Dall’Exhibit Design all’incontro con Villa Adriana = From Exhibit Design to the encounter with Villa Adriana

L’elaborato tratta il tema dell’Exhibit design, ‹‹ovvero il processo di sviluppo di una mostra, partendo da un concetto fino ad arrivare ad una mostra fisica e tridimensionale››, tramite l’utilizzo e la modifica di spazi, luoghi e architetture adibiti alla comunicazione di un’idea. Attraverso questa disciplina è possibile far comunicare passato e presente in maniera coerente per promuovere e amplificare la valorizzazione di beni storici. Interagire con l’archeologia è un percorso di esplorazione del passato che ci permette di capire dove siamo oggi, in parallelo, lo studio dell’exhibit, attraverso l’uso di strumenti innovativi, permette la valorizzazione di un’opera e sviluppa un’esperienza per il pubblico, affinché sia in grado di interpretarla. ‹‹È estremamente arduo renderla comprensibile, fare in modo che il visitatore capisca da quelle pietre, da quelle colonne spezzate, da quei ruderi, la città perduta, i templi e i palazzi che non ci sono più, le stratificazioni della storia››. L’unione tra queste due discipline genera un forte legame tra passato e presente che è in grado di tendere ad un unico valore comune: La Bellezza. Inoltre l’interazione tra queste due discipline ‹‹dovrebbe puntare sulla capacità del visitatore di essere soggetto attivo di conoscenza e non puro spettatore, suggerendo e stimolando l’immaginazione››. In particolare questo elaborato vuole mostrare una visione generale relativa alla composizione topografica e ortografica di Villa Adriana, residenza imperiale extraurbana, fatta realizzare dall’imperatore Adriano nei pressi di Tivoli. Il progetto finale è il risultato di un workshop intensivo presso la Villa che ha permesso di studiare e progettare al meglio la connessione tra gli elementi come il suolo, l’acqua e la vegetazione, facendo comunicare in maniera organica l’archeologia preesistente e i padiglioni termali, realizzati in maniera reversibile, al cui interno sono presenti elementi relativi alla museografia contemporanea. Si inserisce, nel dialogo con il passato, in maniera subordinata, un’esposizione temporanea delle opere di Antonio Canova all’interno della Basilica Palladiana a Vicenza, in cui il rapporto di figura-sfondo svolge un ruolo importante per la valorizzazione delle opere oltre che del luogo espositivo. ‹‹Nell’atto progettuale si è cercato di raffigurare la bellezza come una entità del pensiero, un valore che diventa “universale” nel senso del riconoscimento intersoggettivo›› e che ha permesso di fare scelte mirate relative alle forme utilizzate.