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I marmi romani dagli scavi archeologici di Palazzo Roero ad Asti.

Silvia Plos

I marmi romani dagli scavi archeologici di Palazzo Roero ad Asti.

Rel. Maurizio Gomez Serito, Eduardo Rulli. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura (Restauro E Valorizzazione), 2011

Abstract:

L'obiettivo di questa tesi di laurea è semplice ma ambizioso allo stesso tempo: concepire in modo sperimentale un metodo per esaminare i reperti archeologici lapidei di piccola entità, spesso frammentari, sinora marginalmente presi in considerazione dagli esperti del settore poiché ritenuti di scarso valore documentale. C'è da dire che i petrografi si affidano quasi esclusivamente ad indagini invasive in cui è indispensabile asportare dei campioni sui quali condurre esami di laboratorio. Il costo elevato (soprattutto per ingenti quantità di reperti) dissuade dallo studio dei manufatti piccoli e di poco pregio, che spesso verrebbero irrimediabilmente compromessi dai prelievi, senza avere neppure la certezza di risultati illuminanti, che vadano al di là dell'interesse meramente tecnico. Nel vuoto lasciato dalla carenza di procedure idonee cerca d'inserirsi la proposta presentata in questo elaborato. I requisiti richiesti sono parsi chiari sin dal principio: essa avrebbe dovuto essere sufficientemente flessibile da adattarsi a svariati contesti d'applicazione, senza però trascurare il rigore e la ripetibilità propri del metodo scientifico da cui non si poteva prescindere. Il limite dell'approccio "convenzionale" è quello di non curarsi che i manufatti di questo tipo, seppur modesti e mal conservati, fossero un tempo parte di qualcos'altro, magari irrimediabilmente perduto, di cui si conosce poco o nulla. I reperti, se correttamente interpretati, sono in grado di rivelare tanti aspetti dell'architettura di provenienza in quanto la foggia, la lavorazione, il materiale, le condizioni di conservazione sono strettamente legati alla precisa funzione per cui erano stati realizzati; per lo stesso motivo i dati raccolti possono perfino confutare delle teorie date per certe, poiché non basate su prove reali, ma su deduzioni astratte.

La tesi presentata è originale in quanto attribuisce importanza ad oggetti privi di valore apparente e si basa su un'analisi macroscopica approfondita senza ricorrere ad esami di laboratorio.

I reperti ritrovati durante gli scavi di Palazzo Roero ad Asti, affidati dalla Soprintendenza al professor Gomez Serito, hanno rappresentato un'opportunità preziosa per impostare lo schema logico e sequenziale delle varie fasi di lavoro. Si tratta infatti di un lotto di oltre mille frammenti di materiale lapideo (in particolare lastre ed elementi rompitratta) dalle caratteristiche sufficientemente variegate da essere considerato un campione interessante dal punto di vista statistico. Il materiale indagato è ciò che rimane di intense attività di spoglio, magari ripetutesi nel tempo in periodi diversi, che hanno compromesso irrimediabilmente l'attribuzione cronologicae spaziale nel contesto. La condizione è talmente frammentaria e lacunosa da rendere complessa la ricomposizione anche parziale dei lacerti: si è riuscito solo per una ventina di pezzi a ritrovarne un altro che combaciasse con essi. Considerando le circostanze contingenti ai resti rinvenuti a Palazzo Roero, gli esiti finali saranno soprattutto legati alle caratteristiche intrinseche dei reperti, piuttosto che al contesto, che attualmente si pensa riconducibile ad un complesso termale d'epoca romana limitrofo al foro. Si potrà però arrivare a dire se i frammenti ritrovati siano compatibili o meno con le ipotesi formulate dagli archeologi.

L'iter metodologico sperimentato ed applicato nello studio dei materiali documentati in questa tesi si articola in modo da toccare i principali aspetti dell'analisi, dalla pulitura alla schedatura dei reperti, senza però avere pretese di completezza. In ogni caso il risultato ottenuto potrà essere usato già nella forma attuale in situazioni analoghe grazie alla sua efficacia sperimentata.

La tesi è strutturata in otto parti (suddivise in due volumi) nelle quali sono trattati i temi essenziali che caratterizzano l'elaborato in questione. Ogni sezione ha una propria identità ben definita, che si esplica nello sviluppo dei singoli capitoli e dei paragrafi connessi.

Nella prima parte, concepita come una sorta di "manualetto" per il principiante, sono stati raccolti i contributi teorici che hanno permesso di creare un bagaglio di conoscenze sufficiente ad affrontare l'analisi dei reperti archeologici: si è creduto prioritario entrare un poco negli argomenti in questione prima di potersi muovere con maggiore sicurezza in un ambito perlopiù estraneo alle discipline del percorso di studi. Si sono riportate quindi nozioni elementari riguardo gli scavi archeologici, dando maggior risalto ai temi legati alla stratigrafia; è stato inserito un essenziale approfondimento sulla fotografia archeologica (con attenzione alla fotografia di piccoli oggetti, categoria cui i reperti di Palazzo Roero appartengono), descrivendo gli strumenti e le tecniche da applicare per ottenere immagini di qualità. Gli aspetti più scientifici sono stati toccati quando, cambiando ambito, si è parlato sinteticamente della genesi e della classificazione delle rocce e delle caratteristiche essenziali dei materiali lapidei; una rassegna delle principali cause di degrado di tali materiali completa questa parte.

La particolare natura degli oggetti in analisi richiedeva di introdurre, seppur brevemente, il tema dei marmi antichi per poi entrare nel merito delle tecniche e degli strumenti impiegati in epoca romana nella lavorazione della pietra (con rilievo dato alla realizzazione di pavimenti e di rivestimenti lapidei). Un breve capitolo sulleunità di misura usate nel periodo romano si è rivelato prezioso in quanto ha permesso trovare un legame tra le grandezze del passato e quelle usate nel presente. Nella seconda parte è stato trattato l'inquadramento del caso di studio sotto il profilo storico e territoriale.

La terza parte è il fulcro attorno cui si dipana l'intera tesi poiché in essa è descritto il metodo di lavoro adottato per condurre l'analisi dei reperti. Non è la più estesa, ma di certo la più importante. Il diagramma inserito all'inizio del capitolo riassume tutte le operazioni e i processi compiuti, individuando quattro fasi principali: la preparazione dei reperti, il rilievo e la schedatura, l'elaborazione dei dati e in fine la redazione delle conclusioni. Il senso è duplice in quanto rappresenta il "diario" delle fasi operative, con la scansione cronologica delle operazioni effettuate, ma anche un possibile "protocollo" formulato per affrontare in modo sistematico attività simili d'indagine. La quarta parte è tutta dedicata ai sommari in cui sono contenute in forma sintetica le informazioni presenti nel catalogo dei reperti.

La quinta parte, suddivisa in tre capitoli, si apre con un approfondimento dedicato ai litotipi riconosciuti nel lotto di materiali considerato, descritti in schede monografiche. Gli altri due capitoli riguardano aspetti distinti, ma entrambi legati all'elaborazione dei dati raccolti. Il primo si riferisce ai frammenti di Palazzo Roero ad Asti in quanto riunisce i disegni dei profili degli elementi modanati ritrovati, riportati in scala 1:1. Nel secondo, invece, i dati raccolti dall'osservazione, dalla misurazione e dal confronto dei reperti vengono esposti mediante tabelle e grafici che racchiudono gli esiti dell'indagine macroscopica dei frammenti. Qui si trovano le conclusioni cui si è pervenuti e che dovrebbero essere utili agli studi archeologici ancora in atto. Si è pensato che le conclusioni generali della dovessero avere il giusto risalto, quindi ad esse è stata dedicata l'intera sesta parte. Chiudono una serie di appendici riguardanti gli strumenti impiegati (fotocamera digitale, cavalietti, e altro materiale) e le loro caratteristiche tecniche, la bibliografia di riferimento sui temi affrontati e l'indice dell'elaborato. Tutto ciò fa parte del primo volume.

Il secondo volume raccoglie l'allegato, cioè il catalogo dei reperti archeologici in forma integrale con relativo sommario; quest'ultimo è consultabile in due versioni: la prima, che segue un ordine progressivo d'inventario, la seconda, che raggruppa i reperti per tipo.

Relatori: Maurizio Gomez Serito, Eduardo Rulli
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: A Architettura > AP Rilievo architettonico
R Restauro > RA Restauro Artchitettonico
ST Storia > STB Archeologia
T Tecnica e tecnologia delle costruzioni > TE Tecnologia dei materiali
Corso di laurea: Corso di laurea specialistica in Architettura (Restauro E Valorizzazione)
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/2464
Capitoli:

VOLUME PRIMO

INTRODUZIONE

PARTE I - APPROFONDIMENTI PROPEDEUTICI ALL'ANALISI DEI REPERTI

CAPITOLO 1 - APPROCCIO ARCHEOLOGICO

1.1 SCAVO ARCHEOLOGICO

Lo scavo stratigrafico

Elementi di stratigrafia

Procedimenti di uno scavo stratigrafico

La registrazione dei dati

1.2 FOTOGRAFIA ARCHEOLOGICA

Gli strumenti

Le fotocamere

Gli obiettivi

L'esposimetro

Il cavalietto

Il flash

Altri accessori

Le variabili e la tecnica

L'illuminazione

Il rapporto tempo/diaframma

L'esposizione

La profondità di campo

I riferimenti metrici

Gli sfondi

La fotografia in studio

La fotografia degli oggetti di piccole dimensioni

La fotografia archeologica senza l'ausilio di attrezzatura professionale

CAPITOLO 2 - MATERIALI E LORO IMPIEGHI

2.1 GENESI E CLASSIFICAZIONE DELLE ROCCE

Le rocce magmatiche

Le rocce intrusive

Le rocce effusive

Le rocce sedimentarie

Le rocce metamorfiche

Il metamorfismo regionale o tettonico

Il metamorfismo termico o di contatto

Il metamorfismo dinamico

2.2 CARATTERISTICHE DEI MATERIALI LAPIDEI

2.3 PRINCIPALI CAUSE DI DEGRADO NEI MATERIALI LAPIDEI

2.4 MARMI ANTICHI

2.5 LAVORAZIONE DELLA PIETRA NELL'ANTICHITÀ

Estrazione del materiale

Taglio e riquadratura

Trasporto del materiale dalla cava al cantiere

Misurazione e controlli

Posa in opera: sollevamento e trasporto

Posa in opera: accostamento e fissaggio

2.6 RIVESTIMENTI PAVIMENTALI E PARIETALI

Pavimentazioni

Strati preparatori, malte e calcestruzzi usati nei pavimenti

Mosaici pavimentali

Sectilia pavimenta

Sectilia pavimenta: proposta di analisi geometrica di motivi tratti dalla

letteratura

Lastricati

Rivestimenti parietali

Lastre

Mosaici parietali

Incrostazione marmorea (Incrustationes)

CAPITOLO 3 - UNITA'DI MISURA ROMANE

Unità di misura romane

Misure di lunghezza e di superficie

PARTE II - INQUADRAMENTO DEL CASO DI STUDIO

CAPITOLO 4 - HASTA: INQUADRAMENTO STORICO

CAPITOLO 5 - INDAGINE ARCHEOLOGICA A PALAZZO ROERO DI SETTIME MOMBARONE E MALABAILA

PARTE III - ANALISI DEI REPERTI

CAPITOLO 6 - METODO DI LAVORO

Diagramma delle fasi operative

Preparazione

Acquisizione dei reperti

Documentazione dei contenitori

Preparazione dei reperti: lavaggio, asciugatura e archiviazione

Preparazione del database

Attribuzione del codice univoco

Rilievo e schedatura

Allestimento del set fotografico: la scelta dell'attrezzatura

La disposizione dell'attrezzatura

Rilievo dei frammenti

Riconoscimento delle varietà lapidee

Raccolta e annotazione delle caratteristiche dei reperti

Elaborazione dei dati

Compilazione delle schede definitive

Elaborazione dei dati raccolti

Conclusioni

Stesura dei risultati finali e delle conclusioni

PARTE IV - SCHEDATURA

CAPITOLO 7 - CATALOGO REPERTI: SINTESI DELLE PRINCIPALI CARATTERISTICHE

CATALOGO REPERTI: FORMA E CONTENUTI DEI SOMMARI

CATALOGO REPERTI: SOMMARIO PER TIPO

PARTE V - ELABORAZIONE DEI DATI

CAPITOLO 8 - VARIETÀ' RISCONTRATE NEL LOTTO CONSIDERATO

Varietà riscontrate nel lotto considerato

Cronologia d'impiego delle varietà riscontrate nel lotto considerato

Marmo africano

Ardesia

Arenaria del Monferrato

Bardiglio Lunense

Bardiglio di Valdieri

Bigio Antico

Breccia di Sciro o di Settebasi

Broccatello di Francia

Cipollino

Cipollino Rosso

Fior di Pesco

Giallo Antico

Greco Scritto

Marmo Bianco a grana grossa / Marmo Bianco a grana spatica

Marmo Bianco a grana media

Marmo Bianco Lunense

Marmo Pario

Marmo Pentelico

Marmo Proconnesio

Marmo della Val Varaita

Nero Antico

Palombino

Pavonazzetto

Pietra Oliare

Portasanta

Rosso Antico

"Tipo A"

CAPITOLO 9-RILIEVO GEOMETRICO DEI REPERTI

PROFILI DEGLI ELEMENTI MODANATI

CAPITOLO 10 - ANALISI STATISTICA

10.1 VALUTAZIONI STATISTICHE

10.2 CONCLUSIONI

PARTE VI - CONCLUSIONI

CONCLUSIONI

APPENDICI

APPENDICE - PARALOID B72: SCHEDA TECNICA.

APPENDICE - SET FOTOGRAFICO: CARATTERISTICHE DEGLI STRUMENTI IMPIEGATI

Cavalietto fotografico con testa a sfera

Cavalietti in legno, piano d'appoggio e sfondo delle immagini

Fonte di illuminazione artificiale e pannello bianco per attenuare le ombre

APPENDICE - SET FOTOGRAFICO: CARATTERISTICHE DELLA FOTOCAMERA

BIBLIOGRAFIA

VOLUME SECONDO (presente in forma ridotta nel VOLUME PRIMO)

ALLEGATO - CATALOGO DEI REPERTI ARCHEOLOGICI

CATALOGO REPERTI: FORMA E CONTENUTI DELLE SCHEDE

CATALOGO REPERTI ARCHEOLOGICI

INDICE DELL'ELABORATO

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