Debora Cuccolo
Alessandria tra Otto e Novecento: due ampliamenti urbani per la zona a sud della città.
Rel. Dameri Annalisa. Politecnico di Torino, Corso di laurea in Architettura, 2005
Abstract: |
Il lavoro condotto si pone come obiettivo lo studio di due ampliamenti urbani per la zona sud della città di Alessandria negli anni tra Otto e Novecento. Basandomi sulle fonti archivistiche, soprattutto della serie III e IV, conservate presso l'Archivio di Stato di Alessandria e sulle fonti bibliografiche a disposizione ho analizzato i criteri urbanistici alla base dei due ampliamenti e le fasi di sviluppo delle due aree. Fondamentalmente la tesi è divisa in due parti: la prima espone i risultati della ricerca per l'ampliamento meridionale realizzato nell'ultimo ventennio dell'Ottocento, la seconda cita le fasi di sviluppo per il quartiere Pista, che nasce dal piano di ampliamento del 1907. Il legame fra le due parti è da ricercarsi nello studio del corso Cento Cannoni (piano di ampliamento a sud della città, 7 febbraio 1884), che con il tempo è diventato un asse viario di collegamento tra la città storica e lo sviluppo novecentesco. Quando, sul finire del 1880, l'allora ingegnere capo Ludovico Straneo rendeva noto all'amministrazione militare che la giunta municipale aveva approvato un progetto dì massima per il trasporto del canale Carlo Alberto, l'attività edilizia della città era regolata dal piano regolatore redatto nel 1853 dall'architetto e ingegnere Antonio Rossetti. Arrivando da ovest e percorrendo quella che era chiamata "Strada dí Circonvallazione a Sud' ci si trovava alla stazione ferroviaria (realizzata su progetto di Alessandro Mazzuchetti negli anni 1852 - 1854), che era collegata all'abitato urbano attraverso i giardini pubblici. Continuando lungo la strada di circonvallazione questa, un po' dopo la stazione, era affiancata dal canale Carlo Alberto, il cui percorso era stato ripristinato nel 1834 su progetto dell'ingegnere del genio civile Giovanni Negretti. II parallelismo tra strada e canale continuava fino all'odierno corso La Marmora; qui la circonvallazione, che in questo tratto assumeva la denominazione di spalto Gamondio, svoltava un poco a sinistra, mentre il canale a destra. Tra canale e strada si creava uno spiazzo occupato dalla vecchia piazza d'Armi, dal quartiere della Maddalena e dall'ammazzatoio pubblico. Dove oggi si trova il corso Cento Cannoni si trovavano la polveriera della Maddalena ed il magazzino dell'artiglieria. Trasportando il canale la municipalità desiderava trovare nuove aree fabbricabili per realizzare, a sud della città, un ampliamento urbano divenuto indispensabile. Con questo progetto, inoltre, era possibile porre rimedio ai reclami dei proprietari di case lungo lo spalto Gamondio, causati dalle infiltrazioni d'acqua provenienti dal canale stesso. II 26 febbraio 1881 l'ufficio d'arte presentava il progetto definitivo. Si trattava di un semplice e puro allontanamento del corso d'acqua, che conservava pressoché inalterata la lunghezza di percorso e la pendenza. Essendo la zona sede di più interessi da parte di soggetti diversi, il municipio si era trovato, fin da subito, nella necessità di stipulare convenzioni con questi; pena la non fattibilità dell'opera. II 1883 si dimostrava un anno di svolta nell'avanzare delle trattative. Infatti, il 4 maggio di quell'anno era stipulata la convenzione con l'autorità militare, e due giorni dopo, 6 maggio 1883, il municipio di Alessandria riusciva a concludere l'accordo con il cavaliere Borsalino, che aveva trasferito in questa parte di città il suo cappellificio potendo sfruttare l'acqua del canale come fonte d'energia. In seguito al progetto di trasporto del canale, il 7 febbraio 1884, era redatto il piano per l'ampliamento a sud della città. Secondo questo piano, l'antica piazza Garibaldi veniva destinata alla costruzione di un isolato con portici su tre lati. Di fronte a questo nuovo isolato si decideva di aprire una nuova piazza Garibaldi, quella attuale, che doveva servire per collegare le strade tendenti al cavalcavia, alla stazione, al Tanaro e al nuovo ampliamento. 112 nuovi isolati previsti dal piano erano posti lungo un nuovo asse viario (corso Cento Cannoni), che veniva ottenuto prolungando la strada della stazione. Questo nuovo asse terminava in una piazzetta rettangolare che si apriva presso l'ammazzatoio, attuale piazza Massimo d'Azeglio. La piazzetta, la via principale e la strada alla stazione ferroviaria formavano un rettilineo lungo più di 1.300 metri. Le vie trasversali erano tracciate in modo da raccordarsi altimetricamente con le attigue vie inteme; inoltre per la via Cavour era previsto il suo prolungamento sul fianco sinistro dell'isolato Borsalino. La strada tendente alla piazza d'Armi (attuale corso La Marmora) era raccordata alla nuova via principale con una curva. Infine, al piede della rampa al cavalcavia, si decideva di aprire una piazza per il mercato della legna e dell'uva, che veniva denominata Carlo Alberto per la sua vicinanza al canale. Nel corso del 1885, mentre il piano di ampliamento era approvato e reso pubblico, l'ufficio d'arte studiava una variante al progetto per il trasporto del canale. Dalle disposizioni adottate nel primo progetto risultava che il nuovo canale, lungo quasi tutto il suo percorso, veniva a trovarsi in forte rilevato sui terreni adiacenti. Uno studio più attento del primitivo progetto aveva fatto notare come questa situazione poteva creare gravi inconvenienti. Nasceva così l'idea di abbassare il corso interno del canale, ma la maggior parte dei nuovi lavori non poteva essere eseguita senza modificare le convenzioni già stipulate con i soggetti interessati. Con il demanio la nuova convenzione veniva firmata il 4 agosto 1885, mentre il giorno 11 settembre 1885 la municipalità si accordava con gli affittuari del canale, fratelli Calligaris, e con Giuseppe Borsalino. Infine, il 13 novembre dello stesso anno, era stipulata la convenzione con un altro noto industriale della città: Giovanni Longhi, il cui stabilimento si trovava nei pressi della piazza d'Armi vecchia. Nel 1887 finalmente potevano iniziare i lavori per spostare il canale. Queste opere procedevano senza interruzioni fino alla prima metà del 1888 quando subivano un rallentamento a causa di incomprensioni fra municipio e demanio. Superato l'inconveniente e firmata una convenzione suppletiva, finalmente cessavano tutti gli ostacoli al completo trasporto del canale. Mentre si svolgevano le trattative con i soggetti interessati al trasporto del canale, già per alcuni isolati si decideva la destinazione futura. Primo, in ordine di tempo, era stato il cavaliere Borsalino. Il nuovo cappellificio, la cui costruzione era iniziata nel 1883, veniva a trovarsi, lungo il corso Cento Cannoni, fiancheggiato da due strade: il futuro prolungamento di via Cavour e la futura via Montebello, quest'ultima confinante, sul lato opposto, con il nuovo quartiere d'artiglieria. Anche in questo caso il lavoro di spianamento dell'isolato e la costruzione della caserma precedevano il trasporto del canale e le realizzazioni del corso. Infine, nel febbraio 1888, la giunta municipale autorizzava la costruzione di un edificio ad uso caserma per i reali carabinieri, che veniva ubicato sul fianco del cappellificio lungo il proseguimento della via Cavour. La realizzazione dell'ampliamento avveniva per parti; nell'attesa di poter tracciare completamente la via principale, alcuni isolati iniziavano ad essere edificati, e di conseguenza nascevano le strade necessarie a servirli. II 5 giugno 1888 la giunta municipale di Alessandria incaricava l'ufficio d'arte di studiare un progetto per collocare due filari di piante lateralmente alla nuova via. L'ingegnere capo Ludovico Straneo, dopo aver valutato vantaggi e svantaggi della proposta, riteneva non essere il caso di rendere esecutiva la variante. Lo stesso Straneo proponeva di collocare una serie di piccoli villini sul versante nord del corso, ma questo progetto era abbandonato negli anni successivi. Mentre il canale era trasportato in modo definitivo, prendeva anche forma la nuova piazza Garibaldi. Nel 1888 si decideva di porre mano alla costruzione dell'isolato sul sedime settentrionale, e l'anno successivo si provvedeva alla stesura del programma per la vendita dell'isolato a sud. Con l'ultimo decennio dell'Ottocento si era ormai prossimi all'inizio completo dei lavori per la realizzazione del nuovo ampliamento, e mentre si stipulavano accordi per la sistemazione delle strade continuavano a delinearsi nuovi insediamenti abitativi e industriali. Il 5 settembre 1890 la ditta Baratta e Rangone richiedeva l'acquisto di 2.000 metri quadrati di terreno, fra la caserma d'artiglieria (denominata caserma Valfrè) ed il mulino di piazza d'Armi, con lo scopo di costruire un opificio meccanico. Dopo pochi giorni si ponevano le condizioni di vendita per quell'isolato già per un quarto occupato dalla caserma dei reali carabinieri. Per i nuovi edifici erano richiesti prospetti continui verso le vie pubbliche, a tre piani fuori terra, ed erano vietate intercapedini o rittane fra i singoli appezzamenti. In seguito alle difficoltà riscontrate con il procedere delle costruzioni in piazza Garibaldi, la municipalità studiava un nuovo progetto per la piazza: cresceva l'asse sud - est ed era resa più regolare la forma rettangolare della stessa piazza, che così era duplicata rispetto a prima. I quattro isolati, che inizialmente dovevano dividere la proprietà Borsalino dalla piazza, si riducevano a due. Le varianti introdotte ridefinivano l'angolo fra piazza Garibaldi ed il corso Cento Cannoni: l'imbocco subiva un restringimento da 35 a 15 metri diventando uguale alla larghezza dello stesso corso. Secondo il piano d'ampliamento del 1884, il corso doveva terminare in una piazza chiusa; nella seduta del 8 maggio 1891 la giunta municipale decideva l'apertura della via con un taglio nell'isolato occupato dall'opificio Longhi, e il suo sbocco sulla nuova strada di circonvallazione. Nel mese di novembre dello stesso anno l'ufficio d'arte decideva di tracciare, davanti al fabbricato centrale della caserma d'artiglieria, un largo di forma trapezoidale, che presentava larghezza di 44 metri e lunghezza compresa tra i 223 e 150 metri; nasceva così l'attuale piazza Valfrè. Infine, sul finire del 1891, maturava l'idea di realizzare l'apertura della via Ospedale Militare su questa stessa piazza. I lavori di parziale sistemazione del corso subivano un rallentamento durante il 1893 a causa di una polemica aperta dall'opinione pubblica, e appoggiata dagli organi di stampa locali, che mirava ad ottenere l'allargamento del corso e la sua trasformazione in viale alberato. La polemica proseguiva fino al febbraio 1894, quando l'ufficio d'arte auspicava la nomina di un'apposita commissione tecnica per esaminare il problema della variante richiesta. La commissione non fu mai proclamata e il diverbio completamente accantonato. Sul finire del secolo il tratto di corso Cento Cannoni, fra la piazza Garibaldi e la caserma Valfrè, era completato. Ancora da completare era il largo Valfrè, che veniva terminato, non senza problemi, nei mesi di luglio e agosto del 1897. Così l'ampliamento a sud della città poteva dirsi completato. Il secondo capitolo della tesi, che tratta del trasporto del canale e della realizzazione dei corso Cento Cannoni, termina con un paragrafo dedicato alla nuova caserma d'artiglieria. Questa, insieme allo stabilimento Borsalino e alla caserma per i reali carabinieri, aveva contribuito, fin dai primi anni ottanta dell'Ottocento, a trasformare quella parte di città in un ambito industriale e militare di primaria importanza. Verso la fine del mese di novembre 1880, il ministero della guerra aveva richiesto la possibilità di trasferire ad Alessandria un nuovo reggimento d'artiglieria. Il nuovo quartiere militare doveva nascere non solo da costruzioni ex novo, ma anche con il recupero di edifici esistenti come le caserme demaniali della Gambarina nuova e nuovissima. Le trattative, però, svoltesi celermente nei primi mesi del 1881, erano temporaneamente sospese nell'estate dello stesso anno, quando il ministero informava di aver abbandonato l'idea. In seguito, nel corso delle trattative per il trasporto del canale, il 6 febbraio 1882, il ministero della guerra chiedeva d'includere nella convenzione con il municipio una clausola sospensiva, in vista di un possibile cambiamento nel presidio militare della città di Alessandria. Nei giorni 1 e 22 settembre 1882 perveniva al municipio il nuovo progetto per l'acquartieramento di corpi di truppa in città. Abbandonando l'idea primitiva di associare nuove costruzioni al riutilizzo di caserme già esistenti, il progetto prevedeva un reggimento d'artiglieria di campagna da realizzarsi con un unico complesso militare costruito ex novo. Nel 1883 come località più adatta per edificare la nuova caserma, l'amministrazione militare sceglieva la zona demaniale che si estendeva a sud della città, tra l'abitato urbano e la cinta magistrale fortilizia. L'isolato assegnato al nuovo quartiere d'artiglieria si trovava a destra dello stabilimento Borsalino, tra le future vie Montebello e Monterotondo, e si presentava come il più vasto del nuovo ampliamento, con una superficie di 54.175 metri quadrati. Il progetto, attribuito all'ingegnere militare colonnello Trincheri, si componeva di un edificio centrale destinato alla sede per il comando. A questa costruzione principale venivano affiancati due cortili, a levante e a ponente, in cui, per entrambi, erano previsti: in scuderie per gli ufficiali e per le truppe con annessi i locali accessori, tettoie per proteggere il materiale di manovra, magazzini e una piccola caserma. Ancora oggi la facciata della sede per il comando, che si eleva per tre piani fuori terra, è scandita in senso orizzontale da due trabeazioni leggermente sporgenti rispetto al piano del prospetto, che servono anche da davanzale per le finestre. In senso verticale, invece, la scansione dei pieni e dei vuoti è ottenuta attraverso una sequenza regolare di aperture tutte equidistanti fra loro. Gli unici elementi decorativi dell'edificio li ritroviamo negli archetti pensili posti sotto la linea di gronda, e nelle cornici che contornano le finestre. Queste decorazioni conferiscono ai prospetti dell'edificio un lessico architettonico neomedievale. Nella prima metà del 1890 la sede per il comando era ultimata, mentre l'ultimo stanziamento di denaro per completare lo stabilimento militare era datato 15 febbraio 1891. Alla fine dell'Ottocento Alessandria, similmente a quanto avveniva nel resto del paese, vedeva consolidarsi al proprio interno una serie di processi originati dal cambiamento dei vecchi rapporti tra città e campagna. Il processo d'industrializzazione ormai avviato rimodellava una città non più piazzaforte militare, ma nuovo spazio urbano in cui i commerci e le industrie dovevano trovare un'adeguata sistemazione. In quegli anni il sistema formativo alessandrino era ben strutturato sia verso il basso che verso l'alto. Molti edifici scolastici si trovavano in antiche strutture religiose, o in vecchie zone della città storica che per l'occasione erano completamente cancellate o modificate. Accanto agli istituti per l'istruzione, le istituzioni assistenziali e di detenzione si ampliavano. La bella époque alessandrina presentava uno scenario costellato da molti spettacoli e manifestazioni sportive. Ad Alessandria nel 1876, essendo cresciuto enormemente il numero di appassionati al ciclismo, nasceva una società velocipedistica. Nel 1882, però, a causa di divergenze sorte fra i soci, il club era sciolto, e solo quattro anni dopo (1886) si costituiva il "Circolo Velocipedistico Alessandrino". Fino al 1891 le corse nazionali organizzate dal circolo velocipedistico si svolgevano in un velodromo che, per l'occasione, veniva costruito nella piazza d'Armi vecchia. In vista della prima corsa ciclistica internazionale, che si sarebbe tenuta in Alessandria il 28 maggio 1891, l'anno precedente (1890) l'ingegnere Aristide Leale progettava una pista in terra battuta con curve sopraelevate. Il nuovo velodromo, che veniva posto su terreni demaniali, presentava uno sviluppo di 416 metri e una larghezza di 7 metri. Questo anello era stato ubicato fra l'attuale corso Teresio Borsalino, la scarpata del cavalcavia del Dongione, le vie Napoli e Firenze. L'accesso al velodromo avveniva dove attualmente è eretta la stele al mutilato, in piazza D'Annunzio...continua |
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Relatori: | Dameri Annalisa |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Parole chiave: | ampliamento - Alessandria - ottocento - novecento |
Soggetti: | U Urbanistica > UK Pianificazione urbana A Architettura > AP Rilievo architettonico A Architettura > AS Storia dell'Architettura U Urbanistica > UN Storia dell'Urbanistica |
Corso di laurea: | Corso di laurea in Architettura |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/214 |
Capitoli: | CAPITOLO PRIMO. ALESSANDRIA NELLA SECONDA META' DELL'OTTOCENTO. 1. Il canale Carlo Alberto e la città (1834). CAPITOLO SECONDO. L'AMPLIAMENTO A SUD DELLA CITTA' NELL'ULTIMO VENTENNIO DELL'OTTOCENTO: IL CORSO CENTO CANNONI. 1. Il trasporto del canale Carlo Alberto e la definizione di un nuovo asse viario per la città (1880 - 1888). 2. La realizzazione del corso Cento Cannoni (1889 - 1900). 3. La nuova caserma d'artiglieria (1882). CAPITOLO TERZO. LA CITTA' AGLI ALBORI DEL NUOVO SECOLO: CARATTERI STORICI E SOCIALI. CAPITOLO QUARTO. IL QUARTIERE PISTA. 1. Il nuovo piano di ampliamento dell'abitato urbano (1907 - 1908). 2. La lottizzazione di un nuovo quartiere per la città (1909 - 1930). 3. Edilizia residenziale, popolare e insediamenti industriali. BIBLIOGRAFIA. FONTI ARCHIVISTICHE. |
Bibliografia: | CASALIS, GOFFREDO, Dizionario geografico, storico - statistico - commerciale degli Stati di S. M. il Re di Sardegna, voi. I, Torino 1833. Servitù Militari, in "L'Avvisatore Alessandrino", XXVI (1878), n. 63, pp. 1- 2. Canali demaniali (Cavour): nelle province di Torino, Novara, Pavia ed Alessandria, (Ministero di agricoltura, industria e commercio. Direzione generale dell'agricoltura), Roma 1891. Corso dei Cento Cannoni. Reclami della stampa, in "L'Avvisatore della Provincia", 1893, n. 66, p. 1. TORELLI, ENRICO, Delle fortificazioni di Alessandria. Cenno storica, in "Rivista di Storia, Arte, Archeologia per la Provincia di Alessandria", III (1894), pp. 199 - 226. MINA, LORENZO, Alessandria artistica, in "L'Avvisatore della Provincia", 1903, n. 2, p. 1. BERTA, GIOVANNI, Cenni di cronistoria alessandrina dall'anno 1168 al 1900, Alessandria 1904. Laghi, fiumi e canali navigabili, Milano 1905. 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Lo spostamento del Canale Carlo Alberto, in "La Lega", 1930, n. 30, p. 2. La sistemazione stradale, in "La Lega", 1930, n. 30, p. 2. Consulta municipale. Il bilancio pel 1931, in "La Lega", 1930, n. 43, p. 1. Toponomastica cittadina, in "La Lega", 1931, n. 14, p. 1. Per l'igiene della città, in "La Lega", 1932, n. 9, p. 1. Perla nostra città: sistemazione stradale, in "La Lega", 1932, n. 26, p. 2. La celebrazione della vittoria il bilancio preventivo del Comune per l'anno 1933. La relazione del Podestà Gr. Uff. Vaccai, in "La Lega", 1932, n. 44, p. 1- 2. GUERCI, VENANZIO, L'Ing. Ludovico Straneo e l'edilizia alessandrina di un cinquantennio, in "Rivista di Storia, Arte, Archeologia per la Provincia di Alessandria", XIX (1935), pp. 157 -71. Caserma Valfrè, cit., pp. 283 - 84. BIMA, FAUSTO, Alessandria vecchia e nuova, in "Alexandria, rivista mensile della provincia", V (1937), n. 12, pp. 345 - 350. 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