PROGETTARE L'ATTESA: Ipotesi per trasformare lo spazio-tempo dell’attesa nelle fermate del trasporto pubblico di Porta Nuova (Torino) = DESIGNED FOR WAITING: Hypotheses to transform the waiting space-time in the Porta Nuova urban transit hub (Torino)

La presente tesi indaga il tema dell'attesa nel contesto delle fermate del trasporto pubblico locale. L'attesa e i luoghi dell’attesa vengono qui considerati non come uno spazio-tempo residuo, ma uno spazio-tempo in cui avviene un'esperienza che merita uno studio con una dignità pari a quelli inerenti la mobilità. In particolare, l’obiettivo del lavoro è reinterpretare gli spazi delle fermate maggiormente utilizzate attraverso il caso studio della stazione centrale di Porta Nuova a Torino, al fine di giungere ad una possibile trasformazione dello spazio che valorizzi l’attesa. La progettazione architettonica, si argomenta, può interpretare e misurarsi con l'attesa. Lo studio è stato portato avanti, in primo luogo, attraverso una ricognizione e una riflessione teorica sulla letteratura internazionale sul tema della mobilità e del valore dell’attesa in campo sia architettonico che sociologico. Con questa base teorica e metodologica si affronta il lavoro progettuale. Allo scopo di cogliere la complessità generale del tema nel contesto della città di Torino, l’attesa nei luoghi di transito è stata indagata attraverso una lettura del territorio urbano e specifiche tipologie di nodi di trasporto, ossia le fermate del trasporto pubblico in prossimità della stazione ferroviaria di Porta Nuova. È stato quindi effettuato un lavoro di progettazione che ridisegnasse lo spazio alla luce delle reinterpretazioni dello spazio-tempo dell’attesa. Il lavoro ha richiesto una raccolta di dati temporali e spaziali, svolta sul campo, che ha permesso una successiva analisi empirica. La metodologia di osservazione, raccolta e analisi impiegata è derivata dalle ricerche di William H. Whyte e Jan Gehl nei loro studi sulla vita pubblica, in particolare sulla relazione tra lo spazio pubblico e gli individui. La proposta mostra l’attesa come momento per l'architettura, in quanto pertinente a spazi ed emozioni, e non solo un intervallo tra il movimento e l'accesso ai mezzi di trasporto pubblici.