TRA RECLUSIONE E LIBERTÀ, UN PROGETTO PER GLI SPAZI DELLA POST-DETENZIONE = AMONG RECLUSION AND FREEDOM, A PROJECT FOR POST-DETENTION SPACES

Nel processo che porta il detenuto dalla situazione di reclusione a libertà, la chiusura di questo contratto sociale tra soggetto e sistema detentivo spesso si pone come un grande finale aperto, un salto nel vuoto tanto ambito quanto spiazzante. Questa tesi si propone di osservare la post-detenzione, una nuova condizione transitoria in cui a tutti gli effetti la migrazione dal carcere alla città avviene non con poche avversità: Le difficoltà economiche e lavorative, la mancanza di spazi adeguati all’accoglienza, l’ansia di dover ricucire i legami interrotti, sono tra i motivi più solidi sui quali spesso viene costruita la base per una nuova stagione detentiva. Lo scenario di riferimento per l’osservazione di questo fenomeno vede la città di Torino muoversi rispetto alle proprie dotazioni esistenti che partecipano a questo processo su diversi fronti spaziali. In primo luogo, verrà osservata la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno . Successivamente verranno interrogati uno spazio per il lavoro e tutti gli elementi dell’abitare la post-detenzione in ambito urbano. Nella costruzione di un quadro di riferimento per contestualizzare il fenomeno della post-detenzione diventa necessario avvicinarsi al processo che costruisce questa situazione attraverso la matrice legale che regola il processo penale e i numeri che questa matrice muove negli ultimi quindici anni alla scala nazionale, regionale e locale. Sullo sfondo, la questione intercetta altre e più alte domande che da tempo e in modo trasversale attraversano il dibattito sulla detenzione, sull'adeguatezza degli spazi e sul loro sovraffollamento. Di conseguenza, lo sforzo principale che questo lavoro tenterà di compiere si concentrerà a sua volta nell’approfondimento di una serie di scenari alternativi alla situazione di emergenza abitativa attuale attraverso quattro progetti pilota che si inseriscono in quattro ambiti della città differenti per tessuto urbano. Come lo spazio della detenzione si articola su una serie di regole chiare e vincolanti, anche lo spazio del prototipo proverà a definirsi attraverso un meccanismo medesimo di regole, i cui spazi si sviluppano seguendo gerarchie di scala e di soglia come il rapporto tra collettività ed individualità, luogo del lavoro, della vita domestica e dello svago, spazi la cui relazione con la città dovrà seguire le fila delle riflessioni preliminari anche rispetto alla possibilità di interpretazione altra. La struttura di questo lavoro si compone di tre parti. La prima si propone di analizzare attraverso la voce della Legge Italiana ed i numeri della detenzione la metamorfosi di stato giuridico del soggetto avvenuta durante il processo che lo porterà da stato libero a recluso e poi di nuovo libero nel panorama nazionale, regionale e locale. La seconda mette in gioco gli spazi del processo a Torino. Questi verranno definiti di tre tipologie: detentivo, lo spazio della reclusione; permissivo, gli spazi che coinvolgono soggetti in misura alternativa; di supporto, gli spazi dei servizi per il post-detenzione presenti in città. L’ultimo capitolo relativo agli scenari, ormai consapevole del processo detentivo e delle sue caratteristiche, aprirà il grande interrogativo per quale potrebbe valere la pena chiedersi: Come possono l'architettura e l'urbanistica affrontare progettualmente una articolazione degli spazi della post-detenzione tenendo presente le emergenze, le necessità contemporanee e la matrice consolidata?