Nicoletta Capra
Variazione del rischio in conoide in funzione del carico antropico applicata alla pianificazione territoriale a scala comunale.
Rel. Marina De Maio. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Pianificazione Territoriale, Urbanistica E Ambientale, 2011
Abstract: |
In Italia il dissesto idrogeologico è diffuso in modo capillare e rappresenta un problema di notevole importanza; per fornire alcuni numeri, secondo un report del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio "Rischio idrogeologico in Italia" - aggiornato al 2009, sono ben 6.633 i comuni in cui sono presenti aree ad alta criticità idrogeologica, l'82% del totale delle amministrazioni comunali italiane. In particolare, per quanto riguarda il Piemonte, su 1.049 comuni I' 87% di questi è a rischio, mentre, per ciò che concerne la regione Valle D'Aosta, questa presenta una fragilità ancora più elevata in quanto tutti i 74 comuni sono soggetti a rischio. L'Italia è un paese geologicamente giovane e ancora in piena evoluzione ed è per questo che presenta processi geologici e geomorfologici che ne alterano il paesaggio in maniera sostanziale; a questi, però, si aggiunge l'azione dell'uomo che condiziona fortemente il rischio idrogeologico. La densità della popolazione, l'abbandono dei terreni montani, l'abusivismo edilizio, il continuo disboscamento, l'uso di tecniche agricole poco rispettose dell'ambiente e la mancata manutenzione dei versanti e dei corsi d'acqua hanno sicuramente aggravato il dissesto e messo ulteriormente in evidenza la fragilità del territorio italiano. La frequenza di episodi di dissesto idrogeologico, che hanno spesso causato la perdita di vite umane e ingenti danni ai beni, ha imposto una politica di previsione e prevenzione non più incentrata sulla riparazione dei danni e sull'erogazione di provvidenze com'era in passato, ma imperniata sull'individuazione delle condizioni di rischio e sull'adozione di interventi per la sua riduzione. L'obiettivo che si prefigge tale tesi di laurea magistrale è quello di: - nel capitolo 1, affrontare le normative in materia di Difesa del suolo, definita più volte come "l'infrastruttura pubblica prioritaria per lo sviluppo del Paese" e, in particolare, i provvedimenti che hanno imposto la perimetrazione delle aree a rischio; - nel capitolo 2, presentare il Piano stralcio per l'Assetto Idrogeologico (P.A.I), essendo questo lo strumento che consolida e unifica la pianificazione di bacino e che regolamenta le condizioni di uso del suolo secondo criteri di compatibilità con le situazioni a rischio; - nel capitolo 3, approfondire la conoscenza dei fenomeni di dissesto geologico e idraulico; - nel capitolo 4, vedere in che modo la Regione Piemonte ha recepito la Direttiva di attuazione del P.A.I. nel settore urbanistico; - nel capitolo 5, inquadrare l'area oggetto di studio, caratterizzata da un conoide alluvionale edificato situato nel Comune di Bussoleno, riportare la condizione di dissesto riscontrata dal P.A.I., fornire il criterio di valutazione della pericolosità che ha condotto, come richiesto dalla Circolare del P.G.R. n.7/LAP e s.m.i., all'elaborazione della Carta di Sintesi della pericolosità geomorfologia e dell'idoneità all'utilizzazione urbanistica in cui devono essere rappresentate le perimetrazioni e la denominazione delle aree individuate dal piano, al fine di rendere evidenti le condizioni di edificabilità ed uso di ciascuna classe; - nel capitolo 6, descrivere il lavoro svolto, commissionatoci dalla Regione Piemonte - settore Pianificazione Difesa del Suolo, per il Comune di Bussoleno. Attraverso l'utilizzo di "Anthropica" (software elaborato da un gruppo di geologi), si è calcolato il carico antropico esistente ed il carico antropico insediatile che il P.R.G. prevede, al fine di determinare la soglia di rischio che si avrebbe nel caso in cui gli standard urbanistici previsti dal piano venissero attuati; - nel capitolo 7, riportare la normativa della Regione Valle d'Aosta per quanto concerne la difesa del suolo al fine di poter effettuare un'analisi di confronto con quella piemontese; - nel capitolo 8, effettuare un' analisi critica complessiva in riferimento al lavoro svolto ed alla normativa vigente. |
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Relatori: | Marina De Maio |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Soggetti: | U Urbanistica > UA Analisi dei rischi U Urbanistica > UK Pianificazione urbana |
Corso di laurea: | Corso di laurea specialistica in Pianificazione Territoriale, Urbanistica E Ambientale |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/2274 |
Capitoli: | Prefazione Capitolo 1 "Normativa, competenze e strumenti per la difesa del suolo" 1.1. Inquadramento legislativo: dalla L.183/89 al D.l.g.s. 152/2006 1.1.1. La Legge 183/89 1.1.2. Le Leggi Sarno (267/98) e Soverato (365/2000) 1.1.3. Il Decreto Legislativo 152/2006 1.2. La ripartizione delle competenze tra gli enti pubblici Capitolo 2 "Contenuti e strumenti normativi e operativi del Piano di bacino" 2.1. Il Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico del bacino Po 2.2. Contenuti del Piano Stralcio per l'Assetto Idrogeologico 2.3. Criteri del P.A.I. per la perimetrazione delle aree in dissesto 2.3.1. Perimetrazione delle aree di pericolosità idraulica 2.3.2. Criteri per la perimetrazione delle aree a rischio idraulico molto elevato 2.3.3. Criteri per la perimetrazione delle aree di pericolosità da dissesti di versante o torrentizi 2.3.4. Criteri per la perimetrazione delle aree a rischio da dissesti di versante o torrentizi molto elevato 2.4. Criterigestionali e quadro degli interventi 2.5. Ambito di applicazione del Piano Stralcio 2.5.1. Idrografia Capitolo 3 "Descrizione dei fenomeni di dissesto trattati dal P.A.I." 3.1. I fenomeni franosi 3.1.1. Tipologie 3.1.2. Indizi premonitori 3.1.3. Osservazioni e controlli 3.2. Processi torrentizi 3.2.1. Tipologie 3.2.2. Situazioni predisponenti 3.2.3. Osservazioni e controlli 3.3. Dinamica fluviale 3.3.1. Tipologie 3.3.2. Cause determinanti e indizi premonitori 3.3.3. Osservazioni e controlli 3.4. Valanghe 3.4.1. Tipologie 3.4.2. Fattori predisponenti 3.4.3. Norme di comportamento Capitolo 4 "La difesa del suolo in Piemonte" 4.1. Riferimenti normativi 4.2. La Circolare del P.G.R. n.7/LAP e s.m.i 4.2.1. Classi di idoneità all'utilizzazione urbanistica 4.2.2. Il Concetto di "carico antropico" 4.3. "Anthropica" Capitolo 5 "Comune di Bussoleno: il conoide del rio Moietta" 5.1. Inquadramento territoriale 5.2. Classe di rischio idraulico ricadente nel comune di Bussoleno 5.3. Rio Moietta 5.3.1. Lineamenti geomorfologici del bacino di alimentazione 5.3.2. Geomorfologia del conoide di deiezione 5.3.3. Effetti e danni indotti dal corso d'acqua Moietta 5.3.4. Opere idrauliche 5.3.5. Pericoiosità e magnitudo 5.4. Il metodo AFHE per la valutazione della pericoiosità in conoide 5.4.1. Indice di pericoiosità totale del bacino di alimentazione (Hlcb) 5.4.2. Calcolo delle variabili 5.4.3. Zonizzazione della pericoiosità del conoide (HIAF) 5.5. Classi di idoneità urbanistica ricadenti nel Conoide Rio Moietta Capitolo 6 "Descrizione del lavoro svolto per il Comune di Bussoleno" 6.1. Censimento degli edifici 6.2. Aree omogenee territoriali 6.3. Fasce di rispetto del Rio Moietta 6.4. Calcolo del rischio in funzione della pericoiosità 6.4.1. Calcolo del rischio in rapporto all'aumento del carico antropico nella Classe di idoneità urbanistica IIIb2 (Moietta) 6.4.2. Calcolo del rischio in rapporto all'aumento del carico antropico nella Classe di idoneità urbanistica IIIb2 (Peirolo) 6.4.3. Calcolo del rischio relativo all'aumento del carico antropico nella Classe di idoneità urbanistica IIIb3 Capitolo 7 "La difesa del suolo in Valle d'Aosta" 7.1. Riferimenti normativi 7.2. Modalità di perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico e disciplina delle attività ammissibili 7.3. Il criterio di perimetrazione e le norme di uso per la tipologia di rischio di debris flow (o colate detritiche) 7.3.1. Criteri per l'individuazione della pericolosità 7.3.2. Disciplina d'uso 7.4. Linee guida dell'azione regionale per la difesa del suolo 7.4.1. Studio delle condizioni del territorio Capitolo 8 "Analisi critica" 8.1. Analisi delle classi di rischio effettuate per classe di pericolosità 8.2. Analisi delle classi di rischio effettuate per aree omogenee definite dal P.R.G.C 8.3. Confronto tra la normativa piemontese e la normativa valdostana in materia di difesa del suolo Bibliografia |
Bibliografia: | - Arpa Piemonte, Eventi naturali, conoscere e osservare il territorio, 2009; - Arpa, Pericolosità geologica in conoide: ricerca bibliografica e analisi critica, 2003; - Arpa Piemonte, Schede sugli effetti e sui danni indotti da fenomeni di instabilità naturale, 2006; - Autorità di bacino del fiume Po, Progetto di Piano Stralcio per l'assetto Idrogeologico (PAI), Atlante dei rischio idraulici e idrogeologici, 2001; - Autorità di bacino del fiume Po, Progetto di Piano Stralcio per l'assetto Idrogeologico (PAI), Cartografìa di piano, 2001; - Autorità di bacino del fiume Po, Progetto di Piano Stralcio per l'assetto Idrogeologico (PAI), Criteri e Modalità di valutazione e perimetrazione puntuale dei livelli di rischio idraulico e idrogeologico, 2001; - Autorità di bacino del fiume Po, Progetto di Piano Stralcio per l'assetto Idrogeologico (PAI), Norme di Attuazione, 2001; - Autorità di bacino del fiume Po, Progetto di Piano Stralcio per l'assetto Idrogeologico (PAI), Relazione generale, 2001; - Comune di Bussoleno, Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G.C, 2009; - Comune di Bussoleno, Relazione Geologica del P.R.G.C, 2009; - Comune di Bussoleno, Schede sinottiche delle aree di intervento del P.R.G.C, 2009; - Comune di Bussoleno, Elaborati cartografìa del Piano del P.R.G.C, 2009; - CNR - IRPI di Torino, Manuale per la prevenzione dei pericoli ambientali, 1987; - Ch. Bonnard, F. Forlati, C. Scavia, Identification and Mitigation of - Large Landslide Risks in Europe, 2004; - Direttiva n. 60, Valutazione e gestione dei rischi delle alluvioni, 2007; - D.l.g.s. 152, Norme in materia ambientale, 2006; - Lega Ambiente, Ecosistema rischio, 2010; - Legge n. 183, Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suola, 1989; - Legge n. 267, Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 11 giugno 1998, n. 180, recante misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeoiogico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella regione Campania, 1998 - Legge n. 365, Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 ottobre 2000, n. 279, recante interventi urgenti per le aree a rischio idrogeologico molto elevato ed in materia di protezione civile, nonchè a favore delle zone della regione Calabria danneggiate dalle calamità idrogeologiche di settembre ed ottobre 2000,2000; - Ministero dell' Ambiente e della Tutela del Territorio, Rischio idrogeologico in Italia, 2009; - Nota tecnica Esplicativa alla Circolare P.G.R. n.7/LAP, 1996; - Provincia di Torino, Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale 2 (P.T.C2), 2010; - Regione Piemonte, Una nuova strategia per il governo del territorio, 2006; - Regione Valle D'Aosta, Programma di previsione e prevenzione dei rischi idraulici e idrogeologici, 2006; - Regione Valle D'Aosta, La difesa del suolo in Valle D'Aosta, 2006; - K.Bonora, R.Rocco, P.Ropele, La gestione del rischio idrogeologico in Valle d'Aosta, 2007; - K.Bonora, R. Rocco, P.Ropele, La gestione normativa della perimetrazione e della disciplina delle aree a rischio idrogeologico, 2007; - Regione Piemonte, Legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56; - Regione Piemonte, Legge regionale 26 gennaio 2007, n.l; - Regione Valle D'Aosta, Legge regionale 6 aprile 1998, n.ll - Regione Valle D'Aosta, Legge regionale 18 gennaio 2001, n. 5; - Regione Valle D'Aosta, Specifiche tecniche finalizzate alla redazione dello studio di bacino, 2008; Archivi consultati: Comune di Bussoleno Reperimento base cartografica: Regione Piemonte, Carta Tecnica Regionale Numerica, 2001; |
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