Manuela Agostinetti
Proposte di riqualificazione architettonica nell'edilizia residenziale corrente: il caso di Torino.
Rel. Guido Laganà. Politecnico di Torino , Corso di laurea specialistica in Architettura, 2010
Abstract: |
Durante la guerra, Torino subì durissimi bombardamenti aerei. Tuttavia le distruzioni non furono così concentrate da comportare estese trasformazioni del tessuto edilizio della città, che fu molto più alterato dapprima dai criteri troppo permissivi seguiti nella ricostruzione e poi dal rinnovo urbano speculativo degli anni '50. Subito dopo la guerra, gli impegni della ricostruzione e gli stimoli culturali dei nuovi modelli dell'architettura d'estrazione anglosassone, connotata ai valori della riconquistata libertà, stimolarono gli architetti torinesi a raccogliersi in un'associazione per l'architettura organica, l'APAO, nella memoria di Giuseppe Pagano, che riprendesse dopo l'involuzione dello stile '900 la continuità dell'architettura moderna. L'attenzione si concentrò così sulla realtà sociale ed economica del Paese, sull'emergere dei problemi urbanistici nella città e nel territorio, sulle nuove tecniche edilizie della prefabbricazione. La necessità di soddisfare il fabbisogno di abitazioni era parallela a quella di dare un'occupazione a vasti settori di manodopera non qualificata e priva di lavoro per le distruzioni nel settore industriale o recentemente immigrata dal sud nella generica speranza di lavoro. Nel settore delle abitazioni popolari, la ricostruzione fece la scelta, durata fino agli anni '60, di tecnologie tradizionali e povere, riqualificate dall'impegno sociale dei progettisti; questo sovente frustrato e ridotto a utopia da carenze di coordinamento degli interventi e dal cattivo uso degli edifici che ne conseguì. Paralleli al neorealismo delle opere romane di Ridolfi furono gli indirizzi organici dell'impianto e degli edifici del quartiere della Falcherà, sacrificato dalla segregazione dalla città e dalla mancata tempestiva realizzazione delle infrastrutture, ma che resta tra le migliori concezioni dell'architettura post-razionalista italiana. Anche il successivo quartiere autosufficiente, le Vallette, dette, in certa misura, gli stessi problemi; vi si può inoltre rilevare come vi si sia persa l'unitarietà progettuale che aveva contraddistinto la Falcherà: lottizzato per tipologie edilizie, le Vallette non riesce a suggerire un'idea di città seppure rimasta utopia -ma resta un aggregato eterogeneo in sé e sconnesso dalla città. La città -frattanto -si sviluppava a macchia lungo le più frequentate radiali per gli interventi privati, ancora normati solo dal regolamento edilizio e dai tracciati viari del 1908. Le tipologie sono generalmente improntate a una banale semplificazione dei modelli tradizionali o dello stile '900. Nella grande massa del costruito, poco risaltano, per numero, le costruzioni di progettisti qualificati,tra i quali alcuni giovani laureati dei primi anni '50, intesi a sviluppare nelle tipologie urbane gli spunti organici o razionalisti, e a sperimentare nuovi materiali . Nell'architettura dei servizi urbani, la prima opera notevole è la costruzione di Torino Esposizioni , con strutture di Pierluigi Nervi, cui segue un successivo ampliamento di Riccardo Morandi. Il tema del rapporto innovazione-continuità, nella definizione di un'identità storica tutta da rifondare, in un momento di generale crisi della cultura architettonica moderna, dette sostanza allora alla personale ricerca, ispirata alla coerenza dei metodi progettuali della tradizione ottocentesca, di alcuni progettisti torinesi, identificati tra i primi protagonisti della corrente poi detta Neoliberty, che produsse numerose singole qualificate architetture, e non rimase senza influssi anche nell'opera dei professionisti rimasti fedeli ai principi dell'architettura organica, né nello styling dell'edilizia degli anni '60, quando si generalizzò in moda, senza peraltro che il nuovo gusto coinvolgesse profondamente i torinesi rimasti anche estranei al "boom" dell'ltalian design degli anni '60. Celebrazione del «miracolo economico» fu l'Esposizione per il Centenario dell'Unità d'Italia, «Italia '61»: per una celebrazione prevalentemente ideologica furono affrettatamente costruiti enormi edifici che alla fine della festa, furono abbandonati e caddero in rovina; continuando da allora in poi tutto il complesso a costituire un problema e a lungo una passività della città. Negli anni '60 infine viene ristrutturato il settore dell'edilizia popolare.Si realizzano così complessi di uniformi blocchi multipiano ai margini della città, segregati come ghetti nella loro popolazione sradicata ormai da ogni contesto culturale, secondo indirizzi che neppure le rivendicazioni degli utenti nel '68 poterono trasformare. |
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Relatori: | Guido Laganà |
Tipo di pubblicazione: | A stampa |
Soggetti: | A Architettura > AH Edifici e attrezzature per l'abitazione G Geografia, Antropologia e Luoghi geografici > GG Piemonte ST Storia > STH Periodo contemporaneo (dal 1945) |
Corso di laurea: | Corso di laurea specialistica in Architettura |
Classe di laurea: | NON SPECIFICATO |
Aziende collaboratrici: | NON SPECIFICATO |
URI: | http://webthesis.biblio.polito.it/id/eprint/2067 |
Capitoli: | INTRODUZIONE ANALISI SUL PATRIMONIO EDILIZIO RESIDENZIALE DELLA CITTA DI TORINO 1.1 Elaborazione Dati Excel sul patrimonio Edilizio della città di Torino dal 1949 al 1990 (Archivio Edilizio del Comune della Città di Torino) 1.2 Grafici 1.3 Addensamenti della tipologia "CASA 5-6 Piani Fuori Terra" in riferimento agli anni di picco (1953,1957,1963, 1968,1987,1989) 1.4 C.T.R.N. (Carta Tecnica Regionale Numerata) 1.5 Storia dell'Architettura Moderna di Torino 1.5.1 1945-1965 1.5.2 1965-1982 2 DISTRIBUZIONE DELLE TIPOLOGIE EDILIZIE SUL TERRITORIO 2.1 Individuazione delle Tipologie Abitative Campione 2.2 Caratteristiche 2.3 Schede -14 Esempi 2.3.1 Via COLAUTTI ARTURO 16 2.3.2 Via SAORGIO 100 2.3.3 Via MONTE ROSA 113 2.3.4 Corso SEMPIONE 152 2.3.5 Via VERRES 6 2.3.6 Via VILLAR 22 2.3.7 Via ASINARI DI BERNEZZO VITTORIO 12 2.3.8 Via CREVACUORE 15 2.3.9 Corso MONTE GRAPPA 73 2.3.10 Via CHAMBERY 57-59 2.3.11 Via VANDALINO 136 2.3.12 Via ALFIANO 4 2.3.13 Via MONTEZEMOLO 10 2.3.14 Via BARLETTA 49-51 3 RILIEVO ED ELABORAZIONE DEGLI EDIFICI ESISTENTI 3.1 Via MONTE ROSA 113 3.2 Via CHAMBERY 57-59 3.3 Via MONTEZEMOLO 10 3.4 Via VANDALINO 136 3.5 Via BARLETTA 49-51 3.6 Corso MONTE GRAPPA 3.7 Studio delle ombre 4 COMPOSIZIONE E STUDIO DI MATRICI 4.1 Via MONTE ROSA 113 4.2 Via CHAMBERY 57-59 4.3 Via MONTEZEMOLO 10 4.4 Via VANDALINO 136 4.5 Via BARLETTA 49-51 4.6 Corso MONTE GRAPPA 73 5 SOLUZIONI COMFORMI - ESEMPI 6 PROPOSTE PROGETTUALI 6.1 TAVOLE APPENDICE LE CITTA' INVISIBILI" di ITALO CALVINO CONCLUSIONI BIBLIOGRAFIA |
Bibliografia: | Mancante |
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