La pratica progettuale. Dentro le implicazioni di un processo di trasformazione urbana. = The design practice. Inside the implications of an urban transformation process.

A seguito della deindustrializzazione, Torino ha subito una profonda crisi identitaria, che cerca di sanare stabilendo una strategia d’azione condivisa, che muta seguendo il susseguirsi dei piani strategici, delineando una versione di Torino sempre nuova. Chi è oggi Torino? Si identifica ancora nella città industriale o è davvero proiettata al futuro? Se da un lato il lavoro condotto con i Piani Strategici ha aiutato a indirizzare verso la costruzione di un’identità della città, dall’altro la persistenza della memoria industriale continua a farsi sentire, come il rintocco di un pendolo che scandisce il tempo che passa, ma lo scenario urbano frammentato dai vuoti urbani non cambia. La pratica progettuale nasce dalla necessità di dare un indirizzo al futuro e un quadro di unione alle contingenti trasformazioni urbane di una porzione di città nel quadrante nord di Torino. Ma non solo. A causa della crisi industriale degli anni ‘80, i quartieri a nord di Torino - e in particolare Barriera di Milano - sono caratterizzati dalla presenza di fabbricati dismessi, che continuano silenziosamente a imporsi come elementi di discontinuità nel tessuto urbano. La riqualificazione delle aree dismesse offre l’occasione alla Città di Torino di far ripartire dal punto di vista economico e sociale questi quartieri, da sempre posti ai margini, intercettando finanziamenti europei previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Con il Piano Regolatore Generale del 1995 si individuava, nella massiccia presenza sul suolo torinese di estese aree dismesse, l’opportunità di sviluppare nuove strategie di trasformazione urbana, che avessero come oggetto una prefigurazione complessiva della città rinnovata dal punto di vista spaziale, funzionale, ambientale, economico e, non da ultimo, identitario. La nuova stesura del PRG, la cui pubblicazione è prevista nel 2026, e l’approvazione della Giunta comunale della seconda linea metropolitana, che permetterà il collegamento dell’area nord con il resto della città, sono i presupposti su cui si fonda l’oggetto di tesi, collocandosi su un punto strategico: l’asse urbano di via Tollegno, parallelo a via Bologna, dove è previsto il passaggio della futura metropolitana. L’indagine, condotta parallelamente alle proposte progettuali, aventi come focus la fabbrica denominata Fonderia Caratteri, facente parte del complesso industriale dismesso Ex Fonderie Nebiolo, ha rivelato l’individuazione di un piano di azione, che vede una moltitudine di attori interessati a trasformare gli edifici dismessi attestanti su via Tollegno in un distretto di residenze universitarie. Tuttavia queste istanze si presentano come bolle non comunicanti tra loro, comportando la mancanza di un disegno urbano condiviso. L’obiettivo della tesi è quello di presentare una scommessa progettuale avente per oggetto la riqualificazione dell’asse urbano di via Tollegno, integrando ai diversi progetti in corso anche l’attivazione dei piani terra residenziali e i parchi pubblici in abbandono, in un disegno urbano unitario. Lo scenario progettuale diacronico e volto al futuro, elaborato a seguito delle interviste con attori e analisi delle implicazioni che entrano in gioco, ha l’intento di simulare una visione di insieme per ricucire il tessuto urbano in un progetto condiviso, che convogli tutti gli attori in campo verso una visione unitaria, di potenziale interesse per attrarre investimenti futuri.