DELL'URBANISTICA 3.1. I PRIMI PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI SUCCESSIVI ALL'UNITA' D'ITALIA 3.2. LA NORMATIVA VIGENTE 3.3. IL PIANO REGOLATORE CIMITERIALE 3.3.1 II Regolamento di Polizia Mortuaria 3.3.2 La podestà legislativa fra Stato e Regioni CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA |
Bibliografia: | BIBLIOGRAFIA Albisinni P. (1994), Il disegno della memoria: storia, rilievo e analisi grafica dell'architettura funeraria del XIX secolo, Roma, Edizioni Kappa. Aloi R. (1948), Architettura funeraria moderna: architettura monumentale, crematoi, cimiteri, edicole, cappelle, tombe, stele decorazione, Milano, Hoepli. Arena A. (2007), L'architettura dei cimiteri e la città nel XIX secolo: storia, forma e dinamiche ungane dalla Francia alla Sicilia orientale, Palermo, Edizioni Caracoì. Ariès P. (1980), L'uomo e la morte dal medioevo ad oggi, Roma, Editori la Terza. Ariès P. (1985), Images of Man and Death, Harvard, University Press. Assessorato ai servizi cimiteriali di Napoli (2006), I cimiteri di Napoli. Pianificazione, regolamentazione, realizzazioni, progettazioni, pubblicazioni, deliberazioni. Bilancio di un quinquennio 2001-2006, Comune di Napoli, Assessorato ai Servizi Cimiteriali. Bertolaccini L. (2004), Città e cimiteri: dall'eredità medievale alla codificazione ottocentesca, Edizioni Kappa, Roma. Brusatin M. (1979), Spazio e potere assistenziale. Il muro della peste, Bari, Controspazio. Canella M. (2010) Paesaggi della morte: riti, sepolture e luoghi funerari tra Settecento e Novecento, Roma, Carocci Editore. Corbin A. (2005), Storia sociale degli odori, Milano, Bruno Mondadori. Coro P. (2011), Demanio e patrimonio pubblico, repertorio di giurisprudenza 2010, Padova, Exeo Edizioni. Cremonini L. (1999). Architetture cimiteriali.... E se poi muoio?...dialoghi e rapporti spaziali col caro estinto, Firenze, Alinea. Del Bufalo A. (1992) La porta del giardino dei silenziosi: monumenti cimiteriali e cimiteri monumentali del museo vivente del passato, Roma, Edizioni Kappa. Etlin R. A. (1987) The architecture of death, The Transformation of thè Cemetery in Eighteen-Century Paris, Cambridge, London, MIT. Felicori M. (2005), Gli spazi della memoria: architettura dei cimiteri monumentali europea, Roma, Sossella Editore. Fontana A. (2005), Opere cimiteriali: progettazione e programmazione, Santarcangelo di Romagna, Maggioli Editore. Giordano P. (2006), Il disegno dell'architettura funebre: Napoli Poggio Reale, il cimitero delle 366 fosse e il sepolcreto dei Colerici, Firenze, Alinea. Giuffrè M. (2Q07), L'architettura della memoria in Italia: cimiteri, monumenti e città (1750 -1939), Milano, Skira. McManners J. (1984), Morte e illuminismo: il senso della morte nella Francia del XVIII secolo, Bologna, Il Mulino. Latini L. (1994), Cimiteri e Giardini: città e paesaggi funerari d'occidente, Alinea, Firenze. Pedrini A. (1905), La città moderna ad uso degli ingegneri, dei sanitari e degli uffici tecnici di pubbliche amministrazioni, Milano Hoepli. Petraccone C. (1979). Le città italiane dal 1860 ad oggi, Torino, Loescher. Prosperi A. (1996), Tribunali della coscienza. Inquisitori, confessori, missionari, Torino, Einaudi. Ragon M. (1986), Lo spazio della morte: saggio sull'architettura, la decorazione e l'urbanistica funeraria, Napoli, Guida. Tornasi G. (2001), Per Salvare i viventi: le orìgini settecentesche del cimitero extraurbano, Bologna, II Mulino. Vovelle M. (1986), La morte e l'occidente: dal 1300 ai giorni nostri, Roma, Laterza. SITOGRAFIA www.funerali.org www.etica-srl.it www.pianocimiteriale.it www.cimiteritorino.it www.comunedicesenatico.fo.it |
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