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Nuove espansioni urbane a Torino

Adriana Cirillo

Nuove espansioni urbane a Torino.

Rel. Franco Lattes, Innocente Porrone. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2004

Abstract:

Nell'ambito del rinnovamento generale di Torino, che va trasformandosi da città industriale a città del terziario, le aree industriali dismesse rappresentano una risorsa fondamentale per la disponibilità di superficie potenzialmente trasformabile e per la loro collocazione: numerosissimi sono gli interventi in atto che prevedono la costruzione di nuove strutture per il terziario, attività culturali o edifici residenziali nelle aree finora occupate dai grandi fabbricati delle lavorazioni meccaniche, per cui Torino era identificata come città industriale. In particolare di questa tendenza all'espansione di risorse pubbliche, di azioni e strutture importanti, bisogna registrare le iniziative che si sono andate consolidando nella forma di nuovi centri di ricerca, pubblici e privati, costituiti a ricoprire uno spazio scientifico stabile. A questo proposito appare utile inquadrare il nuovo attivismo, pubblico e privato sulla ricerca finalizzata e la tendenza a consolidare ed espandere strutture scientifiche nei settori dell'edilizia e del territorio, nello scenario più generale di una politica di ricerca che da qualche anno ha preso con decisione la strada del sostegno ed incentivazione dell'innovazione dell'apparato produttivo nel nostro paese, promuovendo, a questo fine, l'incontro e la collaborazione del mondo della ricerca e del mondo della produzione. In sintesi la mia tesi postula una relazione forte tra processi di ricerca, innovazione e riqualificazione urbana e considera possibile e opportuno l'insediamento in contesti urbani di strutture e attrezzature per la ricerca e l'innovazione come un elemento efficace di rigenerazione e riqualificazione del tessuto della città. In particolare l'obiettivo della tesi è di proporre una maggiore compenetrazione tra la città, le sue strade, i suoi isolati ed il paesaggio frammentato circostante con l'inserimento di un Parco Tecnologico; una struttura integrata di attività di ricerca e formazione, terziarie e produttive, finalizzate all'avvio e consolidamento dei processi innovativi.Attraverso un analisi dell'area si percepisce come i confini fisici e visuali concorrono in un insieme di rotture che solo una rivitalizzazione da parte di un parco urbano potrebbe risolvere. Il parco si lega alla vita della città, e di conseguenza la città si lega al parco. Il parco e il suo paesaggio sono intesi come un elemento di cucitura fra entità separate, fra elementi slegati. Per questo l'ipotetica collocazione di un Parco Tecnologico è stato un modo per riqualificare completamente la zona: aumentando in maniera esponenziale la qualità del paesaggio, la fruibilità da parte della popolazione e la possibilità di svolgere attività lavorative nel settore del terziario. L'unione di ambienti per il lavoro e zone fruibili dalla popolazione potrebbe dare nuova vitalità ad un'area fortemente compromessa. L'analisi si suddivide in due parti, una prima parte riguarda una descrizione dell'area, effettuata tramite sopraluoghi in macchina, a piedi con supporto di macchina fotografica e piante varie; una seconda parte riguarda il recupero di tutto il materiale inerente l'area, costituito da carte storiche e strumenti urbanistici per ricavarne dati, indici e superfici. Il passaggio successivo riguarda la progettazione vera e propria di un complesso di edifici, quali delle residenze, un centro di ricerca con i relativi laboratori attrezzati, l'università, le case degli studenti, una biblioteca, e un'area destinata a commercio di vario genere.Infine mi sono occupata del progetto dettagliato di uno degli edifici facente parte del complesso architettonico del Parco Tecnologico. Un Parco Tecnologico è da un lato un forte investimento per la città e dall'altro la possibilità di riqualificare un'area dismessa e marginale. Lo scopo del mio lavoro è proprio superare questo confine mentale che dichiara inadatte le aree di margine, perchè proprio in esse si possono trovare nuove forme di urbanizzazione, nuovi rami di collegamento della città. Dei collegamenti che legano queste zone al cuore della città e diventano nuove ramificazioni. Uno dei motivi quindi che mi ha indotto a progettare un Parco Tecnologico è stato introdurre attività innovative, quali attività di ricerca, formazione, ecc. , attività cioè che possono avere forti integrazioni anche con l'ambiente urbano. Possono, cioè, entrare a far parte del mix funzionale urbano che può riqualificare l'intorno degradato periferico. Da un altro punto di vista, insediare ad esempio funzioni di formazione universitaria in questa ipotesi di polo integrato è, a mio avviso, oltre che utile alla rivalutazione dell'area, quanto mai realistico, poiche nell'area torinese ci sono reali esigenze di rilocalizzazione nel settore della formazione universitaria e post-universitaria: facoltà e laboratori sono costretti in spazi insufficienti a discapito del buon funzionamento delle facoltà stesse. Inoltre la formazione professionale non ha bisogno solo di aule, ma anche di attrezzature e laboratori. In relazione a queste peculiarità ho deciso di progettare degli ampi spazi destinati a coprire queste esigenze, destinati quindi non solo all'università ma anche alla formazione di figure professionali. Il progetto del Parco Tecnologico L'area analizzata è situata ai margini della città di Torino, in periferia, in un territorio distante dalla vivacità del centro cittadino. Come risultato di inevitabili stratificazioni storico-sociali, la Spina 4 e, più in particolare, l'ambito Gondrand, è suddivisa in frammenti: un'area industriale attiva, un'area verde, la ferrovia. In definitiva ci troviamo di fronte, da un lato, alla complessità di una periferia mancante di una propria identità, e dall'altro ad una porzione di città da rivalutare. Nello sviluppo di questo tipo di insediamenti la qualità dell'ambiente non è più un elaborazione successiva, un intervento di "cosmesi", ma un fattore essenziale per costruire un ambiente unitario e un'arma commerciale in più per le imprese che si insedieranno. A questo proposito ho quindi cercato di realizzare degli edifici che fossero legati al paesaggio circostante e che contemporaneamente ne fossero riconoscibili. Vista l'ampia superficie territoriale disponibile, circa 45.604 mq, ho deciso di disporre gli edifici suddividendoli in tre lotti, attualmente inesistenti perche occupati dall'ampio volume della Gondrand. Tale suddivisione è il frutto di un attento studio dell'intorno dell'area, degli isolati e degli assi viarii che confluiscono nel mio ambito. Parole chiave del mio lavoro sono quindi continuità e rispetto: continuità tra le vie nuove di progetto e le vie Rondissone, Desana e Fossata, in modo da permettere al visitatore interessato di entrare agevolmente nell'area del Parco Tecnologico; rispetto di quelle poche ma importanti "regole" dettate dall'ambiente circostante e prescritte dal Piano Regolatore, quali l'allineamento stradale e l'altezza degli edifici. La presenza ulteriore del parco Sempione, posto in posizione retrostante, ha influenzato notevolmente il mio lavoro perche mi ha suggerito la possibilità di realizzare un progetto per gradi: si passa da una maggiore concentrazione e chiusura del costruito verso via Lauro Rossi, per poi slegarsi da ogni geometria urbana, cioè edifici non più allineati al filo stradale ma liberi di collocarsi sul territorio. Tali costruzioni disposte all'interno dell'ambito sono ben diverse tra loro, sia per destinazione d'uso sia per immagine architettonica: si passa dalla residenza, al parco tecnologico vero e proprio, dotato di un centro di ricerca, università, uffici, biblioteca, sala espositiva, area commerciale, fino ad arrivare alle residenze universitarie immerse nel parco, ma collegate al resto mediante viali alberati. Le abitazioni sono collocate nel lotto prospiciente il viale della Spina Centrale attualmente occupato dalla ferrovia che, secondo le previsioni del Piano Regolatore, in un prossimo futuro sarà interrata. Tali costruzioni sono suddivise in tre blocchi di quattro piani fuori terra ciascuna, chiuse e allineate su via Lauro Rossi e, dall'altro lato, aperte e libere di godersi della luce e dell'aria offerte dal parco. Accanto alle residenze sono posti i tre edifici che compongono il Parco Tecnologico vero e proprio: il centro di ricerca che si affaccia su una delle vie interne di progetto, il blocco dei negozi, della biblioteca e degli uffici che prospetta su via Lauro Rossi, e l'università, in linea con via Francesco Cigna. Quasi al centro di questo schema sono collocati i laboratori, suddivisi in sette blocchi, collegati, tramite passerelle coperte agli edifici dell'università e del centro di ricerca. Collocati in posizione retrostante, oltre l'asse a senso unico che costituisce la continuazione di via Rondissone, troviamo le residenze universitarie, suddivise in undici blocchi di due piani fuori terra. Ognuna di esse è dotata di passerelle e ingressi indipendenti che accentuano la riservatezza di ciascuna unità abitativa, a dispetto della notevole vicinanza. Tenendo conto dell'ampiezza del mio progetto ho deciso in particolare di sviluppare una parte di esso: l'edificio a L che si affaccia su via Francesco Cigna e via Lauro Rossi. Visto la particolare posizione, l'edificio si biforca in due corpi che si proiettano a sud sul centro abitato e a nord sul Parco Sempione. I due volumi ottenuti sono adibiti da un lato all'università con le sue aule, laboratori, segreterie, servizi e, al piano interrato magazzini, dall'altro lato, al piano terra, trovano posto i negozi, al piano superiore la biblioteca e, all'ultimo piano gli uffici. Per quanto riguarda gli accessi, due di essi rappresentano la continuità naturale di via Desana a est, e via Fossata a sud, il terzo, cioè il principale costituisce, da una parte, il punto d'intersezione della mia L e dall'altra è posto all'incrocio tra via Lauro Rossi e via Cigna. Tornando all'edificio, i parallelepipedi si suddividono ulteriormente in una serie di moduli, trasversali alla strada, aventi una luce di tredici metri. Ognuno di queste porzioni oltre a distinguersi in pianta è segnalata anche all'esterno, in prospetto, mediante vetrate strutturali che coprono tutta l'altezza dell'edificio. La copertura è realizzata sezionando nuovamente il parallelepipedo con un piano inclinato la cui pendenza varia nei diversi moduli. L'unione orizzontale tra i volumi è realizzata con un percorso aereo, una passerella chiusa da una vetrata dotata di serramenti apribili, che collega da un lato i diversi spazi dell'università e dall'altra la biblioteca. I vani scala posti in pianta quasi a scandire un ritmo regolare, permettono di accedere a tutti i piani, compreso I'interrato, dove si può trovare un ampio parcheggio e i magazzini dell'università. L'esterno dell'edificio è rivestito da pannelli metallici isolati, applicati ad un parete ventilata. I pannelli fotovoltaici sono gli elementi che caratterizzano le facciate sud- est e sud-ovest. Essi sono pannelli utilizzati per l'accumulo e la produzione di energia e hanno anche la funzione di filtrare l'illuminazione all'interno degli ambienti. Infine gli impianti, con le loro centrali tecnologiche composte da autoclave, scambiatore di calore e locale contatore, sono posti nel piano interrato, suddivisi in due corpi differenti.

Relatori: Franco Lattes, Innocente Porrone
Tipo di pubblicazione: A stampa
Parole chiave: espansione urbana - torino
Soggetti: U Urbanistica > UK Pianificazione urbana
Corso di laurea: Corso di laurea in Architettura
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/254
Capitoli:

PRIMA PARTE

1. Introduzione

1.1 La città lungo la ferrovia

1.2 La Spina Centrale

1.3 Il progetto di rinnovo urbano

1.3.1 Spina 1

1.3.2 Spina 2

1.3.3 Spina 3

1.3.4 Spina 4

1.4 Il piano edilizio universitario

1.4.1 Le finalità

1.4.2 Residenze universitarie

2. Strumenti urbanistici e analisi territoriali

2.1 Inquadramento generale

2.2 Descrizione dell'ambito territoriale

2.2.1 Via Cigna e via Lauro Rossi

2.2.2 La Gondrand

2.2.3 Il Parco Sempione

2.3 Riferimenti al Piano Regolatore Generale

3. Il Parco Tecnologico

3.1 Introduzione

3.2 La definizione di Parco Tecnologico e i suoi elementi caratteristici

3.2.1 Specificità funzionali e ruolo strategico

3.2.2 Configurazione dei Parchi secondo il Parlamento Europeo

3.22.1 Classificazione dei Parchi Scientifici

3.2.3 Elementi basilari per la realizzazione di un Parco

3.2.3.1 Le risorse umane

3.2.3.2 L'imprenditoria potenziale latente

3.2.3.3 Finanziamenti pubblici e privati

3.2.3.4 Gestione

3.2.3.5 Servizi

3.2.3.6 Localizzazione strategica

3.2.3.7 Considerazioni cautelative

3.3 Le esperienze internazionali

3.3.1 Le esperienze dei parchi in USA

3.3.2 Le esperienze dei parchi in Giappone

3.3.3 Le esperienze dei parchi nel Regno Unito

3.3.4 Le esperienze dei parchi in Francia

3.3.5 Le esperienze dei parchi in Germania

3.3.6 Le esperienze dei parchi in Svezia

3.3.7 Le esperienze dei parchi in Belgio

3.4 La situazione in Italia

3.4.1 Il Parco Scientifico Tecnologico sulla Dora -Torino

3.4.2 Lingotto -Torino

3.4.3 Progetto Bicocca -Milano

3.4.4 Area di ricerca scientifica e tecnologica ARST - Milano

3.4.5 Business Innovation Centre BIC - Trieste

3.4.6 Tecnopolis Novus ortus -Valenzano

3.4.7 Centro Laser- Valenzano

3.4.8 BIC Puglia SPRIND -Giovinazzo, Bari

3.4.9 La Cittadella della ricerca -Mesagne, Brindisi

3.5 Ipotesi di un parco tecnologico in aree industriali dismesse a Torino

SECONDA PARTE

4. Progetto di un Parco Tecnologico nella Spina 4

4.1 Premessa

4.2 Il progetto del Parco Tecnologico

Appendice A

I documenti del Parlamento Europeo

Appendice B

Le leggi di sostegno finanziario

Appendice C

Environment Park -pagina web

BIBLIOGRAFIA

TAVOLE DI PROGETTO

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http://www.architects-on-the-web.com

http://www.domus.it

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