I volti di Tehran. Cento anni di politiche urbane = The faces of Tehran. One hundred years of urban politics

La narrazione degli eventi che in cento anni hanno cambiato il volto di Tehran muove i primi passi dalla scalata al potere di Reza Shah Pahlavi, capace di risollevare il paese dalla crisi economica dopo la Prima Guerra Mondiale e di dare forma in breve tempo al progetto di Stato Nazionale Moderno. Nel primo capitolo della tesi tratto delle riforme amministrative, sociali e culturali operate dal monarca e che resero Tehran più simile ai paesi occidentai, del sistema di nuove strade, la ferrovia, il nuovo sistema scolastico, la prima università e una burocrazia nazionale. La seconda parte del primo capitolo pone l’accento sul lavoro svolto da Mohammad Reza Shah a partire dagli anni ‘50 in un momento storico decisivo per l’Iran, sottoposto alle tensioni dovute alla nazionalizzazione del petrolio e reduce dal conflitto bellico della Seconda Guerra Mondiale. Tutto l’interesse qui è rivolto al processo di modernizzazione sostenuto dal nuovo Re, sotto lo stretto controllo degli americani che avevano fornito due importanti aiuti a tal fine, il Programma dei Quattro Punti di Truman e l’Organizzazione per la Pianificazione, il primo moderno istituto di pianificazione urbanistica in Iran. Proseguendo col secondo capitolo affronto gli stravolgimenti urbanistici avvenuti in seguito alla Rivoluzione Islamica del 1979, trattando di pianificazione urbana con particolare attenzione alle politiche a scala comunale, proprio quei comuni da sempre alla ricerca di più indipendenza dal governo centrale; tuttavia la necessità di ridimensionare i moti rivoluzionari spinse i politici ad assumere una posizione di chiusura verso tali richieste. Altro aspetto delicato per Tehran fu l’enorme fenomeno migratorio proveniente dalle campagne che generò uno spostamento dei confini. La trattazione prosegue con la vertiginosa espansione degli edifici residenziali, il mercato di compravendita dei terreni urbani ma anche accennando ai primi progetti orientati a ridisegnare il verde in città, e al ruolo rivestito dal sindaco di tehran Gholamhossein Karbaschi in carica dal 1990 al 1998. Nel terzo capitolo, dopo un ampio spazio introduttivo sul diritto alla città così come formulato da Arnstein, e una digressione sulla partecipazione in Europa sulla base di alcuni testi contemporanei, ho affrontato il tema della partecipazione dei cittadini alla vita della capitale, partendo dalle piazze della protesta luoghi urbani che hanno accolto in passato moti di contestazione popolari in nome di una democrazia partecipativa. Successivamente mi occupo del fenomeno per il quale la governance urbana a Tehran sia spesso il risultato dell’interazione di procedure legali con altre illegali, di come gruppi appartenenti a settori informali dell’economia siano stati capaci di realizzare reti di fornitura di servizi per compensare l’assenza dello Stato in quei settori. Affronto poi il tema delle New Towns, nuove città realizzate appena fuori la metropoli nel tentativo di ridurre la pressione demografica e garantire un’offerta abitativa a chi migra dalle campagne verso i centri urbani, con un approfondimento sui progetti di Andisheh e Parand. L’appendice fotografica in fine riassume il lavoro di ricerca che parallelamente ho portato avanti sulle fotografie ad opera di giovani artisti persiani.