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Crisi e rigenerazione di un quartiere urbano: il caso di San Salvario a Torino

Laura D'Apote

Crisi e rigenerazione di un quartiere urbano: il caso di San Salvario a Torino.

Rel. Agata Spaziante, Elisabetta Forni. Politecnico di Torino, Corso di laurea specialistica in Architettura (Progettazione Urbana E Territoriale), 2010

Abstract:

Questa tesi approfondisce un tema molto attuale, quello delle crisi urbane, in particolar modo per quanto riguarda le azioni di rigenerazione urbana di quartieri sottoposti a processi di degrado fisico e sociale. L'obiettivo principale è quello di individuare, attraverso le innovazioni delle politiche urbane, gli aspetti positivi e le criticità degli interventi messi in atto dalle Istituzioni per indirizzare quelli futuri. Per farlo, viene analizzato un caso esemplare in questo senso, quello del quartiere di San Salvario a Torino.

La metodologia seguita per analizzare il caso studio è stata quella di partire da una documentazione il più possibile completa, con le analisi, i rilevamenti e le mappe degli interventi sul territorio, integrata in seguito dal materiale raccolto con le interviste ad alcuni testimoni privilegiati e ad abitanti del quartiere. Lo studio dello stato di fatto al momento della crisi e delle proposte di trasformazione elaborate (presentate) dall'associazione del Cicsene e poi dall'Agenzia per lo Sviluppo di San Salvario, insieme con l'analisi delle azioni attuate e dei risultati ottenuti nel corso degli anni, è stato messo a confronto e integrato con le opinioni degli attori e dei cittadini che hanno partecipato alla trasformazione. Si tenta così di definire quali siano le azioni, nell'ambito delle politiche urbane, che debbono essere intraprese per rigenerare un quartiere in crisi, per contrastarne e ridurne il degrado fisico e sociale. L'intento di queste politiche deve essere quello di avviare trasformazioni senza stravolgere l'identità del territorio interessato, contenendo il più possibile i processi di gentrification, il tutto nell'ottica di incrementarne lo sviluppo e la coesione sociale. E' la famiglia dei cosiddetti programmi complessi a rispondere in maniera più adeguata a questi obiettivi, seppure con i propri limiti, presentano infatti alcune innovazioni importanti specialmente per quanto riguarda l'approccio integrato, multisettoriale e trasversale. Nel dibattito nazionale e internazionale, vengono messe a confronto le varie esperienze compiute in questo ambito, e quella di San Salvario può considerarsi un laboratorio sperimentale riuscito con successo da cui poter prendere spunto per quanto riguarda le buone pratiche ma anche imparando dagli errori compiuti. In effetti per questo quartiere, ora si può e si cerca in questa tesi di fornire una prima valutazione degli interventi di medio-lungo termine avviati subito dopo lo scoppio della crisi, avvenuta intorno alla metà degli anni Novanta. Questo lavoro è indirizzato quindi alle Istituzioni pubbliche italiane, dal Comune alle Amministrazioni, che necessitano un aggiornamento su questi temi. In questo senso l'innovazione di approccio utilizzato dalla Città di Torino è per certi versi emblematico, attento a cogliere le problematiche di degrado e sicurezza urbana, attraverso azioni locali sempre riferite a un quadro complessivo di trasformazione della città (si vedano i legami con il Piano Strategico e il Progetto Speciale Periferie, ad esempio). La collaborazione e la trasversalità tra i settori degli enti preposti, inoltre, risulta fondamentale per perseguire uno scenario comune, la cui condivisione va implementata con la partecipazione attiva dei cittadini.

Innanzitutto viene quindi costruito un quadro complessivo delle politiche di rigenerazione a livello internazionale, in Italia, per arrivare al caso specifico di Torino. Le linee guida europee sono state determinanti, specialmente a livello nazionale, dove hanno contribuito a introdurre innovazioni e buone pratiche che, anche se con ritardo, stanno cominciando a dare i primi risultati e diventare pratiche ordinarie. La Regione Piemonte e la Città di Torino in particolare, ne hanno colto i principi guida traducendoli in finanziamenti e programmi ben radicati sul territorio.

Indagando poi circa le cause delle crisi contemporanee, si approfondisce l'aspetto dell'insicurezza urbana: quali sono oggi le paure delle metropoli, quali fattori influiscono in maniera determinante sulla percezione di insicurezza, e quale ruolo e azioni possono intraprendere le Istituzioni per attenuarlo. Si creano così le basi del discorso sicuritario, che si è imposto con decisione nel caso del quartiere di San Salvario a partire dalla metà degli anni Novanta, come caso mediatico di rilevanza nazionale. Si ripercorrono quindi le tappe della manifestazione della crisi del quartiere, ciò che l'ha originata e ha influito sulla sua percezione e amplificazione.

Con queste premesse si passa quindi ad analizzare gli interventi messi a punto dalle Istituzioni, primo fra tutti la costituzione di un Agenzia per lo Sviluppo Locale di San Salvario in seguito all'inserimento dell'area nel Progetto Speciale Periferie di Torino. Le politiche attuate, grazie alla regia e al supporto di questa associazione, si dividono in politiche di breve e di medio-lungo periodo, con l'obiettivo di risolvere la situazione di emergenza ma anche di agire alla radice dei problemi, in maniera complessa e non superficiale. La riqualificazione fisica e sociale si è perseguita attraverso diversi ambiti strettamente legati tra loro, con un approccio integrato e multisettoriale, con l'attiva partecipazione degli abitanti e degli attori istituzionali, sociali ed economici, in una ricomposizione degli interessi - pubblici e privati - di tutti verso uno scenario di cambiamento condiviso. Diversi sono stati i finanziamenti pubblici erogati dai vari programmi attuati (Azioni di sviluppo locale, PRU, PRiU, PQU), accompagnati da azioni locali di informazione, consulenza e supporto.

Il processo ha avuto i suoi alti e bassi, soprattutto per quanto riguarda il ruolo della Circoscrizione e delle Forze dell'Ordine, mentre si è mantenuto costante l'impegno dell'Agenzia sul territorio come punto di riferimento costante per le associazioni e gli abitanti. Per meglio comprendere le ragioni di tali cambiamenti si è proceduto infine, nel mese di ottobre, a realizzare una serie di interviste nel quartiere. In questo modo è stato possibile approfondire, tramite i dati oggettivi e soggettivi raccolti, i vari ambiti entro cui sono stati indirizzati gli interventi, e coglierne più chiaramente punti di forza e criticità: la riqualificazione urbana ed edilizia, il senso di insicurezza, le iniziative di animazione del quartiere e i servizi per lo sviluppo sociale. Una generale soddisfazione per i risultati positivi finora ottenuti lascia però anche spazio a critiche per eventuali mancanze o cattiva gestione di alcune situazioni, così come a proposte progettuali per rispondere ad alcune esigenze ancora insolute (anche se la consapevolezza della situazione di crisi finanziaria attuale ne ridimensiona la necessità).

Sono comunque in atto e prossimi alla realizzazione diversi interventi, specialmente per quanto riguarda le aree che presentano ancora un degrado sociale e fisico significativo. Questi, insieme all'impegno costante delle varie realtà operanti nel quartiere, creano i presupposti per un ulteriore miglioramento della qualità della vita.

L'analisi condotta ha infine verificato che l'approccio leggero adottato per gli interventi sul quartiere, ha effettivamente contenuto il fenomeno di gentrification. L'intento raggiunto è stato infatti quello di mantenere e rafforzare la vocazione all'ospitalità tipica di San Salvario, tendendo a favorire la coesione sociale e l'inclusione delle fasce sociali emarginate. Quindi le trasformazioni prodotte, e quelle ancora in atto, vedono oggi una ridefinizione identitaria del quartiere, una sorta di "rinascita", che conserva però con forza anche i suoi caratteri originari.

Relatori: Agata Spaziante, Elisabetta Forni
Tipo di pubblicazione: A stampa
Soggetti: G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GG Piemonte
SS Scienze Sociali ed economiche > SSF Scienze sociali
Corso di laurea: Corso di laurea specialistica in Architettura (Progettazione Urbana E Territoriale)
Classe di laurea: NON SPECIFICATO
Aziende collaboratrici: NON SPECIFICATO
URI: http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/2111
Capitoli:

1.INTRODUZIONE

2.LE POLITICHE URBANE IN ITALIA E IN EUROPA PER QUARTIERI IN CRISI

2.1 Le linee guida europee per la rigenerazione urbana

2.2 La situazione italiana e i programmi complessi

2.3 La Regione Piemonte e il PSP di Torino

3.LA COSTRUZIONE SOCIALE DELLA SICUREZZA

3.1 Le paure delle metropoli di oggi

3.1.1 L'insicurezza e l'ambiente urbano

3.2 Le azioni per la costruzione sociale della sicurezza

3.3 Le Istituzioni e l'insicurezza urbana

3.3.1 Le linee guida europee in campo sicuritario

3.3.2 Le politiche di sicurezza in Italia: confusione e contraddizioni

3.3.3 I possibili approcci delle politiche urbane

4.SAN SALVARIO, LA CRISI DEL QUARTIERE

4.1 Le crisi urbane

4.2 Il "caso San Salvano" a Torino

4.3 La percezione della crisi dentro e fuori il quartiere

5.LE AZIONI PER SUPERARE LA CRISI

5.1 L'Agenzia per lo Sviluppo Locale di San Salvano

5.2 Le politiche attuate

5.2.1 Progetti integrati

5.2.2 Sicurezza e ordine pubblico

5.2.3 Riqualificazione urbana e infrastrutture

5.2.4 Servizi sociali, iniziative interculturali e mediazione dei conflitti

5.2.5 Politiche per lo sviluppo

6.LA SITUAZIONE ODIERNA

6.1 Le trasformazioni in atto e in programma nel quartiere

6.1.1 ConverGente. La casa del quartiere

6.2 Tra gli impegni promossi: il PISL del 2006

6.3 Criticità e risorse del quartiere, le opinioni di alcuni testimoni

6.3.1 Tessuto costruito: abitazione e commercio

6.3.2 Lo spazio pubblico

6.3.3 La percezione di in/sicurezza

6.3.4 Attività e vitalità del quartiere

7.CONCLUSIONI

7.1 San Salvario e gli obiettivi del 2° Piano Strategico di Torino

7.2 Il quadro complessivo delle criticità e delle azioni

7.3 Le proposte degli abitanti intervistati

7.4 Le politiche urbane e la rinascita del quartiere.

8.BIBLIOGRAFIA

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