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IL MUSEO IN MOSTRA

Antonietta Munno, Sara Vittonatto

IL MUSEO IN MOSTRA.

Rel. Marco Vaudetti. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2004

Abstract:

Il lavoro svolto in questa tesi nasce da una serie di ragionamenti sorti durante l'esperienza del Laboratorio di Sintesi "Architettura e tecnologia per l'ambiente costruito". Tenendo presente i concetti di evoluzione del museo e di evoluzione del mostrare ci siamo poste alcune domande su quale sia oggi il grado di compatibilità tra gli edifici esistenti con la destinazione museale e quali siano i rapporti che si instaurano tra la personalità dell'edificio e quella degli allestimenti interni. Proprio ragionando su questo tipo di problematiche e prendendo in considerazione anche alcune esperienze personali avute visitando alcuni musei, abbiamo avuto modo di constatare che la maggior parte dei visitatori si limita a visitare il contenuto del museo senza curarsi del contenitore, a meno che non sia esso l'oggetto della visita, e che non esiste la possibilità, per chi ne sia interessato, di visitare solo l'edificio ospitante la mostra. Da queste constatazioni nasce l'idea del museo in mostra, cioè creare la possibilità di visitare l'edificio che ospita un museo come se fosse esso stesso museo della sua storia, delle sue vicissitudini e non un semplice contenitore. La parola museo, nell'immaginario collettivo, evoca spesso una particolare tipologia edilizia e non un'organizzazione dello spazio e dei percorsi come invece dovrebbe essere. Il titolo di questa tesi utilizza due termini museo e mostra, che a prima vista possono sembrare di difficile accostamento, e ci si chiede come fa un museo a mettersi in mostra se è esso stesso un contenitore di mostre. Con la dicitura "Museo in mostra" noi vogliamo definire quel luogo che contiene raccolte, collezioni, oggetti, documenti ma che, contemporaneamente, espone anche se stesso con i suoi oggetti e la sua storia, guidato da una forte vocazione di riconquistare la propria identità perduta. Il nostro obbiettivo è di fornire dei mezzi, delle indicazioni per maturare dei ragionamenti e delle riflessioni sulla possibilità di un nuovo modo di visitare un edificio che contiene un museo. Nelle nostre ricerche non abbiano trovato nessun museo che adottasse un tale sistema perche, questo tipo di approccio, non è mai stato preso in considerazione con sufficienza, come invece andrebbe fatto, per poter sollecitare nel migliore dei modi l'incontro tra il pubblico, il contenuto, il contenitore e permettere al museo di assolvere al meglio la sua funzione sociale ed educativa, oltre che conoscitiva e conservativa. L'utilizzo delle preesistenze come sedi museali si è spesso ottenuta sfruttando unicamente le loro potenzialità fisiche trascurando quelle culturali, storiche e artistiche. Oggi giorno con troppa indifferenza l' architettura viene adattata ad uso museale senza richiamare il problema della compatibilità con la nuova funzione. Esaminando i problemi specifici che incontrano le operazioni di adattamento a museo di una preesistenza architettonica di valore storico, oltre al rispetto di una serie di principi fondamentali e irrinunciabili, vanno fatte altre considerazioni che mettono in luce alcuni aspetti generalmente trascurati. Tali premesse sono riferite sostanzialmente al rapporto che si viene a creare tra un contenitore e un contenuto, entrambi dotati di proprie specifiche caratteristiche da conservare integre perché siano conosciute, apprezzate e capite dai visitatori. Si vengono così a creare due musealità, quella ospitata (la raccolta museale) e quella ospitante (l'edificio), la felice convivenza tra le due parti è resa possibile dalla capacità di una lettura dissociata dell'una e dell' altra, senza reciproche interferenze, subordinazioni, ne sopraffazioni. Il tutto è reso tanto più difficile quanto più ricche sono quantitativamente e qualitativamente le due musealità. A tale proposito si inseriscono alcune considerazioni che ci hanno spinte a scrivere questa tesi e che rendono più chiara la nostra idea di museo in mostra. Generalmente le preesistenze vengono conservate per il loro valore ed interesse storico-artistico e a tale esigenza conservativa viene spesso associata la proposta di una eventuale pratica utilizzazione attraverso una nuova destinazione d'uso. Quello che non si verifica mai però, è che tra queste nuove destinazioni venga presa in considerazione quella di museo di sè stesso, cioè della sua architettura, del suo tempo, della sua storia, della storia del suo contesto urbano, di coloro che lo hanno abitato ed usato nel corso della sua esistenza, dei restauri e delle trasformazioni che ha subito nel tempo, e tutto ciò che ha in qualche misura interessato quel particolare edificio. La nostra idea di museo di stesso va oltre la sua definizione a cui viene generalmente associato quel tipo di museo, noi intendiamo allargare questo concetto a tutti gli edifici ed offrire un nuovo modo di concepire il museo, quale insieme indissolubile di contenitore e contenuto in grado di salvaguardare l'integrità complessiva e l'identità di ogni bene. Qualsiasi manufatto edilizio in cui noi entriamo ha indubbiamente una storia, un'origine, un passato, ebbene, noi crediamo sia giusto che ogni edificio abbia la possibilità di raccontarsi per uscire dall'anonimato, ma soprattutto crediamo sia giusto dare una possibilità in più di comprensione al visitatore, il quale spesso non si cura di sapere in che luogo si trova. Questo vorrà dire che in ogni museo, di ogni tipo e genere, verranno create delle situazioni tali per cui si potrà vedere, oltre a quello che contiene il museo, anche l'edificio in mostra. L'edificio diventa museo di se stesso, dei suoi valori e dei suoi contenuti originari, senza preclude la possibilità di inserire una nuova destinazione d'uso al suo interno, anche contrastante e del tutto estranea, ma anzi fornendo la possibilità di una lettura più completa e una migliore comprensione di quel filo rosso che lega le relazioni tra il contenuto, il contenitore, l' allestimento e il pubblico. Per poter andare oltre e proseguire la riflessione sulla fattibilità o meno di un intervento di questo tipo ci siamo poste tre domande, a nostro avviso fondamentali, che rappresentano la base di tutto il ragionamento e aiutano a capire se l'edificio si può mettere in mostra : -Perchè mostrare: Spesse volte si entra in un edificio perche esso è contenitore di un qualcosa, di un famoso museo, di una mostra, di uno spettacolo, insomma di una certa cosa che è in grado di attirare il pubblico. Osservando li comportamento del pubblico nei musei ci si accorge che l' edificio durante la visita passa in secondo piano. Un generico visitatore che entra in un grande museo famoso non è spinto a guardare l' edificio in cui si trova in quel momento, in quanto molto spesso gli allestimenti, l'illuminazione, la scenografia sono più interessanti del contenuto stesso e quindi distolgono l'attenzione da quello che ti circonda. Generalmente l'attenzione che viene dedicata all'edificio, in un museo collocato in una preesistenza, si riduce nel migliore dei casi, in un piccolo pannello posto all'ingresso del museo che racconta in poche frasi la storia e le vicissitudini della sede museale. Il più delle volte il pubblico non legge questi pannelli perche sono collocati in zone poco visibili, perchè non vengono considerati, e nemmeno progettati, come parte integrante della visita, quindi non attirano l'attenzione del visitatore e inoltre sono visti come una perdita di tempo. La mancanza delle informazioni e la scarsa sensibilizzazione del pubblico, sono i primi problemi che ci ha spinte a credere che ci sia bisogno di un nuovo metodo di visita al museo e che l'idea dell' edificio in mostra affiancata alla tradizionale visita potesse essere un risultato. -Cosa mostrare: Quando ci si trova di fronte ad un manufatto storico si rende necessaria una precisa analisi filologica che non si limita a pure operazioni di rilievo, ma che permette di esaminarlo secondo i parametri della sua storia, delle sue vicende pregresse, della sua spazialità originaria, della sua collocazione sul territorio, delle sue trasformazioni. In questa parte dell'intervento la ricerca storica e di archivio gioca un ruolo fondamentale in quanto fornirà tutti i dati necessari per ricostruire l'identità dell' edificio. Da questa analisi, che dovrà essere molto meticolosa ed accurata, verranno in superficie tutte le qualità della preesistenza e a questo punto saremo in grado di scegliere quegli oggetti e quelle situazioni che meglio si prestano a mettere in mostra l'edificio seguendo la sua vocazione. -Come mostrare: Dopo aver trovato delle valide motivazioni (perche mostrare), dopo aver fatto un'accurata analisi storica e filologica (cosa mostrare) non resta altro da fare che trovare il modo migliore per mettere in mostra l'edificio (come mostrare), per farlo crediamo siano fondamentali tre elementi: l'informazione, i percorsi e gli strumenti. Per poter realizzare la nostra idea di museo, cioè mettere il museo in mostra, man mano che approfondiamo l'analisi, ci rendiamo conto di andare incontro a problemi progettuali di non facile risoluzione dal punto di vista pratico. La compatibilità è la condizione necessaria a cui bisogna sottostare in rapporto alle esigenze e alle finalità ipotizzate; compatibilità nel senso di adeguamento dello spazio alle dimensioni degli oggetti e dei materiali espositivi, ed alla varietà dei percorsi e dei servizi; a tutto questo aggiungiamo ancora un'ulteriore adeguamento, al museo di se stesso. Riassumendo possiamo dire che ci troviamo di fronte a due problematiche fondamentali : l. la compatibilità tra l' edificio preesistente e la nuova funzione museale, 2. la compatibilità tra la nuova funzione museale e il museo in mostra. Ciò comporta l'inserimento nel sistema museo di due realtà che si incrociano all'interno di un'unica finalità. Ci troveremo di fronte a due tipi di percorsi, uno tradizionale, legato alla visita del contenuto del museo e l'altro, invece, permetterà la visita del museo in mostra; due tipi di allestimenti e anche due tipi di visitatori con intenti diversi. In questo particolare caso bisogna considerare attentamente che cosa si espone e farne una precisa suddivisione: -Tutti gli elementi e gli oggetti che fanno parte del museo secondo il programma specifico -L' edificio, con tutti gli elementi che possono ricordare la sua originaria funzione e la sua storia, che vale la pena valorizzare e "mettere in mostra" per permettere al visitatore una consapevole e completa conoscenza dell' edificio, Tutto questo può essere fatto attraverso I'individuazione di due percorsi specifici: 1°) Percorso dedicato a chi visita il museo 2°) Percorso dedicato a chi visita solo l'edificio In quest'ultimo caso il percorso si snoda attraverso tutti gli ambienti, sottolineando, con pannelli descrittivi, illuminazione, totem ,la presenza di elementi importanti per la storia dell'edificio. I percorsi: La nostra idea è quella di far convivere, all'interno dello stesso edificio e quindi del museo, diversi percorsi contemporaneamente: -per le mostre permanenti -per le mostre temporanee -quello del museo che mostra se stesso Pensando e progettando uno schema dei flussi di entrata e uscita che ben si adatti alla disposizione degli ambienti all'interno dell'edificio facendo in modo che i diversi percorsi non si incrocino tra loro. Nella pianta dell'edificio noi dobbiamo individuare gli oggetti da mostrare e i mezzi per mostrarli. All'interno del percorso alternativo al museo, cioè quello dedicato ali' edificio stesso, noi permettiamo al visitatore di seguire un itinerario di visita indipendente da quello dedicato alle mostre, in cui egli può scegliere se avvalersi di una guida oppure di seguire il percorso utilizzando dei microtelefoni. Mentre si visita il museo, attraverso il percorso "classico, ci si può rendere conto di quello che è stato l'edificio in origine grazie a dei sistemi che vengono attivati nelle varie sale espositive e che creano un particolare "effetto sorpresa che colpisce il visitatore e fornisce qualche flash su ciò che era l' edificio. Naturalmente, i sistemi che si attiveranno per incuriosire il visitatore, saranno una minima parte rispetto a quelli utilizzati per il percorso di visita dedicato all'edificio. Questo perche la nostra idea è quella di sorprendere il visitatore e di renderlo cosciente del fatto che non sta semplicemente vedendo una mostra ma che sta percorrendo corridoi, visitando stanze, che hanno una loro storia all'interno dell'edificio.L'intento è quello di creare dei giochi di luce e suoni che incuriosiscano il visitatore tanto da farlo tornare a visitare il solo edificio. Particolare accorgimento sarà quello di predisporre degli orari di visita differenziati per le mostre e per la visita dell'edificio, in modo che non ci siano problemi di sovrapposizione di "effetti scenici" (luci e suoni) o di flussi, che possano creare dei problemi (contrasti, confusione, ...) al visitatore intento a seguire un percorso di visita invece che un altro. L'illuminazione: Le singole sezioni vengono illuminate in sincronia con un commento. Il nostro intento è quello di creare un'illuminazione indipendente dal resto del museo, precisa e puntuale, che si attivi solo in alcuni punti e in alcuni momenti, cioè quando il visitatore si avvicina, perche dotata di sensori che accendono i fari creando "l'effetto sorpresa". La comunicazione: La finalità che emerge in modo sempre più pressante nella museologia contemporanea è quella della comunicazione. Il museo deve comunicare cioè i significati degli oggetti che possiede e diffonderne la conoscenza attraverso le tecnologie avanzate oggi disponibili, come computers, schermi e audiovideo. l mezzi, gli strumenti e gli accessori per la comunicazione, a loro volta variabili e assai differenti, costituiscono elementi di mediazione intesi ad agevolare la comprensione piena ed approfondita del materiale, attraverso processi scelti di volta in volta secondo criteri specifici. l mezzi di comunicazione che utilizzeremo nella visita ali' edificio saranno sia scritti che audiovisivi. Per quanto riguarda la comunicazione scritta si useranno pannelli e cartelli esplicativi. Per quanto riguarda i mezzi audiovisivi, questi vengono utilizzati per creare un'atmosfera particolare lungo il percorso del museo e per creare quell'effetto sorpresa che colpisce il visitatore. Verranno utilizzati videoproiezioni, sequenze sincronizzate suono-luce, ologrammi. .. L 'allestimento: Quando l'allestitore si trova di fronte all'uso di una struttura architettonica esistente a fini espositivi, i problemi da affrontare ruotano intorno alla definizione del rapporto tra contenitore ed allestimento. Non vi è dubbio che lo spazio del contenitore venga alterato dall'inserimento di una nuova struttura espositiva, questo non deve però confondere il visitatore, ed è proprio per evitare delle incomprensioni che è utile applicare il concetto di museo in mostra, cioè affiancare ali' allestimento della mostra presente nel museo un allestimento parallelo che sia in grado di suscitare emozioni, sensazioni ed atmosfere capaci di far comprendere al meglio la storia, l'architettura, le vicissitudini dell'edificio. Per l'allestimento che riguarda il museo di se stesso si è pensato all'uso di proiezioni di immagini storiche dell'edificio sfruttando eventuali spazi come possono essere quelli delle pareti delle stanze stesse lasciate completamente libere, ed anche a riproduzioni di suoni che potrebbero trasmettere al visitatore ciò che si sarebbe potuto sentire in quel determinato luogo. Per un uso più puntuale e curato della luce si useranno dei mini proiettori sia a soffitto che a parete. Per rendere più chiaro il lavoro dai noi svolto fino a questo punto proponiamo quattro casi di edifici storici che hanno perso la loro destinazione d'uso originaria ed in cui è stata inserita una nuova funzione museale: l) il Castello di Rivoli diventato Museo di arte contemporanea di Torino 2) la stazione d'Orsay di Parigi diventata museo d'arte figurativa dell' ottocento francese 3) un'ex fabbrica tessile diventata Museo della Scienza e della Tecnica della Catalogna 4) un vecchio opificio a Barcellona diventato un importante centro culturale... continua

Relatori: Marco Vaudetti
Tipo di pubblicazione: A stampa
Numero di pagine: 138
Parole chiave: Allestimento - Segnaletica - Museale
Soggetti: A Architettura > AL Edifici e attrezzature per l'istruzione, la ricerca scientifica, l'informazione
Corso di laurea: Corso di laurea in Architettura
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/240
Capitoli:

CAPITOLO 1

1. Introduzione

CAPITOLO 2

2. I luoghi per l'esposizione

2.1. Il museo e la mostra

2.2. Museo come strumento di comunicazione

CAPITOLO 3

3. Rapporto tra gli elementi principali che compongono il museo

3.1. Il contenuto

3.2. Il contenitore

3.3. Il pubblico

CAPITOLO 4

4. Gli edifici museali

4.1. Edifici realizzati ex novo

4.2. Edifici preesistenti

4.2.1. Edifici che diventano museo di se stessi e del loro contenuto originario

4.2.2. Edifici in disuso a cui viene affidata una nuova funzione museale

4.2.3. Edifici museali esistenti che vengono ampliati con nuovi interventi

CAPITOLO 5

5. Museo di se stesso: l'edificio si mette in mostra

5.1 .Perche mostrare

5.2. Cosa mostrare

5.3. Come mostrare

CAPITOLO 6

6. Problemi progettuali

6.1. Definizione del rapporto tra l'edificio in mostra e l'esposizione interna

6.1.1. I percorsi

6.1.2. L'illuminazione

6.1 .3. La comunicazione

6.1.4. L' allestimento

CAPITOLO 7

7. Individuazione di alcune linee guida per l'intervento

7.1 .Quattro casi studio

7.1.1. Castello di Rivoli: da residenza sabauda a museo di Arte Contemporanea di Torino

7.1.2. Gare d'Orsay: da stazione ferroviaria a museo d'arte di Parigi

7.1.3. Edificio industriale a Terrassa: da fabbrica tessile a museo

della scienza e tecnica di Catologna

7.1.4. Caixa Forum: da opificio a centro culturale di Barcellona

CAPITOLO 8

8. Conclusioni

BIBLIOGRAFIA

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www.lcom.org

www.iccrom.org

www.nuovamuseologia.org

www.musei-it.net

www.museionline.com

www.mnactec.com

www.terrassa.org

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