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Riqualificazione urbana e ambientale del Parco Michelotti a Torino

Laura Berta

Riqualificazione urbana e ambientale del Parco Michelotti a Torino.

Rel. Paolo Mellano. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura, 2011

Abstract:

Con questa Tesi di Progettazione Architettonica è stato affrontato il tema del Parco Michelotti a Torino. L'obiettivo del lavoro svolto è quello di proporre un'ipotesi di riqualificazione dell'area in relazione al contesto urbano e ambientale dello stato di fatto, intervenendo sul verde, sul costruito e sulle destinazioni d'uso odierne e future.

La scelta del tema è da ricondurre alla situazione attuale di Parco Michelotti il cui stato di degrado persiste da più di vent'anni. L'Amministrazione comunale in questi ultimi anni sta cercando di riqualificare la zona attraverso l'organizzazione sporadica di eventi e l'apertura di un bar nei mesi estivi. Troppo poco rispetto alla condizione in cui il Parco si trova e infatti il riscontro ottenuto da queste iniziative è assai modesto. L'area necessita prima di tutto di una riqualificazione strutturale che comprenda un ripensamento della sua destinazione d'uso. Il Parco è infatti ancora legato al Giardino zoologico, costruito negli anni Cinquanta e chiuso nel 1987: gli edifici, abbandonati e fatiscenti, sono ancora là impedendo di fatto al Parco di poter tornare a vivere. Ed è un vero peccato perché si tratta di un'area dal grande potenziale:

- È collocata nel centro della città ma allo stesso tempo è facilmente raggiungibile dai comuni limitrofi;

- È caratterizzata da alberi secolari di grande pregio estetico e ambientale;

- Permette di godere di un'ottima vista sulla città;

- La mancanza di dislivelli garantisce ampi margini di intervento;

- È collegata agli altri parchi delle sponde fluviali del Po;

- Grazie alle sue caratteristiche ambientali e alla sua posizione strategica può attirare un numero considerevole di persone di ogni fascia di età.

In conclusione, alla base della scelta di questo tema c'è la volontà di ridare al Parco Michelotti la considerazione che merita, con l'obiettivo di restituire armonia alla sua complessità urbana e ambientale.

La metodologia seguita per riqualificare l'area si è incentrata dapprima su un'attenta analisi dello stato di fatto e del contesto; nella fase successiva si è cercato di capire da un lato come migliorare la comunicazione tra il Parco e il sistema urbano, dall'altro quali fossero le caratteristiche da mantenere e quelle da eliminare della condizione attuale, sia in termini di destinazione d'uso che di disposizione sul territorio. Attraverso questi studi si è poi passati a delineare il progetto vero e proprio di riqualificazione ambientale e urbana.

Entrando nel dettaglio, il tema oggetto di studio è stato organizzato in tre sezioni: l'analisi storica del sito, l'analisi dello stato di fatto e il progetto di riqualificazione.

Attraverso l'analisi storica del sito si è riusciti a comprendere quali sono stati i passaggi fondamentali che hanno portato Parco Michelotti a essere come oggi lo conosciamo e a comprendere meglio da cosa ha origine la sua complessità.

A seguire, l'analisi dello stato di fatto è stata suddivisa in due: il sistema urbano e la vegetazione del Parco Michelotti. Nella parte inerente il sistema urbano si è cercato di comprendere la relazione esistente tra l'area oggetto di studio e il contesto attraverso una ricognizione fotografica, le modalità esistenti di raggiungimento e di accesso al Parco e la definizione della planimetria dello stato di fatto. Nella seconda parte, invece, è stata approfondita la mappatura delle specie arboree, resa necessaria dal fatto che il Comune di Torino fornisce le carte tecniche prive di alberi. Per rendere tale lavoro più completo, ogni albero presente è stato classificato secondo le sue peculiarità. Inoltre, è stata approfondita l'organizzazione del verde della città di Torino con specifico riferimento ai Sistemi del verde urbano, alla delibera della Giunta Comunale n. 2007 del 27 marzo 2007 e il Progetto Corona Verde.

Infine, nella sezione riguardante il progetto di riqualificazione si è dato spazio alle linee guida adottate, all'analisi delle nuove destinazioni d'uso e all'approfondimento delle parti più significative del progetto.

Le parole che seguono descrivono un modo di considerare lo spazio pubblico particolarmente in sintonia con quanto pensato per il progetto. Esse sono tratte dal libro "Le Architetture dello spazio pubblico". "Riflettere sullo spazio pubblico significa riflettere sulla città, sui modi di abitarla e sulle forme attraverso cui si costruisce e rappresenta.

Interrogarsi sul significato dello spazio pubblico nella contemporaneità vuoi dire pensare alle forme ed ai luoghi urbani, di relazione e di incontro sociale, che attualmente si propongono, con maggiore o minore emergenza, alla nostra attenzione. E' questa una fenomenologia così articolata e complessa, così sedimentata nelle culture, nei comportamenti, nelle abitudini e nei costumi, nel Dna di ciascun ambito socio-geografico, che necessita per essere affrontata di essere circoscritta e orientata (Rustin, 1988: Choay, 1992)."

"Le risposte dell'architettura alle istanze di spazio pubblico sono quindi articolate in funzione di vecchie e nuove attitudini, vocazioni, domande e aspettative sociali, e variamente modulate in rapporto alle specifiche condizioni di contesto entro cui vengono formulate. Esse indicano una corretta e pertinente vasta gamma di approcci che oscilla tra la cura del luogo e la pietas. per l'esistente e la sperimentazione di ontologie del nuovo (Gregotti, 1986; Koolhaas, 1995)."

"All'interno di questo quadro si manifesta la necessaria ricomprensione e la risignificazione di consolidate valenze e figure. La strada innanzi tutto. Essa perde il proprio ruolo di archetipale spazio pubblico. I sistemi stradali non propongono il carattere di continuità che li ha contraddistinti storicamente nella connessione tra il locale e il globale: sono segmentati, specializzati, sovrapposti e integrati ad altri sistemi infrastrutturali di trasporto. La strada riconferma il proprio ruolo e valore in specifiche e circoscritte situazioni locali allorquando assume di nuovo valenza di architettura fondativa (Zardini, 1996)."

"La piazza, nata quale luogo di crocevia e origine di strade, ha vita difficile nei nuovi sistemi insediativi laddove le strade incrociandosi generano piuttosto uno svincolo e laddove, soprattutto, l'iterata estensione di tessuti monofunzionali fa in modo che non si attuino quelle condizioni di densificazione morfologica, funzionale, sociale e simbolica che sono a premessa della costruzione della "piazza". Le piazze sono altro o altrove: sono ibridate con ulteriori tipi dello spazio pubblico, prendono forma nei tessuti dei grandi interventi di rinnovo espansione urbana che introiettano e rappresentano un complesso mixage funzionale urbano o sono reinterpretate e risignificate all'interno degli impianti urbani storici o consolidati. Le fortune del tipo piazza potrebbero essere considerate quindi "marginali", in realtà grandi città e aree metropolitane hanno fondato i propri processi di innovazione, riqualificazione e sviluppo urbano anche sulla realizzazione di nuove piazze e sulla riconfigurazione di quelle esistenti (Dewitte, 1987; Aymonino, 1988 [1995]).

Il parco è la piazza "ritrovata" della città contemporanea: dismesso il ruolo storico di metafora del rapporto tra artificio e natura, cultura e natura, non rappresenta più l'altro, l'intervallo, l'altrove.

Esso è, in continuità e coerenza con l'insieme delle strutture urbane, il dispositivo destinato per eccellenza all'incontro, alla sosta, e all'intrattenimento. Se nell'architettura del parco la rottura con la storia si evince sul piano dei significati, essa non è altrettanto elaborata in rapporto alla traduzione e all'uso di "modelli" storici di derivazione medievale, rinascimentale, illuministica e ottocentesca.

Né avviene nei confronti della tradizionale coniugazione tra parchi e strutture e servizi dedicati alla cultura, alla memoria storica, alla divulgazione, all'intrattenimento e allo spettacolo (Cerami, 1996; Zagari, 1988)."

Relatori: Paolo Mellano
Tipo di pubblicazione: A stampa
Numero di pagine: 123
Soggetti: R Restauro > RC Restauro urbano
U Urbanistica > UF Parchi
Corso di laurea: Corso di laurea specialistica in Architettura
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/2546
Capitoli:

Introduzione

I. Analisi storica del sito

1.1 II quartiere Borgo Po

1.2 II canale Michelotti

1.3 1955-1987: il Giardino zoologico

1.4 Parco Michelotti dalla chiusura dello Zoo ad oggi

1.5 Ricerca presso l'archivio storico de "La Stampa"

II. Analisi dello stato di fatto

2 - Parco Michelotti e il sistema urbano

2.1 Introduzione al contesto

2.2 Comunicazione tra il Parco e il territorio

2.3 Ricognizione fotografica

2.4 Planimetria dello stato di fatto con riferimento alle prospettive future

3 - La vegetazione di Parco Michelotti

3.1 L'organizzazione del verde della città di Torino

3.2 Le schede botaniche

3.3 Mappatura delle specie arboree

III. Il progetto di riqualificazione

4.1 Introduzione al progetto

4.2 Planimetria generale del progetto

4.3 Sezioni generali del progetto

4.4 La Biblioteca per i bambini

4.5 La Ludoteca

4.6 II Museo della Biodiversità

Bibliografia

Bibliografia:

Enzo Venticelli, Acquario-Rettilario dello Zoo di Torino, in "Vitrum", settembre-ottobre 1961, n. 127.

Dietmar Aichele, Anneliese Schwegler, Che albero è questo?, Franco Muzzio Editore, Padova 1981.

Gabriele Maschietti, Marina Muti, Pietro Passerin d'Entrèves, Giardini zoologici, Umberto Allemandi & Co, Torino 1988.

Giuseppe Bracco (a cura di), Acque, ruote e mulini a Torino, edito dalla Città di Torino, Torino 1988.

Rita Valentino Merletti, Leggere ad alta voce, Edizioni Mondadori, Milano 1996.

Claudio Stroppa, Creare una ludoteca, Franco Angeli editore, Milano 1997.

Paolo Caputo (a cura di), Le architetture dello spazio pubblico, Electa, Milano 1997.

Vera Comoli Mandracci, Torino, Editori Laterza, Roma-Bari 2002.

Elisa Zoppei, Laboratori di lettura, Edizioni Mondadori, Milano 2003.

Mauruzio Ternavasio, Borgo Po e Madonna del pilone, Graphot editrice, Torino 2006.

Lorena Lombroso e Simona Pareschi (a cura di), Il libro completo degli alberi, Gribaudo editore, Milano 2011.

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